La cucina regionale italiana vegetariana
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Le eccellenze della cucina regionale italiana attraverso i suoi piatti vegetariani
Tra le ricette: Cannarozzetti allo zafferano Torta modenese di amarene brusche e crema Patate alla savoiarda Frisedde con burrata Cardoncelli alla salentina Finferli al sugo Strangozzi alla spoletina Ciaramicola Crostata alla valdostana Lou Mecoulìn Cialledda materana
Ippolita Douglas Scotti
figlia del nobile commissario del quartiere di San Giovanni nel Corteo del Calcio Storico, è nata a Firenze. Ha scritto libri di vario genere e collaborato con associazioni culturali volte a valorizzare la città e le sue dimore storiche. Con la Newton Compton ha pubblicato 101 perché sulla storia di Firenze che non puoi non sapere, I signori di Firenze e i manuali Zenzero e curcuma, Le miracolose virtù dei superfood e Bicarbonato tuttofare.
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La cucina regionale italiana vegetariana - Ippolita Douglas Scotti
Introduzione
La scelta vegetariana, oggi sempre più in auge, in realtà ha origini antiche e i piatti della nostra tradizione lo confermano.
La cultura enogastronomica e la tradizione contadina sono così radicate da dare alla cucina della Penisola la possibilità di raccontare il suo vastissimo repertorio anche con un linguaggio unicamente vegetariano, volto a celebrare le eccellenze dei prodotti tipici italiani.
Questo viaggio attraverso i sapori regionali raccoglie molte ricette tradizionali autentiche e non adattamenti veg, perché grazie alle condizioni pedoclimatiche, particolarmente favorevoli, i nostri prodotti ortofrutticoli e caseari sono infiniti.
Ogni ingrediente tipico è legato alla propria regione e ogni ricetta è un tributo a queste eccellenze. Sono comprese le famose lenticchie di Castelluccio, per esempio, lo zafferano dell’Aquila, il pane di Matera, la fagiolina del Trasimeno, la cucuzza longa e il cavolo trunzu, ortaggi endemici siciliani ma anche prodotti caseari unici come il provolone del monaco, la fontina valdostana, il puzzone di Moena, la prescinseua ligure e tanti altri.
Alcune ricette ritrovate, poi, hanno connotazioni storiche, come la Carabaccia toscana, alla quale Leonardo da Vinci, grande genio vegetariano, non rinunciava mai, anzi, la esigeva a ogni banchetto in suo onore; o lo Zuccotto fiorentino, chiamato all’epoca L’elmo di Caterina
, creato apposta per Caterina de’ Medici, responsabile della divulgazione di tantissime ricette toscane nel mondo; o, ancora, la Pizza Margherita, fatta apposta per la regina.
Fra i dolci, a parte le ricette classiche come il Pandoro veronese e il Panettone milanese, vi sono curiosità storico-letterarie, come la ricetta del Parrozzo pescarese, il dolce ricoperto di cioccolato talmente amato da Gabriele D’Annunzio, da dedicargli un’ode.
Alcune ricette hanno nomi dialettali e vi sono preparazioni dalle etimologie curiose, come la salsa al pomodoro picchi pacchi
siciliana, il Cascà alla carlofortina, che è un cous cous, o lo Sciaki sciuka di Pantelleria, il cui nome deriva dal berbero chak chouka
che significa miscuglio
.
Altri termini comuni sono stati scelti, invece, in base al luogo specifico di appartenenza delle ricette (per esempio, a Palermo gli arancini di riso si chiamano rigorosamente le arancine
, in Toscana il rosmarino è il ramerino
). Anche le erbe spontanee regionali, molto usate nelle ricette tradizionali, hanno i loro termini dialettali, come i cacigni
e le tolle
abruzzesi, che sono il tarassaco e i germogli d’aglio, i bruscandoli
veneti, che indicano il luppolo selvatico apprezzato in risotti e frittate, o il preboggion
ligure, che è il nome di un misto di erbe selvatiche, fondamentale per preparare il ripieno dei Pansoti. Ovviamente sono comprese anche le ricette regionali più classiche, ma rigorosamente nelle loro versioni originali (il condimento della pasta Cacio e pepe si realizza unicamente con questi due ingredienti, senza contaminazioni apocrife come il parmigiano o il burro e la vera Panzanella, la Fettunta e la Ribollita, necessitano che il pane raffermo sia rigorosamente sciapo, una tradizione che deriva addirittura dai fornai etruschi).
Le pietanze qui contemplate nelle loro declinazioni e rivendicazioni regionali, non sono solo un tributo a quelle più note, ma vogliono anche stimolare una riscoperta di quelle ormai dimenticate.
Questa è una cernita di ricette fattibili in grado di raccontare tradizioni e culture del passato, che possono rivivere anche nella vostra cucina.
Abruzzo
Il selvaggio e suggestivo Abruzzo regala prodotti d’eccellenza come lo zafferano dell’Aquila, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, e formaggi tradizionali della transumanza, come il canestrato di Castel del Monte, il caciofiore aquilano e il pecorino di Farindola, protagonisti di piatti gustosi e confortanti.
Cannarozzetti allo zafferano
400 gr di cannarozzetti
300 gr di ricotta di pecora
50 gr di caciofiore aquilano
2 bustine di zafferano
22 ml d’olio
sale
pepe
Bollite i cannarozzetti in abbondante acqua salata. Mettete in una zuppiera la ricotta, il caciofiore, lo zafferano, il pepe, l’olio e amalgamate il composto con 3 cucchiai d’acqua di cottura. Aggiustate di sale. Scolate i cannarozzetti e mescolateli al sugo. Servite caldi con una spolverata di pepe nero.
Cecamariti al sugo piccante
Per la pasta:
300 gr di farina
150 gr di farina di mais fioretto
acqua calda
sale
Per il sugo:
1 carota
1 cipolla
1 costa di sedano
prezzemolo
2 spicchi d’aglio
800 gr di pomodori pelati
2 peperoncini freschi
canestrato di Castel del Monte
sale
Setacciate le farine su un piano con il sale, aggiungete lentamente un po’ d’acqua calda, lavorando l’impasto fino a ottenere un composto omogeneo. Fatelo riposare al fresco, avvolto nella pellicola trasparente e preparate il sugo. Tritate la cipolla, il sedano e la carota e sbucciate l’aglio. In una padella con l’olio fate il soffritto. Unite i peperoncini freschi tagliati a pezzetti e i pomodori pelati. Aggiustate di sale, mescolate e fate cuocere a fiamma bassa. Riprendete la pasta, stendetela abbastanza spessa e ripiegatela in due. Tagliatela in modo da ottenere delle fettuccine strette. Portate a bollore l’acqua. Cuocete i cecamariti per 6 minuti, scolateli con un mestolo forato e fateli saltare nel sugo piccante. Spolverate con il canestrato di Castel del Monte grattugiato e il prezzemolo tritato.
Maccheroni alla chitarra
Per la pasta:
400 gr di farina di grano duro
4 uova
Per il sugo:
400 gr di pomodori freschi
1 spicchio d’aglio
olio
peperoncino
sale
basilico
Fate una fontana di farina, incorporate le uova intere e lavorate la pasta a lungo.
Tirate col matterello una sfoglia non troppo sottile e lasciatela riposare per un’ora in un luogo asciutto.
Tagliate poi la sfoglia in rettangoli di 60x20 cm.
Adagiate per il lungo ogni rettangolo sulle corde della chitarra e premete con il matterello, così da ottenere dei maccheroni.
Salate in una pentola l’acqua bollente e versate i maccheroni.
Quando sono al dente, scolate e condite con pomodoro fresco tagliato a cubetti e spadellato con uno spicchio d’aglio, basilico, peperoncino e sale.
Sagne chietine
250 gr di farina di grano duro
1 kg di pomodori maturi
2 spicchi d’aglio
basilico fresco
1 falda di peperone rosso
peperoncino
pecorino di Farindola
33 ml d’olio
sale
Disponete la farina a fontana, al centro versate l’acqua e impastate con le mani, fino a ottenere una palla soda e omogenea.
Avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare per un’ora al fresco.
Preparate la salsa: in un tegame scaldate l’olio, fatevi rosolare gli spicchi d’aglio e il peperone a striscioline. Aggiungete i pomodori a pezzetti, il peperoncino, il sale e cuocete.
Unite le foglie di basilico, mescolate e tenete da parte. Stendete la pasta a sfoglia sottile, tagliatela a strisce alte 4 cm e tagliatele a losanghe.
Lessate le sagne in abbondante acqua salata a bollore, con un cucchiaio d’olio.
Raccogliete la pasta con una schiumarola e mettetela nella padella del sugo.
Le sagne si mangiano brodose ma, a volte, si preferisce un sugo più denso.
Servitele a tavola con pecorino grattugiato e peperoncino a parte.
Scrippelle ’mbusse
3 uova
75 gr di farina
olio
100 gr di parmigiano reggiano
brodo vegetale
acqua
sale
Preparate la pastella sbattendo le uova in una ciotola, poi unite la farina setacciata e il sale e mescolate con una frusta. Aggiungete gradualmente l’acqua per allungare il composto e lasciatelo riposare per un’ora.
Scaldate una padella antiaderente, mettete un filo d’olio e versatevi un mestolino di pastella. Muovete il padellino e lasciate cuocere per pochi minuti da entrambi i lati. Continuate fino a quando non avete finito la pastella.
Una volta pronte le scrippelle, spolveratele di parmigiano, arrotolatele e disponetele nei piatti fondi. Fate scaldare il brodo, versatelo sopra le scrippelle e servitele calde.
Tajarille e fasciul
Per la pasta:
500 gr di farina
acqua
sale
Per il condimento:
300 gr di fagioli borlotti
500 gr di pomodori maturi
1 carota
2 coste di sedano
½ cipolla
olio
peperoncino
sale
Formate la fontana di farina e aggiungete gradualmente l’acqua fino a realizzare un impasto sodo.
Con un matterello, tirate la sfoglia e infarinatela appena.
Tagliate la sfoglia a tagliatelle di pasta, lunghe 5 cm e larghe meno di 1 cm.
Fate bollire il sedano e la carota e, a parte, i fagioli, tenuti a bagno per una notte.
Unite poi questi ultimi con il soffritto.
Cuocete a parte la cipolla e i pomodori con sale, olio e peperoncino. Cuocete il sugo a fuoco basso per circa 15 minuti, poi unitelo ai fagioli. Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata.
Cuocete le tajarille, scolatele al dente lasciando un pochino d’acqua per creare una zuppa brodosa e versatele in una zuppiera.
Aggiungete il sugo di fagioli e mescolate, fate insaporire qualche minuto e servitele calde.
Zuppa di ceci e castagne
150 gr di ceci
20 castagne
70 gr di passata di pomodoro
1 spicchio d’aglio
rosmarino
alloro
olio
sale
pepe
La sera precedente mettete a bagno i ceci in acqua fredda; il giorno successivo sciacquateli e lessateli.
In una padella soffriggete l’aglio in poco olio e unite la passata di pomodoro, il sale, il rosmarino e l’alloro. Nel frattempo lessate le castagne e, una volta morbide, sbucciatele. Mettetele insieme ai ceci nel tegame, coprendo con l’acqua gli ingredienti. Fate cuocere per 30 minuti a fuoco dolce. Spegnete la fiamma, fate riposare. Servite insieme a qualche crostino di pane tostato, un filo d’olio e pepe macinato.
Zuppa di lenticchie di Santo Stefano di Sessanio
350 gr di lenticchie di Santo Stefano di Sessanio
2 patate medie tagliate a tocchetti
1 carota
1 costa di sedano
1 spicchio d’aglio
33 ml d’olio
4 fette di pane
rosmarino
sale
pepe
Sciacquate le lenticchie sotto l’acqua corrente e tenetele da parte.
In un tegame di coccio preparate un soffritto con aglio, carota e sedano tritati. Aggiungete le lenticchie, coprite con l’acqua e lasciate cuocere per 30 minuti. Aggiungete le patate sbucciate e tagliate a tocchetti a metà cottura, salate e pepate solo a fine cottura.
In una padella scaldate l’olio con il rosmarino, aggiungete il pane tagliato a cubetti e fatelo insaporire e tostare.
Servite la zuppa calda accompagnata dai crostini, pepe macinato e da un filo d’olio a crudo.
Cacigni e fagioli
1 kg di cacigni (tarassaco)
aglio
1 cipolla
1 costa di sedano
400 gr di fagioli freschi
olio
sale
Dopo averli opportunamente mondati, lessate i cacigni immergendoli in acqua fredda e bolliteli appena. Ripassateli in una padella con dell’olio e dell’aglio, aggiustandoli di sale.
Fate lessare i fagioli con cipolla e sedano a tocchetti, scolateli e uniteli alla verdura cotta e saltata in padella. Lasciate insaporire e serviteli caldi.
Chicocce e Patane
500 gr di zucchine
500 gr di patate
1 pomodoro maturo
½ cipolla
½ carota
½ costa di sedano
basilico fresco
olio
sale
Lavate e tagliate le zucchine e le patate sbucciate a tocchetti, affettate la cipolla, tritate il sedano e la carota.
In un tegame di coccio rosolate le verdure con l’olio, poi aggiungete il pomodoro tagliato a filetti e un bicchiere d’acqua.
Lasciate cuocere, salate e aggiungete il basilico fresco, servite con olio a crudo.
Ciabotto pescarese
2 melanzane
4 patate medie
2 zucchine
2 peperoni
1 cipolla
22 ml d’olio
sale
pepe
Prendete tutte le verdure freschissime, lavatele e tagliatele a fette.
Cospargete il fondo di una teglia con l’olio.
Disponete a strati le verdure senza mischiarle tra di loro.
Cospargete ogni strato con l’olio.
Ripetete il procedimento fino a esaurimento degli ingredienti e infornate a 170 °C per circa un’ora.
Cioffa mbriica
1 cavolfiore da 1 kg
1 spicchio d’aglio
100 ml di vino bianco
33 ml d’olio
2 foglie di alloro
peperoncino
sale
Lavate il cavolfiore e separate i fioretti. Metteteli in una pentola alta e ricoprite d’acqua, versate il vino, l’olio, l’alloro, l’aglio e il peperoncino. Salate e bollite fino a farlo diventare tenero. Scolate e servite.
Pipindune e ove
700 gr di peperoni cornetti
½ cipolla
4 uova medie
olio
acqua
sale
Pulite i peperoni, lavateli e tagliateli a listarelle sottili. Scaldate l’olio in una padella e fate rosolare la cipolla con i peperoni.
Fate cuocere a fuoco vivace mescolando spesso. Se necessario aggiungete mezzo bicchiere d’acqua. Rompete le uova in una ciotola e sbattetele con un pizzico di sale. Quando i peperoni sono pronti, aggiungete le uova e cuocetele senza toccarle. Regolate di sale e servite.
Polta di Pacentro
1 cavolo verza piccolo
500 gr di patate
200 gr di fagioli bolliti
2 spicchi d’aglio
6 cucchiai d’olio
peperoncino
sale
Bollite il cavolo verza in acqua salata e, una volta cotto, tagliatelo a pezzettini.
Bollite le patate con la buccia.
Pelate le patate e schiacciatele con una forchetta.
Scaldate l’olio e rosolatevi l’aglio pelato e aggiungete il sale e il peperoncino.
Unite le verdure e i fagioli.
Cuocete per 10 minuti girando in continuazione con un mestolo di legno.
Servite calda.
Rape e fagioli
100 gr di fagioli tondini secchi
½ carota
½ cipolla
1 costa di sedano
2 kg di cime di rapa
1 peperoncino piccante
1 peperone dolce essiccato
2 spicchi d’aglio
44 ml d’olio extravergine d’oliva
sale
Mettete i fagioli secchi a bagno la sera prima. Il giorno dopo metteteli in una pentola con carota, sedano, cipolla, aggiungete acqua fredda fino all’orlo e fate cuocere a fiamma bassa per circa un’ora e mezza. Salate a fine cottura. Mondate le cime di rapa, utilizzando le parti più tenere ed eliminando tutti i filamenti.
Portate a bollore dell’acqua salata in una pentola e immergetevi le rape. Cuocete per 5 minuti. Intanto scaldate in una padella 4 cucchiai d’olio con gli spicchi d’aglio schiacciati, il peperoncino e il peperone dolce essiccato. Aggiungere le rape appena scolate, riservando parte dell’acqua di cottura, e i fagioli. Amalgamate su fiamma dolce per almeno 10 minuti, aggiungendo dell’acqua di cottura delle verdure.
Tolle e fave
1 mazzetto di tolle freschissime (germogli d’aglio)
300 gr di fave fresche sbucciate
basilico
menta
olio
acqua
sale
pepe
Prendete un mazzetto di tolle, tagliatele all’altezza del bocciolo e spezzettatele.
Mettetele nella pentola con un fondo d’olio extravergine d’oliva, acqua, sale e menta.
Quando si saranno ammorbidite, aggiungete le fave sbucciate e lavate. Versate tutto in padella.
Lasciate cuocere fino a quando la buccia delle fave non sarà raggrinzita. Servitele con un filo d’olio a crudo, sale e una spolverata di pepe.
Pizza scima
500 gr di farina 00
75 ml d’olio d’oliva extravergine
75 ml d’acqua
100 ml di vino bianco secco
sale
Impastate la farina con il vino bianco secco e l’olio versato a filo.
Salate e lavorate la pasta rendendo l’impasto liscio e omogeneo. Coprite con la pellicola e lasciatelo riposare in frigo per un’ora.
Ungete uno stampo e stendete l’impasto mantenendo uno spessore di circa 2 cm.
Con la punta di un coltello affilato fate delle incisioni a losanghe su tutta la superficie.
Spennellate la focaccia con altro olio extravergine d’oliva, mettete in forno a 200 °C e lasciatela dorare.
Pizz’onta
750 gr di farina 00
25 ml d’olio
30 ml di latte
zucchero
1 panetto di lievito di birra
300 ml d’acqua
olio di semi per friggere
sale
Versate la farina a fontana sulla spianatoia con il sale, mettete al centro il latte, l’olio e il lievito sciolto nell’acqua zuccherata.
Lavorate fino a ottenere un panetto morbido ed elastico.
Fate lievitare l’impasto finché non sarà raddoppiato di volume, poi riprendete il panetto e dividetelo in tante palline, stendetele con il matterello formando delle pizzette. Punzecchiate con la forchetta ogni pizzetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Friggete le pizz’onte in abbondante olio di semi, fatele sgocciolare su carta assorbente, salatele e servitele calde.
Cumberzejune
600 gr di farina
3 uova
180 gr di zucchero
260 ml di latte
½ cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
10 gr di ammoniaca per dolci
1 limone
semi di anice
cannella
Sbattete le uova con lo zucchero e aggiungete latte, farina setacciata e olio a filo.
Mescolate fino ad amalgamare il composto. Grattugiatevi la scorza del limone e aggiungete cannella, anice e ammoniaca. Stendete l’impasto, tagliatelo a strisce e mettetele su una leccarda.
Fate cuocere a 180 °C fino a completa doratura.
Ferratelle
300 gr di farina 00
90 gr di zucchero semolato
600 ml d’olio di girasole
600 ml di vino bianco
3 uova
½ limone
1 cucchiaino di anice
Rompete le uova e versatele in una ciotola, montandole insieme allo zucchero con l’aiuto delle fruste elettriche. Aggiungete al composto anche l’olio di girasole e il vino e amalgamate il tutto.
A questo punto versate anche la scorza grattugiata di mezzo limone e un cucchiaino di semi di anice. Setacciate la farina unendola gradualmente al composto e amalgamate con una spatola per ottenere un impasto omogeneo.
Ungete il tipico stampo per le ferratelle con un po’ d’olio di girasole e fatelo scaldare da entrambi i lati a fiamma bassa. Quando il ferro sarà molto caldo, versate al centro mezzo cucchiaio di impasto. Chiudete lo stampo e fate cuocere la cialda fino a quando sarà diventata dorata.
Girate più volte per ottenere una cottura uniforme e fate raffreddare la cialda.
Parrozzo pescarese
150 gr di semola
150 gr di burro fuso
200 gr di zucchero (mettere da parte
2 cucchiai di zucchero per ridurre le mandorle in polvere)
5 uova
la scorza di 1 limone
150 gr di mandorle
6 mandorle amare o essenza di mandorle amare
200 gr di cioccolato fondente
È tante ’bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè, c’avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che se coce… e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…
Gabriele D’Annunzio
Per fare il dolce preferito di D’Annunzio, seguite questa ricetta originale.
Tostate le mandorle lasciandoci la pellicina. Riducetele in farina in un mortaio con due cucchiai di zucchero.
In una ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero, unite la semola, la farina di mandorle, la scorza di limone e il burro fuso. Mescolate bene.
Montate a neve gli albumi e uniteli al composto fino a renderlo omogeneo.
Imburrate una tortiera a forma semisferica e versate il composto.
Cuocete a forno caldo a 180 °C per 80 minuti circa fino a che diventa ben colorito.
Capovolgete su una gratella e lasciate raffreddare.
Fondete il cioccolato a bagnomaria, ricoprite completamente il parrozzo e lasciate solidificare.
Pepatelli teramani
200 gr di miele millefiori
200 gr di farina integrale
200 gr di mandorle pelate
la scorza di 1 arancia
sale
pepe
Distribuite la farina sulla spianatoia, aggiungete la scorza d’arancia tagliata a filangè, un pizzico di sale e un pizzico di pepe, colate il miele a filo e lavorate creando un impasto consistente. Suddividete l’impasto in due panetti e create dei filoncini da circa 5 cm di larghezza. Riponeteli su una teglia rivestita con carta da forno. Infornate a 180 °C fino a quando uno stecchino non uscirà fuori pulito dal biscotto.
Sfornate e tagliate i filoncini in diagonale, in modo da creare dei dischetti. Mettete nuovamente in forno a 180 °C per 5 minuti.
Scarponi di Sulmona
1 kg di farina
200 gr di cioccolato
150 gr di cacao amaro
200 gr di zucchero
100 gr di cedro candito
100 gr di uva sultanina
3 bustine di lievito per dolci
350 gr di noci sbucciate
mosto cotto
cannella
200 ml d’olio extravergine d’oliva
Su una spianatoia mescolate farina, zucchero, cioccolato sciolto, cacao amaro, cedro candito ridotto a pezzettini, uvetta ammorbidita in acqua tiepida, un bicchiere d’olio extravergine d’oliva, le noci sminuzzate grossolanamente, un cucchiaino di cannella in polvere, le bustine di lievito per dolci, e il mosto cotto, tanto quanto ne prende la farina.
Ottenuto un composto omogeneo e consistente, con l’aiuto di un cucchiaio disponete, su una teglia coperta di carta da forno, dei mucchietti distanti, senza dar loro una forma regolare.
Cuocete in forno preriscaldato a 170 °C per circa 10 minuti.
Soffioni di ricotta
300 gr di farina
4 uova
1 tuorlo
170 gr di zucchero
50 ml d’olio
400 gr di ricotta di pecora messa a scolare per un paio d’ore
la scorza di 1 limone grattugiato
semi di vaniglia
zafferano
sale
zucchero a velo per decorare
Formate una fontana con la farina mettendo al centro 2 uova intere, il tuorlo, l’olio e lo zucchero. Sbattete con