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Predatori di reliquie: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles
Predatori di reliquie: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles
Predatori di reliquie: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles
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Predatori di reliquie: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles

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Fantasy - romanzo breve (59 pagine) - Le lame cantano,
il sangue scorre
Preghiere blasfeme si levano nel tempio
invocano del sangue il signore empio
colui a cui ognun si dovrà sopporre


Due avventurieri stranieri vengono assoldati da uno dei più ricchi mercanti di Thanatolia, il continente-cimitero, per recuperare una pietra dai misteriosi poteri custodita in un tempio blasfemo. Torqvel, un sicario cresciuto nei bassifondi, e Jordyn, diseredato rampollo di una nobile e antica famiglia di demonologi, dovranno usare al meglio le loro arti per affrontare la missione ma, quando tutto sembra essersi concluso con successo, un imprevisto piove dal cielo.


Giuseppe Leardini, romagnolo, classe 1976, si divide fra la vita reale e i mille mondi che ha in testa. Appassionato di giochi di ruolo, autore di un gioco di ruolo intitolato Gnosis e con altre idee in cantiere, scrive per tirare fuori storie dal caotico ribollire delle sue fantasie e così liberare spazio per nuovi “castelli in aria”. Colpa dei fumetti, dei libri, dei cartoni animati, della passione per la storia e le storie? C’è chi ancora si arrovella cercando risposta, senza capire che di sbagliato c’è solo la domanda.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateMar 10, 2020
ISBN9788825411577
Predatori di reliquie: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles

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    Predatori di reliquie - Giuseppe Leardini

    domanda.

    Prefazione dell'autore

    Thanatolia, dall’ambientazione ideata da Alessandro Forlani e Lorenzo Davia, è un continente che da eoni accoglie le spoglie mortali del resto del mondo. Thersinea è la capitale di un regno che si affaccia sul Mortirreno ed è il luogo in cui i due protagonisti si conoscono. Infine Handelbab, una delle due metropoli di Thanatolia, è la città nella quale ha inizio questa avventura. Conoscerete gli esecrabili riti di venerazione dedicati ad Aviurah Kylieh, vi tufferete nell’Oltremondo con Jordyn in cerca della mostruosità che serve al vostro scopo, infine emergerete di nuovo a Thanatolia per assistere alle strategie folli ma efficaci del brillante Torqvel.

    Giuseppe Leardini

    Crypt Marauders Chronicles

    Quest'opera fa parte del ciclo delle Crypt Marauders Chronicles (Logo realizzato da Pietro Rotelli)

    1

    Aveva occhi, di una inusuale sfumatura fra il grigio ed il verde, talmente affondati nelle orbite da sembrare due pozzi neri alla luce baluginate della lampada ad olio. Il naso era torto come un tralcio di vite, rotto in chissà quali risse o da chissà quali secondini e riaggiustato nella più sbagliata delle maniere. La mascella era quadrata e una cicatrice gli solcava il mento fino a spaccargli da un lato il labbro inferiore. I capelli castano scuro aderivano al cranio come una cuffia da notte, spalmati com’erano di grasso di Baarik; l’odore era tremendo ma lui non se ne curava, diceva sempre che l’importante era la praticità. Abiti semplici, tela e cuoio brunito. Nel complesso Torqvel, nonostante portasse chiari i segni della sua vita nei bassifondi di Thersinea, non era affatto un brutto uomo: longilineo, fisico asciutto ed atletico, denti stranamente regolari ed ancora tutti al loro posto, lingua sciolta anche se quel giorno, per tutto il giorno, non si era ancora degnato di rivolgere una sola parola a nessuno della carovana, nemmeno a Jordyn, il suo compagno, che con lui formava un bizzarro contrasto: di qualche anno più giovane, snello, scuro di occhi e capelli, aveva i tratti delicati e le mani affusolate di chi ha passato molte più ore sui libri che impugnando un qualsiasi attrezzo, fosse anche un’arma. Se ne stava lì, seduto su un barile, a guardare un angolo del carro e a muovere le labbra, senza dire niente, come se stesse ripassando una lezione importante.

    Finché, senza nemmeno voltarsi:

    – Se continui a fissarmi in quella maniera dovrò pensare che sei interessato a quel che vedi e posso assicurarti che quindici giorni di deserto delle ceneri ancora non bastano per renderti scopabile!

    Jordyn trasalì per un attimo, non si aspettava una reazione talmente brusca, il suo compagno sembrava assorto nei suoi pensieri, tentennando rispose:

    – Non… ma che ti salta in mente? Ero solo curioso di sapere a cosa pensassi, cercavo di capire… perché devi essere sempre così?

    Il sicario estrasse una delle sue daghe, le Gemelle le chiamava, e prese ad affilarla. Come. Ogni. Giorno.

    – Intendi così allerta, sveglio, pronto e veloce? Se fossi cresciuto in strada, invece che in un palazzo con un castrato istruito a pulirti il culo con la lingua, saresti così anche tu! Tsk, fottuti depravati dal sangue blu.

    Jordyn si alzò in piedi reggendosi alle corde che assicuravano il carico, paonazzo di rabbia e imbarazzo, e si protese barcollante verso il compagno.

    – Se ti riferisci all’antica usanza dei nobili di Vatsabjria di avere un servitore eunuco a propria guardia personale ti illumino subito sulle modalità: Il servitore scelto viene legato al nascituro da un rituale mistico e le gonadi vengono sacrificate al Signore del Sangue; da quel momento l’eunuco viene addestrato all’uso delle armi e ad affinare i suoi sensi perché i suoi occhi vedano quel che il suo Parveh non vede, le sue orecchie sentano quel il suo Parveh non sente, le sue narici…"

    Torqvel interruppe il giovane sventolandogli una mano davanti al naso.

    "Sì, sì, sì, resta il fatto che dormi con un uomo accanto da quando eri appena nato. Su, a me puoi dirlo… dove ti ha toccato? Hai provato a stuzzicarglielo per vedere se funzionava ancora? È stato almeno un buon fodero per il tuo pugnaletto quando cominciavi a fare le prove per la prima notte di nozze?

    Jordyn rimase senza parole, stizzito, offeso, vilipeso nel suo rango e nella sua persona; strinse il pugno fino a sbiancare le nocche, il braccio tremante a minacciare il compagno che aveva subito ripreso ad affilare la sua lama, tranquillo, noncurante. Espirò rumorosamente e poi si ricompose, sedendosi al suo posto con le mani posate sulle ginocchia.

    – Io davvero non capisco perché devi sempre essere così!

    Torqvel stavolta si voltò e vide bene di piantare i suoi occhi chiari in quelli scuri del nobile:

    – Duro, volgare e stronzo? Perché la strada è esattamente così ed è meglio che lo impari in fretta! Di sicuro io non ti abbraccerò di notte per farti dormire tranquillo! Sono finiti i tempi dei letti profumati, dei servi e dei balli di corte; qui devi farti andar bene tutto e non accontentarti mai di niente, Vanqal lo diceva sempre!

    Il carro diede uno scossone fermandosi di colpo e nel dondolìo i due si alzarono, raccolsero le loro sacche e scesero nelle strade di Handelbab, la città dei mercanti.

    2

    Il mercato aveva attirato gente da ogni tribù dei dintorni e i mercanti di qua e di là dal Mortirreno sfoggiavano il meglio delle loro merci: sete, spezie, cibi di ogni sorta, bestiame e schiavi. Nel marasma di corpi e odori i due uomini camminavano senza

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