L'amore che guida i nostri passi
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Info su questo ebook
Durante le vacanze estive sulla costa ligure incontra Max, un affascinante ragazzo francese, con cui trascorre due mesi brevi ma intensi.
Max ha un incarico importante, è spesso costretto a viaggiare per lavoro e la sua vita si svolge tra due aeroporti, in giro per il mondo. La storia con Sole sembra destinata a rimanere un bellissimo flirt estivo.
Tornando a Milano alla ricerca di un lavoro in una multinazionale, Sole scopre che il suo manager diretto sarà proprio il fascinoso Max... la loro storia diventa più coinvolgente con ogni giorno che passa.
La magia di un incontro speciale può nascere ed aumentare anche durante lunghe giornate di lavoro fino a notte fonda. Il sentimento che li travolge è bellissimo, ma impossibile come i loro sogni più arditi . Perché Sole nasconde un terribile segreto, che la costringe improvvisamente a dare le dimissioni e a scomparire senza traccia dalla vita di Max.
Riuscirà Max a ritrovarla, a svelare il mistero che la circonda? Ci sarà per loro una seconda chance, visto che tutto è cambiato senza possibilità di ritorno?
Una storia dolce, poetica e appassionata, un amore puro e forte, in bilico sul filo sottile che separa la vita e la morte.
L'autrice.
Gabrielle Queen vive in Liguria, scrive dall'età di sedici anni, da sempre sogna di diventare una scrittrice nota in tutto il mondo. Ha vinto dei premi e riconoscimenti letterari.
Ama le storie ben scritte e ben raccontate, una grande varietà di musica, il teatro, il cinema, la spiritualità, i gatti, i romanzi d'amore d'altri tempi, i meravigliosi paesaggi della Liguria.
La potete contattare alla sua pagina facebook: Gabrielle Queen.
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Anteprima del libro
L'amore che guida i nostri passi - Gabrielle Queen
PASSI
L'AMORE CHE GUIDA I NOSTRI PASSI
di Gabrielle Queen
"Quando non sarai più parte di me
ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelline
allora il cielo sarà così bello
che tutto il mondo si innamorerà della notte."
*** William Shakespeare ***
~~~ Per Cornelia e Iuliana~~~
Tutti i diritti riservati.
Questo libro è un’opera di fantasia. Tutti i nomi presenti, i personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali. Le similitudini con fatti, persone, nomi, istituzioni sono da considerarsi tutti casuali.
***
Nella stanza c’era il buio quasi totale; sul letto dormiva una ragazza pallida e magrissima, avvolta solo a metà in una coperta di lana verde. Ogni tanto veniva scossa da una tosse violenta, che l’attorcigliava ancora di più attorno ad un bianco e morbidissimo cuscino.
Sul comò accanto a lei c’erano in disordine bottigliette di medicinali, una tazza con dentro un liquido giallo, una mela appena morsicata e fazzoletti di carta sparsi ovunque.
Dappertutto regnava un po’ il caos, come se qualcuno avesse voluto riordinare ma si fosse fermato improvvisamente, lasciando il lavoro solo a metà. Come se qualcuno fosse stato troppo stanco o distratto per spolverare, mettere in ordine i vestiti sparsi sul letto e sulle sedie, tra medicinali e i documenti che si intravvedevano sul piccolo tavolino e sugli scaffali.
- Come va, Sole? vedo che non hai ancora finito il tuo succo di mela e carote. Se non lo bevi subito perde tutte le proprietà nutrizionali!
Cecilia scosse piano la ragazza, entrando all’improvviso, senza quasi fare rumore, e ricevette un debole protesto. Sole voleva solo dormire, se possibile tutto il giorno, tutta la notte e la vita intera.
Era un tardo pomeriggio di quel marzo piovoso, quando tutto ebbe inizio.
Max
Amore, che sei entrato nella mia vita come un Sole di aprile
Mi sono accorto che questo mondo va in rovina perché le persone innamorate si separano e così facendo, si feriscono reciprocamente pronunciando parole pesanti, che trafiggono il cuore; quando questo filo così bello ma sottile si spezza ed i nostri cuori vengono infranti, le potenti energie negative che sprigioniamo nuocciono anche all’ambiente. Di cui risultano: guerre, fame, distruzione. Non amiamo più noi stessi – di conseguenza non amiamo neanche il mondo circostante e lo distruggiamo.
Il mondo va in rovina perché non sappiamo amare.
L’amore è la cosa più importante, eppure così trascurata proprio perché nasce in maniera sottile e sembra fragile, sembra una cosa da niente.
Nella corsa quotidiana l’amore sembra l’ultima cosa a cui pensare, di cui aver bisogno.
Eppure l’amore è la cosa più importante.
Come un dolce fiore, va curato e tenuto in un bel posto al sole perché è l’unico che ci aiuta a rimanere sani; va annaffiato periodicamente con parole gentili e gesti d’affetto. Se possibile, ogni giorno.
Avendo l’amore nel cuore, ne possiamo spargere i semi anche intorno a noi e far fiorire il mondo, ma se siamo stati così sciocchi da calpestarlo, ci accorgiamo che quel piccolo Ti voglio bene
detto sottovoce in una sera di estate mentre si guardava con la coda dell’occhio la luna era davvero l’unica cosa di cui avevamo bisogno e che ci teneva connessi alla vera vita.
Confesso: anch’io sono uno di quegli sciocchi; ho detto parole che non avrei mai dovuto dire e ho permesso che esse mi separassero da te.
Lo so che non ti troverò mai più, che la città ha inghiottito il tuo essere fragile come un vortice grigio e informe. Come l’orrenda bocca di un mostro urbano. Le tue mani non mi accarezzeranno, le dolci linee del tuo viso non mi racconteranno più, da capo, i misteri dell’universo.
Queste mie poche parole rimarranno per sempre rinchiuse in un cassetto nella casa sulla spiaggia. La casa di quella magico estate con te.
Sole
Perdonami .
Non dovrei mai scriverti così, in questo gesto egoistico che non serve a nulla, ma qui sto davvero impazzendo. Le giornate corrono con la velocità di una lumaca e non ho altro da fare che soffocare (fa un caldo bestiale e nessuno apre mai una finestra) fissando attraverso il vetro del salotto la vita della strada, frenetica, indifferente e tutte le volte uguale.
In realtà, oggi per la prima volta è successo qualcosa: due giovani si sono baciati, proprio davanti alla porta dell’ospedale. Li ho intravisti in lontananza, proprio quando stavo sorseggiando la camomilla senza zucchero e senza sapore del mattino.
Mi sono sentita bruciare dentro: altro posto non sono riusciti a trovare per amoreggiare che l’ospedale pubblico di Milano? Qua dentro con ogni attimo che passa ci avviciniamo sempre più alla nostra fine, non abbiamo proprio bisogno di ricordare che non potremo mai più essere felici, che nessuno ci abbraccerà mai più provando per noi altro che schifo, pietà e paura!
Ma poi, ho pensato di essere una sciocca: forse mi era stata data la possibilità di ricordare noi due. Te e me, quella magica estate. Rivivere tutto.
E così, tra vari esami e visite mediche, tra il via-vai di assistenti e pazienti, cercando ogni giorno di trovare nuove tattiche per alleviare il dolore, ho pensato che ...sarebbe bello ricordarti.
Le parole che corrono sul quaderno bianco portatomi dalla mia dolce Jameia mi avvicinano un po’ a te (ricordi, avevo sempre sognato di scrivere un libro); mi fanno sentire che in un qualche fantastico modo tu potresti leggerle, magari addormentandoti sul sofà alla sera, stremato di lavoro, e mentre stai sognando le mie parole potrebbero raggiungerti, piccoli gabbiani solitari che con le loro ali bagnate rinfrescherebbero dolcemente le tue tempie.
Grazie a queste