Tutto è compiuto: Le tre stanze dello Spirito
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Anteprima del libro
Tutto è compiuto - Carmela Romano
Carmela Romano
Piero Sortino
Tutto è
compiuto
Le tre stanze dello Spirito
Presentazione di Salvatore Martinez
Edizioni Rinnovamento nello Spirito Santo
Titolo
Tutto è compiuto
Copyright © 2008
Servizi Rinnovamento nello Spirito Santo S.c.p.l.
I edizione aprile 2008
Illustrazioni
Mariateresa Furfaro, Palmi (RC)
Foto di copertina
Tonino Verduci
Progetto grafico, Ebook
Gaetano Fontanazza
Ogni richiesta va indirizzata a
Odos Servizi S.c.p.l.
Via del Campo 46f, 62 - 00172 Roma
Tel. 06 2310577 - Email: segreteria@edizionirns.it
L’uso del marchio
Edizioni Rinnovamento nello Spirito Santo
è concesso da
Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo
A padre Mario e Angela,
uomo e donna
dello Spirito.
Presentazione
Ho accolto con gioia la richiesta di presentare ai lettori Tutto è compiuto. Le tre stanze dello Spirito. Già il titolo suscita curiosità e attesa. Ogni volta che si tratta dello Spirito Santo è sempre un ricominciare, anche quando la nostra fede ci fa dire e ripetere, con Gesù: Tutto è compiuto.
Fino all’ultimo dei nostri respiri non ci stancheremo di accogliere l’alito di Gesù
: il Suo Spirito. Perché il compimento della missione di Gesù è l’effusione dello Spirito Santo su ogni uomo. Niente più dello Spirito è necessario alla volontà umana, perché niente di più grande ci ha lasciato in eredità la volontà divina. Alito divino, anima della fede, cuore del Vangelo, intelligenza della storia: così è dello Spirito Santo!
Nella vita cristiana ogni compimento è un cominciamento. È sempre preludio di un nuovo inizio: la missione di Gesù si conclude re-iniziando nella missione dello Spirito Santo, che è lo Spirito di Gesù ed è anche lo Spirito del Padre che il Figlio ha inviato agli uomini.
Tre Persone divine da conoscere, amare, servire. Tre stanze – intreccio divino e umano di sguardi, promesse, gesti, doni, offerte – che i nostri Autori ci chiedono di visitare. Un’originale pedagogia dello Spirito
, per reimparare l’arte di conoscere, amare, servire il Signore nello Spirito.
Guai a stancarsi di ribadire l’urgenza di un ritorno allo Spirito Santo! Non intellettuale, concettuale, ideale, bensì vitale, esperienziale, comunitario, sociale. Un ritorno necessario, che urge all’uomo come l’aria che respira. Niente di meglio, allora, che ritornare nel Cenacolo e mediante la preghiera ricevere una nuova effusione dello Spirito
, come già la beata Elena Guerra raccomandava al Pontefice Leone XIII alla fine del XIX secolo (cf Lettere al Papa del 17.04.1895 e del 6.11.1896).
Un’originale opportunità ci è data da questo sussidio. Pensato per suscitare in noi una nuova docilità allo Spirito, ci illustra quale godimento può riservare la preghiera quando è alimentata in noi da una fede viva, imbevuta di Spirito Santo.
Molti si chiedono: Come pregare? Come rivolgersi allo Spirito Santo? Come ricevere i suoi doni, frutti, carismi? Troverete qui risposta, riscoprendo la pratica mai sufficientemente ribadita e attualizzata della Novena di preghiera
per invocare lo Spirito Santo. La più antica delle novene di cui si abbia notizia. La più cristiana
tra le devozioni di popolo: fu voluta da Gesù stesso! Nel Cenacolo, infatti, Maria e gli apostoli attesero in preghiera lo Spirito Santo (cf Lc 24, 49; At 1, 6-8).
In ultimo, una parola sugli Autori. Carmela e Piero mi sono cari. Ho visto sbocciare la loro fede nel Rinnovamento nello Spirito. Ora apprezzo i frutti del loro cammino: insegnante cattolica l’una; sacerdote l’altro. Giovani e già capaci di darci prova di sapienza. Sia lode allo Spirito Santo che ciò rende possibile! E a quanti leggeranno Tutto è compiuto. Le tre stanze dello Spirito l’augurio di una vita felice, giusta, umana, operosa. Una vita vissuta nello Spirito.
Salvatore Martinez
Presidente Nazionale del RnS
Introduzione
«Ascoltare; ascoltare la voce arcana del Paraclito
dev’essere il primo nostro dovere […];
lasciare che lo Spirito Santo
effonda nei nostri cuori quella carità,
che si traduce in sapienza,
in quella rettitudine cioè di giudizio,
secondo le più alte ragioni del sapere,
per cui risale a Dio,
donde ha ricevuto quell’ineffabile dono,
la mente umana, e diventa amore,
diventa carità ogni suo pensiero, ogni sua azione.
La carità, che da Dio discende,
si trasforma in carità che a Dio ascende,
e dall’uomo a Dio tende a tornare»
(
Paolo VI
, Discorso di apertura del quarto periodo del Concilio,
14 settembre 1965).
Questo lavoro nasce con l’idea di essere un compagno di stanza per ogni cristiano che voglia lasciarsi condurre dall’azione tenera e forte dello Spirito Santo. Il titolo ne richiama la prima effusione, che, secondo la Teologia giovannea, accade con l’ultimo respiro di Gesù sulla croce: Quando, allora, prese l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E reclinando il capo rese lo spirito (Gv 19, 30). Ci siamo soffermati a evidenziare il ruolo pedagogico dello Spirito Santo, nella vita della Chiesa e di ogni fedele, cercando di offrire un percorso che delinei un itinerario di vita nello Spirito. Consapevoli che i modi concreti della sequela Christi sono molteplici, tuttavia certi, che unico è l’obiettivo dello Spirito di Dio: la santificazione dell’uomo. Un’incontro reale con lo Spirito Santo non può che tendere all’incontro con Gesù nei sacramenti e, di questi, l’Eucaristia è il luogo privilegiato dallo Spirito per ammaestrare ed educare ogni fedele. E proprio dai testi eucologici (cioè le preghiere dette dal sacerdote nella liturgia) delle Liturgie eucaristiche dei giorni dopo l’Ascensione sono tratti i temi delle meditazioni giornaliere, giorni, questi, nel ciclo dell’anno liturgico, di orante attesa dello Spirito Santo. Pensata, ma non solo, per la preparazione immediata alla Pentecoste, questa novena allo Spirito Santo, può ispirare momenti di preghiera individuale o comunitaria, ed essere anche un buon strumento di preparazione spirituale al sacramento della Confermazione o di sostegno al discernimento prima di prendere decisioni importanti per la vita personale o ecclesiale.
L’intenzione non è solo di tipo devozionale, ma si fonda sulla consapevolezza che la devozione stessa si appoggia sulla certezza che l’azione dello Spirito Santo nel cuore dell’uomo è tutta rivolta alla cristificazione, a realizzare cioè nell’uomo la forma Christi, per presentare al Padre, uomini e donne che assomiglino all’Unigenito suo Figlio. Dunque lo Spirito è colui che si impegna a darci forma cristi-ana, e l’icona biblica che ne richiama quest’opera potrebbe essere ben compresa attraverso un’affascinante dialogo tra il Signore e il profeta Geremia:
Questa parola fu rivolta a Geremia da parte del Signore: «Prendi e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola». Io sono sceso nella bottega del vasaio ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che egli stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli rifaceva con essa un altro vaso, come ai suoi occhi pareva giusto. Allora mi fu rivolta la parola del Signore: «Forse non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele» (Ger 18, 1-6).
Ecco perché pensiamo, cum Ecclesia, che non ci possa essere un’adeguata devozione senza una disponibilità alla form-azione che, come evidenzia la stessa parola, vuol dire azione rivolta a dare forma. Altrettanto ovvio, però, è che non si tratta di una operazione esteriore, per non correre lo stesso rischio di essere rimproverati da Gesù come gli scribi e i farisei (cf Mt 23, 27). Ci si potrebbe infatti fermare a scontati luoghi comuni che recitano più o meno così: non è importante la forma ma il contenuto. Ma questa è un’opera di separazione che fa il mondo, non così è per Dio, e quindi per gli uomini di fede, che dà alle cose, e forma e contenuto. Non c’è azione di Dio che separi le due cose. Il pensiero di Dio è sempre rivolto al bene integrale di tutto l’uomo: lasciarsi dare forma da Dio vuol dire permettergli di agire liberamente nella nostra vita perché riceva la vera vita, quella uscita dalle sue mani e che a lui dovrà tornare, come alla propria e definitiva abitazione. E perché questo accada adesso per noi, dobbiamo lasciar abitare il suo Spirito in noi e concedergli che si trovi nel nostro cuore come una colomba che torna al suo nido per nutrire i suoi piccoli, per farli crescere e insegnare loro a volare alto, ed essere in grado di procurare a suo tempo cibo per altri piccoli. Quest’azione formativa di Dio passa attraverso due strumenti privilegiati, che lui stesso ci ha lasciato e che la Chiesa, voluta dal suo Figlio, ha fatto propri da sempre: i sacramenti e la Parola; due luoghi da frequentare spesso per lasciarci ammaestrare dallo Spirito.
È per questo motivo che il nostro lavoro non si è rivolto solamente a preparare un piccolo sussidio per la celebrazione di una novena allo Spirito Santo, ma il contenuto devozionale è stato, lo speriamo, arricchito da una parte iniziale che ne ha voluto spiegare il senso, bussando principalmente alle porte di quei due luoghi formativi di cui abbiamo parlato sopra. Ne è venuta fuori, così, un’abitazione con tre stanze, quasi a richiamare le tre Persone divine, (e proprio perché le richiama, i muri sono convenzionali: in realtà, ci si dovrebbe poter trovare in un unico grande ambiente) che abbiamo chiamato così: la stanza del Gioco, richiamando così l’attività pedagogica che la Liturgia svolge con i fedeli; la stanza dell’Ascolto, quella arredata principalmente dalla Sacra Scrittura; la stanza della Preghiera, quella destinata al raccoglimento e al dialogo con Dio. La Porta, è bene richiamarlo, non può che essere una, la sola che dà accesso al pascolo: Gesù, il Bel Pastore (cf Gv 10, 9). Ovviamente, come in ogni