La regola del Numero Sette
By Marco Eletti
()
About this ebook
Read more from Marco Eletti
Sotto stato d'assedio: seconda edizione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPunto d'impatto Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related to La regola del Numero Sette
Related ebooks
Ludosfera: Ludosfera 1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL’oro del folle Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl viaggio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'apparizione dell'Idiota e altri racconti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDovevano sopravvivere Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSpace Castaway Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPrima di noi: La storia è da riscrivere - Siamo stati creati da una civiltà antidiluviana? Rating: 3 out of 5 stars3/5Le città cadute - Cronache di un'apocalissse Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl frigorifero Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn'altra vita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSpettri dal passato?: Da Maratona al Petit Trianon e oltre Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTransfer 2093 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAltre realtà Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAppena oltre la cenere Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsOgni nave deve incontrare le sue onde Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTerra Muta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFulgide stelle immemori Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCronaca dell'Akasha Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRealtà incostante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIpse dixit Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPartenopei vs Napoletani: Storia semiseria di due popoli distinti dalle origini ai giorni nostri Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSilenziosamente al mattino spicca il tuo volo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'uomo eterno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa vanità delle cose Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDistopiah Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn'anguria chiamata estate Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Tempo e la Luce chiara. Diario di non meditazione. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Bibbia Nuda Rating: 5 out of 5 stars5/5Il Portale degli Elfi: Un'Elfa dell' Aria racconta il suo mondo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStorie a Casaccio Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Science Fiction For You
Presenze rettiliane: La presenza rettiliana nel mondo e in Italia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa macchina del tempo • L’uomo invisibile • La guerra dei mondi • L’isola del dottor Moreau Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Conoscenza Proibita All'Umanità: L'Energia Della Vita Che L'Uomo Non Deve Avere Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsViaggio al centro della Terra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelos Science Fiction 215 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelos Science Fiction 214 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'eredità delle Pleiadi: L'eredità delle stelle Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAntichi Nemici Primo Contatto: 2081: Segnali di Guerra Nello Spazio, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFluire Rating: 4 out of 5 stars4/5La trappola di Bardia Rating: 5 out of 5 stars5/5Fiabe devianti per una civiltà in rovina Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsANonniMus: Vecchi rivoluzionari contro giovani robot Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDio è bipolare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRed Elvis Rating: 0 out of 5 stars0 ratings2038: la rivolta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDoctor Who - Apollo 23 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMondi paralleli Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl ritorno dei Grandi Antichi - Parte prima Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa mia vendetta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl codice Tesla: Codex Secolarium vol 1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL’ascesa dei Draghi (Re e Stregoni—Libro 1) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLabirinto mortale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelos Science Fiction 202 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl sole di Murzuq Rating: 4 out of 5 stars4/5Hortus Mirabilis: Storie di piante immaginarie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPasseggeri Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa loro compagna Zandiana: Padroni di Zandia, #9 Rating: 5 out of 5 stars5/5Tutti i racconti del maestro del brivido Rating: 4 out of 5 stars4/5Alone Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRobot 94 Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for La regola del Numero Sette
0 ratings0 reviews
Book preview
La regola del Numero Sette - Marco Eletti
Irons
1
L’azzurro e terso cielo pomeridiano fu macchiato dalla lunga scia di un aereo di linea in volo ad alta quota. Una timida luna era già sorta, pronta a deporre un sole ancora alto e splendente, decisa ad afferrare le redini della sera a della notte.
In lontananza, oltre le sagome seghettate delle montagne, il paesaggio cambiava radicalmente e il deserto arido e roccioso cedeva il posto al verde delle colline che andavano ad abbracciare un vasto e incontaminato lago.
Il Guardiano continuava a spostarsi lungo il fianco della montagna fra mille difficoltà; una parete sulla quale gli unici appigli erano offerti da poche sporgenze, e la roccia sotto i suoi piedi era tanto friabile che ad ogni passo rischiava di precipitare giù per lo strapiombo.
A parte il rombo lontano dell’aereo, la vallata era avvolta nel silenzio più totale. Il Guardiano iniziava ad avere seri dubbi sul luogo che aveva deciso di esplorare e più volte si era chiesto se stesse seguendo la pista giusta.
Questo finché il misuratore di radiazioni temporali non captò l’interferenza.
Dentro di sé sapeva che non avrebbe fallito nel trovare la giusta località, poiché la mente di Hector Nykol non aveva potuto mentire nemmeno quando l’aveva analizzata all’insaputa dell’umano, in un distratto guizzo di pensieri che egli non avrebbe dovuto far affiorare.
L’oggetto cui stava dando la caccia non doveva trovarsi in quel Tempo passato così remoto da essere dimenticato persino dai loro precisi e dettagliati archivi storici. Il Guardiano avanzò di qualche metro e lo sbilanciamento sul sensore della traccia temporale radioattiva aumentò d’intensità. Era proprio in quella grotta, un luogo di scarsa importanza, sconosciuto alla maggioranza delle persone da molti secoli. Terremoti, inondazioni, guerre... ognuna di queste cose aveva dato il suo contributo nello spostamento di quel libro, e anche se c’era voluto molto tempo ora il Guardiano era soddisfatto. Una soddisfazione virtuale.
Lo trovò nel lugubre buio nella profondità della grotta dopo una veloce esplorazione, tra terra, fango e detriti, e lo afferrò con le possenti mani. Ora che finalmente ne era entrato in possesso, gli restava solo un’ultima cosa da fare: distruggerlo.
Ma prima voleva leggere quelle parole, una fugace sbirciata per riuscire a convincersi che lui, in passato, fosse stato l’unico nel torto e tutti gli altri nella ragione. Non era riuscito a persuadersi in tutti quei secoli, perché mai le parole di Nykol scritte su un pezzo di carta avrebbero dovuto sortire un effetto diverso da quelle pronunciate a voce a suo tempo?
Il crononauta Hector Nykol, preso dalla fretta di scrivere, non aveva considerato una cosa fondamentale: tutti quei popoli che per caso avevano avuto fra le mani quello scritto, non erano riusciti a comprenderlo sia per motivi linguistici (gli idiomi del passato erano troppo diversi fra loro nonostante la lingua del futuro ne fosse stata una diretta discendente) sia per i contenuti difficili da interpretare. Nykol era stato troppo ottimista.
Il Guardiano si mise a sedere su un masso pianeggiante e aprì il piccolo libro. Riconobbe subito la calligrafia di Nykol, la persona che avrebbe dovuto proteggere. Purtroppo per Nykol, però, la sua protezione veniva dopo una cosa ancora più importante.
Prego chiunque abbia iniziato a leggere queste pagine di non fermarsi e lo sprono a sforzarsi di tentare di capirne il contenuto, perché ogni parola che scriverò qui sarà d’importanza vitale per tutti noi, per tutto il genere umano.
Inizierò a stendere questo memoriale sapendo che, molto probabilmente, non è la prima volta che lo faccio e che non sarà nemmeno l’ultima. Quante altre volte l’avrò già scritto? E quante altre lo scriverò ancora? Le parole che appaiono su questi fogli sono come le lettere sulla sabbia in riva al mare: alla prima ondata vengono cancellate.
In questo caso l’onda marina è un mutamento probabilistico incontrollato sul nostro snodo temporale. Poiché questo messaggio, nonostante il suo contenuto, non è da considerarsi classificato, cercherò di essere il più chiaro possibile per chiunque lo leggerà, specialmente per gli abitanti dell’era Prima della Decadenza (senza dimenticarmi della gente del periodo Domini).
Il mio nome è Hector Nykol, e devo chiedere scusa a tutta l'umanità poiché quello che sta succedendo all’intero universo è solamente colpa mia. Un errore relativamente piccolo che ha mandato in ridondanza ciclica l’intero sistema (ovvero l’equilibrio del cosmo) costringendolo in una curva spazio-temporale chiusa, un circolo vizioso dal quale non si può più uscire. Fra i tecnici dell’Agenzia e i creatori della Macchina è conosciuto come Errore del cane
(da quel che ho capito la denominazione si basa su un antico detto, un certo cane che girando in tondo prova a mordersi la coda), ma il termine corretto per questo avvenimento è Errore di ridondanza ciclica
.
Non mi resta molto tempo e sarò breve. Cercherò di andare con ordine nel spiegarvi il come, il perché, ma soprattutto il quando tutto ciò ha avuto inizio. Sappiate solo che non s’è trattato di un capriccio del genere umano per sapere in anticipo il vincitore di una gara sportiva o per rimediare a errori amorosi e falli della vita quotidiana, bensì ci siamo trovati costretti ad agire in questo modo non avendo altre possibilità di fronte a noi.
Un attimo di pazienza e farò luce su ogni cosa.
Eravamo appena usciti dalla Grande Guerra, il conflitto che aveva decimato il genere umano. Dovevamo ricostruire per tornare a prosperare come razza più evoluta e intelligente, porre le basi per una nuova società che avrebbe impedito altre barbarie. Decidemmo che la Grande Guerra, di cui noi abitanti dei Mondi Indipendenti eravamo stati vittime indirette, sarebbe stato l’ultimo conflitto combattuto fra gli uomini, e che la fine dell’era della Decadenza nella quale ci trovavamo sarebbe stata scandita dalle lancette dell’apprendimento e della conoscenza.
Trovammo la pace e la tranquillità durante questi secoli, dimentichi di ogni conflitto. Le uniche armi che accettammo di portare con noi furono i nostri sogni e le nostre speranze di ricostruzione e di armonia con ciò che ci circondava.
Ma non tutto andò come previsto: l’era della Decadenza perdura ancora a ben settemila anni dallo scoppio della Grande Guerra, e la pace perpetua trovata dall’Uomo, unita al sapere che da sempre va ad arricchire le sue menti, non sembra poter porre un freno al declino che ha giocato d’anticipo su di noi. Secondo i Filosofi del nostro tempo è come se l’Universo avesse preso atto di avere una propria coscienza, decidendo di inviare un apocalittico messaggero per liberarsi dell’umanità ormai diventata un fardello troppo pesante da portare sulle proprie spalle, in un cosmo probabilmente ricco di altre forme di vita da far crescere e preservare.
Il nostro viaggio nel tempo per contrastare e impedire l’ignota apocalisse era una sfida alle leggi stesse dell’Universo; l’unica àncora di salvezza rimasta all’umanità per salvarsi dall’estinzione.
Dovete sapere che prima della creazione della Macchina del tempo definitiva c’erano diverse linee di pensiero riguardanti i viaggi temporali.
I primi appartenevano alla scuola di pensiero del professor Cooros (fondata dal noto Edmundus H. Cooros) e ritenevano che ciò ch’è stato è stato, e ciò che sarà deve ancora accadere. Per loro il Tempo evolve e tende solamente al futuro, perciò l’unico viaggio nel tempo possibile era il viaggio relativo
. Esso si basava su antichissime teorie relativistiche di un tale Elleistein (voi dovreste conoscerlo meglio di me, spero di averlo scritto giusto, stiamo parlando dell’antico periodo antecedente la Decadenza) che tiene conto della velocità luce e del tempo relativo: quando un’astronave accelera sfiorando la sempre costante velocità della luce (velocità assoluta) il tempo a bordo di essa rallenta tendendo a valori prossimi allo zero. Se per gli osservatori esterni passano novant’anni, per gli occupanti dell’astronave che viaggia a velocità luce ne passeranno solamente undici. L’esperimento fu eseguito nell’anno 1150 dopo la Decadenza ed ebbe successo: i dilatati
(così furono chiamati gli occupanti della nave sperimentale Cooroslight) al loro arrivo nel 1250 d.D. si trovarono in un mondo del tutto diverso, evoluto di oltre un secolo dalla loro partenza. Non solo i loro corpi erano rimasti più giovani, ma anche le loro menti e le loro nozioni: avevano raggiunto il futuro, ma al contempo erano rimasti bloccati nel passato
del loro viaggio.
L’esperimento aveva avuto successo e, a quel che si sa, Edmundus H. Cooros fu il primo ad aver completato gli studi per portare a termine l’operazione in maniera concreta. Peccato che, essendo morto cinquecento anni prima, non avesse potuto assistere alla riuscita dell’esperimento. Ma anche se Cooros aveva ragione e l’idea del processo di Dilatazione portata avanti dai suoi epigoni funzionava, il suo progetto ricevette critiche da molti scienziati della comunità poiché non poteva considerarsi un vero e proprio viaggio nel tempo, bensì una specie d’ibernazione, un prolungamento della vita che non influiva su nulla se non su chi voleva vedere come sarebbe stata la civiltà un secolo o mille anni dopo (certo, per chi sopravviveva a un viaggio così lungo). In fondo si cercava di sviluppare il viaggio nel tempo non tanto per balzare nel futuro (cosa ritenuta impossibile da tutti, anche dai critici di Cooros, poiché il futuro deve sempre ancora arrivare), ma per intervenire sul passato, ovviamente in meglio.
Ma dove rimaneva scritto il passato? Arriverò anche a questo.
Restando in tema di studi e pionieri dei viaggi temporali, veniva la scuola del dottor Talete H. Valius, che parlava di sfruttare i buchi neri, spezzarli, comprimerli su astronavi, mandarli in luoghi lontani, creare tunnel spaziali e poi attraversarli... In poche parole era una scuola di pensiero Cooros detentrice di un progetto migliorato. Peccato che le navi e le capsule del progetto Valius non siano mai tornate dai loro buchi neri. Era stato più facile spezzare i buchi neri e creare i cunicoli spazio-temporali anziché attraversali. Dopotutto erano stati avvertiti sui rischi che correvano nell’attraversare un buco nero. Lì dentro si trova solamente singolarità e gravità infinita; un luogo dal quale non esiste ritorno. Quanto erano sicuri dei loro calcoli i valiusani...
Esito del progetto Valius: fallimento totale. Unico lascito: un monumento ai centotré caduti eretto nella città di Pyontmaic, sul pianeta Euspezia.
Venivano poi i seguaci del professor Milet Danetia, che tiravano in ballo la più scontata problematica dei viaggi nel tempo: Anche viaggiando indietro nel tempo di un solo secondo
diceva Danetia "si crea una diramazione temporale che istantaneamente crea un universo alternativo a quello di partenza. Ergo, viaggiando nel passato, il crononauta non si troverà più nel suo universo (dal quale probabilmente sparirà), bensì in una linea di universo uguale a quella da cui proviene, ma con la differenza che qualcuno (egli) è arrivato dal futuro. Solo il fatto che la capsula di Danetia arrivi in un determinato passato ne devia il continuum spazio-tempo semplicemente perché prima non esisteva. Il problema del professor Danetia è sempre stato quello di realizzare la suddetta macchina del tempo: per
viaggiare" nel futuro il professor Cooros sfruttava la dilatazione temporale (non considerata un viaggio nel tempo); ma per andare nel passato a cosa ci si poteva aggrappare? Da dove partire? Cosa si poteva smuovere? Danetia è stato colui, insieme alla sua squadra, ad avvicinarsi alla soluzione. Ciò che li aveva sempre bloccati era proprio la base del loro pensiero: universi temporalmente paralleli al nostro. Mai dimostrata la loro esistenza, almeno in un nostro eventuale metaverso. Pertanto i suoi calcoli si basavano sul nulla.
Tralasciando altre correnti di pensiero minori e quasi prive di significato, la vittoria nella costruzione della Macchina (quella con la emme
maiuscola) fu dei seguaci della scienziata Alba Kazaki. Io sono un kazako, come d’altronde lo sono tutti i crononauti. Danetia ci aveva visto lungo, ma la dottoressa Kazaki c’aveva visto ancor più lungo.
Perché mai
si chiedeva la scienziata "devono esistere universi paralleli e linee temporali alternative, quando possiamo muoverci liberamente nel nostro universo?" – così diceva ma ancora non aveva spiegato il come poteva. E continuava: Spostiamo lune, variamo l’orbita di pianeti, possiamo raggiungere i confini estremi dell’universo
(in realtà suddetti confini non esistono, ma è più facile farvi capire come funzionano i viaggi nel tempo che spiegarvi dove finisce l’universo... infinito), "e allora perché non possiamo muovere lo spazio-tempo e con esso l’universo?"
Ma un conto era smuovere pianeti e stelle dalle loro orbite, un altro smuoverli dal loro continuum spazio-tempo. Come afferrare quel tessuto che è il Tempo e deformarlo?
Kazaki trovò la soluzione in un pensiero vecchio tanto quanto l’umanità: l’ipercubo. Poiché essendo l’universo costituito da quattro dimensioni (per l’appunto la quarta dimensione è il Tempo), basta trovare questa dimensione e spostarla
. In fin dei conti, le tre dimensioni canoniche possono essere spostate a piacimento così come potete spostare una matita da un punto all’altro della vostra scrivania. Poiché immagino che siate sempre riusciti a spostare qualunque cosa con i mezzi appropriati, quando si parla del Tempo (quello con la T
maiuscola) è la stessa cosa: complicata quando all’inizio non si sa come fare, ma un semplice (e pericoloso) giochetto dopo averlo capito.
Molti degli studiosi che avevano fallito nello scoprire un metodo per viaggiare nel tempo prima del successo kazako ritenevano il Tempo solamente una direzione astratta, impalpabile, un allungamento costante dell’Adesso
in cui la prova dell’esistenza del Prima
era data solamente dai ricordi di ognuno di noi. E io mi stupisco ancora di una visione così antropocentrica da parte di scienziati e professori, perché un pianeta, una stella o una galassia non possono avere ricordi essendo solamente entità inanimate e quindi, secondo il loro pensiero, senza esseri viventi non esisterebbe il Passato. Il Tempo è una dimensione, una realtà nella quale ci muoviamo, e non lo si può liquidare affibbiandogli l’appellativo di direzione
solo perché ci ricorda una freccia che punta sempre lungo la stessa direttrice. Esiste sinistra e destra sul piano unidimensionale, ci aggiungiamo sopra e sotto in un piano bidimensionale, aventi e indietro in un universo tridimensionale, e un andamento positivo-negativo nello spazio quadridimensionale.
La quarta dimensione è ciò che noi saremo, che l’universo sarà, è ciò che siamo ora e che siamo stati in passato. Se non vi fosse un flusso positivo nella quarta dimensione, tutto sarebbe immobile. Ci sentiamo liberi in un universo a tre dimensioni, ma il nostro massimo grado di libertà lo raggiungiamo quando ci muoviamo in uno spazio quadridimensionale.
La capsula di Kazaki, chiamata la Macchina
(colei che genera un tunnel temporale attraverso un tesseratto – o ipercubo – e ne può afferrare tutte e quattro le dimensioni), fu il primo vero viaggio nel tempo da parte dell’Uomo. Il primo Tuffo durò circa 62 centesimi di secondo, e fu il registratore a bordo della Macchina stessa a fornirne la prova.
La Macchina era riuscita a mandare indietro nel Tempo... l’intero Universo. Niente paradossi del nonno o stupidaggini del genere: con l’energia fornita da una stella e lo sfruttamento dell’ipercubo si poteva fare tutto ciò che si voleva. Solo il viaggiatore però, che ovviamente non è influenzato dal viaggio trovandosi dentro il tunnel temporale nella bolla esterna
(perdonate l’ossimoro, esterno
si riferisce rispetto al viaggio nel tempo, e di conseguenza il settore esterno
è proprio dentro alla Macchina) si rende conto del viaggio a ritroso, questo poiché l’Universo viene trascinato nel Tuffo rivivendo il suo esistere, e nessuno può accorgersene. Come potrebbero?
Il risultato ci fu, e la Macchina venne usata per viaggi sia a ritroso nel tempo sia avanti quando si voleva tornare all’epoca nativa (il punto di partenza) tramite l’uso delle cronoboe (il limite massimo nell’avanzamento temporale in avanti). L’energia, come già detto, era prelevata da una stella dalla quale ne assorbivamo una porzione per ogni viaggio che facevamo.
Con l’ottenimento del tanto atteso risultato venne fondata l’Agenzia per il Rinascimento, diretta responsabile dei viaggi temporali, presieduta da un numero variabile di Saggi e aperta al contributo di tutti. L’obiettivo di tutto ciò: viaggiare a ritroso nel tempo e scoprire la causa scatenante della Grande Guerra che ha portato alla distruzione della Terra e degli insediamenti umani sub-cosmici, lasciando solo i pianeti Almadar ed Euspezia come unici mondi abitati dalla razza umana.
Dopo oltre settemila anni dall’inizio dell’era della Decadenza si poteva finalmente scoprire la verità. E, soprattutto, trovare un aiuto fondamentale per la nostra critica situazione.
Ma dovevano essere adottate delle precauzioni: se chi tornava indietro nel tempo provocava un incidente accidentale, poteva deviare per sempre il futuro. Non è un paradosso, è la realtà. L’Agenzia impone delle regole ferree per il corretto Rinascimento e vanno rispettate... anche se non è sempre stato così, e si pensa che sia proprio uno di questi sbagli la causa scatenate della Guerra. Ma, ripeto, non ci sono paradossi nei viaggi temporali e ora ve lo farò capire.
Tutti voi conoscete già la teoria del Paradosso del nonno: se un crononauta uccide suo nonno nel passato, questo viaggiatore non nascerà mai, non viaggerà mai nel passato e quindi non ucciderà suo nonno. Perciò cosa succede, nella realtà, se io vado indietro nel tempo e uccido mio nonno? Che lui morirà, ma io continuerò a esistere in quel lasso di tempo. Si chiama Presa di posizione
: mio nonno muore e io continuo a vivere prendendone il posto, e potrò comunque tornare al mio tempo poiché già esistevo al momento del viaggio. Ovviamente si tratta di un’azione illegale e insensatamente da folli.
So cosa vi state chiedendo: tutto ciò va bene con una persona insignificante, ma cosa succede se andando indietro nel tempo uccidessi la dottoressa Alba Kazaki? Premettendo che non esiste nulla di insignificante nei viaggi nel tempo, vi faccio questo piccolo esempio: supponiamo che io riporti indietro il tempo all’Anno Domini 2000 e che la mia capsula crei uno spostamento d’aria in una zona desertica. Questo spostamento potrebbe dare vita a una tromba d’aria che finirà con l’annullare il decollo di alcuni voli da un aeroporto vicino. Questo può sia causare dei ritardi nelle partenze sia deviare gli atterraggi in un altro aeroporto. Prendiamo una passeggera dell’ultimo caso, la quale non conoscerà mai un uomo che si trovava all’aeroporto di destinazione originale, non s’innamorerà mai di lui e non avrà mai un figlio che non diventerà mai un presidente che ha fatto storia. Di conseguenza non si scatenerà mai una guerra dettata dall’instabilità sociale e perciò la Terra e altri pianeti non saranno distrutti e la razza umana non rischierà l’estinzione. Ma a questo punto, se tutto procede bene, è inutile creare una macchina del tempo e quindi non si avrà nessun viaggiatore che modifica il passato.
Tuttavia se quell’incontro si verificasse quel bambino potrebbe comunque morire alla nascita senza influire sulla vita delle persone con cui avrebbe a che fare, ma il dolore straziante che accompagnerebbe i genitori potrebbe portare a una rottura del loro rapporto. Uno di loro potrebbe entrare in una crisi depressiva anziché compiere grandi cose, o forse le farà lo stesso ma con molta meno motivazione e ci vorrà un po’ più di tempo per vedere il risultato.
Sulla linea del Tempo esistono due tipi di eventi: quelli chiave e quelli neutrali. I primi possono influenzare la storia, mentre i secondi possono influenzare solo brevi periodi che non mutano il corso degli eventi. Ma capirete da voi quant’è difficile stabilire quali conseguenze avrà un evento creato da un viaggiatore temporale e, secondo noi, non sembra esistere un mutamento senza conseguenze, perciò quasi ogni evento è considerato un fatto chiave. Il più delle volte può accadere una variazione temporale innocua ma una digressione massima è sempre dietro l’angolo e i suoi effetti, per quanto assenti all’inizio, potrebbero rivelarsi anche dopo un millennio.
Viaggiare a ritroso nel tempo per piazzare un sassolino in mezzo al deserto significa non portare grandi cambiamenti per evitare il rischio di enormi digressioni, ma appunto significa non fare nulla. Ricordate inoltre che la nascita o mancata venuta di avvenimenti e personaggi rilevanti per la storia dipende quasi sempre da persone o fatti all’apparenza insignificanti.
Certo la realtà è molto più complessa e potrei stare qui ore e ore a cercare di spiegarvela; il mio intento era solo quello di farvi capire che viaggiare nel tempo e tentare di modificare gli avvenimenti del passato è un azzardo troppo alto perché possa essere fatto per l’intero Universo. Il tessuto della quarta dimensione, il Tempo, potrebbe lacerarsi e strapparsi durante lo spostamento se venisse usata troppa potenza – anche se ciò non si è mai verificato e rimane tuttora una semplice teoria.
Se qualcuno viaggiasse a ritroso e impedisse la nascita della dottoressa Kazaki, lei non svilupperebbe la macchina del tempo...? Esatto, diverrebbe una domanda: se Kazaki viene uccisa dal crononauta, vuol dire che aveva già realizzato la macchina e che quindi la tecnologia esiste già, ma, tornando nel futuro, la dottoressa Kazaki non sarà mai esistita. Pertanto in un viaggio con interferenza c’è il novantacinque per cento di probabilità di digressione di tornare in un futuro diverso e, per questo motivo, nessuno deve interferire sulla linea temporale ma può e deve solamente osservare finché non si sarà certi che il Rinascimento possa essere attuato.
Per quanto sembri strano, il miglior posto in cui viaggiare indietro nel tempo con una probabilità nulla di cambiare il corso degli eventi è il periodo antecedente all’estinzione di massa dei dinosauri sulla Terra. Secondo il pensiero dell’Agenzia, si potrebbe fare quasi ogni cosa in quel periodo poiché un enorme asteroide spazzerà via ogni azione compiuta fino a quel momento. Ma se si distruggesse l’asteroide prima che stermini i dinosauri, che cosa succederebbe? Be’, se v’interessa saperlo e volete rabbrividire, una sezione non ufficiale dell’Agenzia ha tentato questo incosciente esperimento dai risultati tremendamente affascinanti.
Un qualsiasi cambiamento può generare un qualsiasi nuovo universo alternativo nella linea degli eventi. A volte mi pongo la domanda: qual è il vero Tempo? Se si modifica un evento nel passato alterando così il futuro, nessuno saprà mai che un crononauta ha fatto ciò. Un solo uomo potrebbe creare qualsiasi percorso temporale desideri. Per questo l’Agenzia invia i suoi Guardiani insieme ai crononauti.
I Guardiani: robot umanoidi dall’aspetto metallico e scheletrico, capaci di assumere le fattezze di qualsiasi umano grazie alla pelle sintetica che li riveste. Creature ligie al dovere il cui unico compito è far rispettare le direttive dell’Agenzia stessa.
Ora che vi ho spiegato come stanno le cose, cosa succede al di fuori del vostro limitato mondo nel quale credete di vivere in un flusso costante e ripetitivo di azioni giornaliere, quasi... ridondanti, posso dirvi che cosa ho combinato.
Come ho già spiegato l’obiettivo dell’Agenzia (e di tutta la Rimanenza
, noi sopravvissuti dei mondi di Almadar ed Euspezia) era quello di viaggiare indietro nel Tempo (ora che si avevano le possibilità e le certezze di poter contare su uomini ligi al dovere) fino al periodo in cui i venti della Grande Guerra iniziarono a soffiare, parlare con i rappresentanti delle varie armate e fazioni, e spiegare loro cosa accadrà.
Per questa missione, o meglio la missione, tutto ciò che ha impegnato la Rimanenza per millenni, fui scelto io, Hector Nykol, per la mia esperienza dopo cinquantadue viaggi temporali di sola osservazione, quindi ligio al dovere fino all’osso. Con me s’imbarcò Aiam Sevange, mio grande amico e Scienziato del pianeta Almadar. Per anni, insieme a centinaia di storici, avevamo studiato e cercato di comprendere le cause scatenanti della Grande Guerra che aveva destinato il genere umano a imboccare la strada della Decadenza.
Osservammo generazioni di uomini darsi battaglia e l’amata Terra venire distrutta come rappresaglia all’attacco che aveva causato la distruzione totale delle Libere colonie extramondo. Almadar ed Euspezia, gli unici pianeti rimasti neutrali dal conflitto insieme a Remysis, furono per secoli la speranza per profughi, disertori, scienziati, pacifisti e tutti coloro che ripudiavano la guerra. Ma fu proprio la nostra apertura a tutto e a tutti, unita all’atrocità della guerra, a spingere l’umanità sul baratro dell’estinzione.
All’epoca, miliardi di morti marcivano nella Galassia; degli 81 mondi extrasolari abitati 79 erano andati distrutti, la Terra bruciava inghiottita dalle fiamme della vendetta insieme all’intero sistema solare e su di noi, i Sopravvissuti, si abbatté la pestilenza. Qualcuno – molto probabilmente uno dei sopravvissuti dell’ultimo, grande attacco che pose fine alla Grande Guerra – portò con sé qualcosa di sconosciuto, orrendo e terribilmente letale che sbarcò sui nostri mondi; una malattia che i medici battezzarono professionalmente Exontovirus, che i ricercatori chiamarono SDSV (Sindrome da distruzione spermatozoica virale) e che le masse identificarono con il nome di Apollumi, lo Sterminatore: un virus ignoto, un essere senziente che infetta e muta il DNA dello sperma maschile impedendone la fecondazione da parte dell’ovulo femminile; un tasso di riproduzione virale fra i più alti mai registrati nella nostra storia.
Per questo motivo nel lontano futuro ci stiamo estinguendo: non possiamo più riprodurci. Una sindrome che sta portando alla scomparsa non solo di noi esseri umani, ma di qualsiasi forma di vita sui nostri mondi, dai mammiferi ai rettili fino ai più piccoli insetti. Alcuni scienziati almadariani erano riusciti a isolare il batterio e a studiarlo, ma al contempo avevano fatto una sconvolgente scoperta: il virus Apollumi è un organismo vivente... non terrestre! Una forma di vita organica aliena. L’unica mai incontrata prima di allora.
Giunti a tale scoperta gli euspeziani relegarono Almadar a una severa quarantena, ma troppo tardi: l’epidemia di sterilità era dilagata con una proliferazione incredibile, e i focolai dell’infezione erano attivi allo stesso modo sia nelle più popolose città sia nelle remote località. Tenere divisi gli unici due mondi