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Come Tentare un Conte: I Lord di Londra, #3
Come Tentare un Conte: I Lord di Londra, #3
Come Tentare un Conte: I Lord di Londra, #3
Ebook173 pages2 hours

Come Tentare un Conte: I Lord di Londra, #3

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About this ebook

Hamish Doherty, Conte di Leighton, sta passando una Stagione terribile. Parte della sua casa è bruciata, è stato attaccato fuori da una sala da gioco, e una debuttante che non sopporta è decisa a volerlo sposare. È abbastanza per far impazzire qualunque lord, ma la sua fortuna diventa ancora peggiore in campagna. Una grossa somma di denaro non pagata e un borsellino perduto più tardi, si ritrova a dover soccombere al Fato – fino a quando viene salvato inaspettatamente da un’estranea dalla bellezza mozzafiato.

In quanto figlia di un artigiano di successo, la signorina Katherine Martin non ha tempo per la società e per i suoi problemi. Tuttavia, c’è qualcosa di attraente in questo conte bellissimo sebbene sfortunato, e quando le loro strade si incrociano nuovamente, Lord Leighton offre di ripagare il suo debito in ogni modo. Katherine decide che una notte tra le sue braccia sia la ricompensa migliore, eppure, quando le due anime affini trovano la passione l’uno nell’altra, sembra che una notte non sia più abbastanza. Ma può una donna senza titoli e figlia di un artigiano essere abbastanza per tentare un Conte?

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateJan 12, 2020
ISBN9781071527832
Come Tentare un Conte: I Lord di Londra, #3

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    Come Tentare un Conte - Tamara Gill

    Capitolo 1

    Capitolo Uno

    Si trattava senza dubbio della settimana peggiore che Lord Hamish Doherty, Conte di Leighton, avesse mai avuto in tutta la sua vita. Il conte giaceva sul pavimento della locanda Two Toads al confine col Berkshire. Gli occhi gli lacrimarono per il dolore al viso e il sangue iniziò a sgorgargli dal naso, così tanto che nemmeno tamponare col fazzoletto era utile. Peccato per il suo profilo perfetto, le giovani dell'alta società sarebbero state deluse dal suo naso ora leggermente storto.

    Te l'ho detto, non mi importa chi ti credi di essere, se non puoi pagare il tuo debito allora mi farò dare il denaro a suon di pugni, disse il proprietario con un ringhio, la sua figura possente distintamente minacciosa.

    Hamish si pulì il naso cercando nuovamente il borsellino nelle tasche, il quale, sfortunatamente, non c'era. Dove diamine era? L'aveva quando era arrivato due giorni prima, aveva dato la mancia di una moneta d'oro alla locandiera col seno prosperoso che gli aveva fatto un ottimo servizio in camera da letto, ma dopo quell'evento la sua memoria era annebbiata.

    Il giorno precedente era andato a cavallo a fare visita al suo buon amico, il Duca di Athelby presso Ruxdon House, ma dal momento che non aveva bisogno dei soldi aveva lasciato il borsellino nella sua stanza. Che stupido errore di giudizio considerato lo stato attuale del suo naso.

    Scansando una fitta di rabbia, il conte rispose calmo: Si tratta di un equivoco. Ho i soldi. Li ho lasciati nella mia stanza.

    Stai dicendo che sono stati rubati? Che nella mia locanda permetto furti a coloro che soggiornano sotto al suo tetto?

    Il locandiere picchiò un bastone sulla sua mano, simboleggiando che avrebbe certamente rimpiazzato l'attrezzo per il pugno che gli aveva colpito il naso qualche momento prima. Hamish si guardò attorno e desiderò sparire sottoterra, poiché si rese conto di essere al centro dell'attenzione degli altri ospiti testimoni della sua umiliazione. Non c'era dubbio che una volta saputa la sua identità sarebbe stato lo zimbello della città la settimana seguente. "Non necessariamente… solo che l’avevo quando me ne sono andato ieri e oggi non lo trovo più. E non sto dicendo che sia stato rubato ma che non c’è più e che io non l’ho messo da un’altra parte."

    Il locandiere sbuffò. Sembra che tu stia cercando di incolpare uno di noi del furto.

    Hamish alzò una mano quando il locandiere si avvicinò a lui. No, ma non ho i soldi per pagare il mio debito. Permettetemi di contattare il mio amico, il Duca di Athelby, e si occuperà lui di pagare. Posso assicurarvelo. Il locandiere socchiuse gli occhi e sembrò leggermente meno sicuro del suo abuso una volta menzionato il duca, ma non durò molto poiché lasciò perdere le amicizie di Hamish e fece un minaccioso passo verso di lui.

    Sei un bugiardo oltre che un delinquente che non può pagare, lo accusò il locandiere.

    Dannazione, se c’era una cosa che Hamish odiava erano i conflitti e non voleva causare guai così vicino alla tenuta del Duca di Athelby, ma nemmeno poteva essere trattato così male. Lo stavano trattando come un criminale e lui non lo era di certo. Se il locandiere non fosse stato attento alle sue future azioni, si sarebbe trovato di fronte al giudice con l’accusa di percosse e furto.

    Sono il Conte di Leighton. Non confondetemi per un delinquente senza denaro e senza titolo. Se farete un altro passo con quella mazza, scoprirete presto quanto sono vere le mie parole.

    Il locandiere sgranò gli occhi e si fermò. Chiaramente quell’uomo ci stava ripensando prima di aprire in due la testa di Hamish. Come faccio a sapere che non stai mentendo?

    Un paio di stivali robusti si fermarono accanto alla sua testa e Hamish notò che erano rovinati e leggermente polverosi, probabilmente venivano da fuori. L’abito che li seguiva era di un blando color grigio, adatto per viaggiare. Il viso che lo guardava era angelico.

    Quanto vi deve sua signoria? disse la donna misteriosa al locandiere, mettendosi tra lui e l’uomo che gli aveva già procurato un naso sanguinante, il quale, in ogni caso, si rifiutava di smettere di sanguinare. Hamish si strinse il naso più forte.

    Quattro sterline andranno bene, signorina Martin, sono felice che stiate ancora da noi.

    Si mise a cercare nella sua borsa e tirò fuori la cifra esatta ponendola nelle mani del locandiere. Portateci i bagagli nella stanza e sistemate subito la carrozza di sua signoria. Per quanto riguarda il gentiluomo che dice di essere Lord Leighton, posso assicurarvi che è chi dice di essere. Posso garantire per lui dal momento che abbiamo degli amici in comune. La donna gli rivolse un rapido sguardo, la voce tranquilla. Immagino che dal momento che desiderava pagare la sua intenzione fosse quella di andarsene.

    Certamente, signorina Martin, disse il locandiere, inchinandosi e urlando agli impiegati attorno a lui di fare quanto richiesto. Mi perdoni per la confusione, mio signore. Spero che capiate di aver reso necessarie le mie azioni.

    Hamish guardò quel bastardo in cagnesco. Che sia noto che non metterò più piede in questo posto, e nemmeno lo raccomanderò.

    La signorina Martin si inginocchiò accanto a lui, porgendogli la mano inguantata affinché lui la prendesse. Così facendo, lo aiutò ad alzarsi.

    Per un attimo Hamish fissò l’angelo che lo aveva salvato prima che lei alzasse un sopracciglio scuro.

    Lord Leighton, sono la signorina Katherine Martin. Ci siamo già incontrati a un ballo al quale ho partecipato con la mia amica, la signorina Cecilia Smith, ora Marchesa di Aaron.

    Hamish aggrottò la fronte, cercando di ricordarsi della bellezza di fronte a lui senza riuscirci. Come aveva potuto dimenticarsi di una simile donna? Emanava autorevolezza e aveva un forte carattere. Nemmeno il grosso locandiere sembrava averla fatta vacillare.

    La guardò nei penetranti e intelligenti occhi scuri come il caffè e sentì le farfalle nello stomaco. Anche prima di alzarsi una cosa gli era stata chiara: era alta, quasi alta quanto lui. Non sarebbe mai stata considerata una vera bellezza, ma la signorina Martin era attraente. I suoi lunghi capelli mogano le ricadevano sulle spalle, non erano legati né decorati con un cappello. Lo fissava con una franchezza incrollabile e per quanto riguardava la sua bocca, beh, carnosa e sensuale erano due termini che venivano in mente…

    Mi imbarazza dire che non mi ricordo, ma sono molto lieto di incontrarvi e vi ringrazio per il vostro aiuto. Sono davvero imbarazzato da me stesso. Avrei dovuto avere più cura delle mie cose.

    Non ho dubbio che vi abbiano derubato e, sì, vi prego fate più attenzione quando soggiornerete in posti simili in futuro. Non potrò sempre salvarvi. Disse sorridendo prima di voltarsi per dirigersi verso le scale.

    Un attimo! disse Hamish afferrandole un braccio e facendola gentilmente voltare ancora una volta prima di lasciarla andare. Provò un inspiegabile bisogno di vederla ancora. Un delizioso rossore le dipinse le guance, probabilmente a causa dell’audacia di Hamish, e il conte lottò contro il bisogno di allentarsi la cravatta come un ragazzino. Devo ripagare la vostra gentilezza. Abbiamo degli amici in comune, potremmo vederci in città? Come posso trovarvi? Hamish si fermò prima di sembrare disperato.

    La signorina Martin guardò ancora nella borsa e tirò fuori un piccolo tesserino. Frequentiamo ambienti diversi sebbene la mia amica abbia sposato un aristocratico. Ma forse potremmo vederci ancora. Per quanto riguarda ricambiare il favore, se conoscete qualcuno che ha bisogno di un costruttore vi prego di consigliare la compagnia di mio padre. Non troverete una qualità e un prezzo migliore da nessun’altra parte.

    Hamish guardò il tesserino: signor Montgomery Martin, Esperto Costruttore. Spero di incontrarvi di nuovo, signorina Martin. Non aveva mai detto parole tanto sincere. Gli aveva salvato la pelle entrando in scena come un’Amazzone che aveva combattuto contro il malvagio locandiere. Il bisogno di incontrarla ancora, senza sanguinare come un maiale ferito e senza essere in disordine dopo essere stato assalito, lo faceva fremere. Voleva vederla ancora a modo suo. Una volta tornato a Londra avrebbe contattato la Marchesa di Aaron per vedere cosa avrebbe potuto organizzare.

    La signorina Martin rise e si diresse verso le scale. Buon viaggio di ritorno a Londra, mio signore. E vi prego, ricordatevi il mio consiglio per salvaguardare quel vostro bel naso. Mi dispiacerebbe che si rovini per un pugno.

    Hamish provò una sensazione piacevole nel petto. Quindi pensate che io sia bello, signorina Martin?

    Credo di aver parlato solo del vostro naso, mio signore. State cercando di ricevere un complimento?

    Hamish rise e osservò quella giovane donne impudente e meravigliosa salire le scale. L’ultima cosa che vide di lei furono i suoi stivali neri.

    Capitolo 2

    Capitolo Due

    Tre mesi dopo…

    Hamish non aveva pensato che la vita potesse essere molto peggiore dopo la morte di sua sorella. La sua perdita gli aveva spezzato il cuore, e sebbene gli echi del dolore lo tormentassero, un piacevole intorpidimento gli aveva avvolto il cuore per proteggerlo. Una serie di sfortunati incidenti sembrava determinata a peggiorare il suo stato emotivo e davvero aveva pensato che nulla avrebbe potuto fargli provare ancora emozioni ormai cauterizzate dal dolore. Tuttavia, osservando i resti carbonizzati di ciò che rimaneva di una buona porzione della sua casa a Londra, una casa che aveva risuonato di ricordi felici e risate gioiose, beh, doveva ritirare i suoi pensieri.

    Quell’anno non sarebbe potuto andare peggio. Prima era stato assalito alla locanda, la stessa locanda dove gli era stato rubato il borsellino. Poco dopo essere tornato in città, era andato alla sua serata preferita di gioco d’azzardo solo per essere derubato dai briganti delle cento sterline che aveva vinto. Si era anche procurato nuovamente sangue dal naso.

    Non riusciva a capire perché fosse stato così sfortunato, a meno che il Signore non fosse irritato per il fatto che non stesse facendo il suo dovere di sposare un’adeguata giovane debuttante. Non aveva intenzione di sposarsi nell’immediato, forse mai. Il figlio della sua amata sorella avrebbe ereditato la fortuna e la proprietà, quindi non aveva bisogno né di sposarsi né di riprodursi. In ogni caso, la sfortuna che lo stava perseguitando al punto che i domestici non facevano che parlarne e non aveva idea di come riuscire a tornare ad essere fortunato invece che sfortunato.

    E ora quello. Scosse la testa, fece un passo indietro dall’edificio proprio nel momento in cui una grossa trave cedette portandosi con sé un pezzo del pavimento. I domestici e i vicini si avvicinarono a lui, guardando quella che una volta era stata parte della sua casa. La parte in cui aveva tenuto il suo ballo annuale e il salotto al primo piano. Tutto andato, nulla se non cenere e legno carbonizzato.

    Dannazione.

    Ho appena sentito, Hamish. Mi dispiace tanto.

    Hunter, il Marchese di Aaron, lo picchiettò sulla spalla abbracciandolo. La faremo ricostruire in men che non si dica. Non disperare.

    Hamish si chiese che ore fossero dal momento che il marchese era ancora vestito per la serata che aveva trascorso fuori, ma Cecilia non era in carrozza. Sospirò, incerto se avesse le forze per affrontare un simile compito. Ultimamente aveva avuto talmente tanta sfortuna che probabilmente una volta ricostruita la casa sarebbe bruciata di nuovo. Ti sei mai sentito come se la tua vita fosse sbagliata? Come se certamente avessi fatto qualcosa di così orribile e che quindi il mondo stia cercando di vendicarsi?

    Hunter lo guardò. No, ma è così che ti senti?

    Hamish fece una smorfia. Non posso fare a meno di sentirmi come se dovessi rimediare a qualcosa di sbagliato o continuerò ad essere maledetto. Nessuno che conosco ha avuto una sfortuna simile a quella che ho avuto io quest’anno.

    Parli dell’essere attaccato dai briganti a Vauxhall.

    Sì, ma ci sono state anche altre cose. Forse non aveva detto ad Hunter tutto quello che gli era successo dalla morte di sua sorella. A prescindere da ciò, non cambiava il fatto che continuavano ad accadergli delle cose brutte e non sapeva perché. È vero che era un gentiluomo molto ambito ma non era cattivo. Ogni anno faceva delle donazioni alla London Relief Society, l’associazione benefica della Duchessa di Athelby e della Marchesa di Aaron. Pagava uno stipendio equo alle persone che lavoravano per lui e cercava di essere gentile con loro a prescindere dalla loro posizione nella società. Quindi cosa stava facendo di sbagliato? Perché il destino del mondo era determinato a vederlo crollare? Non aveva senso.

    Farai meglio ad andare. Cecilia si chiederà che fine tu abbia fatto e non intendo condividere la mia sfortuna con altri. Forse è meglio che tu mi stia per sempre alla larga.

    "Non dare ascolto a quello che

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