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La cucina regionale italiana vegetariana
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La cucina regionale italiana vegetariana

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About this ebook

La scelta vegetariana, sempre più seguita sia per motivi salutistici che etici, in realtà ha origini antiche e i piatti della nostra tradizione lo confermano. La cultura enogastronomica e la tradizione contadina sono così radicate da dare alla cucina della Penisola la possibilità di raccontare il suo vastissimo repertorio anche con un linguaggio unicamente vegetariano, volto a celebrare le eccellenze dei prodotti tipici italiani. Questo viaggio attraverso i sapori regionali raccoglie molte ricette tradizionali autentiche perché, grazie alle condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli, i nostri prodotti ortofrutticoli e caseari sono infiniti. Le pietanze qui contemplate nelle loro declinazioni e rivendicazioni regionali sono un tributo a quelle più note, ma vogliono anche stimolare una riscoperta di quelle ormai dimenticate. Una ricca e accurata selezione di ricette che rappresentano egregiamente tradizioni e culture del nostro passato gastronomico, da scoprire e riscoprire.

Le eccellenze della cucina regionale italiana attraverso i suoi piatti vegetariani

Tra le ricette: Cannarozzetti allo zafferano Torta modenese di amarene brusche e crema Patate alla savoiarda Frisedde con burrata Cardoncelli alla salentina Finferli al sugo Strangozzi alla spoletina Ciaramicola Crostata alla valdostana Lou Mecoulìn Cialledda materana

Ippolita Douglas Scotti
figlia del nobile commissario del quartiere di San Giovanni nel Corteo del Calcio Storico, è nata a Firenze. Ha scritto libri di vario genere e collaborato con associazioni culturali volte a valorizzare la città e le sue dimore storiche. Con la Newton Compton ha pubblicato 101 perché sulla storia di Firenze che non puoi non sapere, I signori di Firenze e i manuali Zenzero e curcuma, Le miracolose virtù dei superfood e Bicarbonato tuttofare.
LanguageItaliano
Release dateJul 18, 2019
ISBN9788822736635
La cucina regionale italiana vegetariana

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    La cucina regionale italiana vegetariana - Ippolita Douglas Scotti

    Introduzione

    La scelta vegetariana, oggi sempre più in auge, in realtà ha origini antiche e i piatti della nostra tradizione lo confermano.

    La cultura enogastronomica e la tradizione contadina sono così radicate da dare alla cucina della Penisola la possibilità di raccontare il suo vastissimo repertorio anche con un linguaggio unicamente vegetariano, volto a celebrare le eccellenze dei prodotti tipici italiani.

    Questo viaggio attraverso i sapori regionali raccoglie molte ricette tradizionali autentiche e non adattamenti veg, perché grazie alle condizioni pedoclimatiche, particolarmente favorevoli, i nostri prodotti ortofrutticoli e caseari sono infiniti.

    Ogni ingrediente tipico è legato alla propria regione e ogni ricetta è un tributo a queste eccellenze. Sono comprese le famose lenticchie di Castelluccio, per esempio, lo zafferano dell’Aquila, il pane di Matera, la fagiolina del Trasimeno, la cucuzza longa e il cavolo trunzu, ortaggi endemici siciliani ma anche prodotti caseari unici come il provolone del monaco, la fontina valdostana, il puzzone di Moena, la prescinseua ligure e tanti altri.

    Alcune ricette ritrovate, poi, hanno connotazioni storiche, come la Carabaccia toscana, alla quale Leonardo da Vinci, grande genio vegetariano, non rinunciava mai, anzi, la esigeva a ogni banchetto in suo onore; o lo Zuccotto fiorentino, chiamato all’epoca L’elmo di Caterina, creato apposta per Caterina de’ Medici, responsabile della divulgazione di tantissime ricette toscane nel mondo; o, ancora, la Pizza Margherita, fatta apposta per la regina.

    Fra i dolci, a parte le ricette classiche come il Pandoro veronese e il Panettone milanese, vi sono curiosità storico-letterarie, come la ricetta del Parrozzo pescarese, il dolce ricoperto di cioccolato talmente amato da Gabriele D’Annunzio, da dedicargli un’ode.

    Alcune ricette hanno nomi dialettali e vi sono preparazioni dalle etimologie curiose, come la salsa al pomodoro picchi pacchi siciliana, il Cascà alla carlofortina, che è un cous cous, o lo Sciaki sciuka di Pantelleria, il cui nome deriva dal berbero chak chouka che significa miscuglio.

    Altri termini comuni sono stati scelti, invece, in base al luogo specifico di appartenenza delle ricette (per esempio, a Palermo gli arancini di riso si chiamano rigorosamente le arancine, in Toscana il rosmarino è il ramerino). Anche le erbe spontanee regionali, molto usate nelle ricette tradizionali, hanno i loro termini dialettali, come i cacigni e le tolle abruzzesi, che sono il tarassaco e i germogli d’aglio, i bruscandoli veneti, che indicano il luppolo selvatico apprezzato in risotti e frittate, o il preboggion ligure, che è il nome di un misto di erbe selvatiche, fondamentale per preparare il ripieno dei Pansoti. Ovviamente sono comprese anche le ricette regionali più classiche, ma rigorosamente nelle loro versioni originali (il condimento della pasta Cacio e pepe si realizza unicamente con questi due ingredienti, senza contaminazioni apocrife come il parmigiano o il burro e la vera Panzanella, la Fettunta e la Ribollita, necessitano che il pane raffermo sia rigorosamente sciapo, una tradizione che deriva addirittura dai fornai etruschi).

    Le pietanze qui contemplate nelle loro declinazioni e rivendicazioni regionali, non sono solo un tributo a quelle più note, ma vogliono anche stimolare una riscoperta di quelle ormai dimenticate.

    Questa è una cernita di ricette fattibili in grado di raccontare tradizioni e culture del passato, che possono rivivere anche nella vostra cucina.

    Abruzzo

    Il selvaggio e suggestivo Abruzzo regala prodotti d’eccellenza come lo zafferano dell’Aquila, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, e formaggi tradizionali della transumanza, come il canestrato di Castel del Monte, il caciofiore aquilano e il pecorino di Farindola, protagonisti di piatti gustosi e confortanti.

    Cannarozzetti allo zafferano

    400 gr di cannarozzetti

    300 gr di ricotta di pecora

    50 gr di caciofiore aquilano

    2 bustine di zafferano

    22 ml d’olio

    sale

    pepe

    Bollite i cannarozzetti in abbondante acqua salata. Mettete in una zuppiera la ricotta, il caciofiore, lo zafferano, il pepe, l’olio e amalgamate il composto con 3 cucchiai d’acqua di cottura. Aggiustate di sale. Scolate i cannarozzetti e mescolateli al sugo. Servite caldi con una spolverata di pepe nero.

    Cecamariti al sugo piccante

    Per la pasta:

    300 gr di farina

    150 gr di farina di mais fioretto

    acqua calda

    sale

    Per il sugo:

    1 carota

    1 cipolla

    1 costa di sedano

    prezzemolo

    2 spicchi d’aglio

    800 gr di pomodori pelati

    2 peperoncini freschi

    canestrato di Castel del Monte

    sale

    Setacciate le farine su un piano con il sale, aggiungete lentamente un po’ d’acqua calda, lavorando l’impasto fino a ottenere un composto omogeneo. Fatelo riposare al fresco, avvolto nella pellicola trasparente e preparate il sugo. Tritate la cipolla, il sedano e la carota e sbucciate l’aglio. In una padella con l’olio fate il soffritto. Unite i peperoncini freschi tagliati a pezzetti e i pomodori pelati. Aggiustate di sale, mescolate e fate cuocere a fiamma bassa. Riprendete la pasta, stendetela abbastanza spessa e ripiegatela in due. Tagliatela in modo da ottenere delle fettuccine strette. Portate a bollore l’acqua. Cuocete i cecamariti per 6 minuti, scolateli con un mestolo forato e fateli saltare nel sugo piccante. Spolverate con il canestrato di Castel del Monte grattugiato e il prezzemolo tritato.

    Maccheroni alla chitarra

    Per la pasta:

    400 gr di farina di grano duro

    4 uova

    Per il sugo:

    400 gr di pomodori freschi

    1 spicchio d’aglio

    olio

    peperoncino

    sale

    basilico

    Fate una fontana di farina, incorporate le uova intere e lavorate la pasta a lungo.

    Tirate col matterello una sfoglia non troppo sottile e lasciatela riposare per un’ora in un luogo asciutto.

    Tagliate poi la sfoglia in rettangoli di 60x20 cm.

    Adagiate per il lungo ogni rettangolo sulle corde della chitarra e premete con il matterello, così da ottenere dei maccheroni.

    Salate in una pentola l’acqua bollente e versate i maccheroni.

    Quando sono al dente, scolate e condite con pomodoro fresco tagliato a cubetti e spadellato con uno spicchio d’aglio, basilico, peperoncino e sale.

    Sagne chietine

    250 gr di farina di grano duro

    1 kg di pomodori maturi

    2 spicchi d’aglio

    basilico fresco

    1 falda di peperone rosso

    peperoncino

    pecorino di Farindola

    33 ml d’olio

    sale

    Disponete la farina a fontana, al centro versate l’acqua e impastate con le mani, fino a ottenere una palla soda e omogenea.

    Avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare per un’ora al fresco.

    Preparate la salsa: in un tegame scaldate l’olio, fatevi rosolare gli spicchi d’aglio e il peperone a striscioline. Aggiungete i pomodori a pezzetti, il peperoncino, il sale e cuocete.

    Unite le foglie di basilico, mescolate e tenete da parte. Stendete la pasta a sfoglia sottile, tagliatela a strisce alte 4 cm e tagliatele a losanghe.

    Lessate le sagne in abbondante acqua salata a bollore, con un cucchiaio d’olio.

    Raccogliete la pasta con una schiumarola e mettetela nella padella del sugo.

    Le sagne si mangiano brodose ma, a volte, si preferisce un sugo più denso.

    Servitele a tavola con pecorino grattugiato e peperoncino a parte.

    Scrippelle ’mbusse

    3 uova

    75 gr di farina

    olio

    100 gr di parmigiano reggiano

    brodo vegetale

    acqua

    sale

    Preparate la pastella sbattendo le uova in una ciotola, poi unite la farina setacciata e il sale e mescolate con una frusta. Aggiungete gradualmente l’acqua per allungare il composto e lasciatelo riposare per un’ora.

    Scaldate una padella antiaderente, mettete un filo d’olio e versatevi un mestolino di pastella. Muovete il padellino e lasciate cuocere per pochi minuti da entrambi i lati. Continuate fino a quando non avete finito la pastella.

    Una volta pronte le scrippelle, spolveratele di parmigiano, arrotolatele e disponetele nei piatti fondi. Fate scaldare il brodo, versatelo sopra le scrippelle e servitele calde.

    Tajarille e fasciul

    Per la pasta:

    500 gr di farina

    acqua

    sale

    Per il condimento:

    300 gr di fagioli borlotti

    500 gr di pomodori maturi

    1 carota

    2 coste di sedano

    ½ cipolla

    olio

    peperoncino

    sale

    Formate la fontana di farina e aggiungete gradualmente l’acqua fino a realizzare un impasto sodo.

    Con un matterello, tirate la sfoglia e infarinatela appena.

    Tagliate la sfoglia a tagliatelle di pasta, lunghe 5 cm e larghe meno di 1 cm.

    Fate bollire il sedano e la carota e, a parte, i fagioli, tenuti a bagno per una notte.

    Unite poi questi ultimi con il soffritto.

    Cuocete a parte la cipolla e i pomodori con sale, olio e peperoncino. Cuocete il sugo a fuoco basso per circa 15 minuti, poi unitelo ai fagioli. Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata.

    Cuocete le tajarille, scolatele al dente lasciando un pochino d’acqua per creare una zuppa brodosa e versatele in una zuppiera.

    Aggiungete il sugo di fagioli e mescolate, fate insaporire qualche minuto e servitele calde.

    Zuppa di ceci e castagne

    150 gr di ceci

    20 castagne

    70 gr di passata di pomodoro

    1 spicchio d’aglio

    rosmarino

    alloro

    olio

    sale

    pepe

    La sera precedente mettete a bagno i ceci in acqua fredda; il giorno successivo sciacquateli e lessateli.

    In una padella soffriggete l’aglio in poco olio e unite la passata di pomodoro, il sale, il rosmarino e l’alloro. Nel frattempo lessate le castagne e, una volta morbide, sbucciatele. Mettetele insieme ai ceci nel tegame, coprendo con l’acqua gli ingredienti. Fate cuocere per 30 minuti a fuoco dolce. Spegnete la fiamma, fate riposare. Servite insieme a qualche crostino di pane tostato, un filo d’olio e pepe macinato.

    Zuppa di lenticchie di Santo Stefano di Sessanio

    350 gr di lenticchie di Santo Stefano di Sessanio

    2 patate medie tagliate a tocchetti

    1 carota

    1 costa di sedano

    1 spicchio d’aglio

    33 ml d’olio

    4 fette di pane

    rosmarino

    sale

    pepe

    Sciacquate le lenticchie sotto l’acqua corrente e tenetele da parte.

    In un tegame di coccio preparate un soffritto con aglio, carota e sedano tritati. Aggiungete le lenticchie, coprite con l’acqua e lasciate cuocere per 30 minuti. Aggiungete le patate sbucciate e tagliate a tocchetti a metà cottura, salate e pepate solo a fine cottura.

    In una padella scaldate l’olio con il rosmarino, aggiungete il pane tagliato a cubetti e fatelo insaporire e tostare.

    Servite la zuppa calda accompagnata dai crostini, pepe macinato e da un filo d’olio a crudo.

    Cacigni e fagioli

    1 kg di cacigni (tarassaco)

    aglio

    1 cipolla

    1 costa di sedano

    400 gr di fagioli freschi

    olio

    sale

    Dopo averli opportunamente mondati, lessate i cacigni immergendoli in acqua fredda e bolliteli appena. Ripassateli in una padella con dell’olio e dell’aglio, aggiustandoli di sale.

    Fate lessare i fagioli con cipolla e sedano a tocchetti, scolateli e uniteli alla verdura cotta e saltata in padella. Lasciate insaporire e serviteli caldi.

    Chicocce e Patane

    500 gr di zucchine

    500 gr di patate

    1 pomodoro maturo

    ½ cipolla

    ½ carota

    ½ costa di sedano

    basilico fresco

    olio

    sale

    Lavate e tagliate le zucchine e le patate sbucciate a tocchetti, affettate la cipolla, tritate il sedano e la carota.

    In un tegame di coccio rosolate le verdure con l’olio, poi aggiungete il pomodoro tagliato a filetti e un bicchiere d’acqua.

    Lasciate cuocere, salate e aggiungete il basilico fresco, servite con olio a crudo.

    Ciabotto pescarese

    2 melanzane

    4 patate medie

    2 zucchine

    2 peperoni

    1 cipolla

    22 ml d’olio

    sale

    pepe

    Prendete tutte le verdure freschissime, lavatele e tagliatele a fette.

    Cospargete il fondo di una teglia con l’olio.

    Disponete a strati le verdure senza mischiarle tra di loro.

    Cospargete ogni strato con l’olio.

    Ripetete il procedimento fino a esaurimento degli ingredienti e infornate a 170 °C per circa un’ora.

    Cioffa mbriica

    1 cavolfiore da 1 kg

    1 spicchio d’aglio

    100 ml di vino bianco

    33 ml d’olio

    2 foglie di alloro

    peperoncino

    sale

    Lavate il cavolfiore e separate i fioretti. Metteteli in una pentola alta e ricoprite d’acqua, versate il vino, l’olio, l’alloro, l’aglio e il peperoncino. Salate e bollite fino a farlo diventare tenero. Scolate e servite.

    Pipindune e ove

    700 gr di peperoni cornetti

    ½ cipolla

    4 uova medie

    olio

    acqua

    sale

    Pulite i peperoni, lavateli e tagliateli a listarelle sottili. Scaldate l’olio in una padella e fate rosolare la cipolla con i peperoni.

    Fate cuocere a fuoco vivace mescolando spesso. Se necessario aggiungete mezzo bicchiere d’acqua. Rompete le uova in una ciotola e sbattetele con un pizzico di sale. Quando i peperoni sono pronti, aggiungete le uova e cuocetele senza toccarle. Regolate di sale e servite.

    Polta di Pacentro

    1 cavolo verza piccolo

    500 gr di patate

    200 gr di fagioli bolliti

    2 spicchi d’aglio

    6 cucchiai d’olio

    peperoncino

    sale

    Bollite il cavolo verza in acqua salata e, una volta cotto, tagliatelo a pezzettini.

    Bollite le patate con la buccia.

    Pelate le patate e schiacciatele con una forchetta.

    Scaldate l’olio e rosolatevi l’aglio pelato e aggiungete il sale e il peperoncino.

    Unite le verdure e i fagioli.

    Cuocete per 10 minuti girando in continuazione con un mestolo di legno.

    Servite calda.

    Rape e fagioli

    100 gr di fagioli tondini secchi

    ½ carota

    ½ cipolla

    1 costa di sedano

    2 kg di cime di rapa

    1 peperoncino piccante

    1 peperone dolce essiccato

    2 spicchi d’aglio

    44 ml d’olio extravergine d’oliva

    sale

    Mettete i fagioli secchi a bagno la sera prima. Il giorno dopo metteteli in una pentola con carota, sedano, cipolla, aggiungete acqua fredda fino all’orlo e fate cuocere a fiamma bassa per circa un’ora e mezza. Salate a fine cottura. Mondate le cime di rapa, utilizzando le parti più tenere ed eliminando tutti i filamenti.

    Portate a bollore dell’acqua salata in una pentola e immergetevi le rape. Cuocete per 5 minuti. Intanto scaldate in una padella 4 cucchiai d’olio con gli spicchi d’aglio schiacciati, il peperoncino e il peperone dolce essiccato. Aggiungere le rape appena scolate, riservando parte dell’acqua di cottura, e i fagioli. Amalgamate su fiamma dolce per almeno 10 minuti, aggiungendo dell’acqua di cottura delle verdure.

    Tolle e fave

    1 mazzetto di tolle freschissime (germogli d’aglio)

    300 gr di fave fresche sbucciate

    basilico

    menta

    olio

    acqua

    sale

    pepe

    Prendete un mazzetto di tolle, tagliatele all’altezza del bocciolo e spezzettatele.

    Mettetele nella pentola con un fondo d’olio extravergine d’oliva, acqua, sale e menta.

    Quando si saranno ammorbidite, aggiungete le fave sbucciate e lavate. Versate tutto in padella.

    Lasciate cuocere fino a quando la buccia delle fave non sarà raggrinzita. Servitele con un filo d’olio a crudo, sale e una spolverata di pepe.

    Pizza scima

    500 gr di farina 00

    75 ml d’olio d’oliva extravergine

    75 ml d’acqua

    100 ml di vino bianco secco

    sale

    Impastate la farina con il vino bianco secco e l’olio versato a filo.

    Salate e lavorate la pasta rendendo l’impasto liscio e omogeneo. Coprite con la pellicola e lasciatelo riposare in frigo per un’ora.

    Ungete uno stampo e stendete l’impasto mantenendo uno spessore di circa 2 cm.

    Con la punta di un coltello affilato fate delle incisioni a losanghe su tutta la superficie.

    Spennellate la focaccia con altro olio extravergine d’oliva, mettete in forno a 200 °C e lasciatela dorare.

    Pizz’onta

    750 gr di farina 00

    25 ml d’olio

    30 ml di latte

    zucchero

    1 panetto di lievito di birra

    300 ml d’acqua

    olio di semi per friggere

    sale

    Versate la farina a fontana sulla spianatoia con il sale, mettete al centro il latte, l’olio e il lievito sciolto nell’acqua zuccherata.

    Lavorate fino a ottenere un panetto morbido ed elastico.

    Fate lievitare l’impasto finché non sarà raddoppiato di volume, poi riprendete il panetto e dividetelo in tante palline, stendetele con il matterello formando delle pizzette. Punzecchiate con la forchetta ogni pizzetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Friggete le pizz’onte in abbondante olio di semi, fatele sgocciolare su carta assorbente, salatele e servitele calde.

    Cumberzejune

    600 gr di farina

    3 uova

    180 gr di zucchero

    260 ml di latte

    ½ cucchiaio d’olio extravergine d’oliva

    10 gr di ammoniaca per dolci

    1 limone

    semi di anice

    cannella

    Sbattete le uova con lo zucchero e aggiungete latte, farina setacciata e olio a filo.

    Mescolate fino ad amalgamare il composto. Grattugiatevi la scorza del limone e aggiungete cannella, anice e ammoniaca. Stendete l’impasto, tagliatelo a strisce e mettetele su una leccarda.

    Fate cuocere a 180 °C fino a completa doratura.

    Ferratelle

    300 gr di farina 00

    90 gr di zucchero semolato

    600 ml d’olio di girasole

    600 ml di vino bianco

    3 uova

    ½ limone

    1 cucchiaino di anice

    Rompete le uova e versatele in una ciotola, montandole insieme allo zucchero con l’aiuto delle fruste elettriche. Aggiungete al composto anche l’olio di girasole e il vino e amalgamate il tutto.

    A questo punto versate anche la scorza grattugiata di mezzo limone e un cucchiaino di semi di anice. Setacciate la farina unendola gradualmente al composto e amalgamate con una spatola per ottenere un impasto omogeneo.

    Ungete il tipico stampo per le ferratelle con un po’ d’olio di girasole e fatelo scaldare da entrambi i lati a fiamma bassa. Quando il ferro sarà molto caldo, versate al centro mezzo cucchiaio di impasto. Chiudete lo stampo e fate cuocere la cialda fino a quando sarà diventata dorata.

    Girate più volte per ottenere una cottura uniforme e fate raffreddare la cialda.

    Parrozzo pescarese

    150 gr di semola

    150 gr di burro fuso

    200 gr di zucchero (mettere da parte

    2 cucchiai di zucchero per ridurre le mandorle in polvere)

    5 uova

    la scorza di 1 limone

    150 gr di mandorle

    6 mandorle amare o essenza di mandorle amare

    200 gr di cioccolato fondente

    È tante ’bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè, c’avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che se coce… e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…

    Gabriele D’Annunzio

    Per fare il dolce preferito di D’Annunzio, seguite questa ricetta originale.

    Tostate le mandorle lasciandoci la pellicina. Riducetele in farina in un mortaio con due cucchiai di zucchero.

    In una ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero, unite la semola, la farina di mandorle, la scorza di limone e il burro fuso. Mescolate bene.

    Montate a neve gli albumi e uniteli al composto fino a renderlo omogeneo.

    Imburrate una tortiera a forma semisferica e versate il composto.

    Cuocete a forno caldo a 180 °C per 80 minuti circa fino a che diventa ben colorito.

    Capovolgete su una gratella e lasciate raffreddare.

    Fondete il cioccolato a bagnomaria, ricoprite completamente il parrozzo e lasciate solidificare.

    Pepatelli teramani

    200 gr di miele millefiori

    200 gr di farina integrale

    200 gr di mandorle pelate

    la scorza di 1 arancia

    sale

    pepe

    Distribuite la farina sulla spianatoia, aggiungete la scorza d’arancia tagliata a filangè, un pizzico di sale e un pizzico di pepe, colate il miele a filo e lavorate creando un impasto consistente. Suddividete l’impasto in due panetti e create dei filoncini da circa 5 cm di larghezza. Riponeteli su una teglia rivestita con carta da forno. Infornate a 180 °C fino a quando uno stecchino non uscirà fuori pulito dal biscotto.

    Sfornate e tagliate i filoncini in diagonale, in modo da creare dei dischetti. Mettete nuovamente in forno a 180 °C per 5 minuti.

    Scarponi di Sulmona

    1 kg di farina

    200 gr di cioccolato

    150 gr di cacao amaro

    200 gr di zucchero

    100 gr di cedro candito

    100 gr di uva sultanina

    3 bustine di lievito per dolci

    350 gr di noci sbucciate

    mosto cotto

    cannella

    200 ml d’olio extravergine d’oliva

    Su una spianatoia mescolate farina, zucchero, cioccolato sciolto, cacao amaro, cedro candito ridotto a pezzettini, uvetta ammorbidita in acqua tiepida, un bicchiere d’olio extravergine d’oliva, le noci sminuzzate grossolanamente, un cucchiaino di cannella in polvere, le bustine di lievito per dolci, e il mosto cotto, tanto quanto ne prende la farina.

    Ottenuto un composto omogeneo e consistente, con l’aiuto di un cucchiaio disponete, su una teglia coperta di carta da forno, dei mucchietti distanti, senza dar loro una forma regolare.

    Cuocete in forno preriscaldato a 170 °C per circa 10 minuti.

    Soffioni di ricotta

    300 gr di farina

    4 uova

    1 tuorlo

    170 gr di zucchero

    50 ml d’olio

    400 gr di ricotta di pecora messa a scolare per un paio d’ore

    la scorza di 1 limone grattugiato

    semi di vaniglia

    zafferano

    sale

    zucchero a velo per decorare

    Formate una fontana con la farina mettendo al centro 2 uova intere, il tuorlo, l’olio e lo zucchero. Sbattete con

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