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Un giorno maledetto
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Un giorno maledetto

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Una grande autrice di gialli italiani
Un caso da risolvere

Una rimpatriata tra compagni di classe in un rifugio tra le montagne. Questo è l’invito che hanno ricevuto Sabrina e i suoi amici. E nessuno se l’è sentita di rifiutare, perché a convocarli è stato Michele, che faceva parte del gruppo finché un terribile incidente l’ha reso cieco, proprio la sera in cui festeggiavano tutti insieme la maturità. Una sera maledetta. Con cui i ragazzi saranno costretti a fare i conti una volta per tutte…


Silvia Montemurro
È nata a Chiavenna la notte di San Lorenzo del 1987. Si è laureata nel 2011 con una tesi in Criminologia, riguardante l’assassinio di suor Maria Laura Mainetti. Ha partecipato nel 2010-2011 alla XIV edizione del corso RAI Script Fiction per sceneggiatori. Ha scritto diversi romanzi ancora inediti, uno dei quali ha ottenuto nel 2011 il secondo posto al Premio Malerba. L’inferno avrà i tuoi occhi è il suo esordio, segnalato anche dal comitato di lettura del Premio Calvino 2012.
LanguageItaliano
Release dateDec 16, 2013
ISBN9788854161443
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    Un giorno maledetto - Silvia Montemurro

    31

    Precedentemente pubblicato nella raccolta Estate in giallo

    Prima edizione ebook: ottobre 2013

    © 2013 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-6144-3

    www.newtoncompton.com

    Edizione elettronica realizzata da Gag srl

    Silvia Montemurro

    Un giorno maledetto

    Newton Compton editori

    Era sicura che la voce provenisse dalle montagne.

    Non appena varcate le gallerie di Lecco aveva iniziato a sentirla e adesso era sempre più forte. Non era nella sua testa. Veniva dall’alto. Sabrina era certa di essere la sola a udirla, perché gli altri chiacchieravano ininterrottamente da quando erano partiti. Lei, invece, a metà viaggio, si era bloccata. Più che il significato delle parole, era il tono a spaventarla, un aspro gorgoglio, e quando riusciva a concentrarsi le pareva che la voce dicesse: «la santità salva il mondo. L’invidia ti porta all’inferno».

    Non avrebbe dovuto accettare l’invito. Intrappolata tra la valigia di Sonia, troppo grande per finire nel bagagliaio, e la natica destra di suo fratello Lele, Sabrina maledisse la sua incapacità di far valere le proprie decisioni. Avrebbe potuto inventare una scusa.

    «Dannazione, ho sbagliato!». Mauro diede un pugno al volante.

    «Stai calmo, non è successo niente», lo tranquillizzò Manuela, e gli accarezzò una guancia, mentre con l’altra mano sorreggeva il navigatore.

    Sabrina sospirò e guardò fuori dal finestrino. Dopo le gallerie si era offerto ai loro occhi uno scenario ben diverso dal grigiore di Milano: il cielo si era colorato di un lucido azzurro e le montagne, come austere signore agghindate di verde e grigio, blindavano l’orizzonte in ogni direzione.

    «Ci siamo», disse Manuela, e Mauro frenò.

    Lele si stiracchiò e per poco non ficcò un dito nell’occhio di Sabrina.

    «Ehi, fai attenzione!».

    «Ma dove cazzo…», imprecò Mauro, uscendo dalla macchina. Il navigatore segnalava un bivio tra una strada che conduceva a un parcheggio e un’altra che, superate alcune abitazioni, procedeva per un sentiero nel bosco. Anche Sabrina scese e il sole cocente di quel pomeriggio appena iniziato la accecò.

    «E noi dovremmo camminare con questo caldo?», fece Lele. «Che dite, aspettiamo gli altri prima di partire?».

    Mauro si accese una sigaretta e si sedette su un muretto, accanto a una fontana. Manuela bevve un sorso d’acqua, tenendosi i lunghi capelli neri con una mano. Sabrina si allacciò le scarpe e notò con una certa soddisfazione che la voce era meno udibile. Rimaneva un’inquietante eco in sottofondo. Tutto lasciava presagire un weekend faticoso e snervante. In più, non aveva voglia di rivedere Michele.

    Era passato un anno da quando il loro amico se n’era andato da Milano e si era trasferito a Savogno, un paesino sperduto tra le

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