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I tre Re
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Ebook103 pages1 hour

I tre Re

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Fantasy - romanzo breve (73 pagine) - Dalla Persia e la Nubia alla Palestina, l'eroico e avventuroso viaggio dei Tre Re, insidiati dalle potenze infernali, e dei loro magici assistenti.


Gathaspar, un vecchio re astronomo e alchimista, giunto alla fine della vita, trova vana e priva di senso la propria scienza.

Belshazzar, un re guerriero vede morire suo figlio in battaglia. Schiacciato dal dolore, trascura il regno e viene detronizzato.

Malik Hor, un re giovane e gaudente è traumatizzato dalla morte della madre che non riesce ad accettare, distribuisce i suoi tesori e abdica.

Nei loro pellegrinaggi, apprendono la profezia dell'avvento di un Bambino meraviglioso destinato a vincere la morte; iniziano a cercarlo seguendo una stella. Da Babilonia, dove si incontrano, al deserto siriano, da Damasco a Betlemme, i Tre Re continuano la oro ricerca tra avventure ora eroiche ora picaresche. Costantemente insidiati e  ostacolati dalle potenze infernali e da un insidioso stregone che ha rianimato il cadavere di re Erode, non si arrendono mai sino a che si rendono conto che il loro vero compito è proteggere la Sacra Famiglia.

Ma non riuscirebbero nell'impresa senza l'aiuto dei loro assistenti e servitori, l'homunculus Pigreco, il guerriero dalla testa di lupo Kaliban e la silfide Ariel.


Giorgio Smojver, nato a Padova da esuli giuliani, è laureato in Lettere classiche presso l'Università degli Studi di Padova, appassionato di mitologia comparata e letteratura medievale. È stato per anni bibliotecario e coordinatore del sistema bibliotecario del Comune di Padova, e in questa veste ho curato attività di promozione della letteratura. Ritiratosi, si è dedicato alla scrittura. Ha pubblicato un romanzo, Le Aquile e l'Abisso (Watson) e diversi racconti, tra i quali: L'anello infranto, in Premio Esecranda 2018, L'allodola e i rovi, in Oltre la SogliaCastrum Daemonum in Impero – Antologia Gladius & Sorcery, Watson.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateDec 17, 2019
ISBN9788825410853
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    I tre Re - Giorgio Smojver

    9788825410525

    Prefazione

    La collana Heroic Fantasy Italia / Delos Digital dedica i tre numeri di dicembre, eccezionalmente pubblicati contemporaneamente, a rivisitare le leggende sul Natale e il Solstizio d'inverno.

    Yule di Laura Silvestri, nello stile dell'Heroic Fantasy più puro, rievoca i miti norreni e slavi del solstizio d'inverno. Cristiano Fighera narra una fiaba nerissima ma esilarante sulle avventure di tre cialtroni che si fingono Re Magi. A me è toccato il compito di reinventare la leggenda die re Magi d'Oriente in stile Sword & Sorcery.

    Ne sono felice. Da bambino a fare il presepio con mio fratello. E, naturalmente, amavo i Re Magi e i loro cammelli, più di tutte le altre figure. Poi smisi di fare il presepio, ma scoprii le magnifiche pitture sui Re Magi, l'affresco di Benozzo Gozzoli. Incarnavano le mie fantasie sull'Oriente. Dei Magi non sappiamo quasi niente: né il vangelo di Matteo, né l'apocrifo protovangelo di Giacomo, ci dicono quanti fossero, quali fossero i loro nomi e quali i paesi. Quindi ogni fantasia è lecita sulle loro storie e il loro viaggio avventuroso.

    Avevo già inserito nel mio romanzo Le aquile e l'abisso la figura del mago guerriero Garshad nipote di Gathaspar. Non ho esitato e raramente ho scritto così di getto. Dato l'alone di leggenda che circonda il re vecchio, il re giovane e il re moro dal Medioevo, non credo di aver offeso nessuno lavorando di fantasia.

    Mi è parso naturale che il vecchio Gathaspar (Gaspare) fosse un astronomo e un alchimista, dubbioso sul senso della vita; Malik Hor (Melchiorre) un giovane re sconvolto dalla malattia e della morte, come Siddhartha; Belshazzar (Baldassarre) un guerriero segnato da una perdita irreparabile. Ne consegue la scelta dei magici servitori: per il sapiente Gathaspar, un Homunculus, per il romantico Malik Hor un'aerea Silfide, e per Belshazzar un Cinocefalo, razza mostruosa descritta da Plinio.

    Un dettaglio potrà sorprendere: di solito si immagina l'arrivo dei Re Magi poco dopo la nascita di Gesù. Ma Matteo scrive Erode... mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, secondo il tempo su cui era stato informato dai Magi: quindi ho rappresentato Gesù già nato da oltre un anno.

    Per la Sacra Famiglia uso i nomi ebraici Yosef, Myrhiam, Jeshua e Yaqob (Giacomo fratello del Signore ritenuto figlio di primo matrimonio di Giuseppe.) Invece non ho alcuna giustificazione per gli appellativi di Jess e Jim, salvo che proprio non ce la facevo a chiamare due bambini Jeshua e Yaqob.

    Giorgio Smojver

    I

    I tre re

    Gathaspar re di Rhagae, era così vecchio da aver scordato il numero dei suoi anni. Aveva visto generazioni succedersi sul trono d'oro dei Re dei Re dell'Iran, per conquista e sangue; ma il suo piccolo regno non era entrato mai nella grande contesa. Rhagae, anche se di venerabile antichità, non era né ricca né potente: in una sola cosa svettava tra le città dell'Iran, la limpidezza del cielo. Da lì si vedevano gli astri luminosi e distinti come in nessun altro luogo. I suoi sapienti erano famosi per la capacità di predire i fenomeni celesti e divinare il futuro, e più famoso e più sapiente di tutti era il re Gathaspar.

    Per questo il suo regno non fu mai minacciato: i principi conquistatori anzi mandavano doni perché Gathaspar traesse i loro oroscopi, che si avveravano infallibilmente, ma che gli interessati non capivano mai prima dell'evento.

    Gathaspar viveva e lavorava sulla torre più alta di un castello in cima al monte che sovrastava Rhagae, direttamente nel suo laboratorio zeppo di antiche pergamene, bizzarri strumenti ottici e astronomici, fiale e alambicchi. Non voleva servi che lo disturbassero o mettessero le mani nelle sue carte, disposte nel sapiente disordine che gli era connaturato: poiché era anche un abile alchimista si costruì un assistente, basandosi sugli scritti di Hermes Trismegistos, Pitagora e Archimede: un umanoide dalla pelle nera e ferrosa, alto come un bimbo di otto anni. L'homunculus fu chiamato Pigreco. Gathaspar non poté dargli il dono del linguaggio umano, ma lui capiva le parole ed era pronto nell'eseguire ogni ordine; non aveva viso, solo un foro per la bocca e un cristallo verde in fronte, che serviva da organo visivo.

    Un anno, nella festa di Nowruz che celebra l'avvento della primavera, annoiato dei vani e assillanti appelli alla sua preveggenza dei re guerrieri dell'Iran e della Transoxiana, trasse invece il proprio oroscopo, cosa che sino allora si era guardato dal fare. Seppe così che entro un anno, infallibilmente, sarebbe morto.

    Gathaspar, benché vecchio, non era preparato alla morte, e fu oppresso da quel pensiero; si chiese a cosa fossero serviti tanto studio e infiniti calcoli, e se la sua sapienza era stata sprecata per gli uomini e inutile a lui stesso. Fu preso dallo sconforto, poi dalla collera; strappò le sue pergamene, infranse i delicati alambicchi, ruppe i compassi e i quadranti, l'astrolabio e persino il prezioso planetarium dove ruote dentate muovevano i pianeti rappresentati da gemme preziose. Il povero Pigreco si rifugiò sotto un tavolo squittendo Bip terrorizzati. Gathaspar giurò di rinunciare alla scienza.

    Non poté però non rivolgere un ultimo sguardo al cielo, che gli mostrò una stella dorata e fulgente, mai avvistata prima. Ripreso dall'antica curiosità la osservò tutta la notte: si muoveva, traversava l'empireo maestosa e lenta indicando l'occidente.

    Gathaspar abdicò al trono a favore di un nipote, e partì per seguire la sua stella, con un solo cammello, un sacchetto di monete e un cofano di incenso. E, naturalmente, Pigreco.

    Malik Hor di Magan era giovane e bello. Il commercio delle spezie e la pesca delle perle rendevano il suo regno il più ricco sulla via delle Indie. Viveva in un palazzo di alabastro, con archi delle porte arabescati in oro e battenti d'ebano incrostati di madreperla, sale pavimentate di cedro e palissandro indiano, giardini interni di rose e frutteti di alberi di pesco e limone. Suo nonno, un famoso mago, aveva creato all'interno delle vaste mura un bosco e un lago, dove sostavano uccelli di ogni specie e il ragazzo si dilettava della caccia con l'arco e con i falchi, che si diceva fossero Jinn incarnati.

    Divenne re a sedici anni, perché suo padre era morto in una guerra lontana; ma non provò il desiderio di vendicarlo, né di impugnare le armi. Suo padre non aveva significato molto per lui: il solo affetto era la madre, la bellissima e colta Zeinab.

    La regina aveva voluto che Malik Hor fosse educato presto al piacere, e gli aveva donato splendide concubine, fanciulle scure e sapienti nell'amore dall'India, candide e bionde dal nord, delicate e dorate dal lontano paese della seta. Malik Hor le amava tutte, ma nessuna quanto amasse sua madre, e dal conversare o fare musica con lei traeva il maggior diletto. Sinché un giorno il Grande Eunuco gli disse che la regina Zeinab era indisposta, e non voleva parlargli.

    Per tre mesi venne ai suoi alloggi reali per avere la stessa risposta: la regina non stava bene,

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