Luci
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About this ebook
Troviamo e perdiamo tutta una serie di personaggi, uomini e donne, che cercano, o si cercano, o semplicemente si ritrovano a fare da specchio alle nostre curiosità.
Un viaggio fatto ri racconti, di salti, di volti; lungo una notte, ci condurrà attraverso le luci ed ombre di Milano, le persone che la animano, fino all'epilogo, illuminato da una nuova alba.
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Book preview
Luci - Mazu e Gieffesse
MAZU e GIEFFESSE
Luci
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Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
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indice
Perché
Sotto il cielo di Milano
Viale Fulvio Testi
Via Esperia MM Bicocca
Viale Monza, MM Pasteur
Stadio G. Meazza
Via dei Piccolomini
Alzaia Naviglio Grande
Nuovo Viale dei Missaglia
Porta Romana
Via Arona, MM Domodossola
Chiesa di S. Eusebio, Hinterland Nord-Est
Via Bramante, Vicinanze Cimitero Monumentale
Occhi al cielo, occhi negli occhi
Questo è il racconto per racconti di una notte romanzata.
Qualunque riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.
I brani citati all'inizio di ogni storia sono un consiglio per l'ascolto, la colonna sonora
scelta per voi.
Perché
Dialogo tra parole e immagini
Quello che state per leggere è un dialogo tra persone, alcune fatte di parole, altre d'immagini, realmente avvenuto, e che ha portato alla produzione di questo libro.
Il nostro è un evo di scontri e divisioni, di finto dialogo digitale, eppure qualcuno ha deciso di incontrarsi, confrontarsi e produrre qualcosa.
Immagini, spiegateci cosa vi ha spinto, in questa epoca di iper-esposizione della comunicazione visiva, a dialogare con quei residui di sarcofago delle parole.
I: Sono state loro a contattarci, in realtà, proponendoci questa collaborazione. Ci hanno sottoposto un progetto fatto di luci e ombre, come potevamo rifiutare?
E voi parole, cosa avete da dire?
P: Per noi è stata un'evoluzione naturale, quasi un ritorno all'infanzia; la prima forma di scrittura si basa sulla riproduzione di immagini, quindi dov'è la differenza fra noi? E poi queste commistioni si son sempre fatte, la novità non sta in questo ma nell'intreccio al quale abbiamo dato vita.
I: Andiamoci piano! L'intreccio, la trama, sì van bene, ma il corpo visivo è il nostro!
P: Aggressive come sempre...intendevo la trama delle idee e delle forme espressive. Il vostro lavoro non ha solo illustrato i nostri racconti, li ha anche arricchiti delle sfumature nate dalla vostra creatività.
I: Siamo contente che lo riconosciate. Non è stato facile lavorare alla rappresentazione delle idee di qualcun altro; lo spettro ristretto delle possibilità espressive poteva risultare soffocante, invece mi sembra che la nostra personalità ne sia venuta fuori alla grande.
P: Verissimo. Non crediamo veramente che ci fosse questo limite alle vostre possibilità creative, però. Il concetto era un po' quello di creare, di ogni racconto, delle interpretazioni che fossero quasi delle nature morte: un soggetto prestabilito senza limite d'espressione.
Vorrei ricordarvi che quest'intervista è un faccia a faccia, se gentilmente poteste smettere di andare tanto d'accordo, potremmo mettere un po' di pepe in queste pagine! Non è detto che i lettori debbano necessariamente saltare le prefazioni! Parole, voi nel caso di questi racconti siete nate per prime, avrete certamente diritto a qualche merito.
P: Solo quello di non esserci chiuse in noi stesse, di aver accettato di lavorare orizzontalmente con le Immagini. Anzi, a ripensarci potremmo dire che loro sono nate con noi; descrivere una qualsivoglia cosa non è come dipingere a parole una figura o un luogo?
Ah, ecco! Quindi vi ritenete in grado di creare visioni attraverso voi stesse, di avere controllo e supremazia sulle Immagini!
I: Se non ti spiace rispondiamo noi per loro, che sembrano tanto pacate ma se lei fai alterare, sai come si dice, ne uccide più la parola che la spada. Di questi argomenti abbiamo discusso lungamente, in maniera anche aspra ma sincera, e abbiamo tratto le nostre conclusioni. Le Parole sono in grado di evocare un'immagine, le Immagini allo stesso modo possono raccontare un'idea o una storia. In fondo, siamo come gemelle bi-ovulari.
E va bene, ma ma almeno di questa assurda idea di aggiungere dei consigli per l'ascolto, una colonna sonora virtuale, qualcuno vorrà sprecare una parola contro questa ridicolaggine!
P: No, non vogliamo sprecarci a risponderti in merito a qualcosa di tanto incontrovertibilmente azzeccato: la musica è il perfetto trait d'union fra noi, visto che, attraverso note e parole dipinge nella mente dell'ascoltatore sentimenti, idee e immagini.
I: Esatto. Abbiamo dato a un'idea tre dimensioni.
P: L'abbiamo scolpita, potremmo dire. Quest'opera va tastata coi polpastrelli dell'anima.
Comincio a credere che qui il dibattito sia tra me e voi tutte. Non vi sembra di esagerare adesso, di tirarvela un po' troppo? Non siete che un'opera prima...
I: Lascia che ti riveli un particolare; noi siamo molto più di quello che credi. Siamo un progetto pilota, l'espressione di un desiderio, quello di provare a fare qualcosa di nuovo, diverso, più ricco e più sincero. Siamo il contrario di te, reportage scandalistico da quattro soldi.
Non mi sembra il caso di offendere! Io sono qui solo per introdurvi, e cerco di farlo nel modo migliore e più avvincente possibile.
P: Le Immagini hanno ragione, tu vuoi solo creare rumore intorno a noi, trasformarci nell'ennesimo prodotto-scatola, un'interessante contenitore di nulla.
I: Ma stavolta non funziona. Noi, le scatole, siamo qui per romperle. Insieme.
P: Insieme, sì, per il bene ed il diletto di quanti vorranno seguirci.
Mi arrendo. Fate come volete, e chissà che non abbiate ragione. E voi, lettori, girate pagina. Non posso che lasciarvi alle immagini ed alle parole di queste sconsiderate Parole e Immagini.
Buon divertimento.
Sotto il cielo di Milano
American Wedding, Gogol Bordello
Nessuno guarda più il cielo sopra Milano. La gente dà per scontato che ad alzare gli occhi dalle vetrine vedrebbe solo una cappa grigiastra e malsana. Questo non significa che veda quello che succede al suolo. Provate a parlarci, con la gente, sentirete racconti sulla follia degli automobilisti, sul desiderio di schiacciare i lavavetri che si attardano quando al semaforo è scattato il verde, sulle modelline californiane che riescono a tenere gli occhi a terra ed il naso per aria contemporaneamente, mentre i saldi sono sempre meno vantaggiosi e l’aria più inquinata. Quant’era bella la primavera a Milano, e anche l’autunno, ma si sa…d’altronde non c’è più tempo per preoccuparsi di certe cose, la vita moderna, i ritmi, lo stress, e se uno ha tempo da perdere è un perditempo, mica si può vivere al giorno d’oggi senza darsi una mossa, proprio non si può respirare! Si, ma mica solo per l’inquinamento, e io finisco alle sette mezza e torna a casa e il centro commerciale è aperto fino alle otto e che bello io mi ci perdo ma mio marito ha la colite e mia moglie è allergica a tutto e il bambino vomita verde se non, ma se non, il giorno dopo al lavoro di nuovo che ho un posto d’oro ma certe volte perdo i capelli a ciocche ma forse è colpa del ripetitore dei cellulari o della tivù via cavo col cavo all’uranio impoverito, ma il dottore dice che venti giorni alle Maldive e mi passa tutto e fa niente se poi per sei mesi mangiamo