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Andrà tutto bene
Andrà tutto bene
Andrà tutto bene
Ebook89 pages57 minutes

Andrà tutto bene

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About this ebook

Come gli ambientalisti ci chiedevano qualche mese fa, ci siamo fermati, anche se non lo abbiamo fatto per coscienza ecologica. Restiamo a casa per sopravvivere, anche se ci sentiamo in gabbia e siamo costretti a riprogrammare la nostra quotidianità. 
Mentre tutto il personale sanitario e i volontari sono impegnati in prima fila per salvare vite umane affrontando la pandemia di Covid-19 a testa alta, noi restiamo a casa. E volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, #iorestoacasa può diventare il pretesto per ripensare alle nostre priorità. 
In questi tredici racconti inediti ci sono le nostre paure e le riflessioni sul presente, l'incertezza e le previsioni sul futuro. Ma soprattutto la consapevolezza che, in un modo o nell'altro, andrà tutto bene.
LanguageItaliano
Release dateMar 26, 2020
ISBN9788835392545
Andrà tutto bene

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    Andrà tutto bene - Gli scrittori della porta accanto

    Gli Scrittori Della Porta Accanto

    Andrà tutto bene

    Andrà tutto bene

    di Gli scrittori della porta accanto

    Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistite o esistenti è da ritenersi puramente casuale e frutto della sola fantasia dell’autore.

    Copyright © 2020 Gli scrittori della porta accanto

    Collana Gli scrittori della porta accanto

    Pubblicato in accordo con Gli scrittori della porta accanto e StreetLib

    Progetto grafico: Stefania Bergo

    Impaginazione: Valentina Gerini

    Prima edizione marzo 2020

    Per essere informati sulle novità

    della collana Gli Scrittori della Porta Accanto

    visitate il sito:

    www.gliscrittoridellaportaaccanto.com

    UUID: 77818a8b-2ee1-435e-9e28-9ebe02af0b7a

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Leggere e scrivere ai tempi del Coronavirus

    Una rondine non fa primavera, ma due sì

    Amore, mi manchi

    Io ti proteggerò

    Un, due, tre, stella!

    E il Pianeta non ce la fece più

    Un compleanno speciale

    La paura (rileggendo La peste, di Albert Camus)

    Nonna raccontami

    È andato tutto bene

    La fine del mondo

    Church from Italy

    D.P.C.M. 4.3.2020

    Diario ai tempi del Coronavirus

    La collana

    Gli Scrittori Della Porta Accanto

    I nostri libri

    Leggere e scrivere ai tempi del Coronavirus

    Prefazione di Davide Dotto

    Nelle ultime settimane la nostra quotidianità, la vita sociale, le routine più consolidate sono state scardinate da un'emergenza sanitaria senza precedenti.

    Ciò si riflette indubbiamente sulla lettura e la scrittura.

    Leggere in questi tempi non è la stessa cosa, veniamo facilmente riportati alla nostra strana, inaudita e nuova condizione. Alcune frasi, che in periodi normali non attirerebbero troppa attenzione, producono un effetto particolare:

    Ieri sono arrivato con i miei passi notturni a quel piccolo caffè di una volta. E l'ho trovato uguale quello di una volta. Gli stessi volti giovanili dei miei tempi, gli studenti della Cité che studiano in compagnia fino alle tre del mattino, quando il caffè chiude.

    (Antonio Tabucchi, Si sta facendo sempre più tardi, Feltrinelli)

    A maggior ragione valgono le parole di Orhan Pamuk a proposito dei romanzi: sono seconde vite, ci permettono di dimenticare il luogo in cui ci troviamo, persino il nostro nome. Si sta come in una seconda pelle. Così deve essere, se una storia non ci trascina e non alimenta una qualche illusione, non funziona. Lascia spazio alla nostra irritazione, al disagio di chi ha sbagliato strada a causa di una deviazione sfortunata. L'opera narrativa è, da sempre, uno spiraglio aperto tra il mondo reale e quello immaginario. Ce l'ha insegnato Italo Calvino.

    Le opere narrative sono finzione, tuttavia personaggi ed eventi non sono mai privi di verosimiglianza e attendibilità. Si devono in qualche modo rapportare alla realtà: da cui il varco (o la finestra) che lega indissolubilmente due dimensioni. Tutte le volte che questo legame si rompe o viene disturbato, si pregiudica la stessa comprensione di ciò che si legge:

    Quando nessuno viaggerà più sui treni notturni in compagnia di un libro, i lettori avranno difficoltà a capire la situazione di Anna sul treno, e quando decine di migliaia di dettagli come questo sbiadiranno, i lettori avranno difficoltà a comprendere Anna Karénina.

    (Orhan Pamuk, Romanzieri ingenui e romanzieri sentimentali, Einaudi)

    Ecco. I racconti qui raccolti tengono conto di tutto questo. Anche la scrittura – come la lettura – è un'inesauribile evasione dalla realtà per trasfigurarla e ritornare a essa per altre strade, in forme nuove.

    Hanno partecipato a questa antologia:

    Stefania Bergo

    Bruno Di Marco

    Davide Dotto

    Angelo Gavagnin

    Elena Genero Santoro

    Valentina Gerini

    Claudia Gerini

    Tamara Marcelli

    Vincenzo Mirra

    Ornella Nalon

    Alessandra Nitti

    Silvia Pattarini

    Andrea Pistoia

    Credits: ph Zane Lee

    Una rondine non fa primavera, ma due sì

    di Valentina Gerini

    Giada era distrutta. Un’altra giornata così non l’avrebbe retta. Andare a lavoro era diventata un’agonia. Non si trattava più del suo amato lavoro, di un impegno giornaliero di otto ore. Era diventata una guerra, una lotta al fronte con giornate una peggio dell’altra, mentre fuori era scoppiata la primavera. Anche questo contrasto la infastidiva. Lei vedeva la morte avanzare ogni giorno, mentre fuori gli uccellini cinguettavano e i fiori sbocciavano. Quanto tempo? Per quanto ancora sarebbe andata avanti così la situazione? Per quanto ancora lei avrebbe trovato le forze di affrontarla? Quelle tute, gli occhiali, le mascherine, i guanti. Si sentiva come un’astronauta sulla luna ogni volta che si vestiva, prima di entrare nel reparto di terapia intensiva nel quale lavorava. In quel posto, attaccati alla vita grazie ad un respiratore, c’erano sempre più persone e la cosa le sembrava surreale. Nell’ospedale in cui da dieci anni lavorava, un piccolo ospedale di provincia dove l’operazione più rischiosa poteva essere la protesi all’anca, il reparto di terapia intensiva era quasi sempre vuoto. Occupato di rado da chi ne aveva bisogno in fase post-operatoria. Il reparto fantasma,

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