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La sartoria dei poveri: Commedia di Ferruccio Sangiacomo
La sartoria dei poveri: Commedia di Ferruccio Sangiacomo
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Ebook139 pages1 hour

La sartoria dei poveri: Commedia di Ferruccio Sangiacomo

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Commedia in 2 atti di Ferruccio Sangiacomo
LanguageItaliano
Release dateMar 28, 2020
ISBN9788835394853
La sartoria dei poveri: Commedia di Ferruccio Sangiacomo

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    La sartoria dei poveri - Ferruccio Sangiacomo

    SCENA

    LA SARTORIA DEI POVERI

    commedia di Ferruccio Sangiacomo.

    Personaggi in ordine di apparizione

    ARMANI, straccivendolo

    ORTENSIA ex-prostituta

    BAKÙNI utopista rivoluzionario

    IGNORANZA ladruncolo dilettante

    RAGIONIER SILENZIO barbone taciturno

    TIRABACI anziano gigolò che vende merceria

    RENZO MONTECCHI giovane montanaro

    LUCIA CAPULETI giovane ereditiera iperprotetta

    BECKENBAUER commercialista

    FRUSTALUPI avvocato

    ELEFANTE, PELLICANO, STAMBECCO, MILLEPIEDI animali parlanti in pelouche

    SUSY, cameriera personale di Lucia

    MARFORIO maggiordomo di Lucia

    DON BACHINI sacerdote scomunicato

    GENNARO pescivendolo

    CONTE SCIPIONE CAPULETI imprenditore dolciario

    SCAMONE macellaio

    Avvertenza:

    Gli strafalcioni e le invenzioni verbali di Tirabaci e amici sono evidenziati in corsivo solo quando possono essere scambiati per refusi.

    PRIMO ATTO

    PRIMA SCENA (da tradurre in milanese o solo da impreziosire con qualche frase in milanese)

    Ambientazione.

    [Agosto 2020. Un baracca con orticello dà direttamente sulla linea ferroviaria Milano-Venezia. La scena si svolge all’interno, dove tre uomini sono seduti a ritagliare scampoli di stoffa e una donna con il grembiule si muove per la stanza in modo molto vivace. Un quarto personaggio sta sdraiato in un soppalco, su un letto di fortuna, leggendo un giornale finanziario del giorno prima e risponde a cenni.

    E’ meglio che dialogo della prima scena adotti un vernacolo addomesticato in modo da agevolare gli spettatori nella fase iniziale.]

    ORTENSIA

    Ignoranza, tu che sei svelto di mano, fai te per gli antipasti. Di qui un po’ passa l’accellerato. Oggi voglio preparare un pranzetto galante.

    [ Ignoranza esce]

    ARMANI.

    Perché oggi c’è il tuo beniamino, non è vero?

    ORTENSIA

    Ma no, gelosone. Per me voi uomini siete tutti uguali, compreso te che tendi un pochino all’altra sponda e quel vecchio sarcofago che non sputa una sillaba. Il fatto è che una gallina dei vicini ha sconfinato e io, nel tentativo di fermarla per restituirla ai suoi proprietari, senza volere le ho tirato il collo. E’ meglio metterla subito nel tegame, prima che pensino male.

    BAKÙNI [porta i baffi alla Stalin e non ha barba]

    Sul piano giuridico non hai commesso alcun reato, poiché ciò che passa sul tuo terreno, diventa tuo. E nel corso degli anni la baracca col suo orto è diventata nostra proprietà per usucapione. Tuttavia, uscendo da una logica borghese per spaziare sul piano politico-rivoluzionario, il tuo gesto non va giudicato alla luce della legge vigente. Le baracche sono di chi ha bisogno, come anche le galline sono di chi ha fame…

    ARMANI [ polemico]

    La conosco la solfa.

    BAKÙNI

    … lottare con qualunque mezzo fino alla vittoria. Sempre.

    ORTENSIA

    Vittoria? Ma i comunisti non sono già al governo? Scommetto che ce lo sa anche Ignoranza.

    BAKÙNI

    Non seguo la cronaca. Il mio orizzonte ideale si colloca ben oltre gli orizzonti spazio temporali. Eppoi una sinistra al potere diviene, se non è già, una sinistra interclassista, che tende a fare, se già non fa, gli interessi di plutocrati e banchieri.

    ORTENSIA

    Per me parli troppo difficile.

    ARMANI

    Dice che la sinistra è una destra travestita. Solo una sinistra al governo può fare una politica di destra.

    ORTENSIA ironica

    Adesso sì che tutto è chiaro.

    [Si ode il rumore di un treno. Dopo qualche istante rientra Ignoranza con dei tramezzini]

    ORTENSIA

    Bravo. Così il prosciutto lo mettiamo negli antipasti e il pane nel cestino del pane.

    ARMANI

    Furto con destrezza. Ignoranza è talmente veloce che i viaggiatori ferrotranvieri avranno pensato a un colpo di vento.

    ORTENSIA

    Non vogliono sbriciolare il treno e così si sporgono in fuori.

    BAKÙNI

    In realtà, alla luce della mia coscienza rivoluzionaria e dei valori spirituali a cui si ispira, non di furto si tratta, ma di esproprio proletario.

    IGNORANZA

    Però mancano i sottaceti. Ad esempio le cipolline.

    ORTENSIA

    E’ vero. Chiediamo al dipensiere.

    [Il ragionier Silenzio senza muoversi dal soppalco dove è sdraiato posa il giornale che sta leggendo ed estrae dal panciotto una chiave. Apre una credenza e con flemma vi toglie un vasetto, lo apre e mette nel piatto di portata, che Ortensia gli mette davanti, cinque dosi scarse di sottaceti].

    ORTENSIA

    Sei. Viene a pranzo anche il Tirabaci.

    [Silenzio fa una smorfia di disappunto, ma poi aggiunge una sesta cucchiaiata. Poi chiude il vasetto, lo ripone e riprende la lettura del giornale. Intanto si sente suonare un campanello che riproduce il muggito di un ruminante. Entra il Tirabaci.]

    ORTENSIA [accogliendolo con grandi abbracci]

    Amore mio, fatti toccare tutto. Ma sei dimagrito. Quando eri giovane, ricordi, ti chiamavamo Ossario. Chiedevi l’elemosina. Non mangiavi apposta per diventare ancora più magro e fare più pena. Forse l’unico al mondo che non mangiava per mangiare.

    ARMANI

    Trattalo con rispetto. Non dimenticare che è lui a procurare il lavoro alla nostra… sartoria

    BAKÙNI

    Diciamo piuttosto che ci sfrutta per darsi alla bella vita. Noi ora siamo barboni, ma siamo tutti degli ex…qualcosa. Lui è sempre stato soltanto un mendicante.

    ARMANI

    Non è vero. Forse lo si può definire un macrò.

    ORTENSIA

    Siete invidiosi che si è fatto una posizione e ha un domani sicuro.

    ARMANI stupito

    Sarebbe una novità. E tu come lo sai, visto che il socio è fuori da un mese?

    ORTENSIA

    L’ho saputo da una mia amica, che lavora vicino a un’edicola e sa tutto di quel che succede a Milano. Ma se vuole, sarà lui stesso a raccontarvelo.

    [Tirabaci accende la radio e improvvisa dei passi di danza].

    [Inserire la musica di Badù Badù di Renato Carosone]

    https://www.youtube.com/watch?v=z3JoahpIKi8&list=RDz3JoahpIKi8&start_radio=1

    TIRABAC I

    Sono sceso a comprarmi le calze, con la giacca, camicia e gilet, sotto ai calzoni ho le scarpe di capretto e la cravatta è firmata Chanel.

    Ho una Kawasaki con le valvole in testa che quando parte è più forte di un jet, il mio tenore di vita è sospetto, io me ne frego e mi bevo un caffè. Ho la donna americana , sta di casa in fifth avenue , e quando finisce la settimana, lei prende un aeroplano e viene a fare badù badù ………… Badù badù io mi sfilo le calzette, con la cravatta,camicia e gilet e poi piano piano mi infilo nel letto, e mi faccio il migliore dei week end.

    [Contagiati dall’allegria di Tirabaci, tutti ballano e banchettano, compreso Silenzio, che scende dal suo catafalco. Solo Bakùni non approva e si siede in disparte, dando le spalle.]

    BAKÙNI

    Ma guardateli, sono peggio dei ricchi borghesi. Come si può essere così spensierati, quando nel mondo c’è gente che soffre!

    ARMANI

    Al tempo. Ho scelto di fare il barbone proprio per non dover pensare agli altri. Sono io il debole da aiutare, sono io il bisognoso.

    TIRABACI

    Io invece sono sempre pronto a far del bene al prossimo. Cioè: non al tizio che in questo momento mi scassa i maroni, ma al prossimo, quello dopo.

    BAKÙNI

    Il più grande peccato è il cinismo, unito all’indifferenza.

    IGNORANZA

    Io non sono indifferente. Se penso a quelli che muoiono di fame, mi aumenta l’appetito.

    [Silenzio tira la giacca ad Armani e gli mima la conta dei soldi]

    ARMANI

    Giusto. Tirabaci, il ragioniere vuole il rendiconto.

    ORTENSIA

    Sempre a parlare d’affari, anche all’ora di pranzo.

    TIRABACI

    Si fa presto a fare i conti. Ho venduto tutto il lotto, senza difficoltà..

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