La Cattedrale Del Cielo
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Bambino Prodigio. Adolescente. Sentinella. Questa è la storia di Michael “Icaro” Danvers.
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La Cattedrale Del Cielo - Arshad Ahsanuddin
CAPITOLO 1
Agosto 2039. Burano, Italia
Occhi acuti scrutavano nel buio. Dal tetto di un edificio, il falco osservava la sua preda. Il rapace si era messo alle calcagna di un Vampiro. Sempre lo stesso. Per dieci giorni. Il Notturno aveva uno specifico raggio d’azione. E un ancor più specifico modo di cacciare. Vagava, apparentemente in modo del tutto casuale, per le varie isole della Laguna Veneta. L’animale lo seguiva, furtivo, tra le case color pastello. Ogni tanto, si fermava per un boccone. Di solito, un piccione troppo lento per resistergli.
Fino a quel momento, il Vampiro dava l’idea di essere un tipo piuttosto puntiglioso. Seguiva un suo regime preciso. A inizio serata, si concedeva una svelta uccisione. Senza fronzoli, niente di trascendentale. Poi, abbandonava velocemente la zona e si incontrava con i suoi compari. Una qualsiasi delle altre isole, il falco non ci aveva badato più di tanto. Come non aveva prestato la minima attenzione a chi fossero, effettivamente, gli amici di quel Notturno. Erano Vampiri come lui? Oppure umani? Il rapace non se ne curò, a lui importava solo la sua preda.
Avevano iniziato ad avere una routine tutta loro. Dormire di giorno e cacciare di notte. Il falco non lo perdeva mai di vista. Aspettava, pazientemente. Quella sera, il Vampiro senza nome aveva già iniziato a pedinare la sua preda. Una giovane donna, forse vent’anni, che camminava sola. Sembrava avesse fatto compere. O almeno, così si intuiva dal sacchetto che aveva con sé. Si spostò, dalla strada principale, in uno dei tanti vicoli bui. A quel punto, il Notturno fece la sua mossa. E fu talmente veloce, che perfino gli occhi del falco faticarono a individuarlo. Le arrivò alle spalle, snudò le zanne e le avvolse un braccio intorno alla gola. Qualsiasi tentativo di urlare venne soffocato.
Il rapace osservava. Distaccato, freddo. Un predatore che ne studia un altro. Uno schema già visto.
E, d’improvviso, tutto cambiò.
La donna venne avvolta da un’accecante luce bianca. Subito, il braccio del Notturno prese fuoco. Urlando, si allontanò e cadde. Gli occhi spalancati di paura e sorpresa. La preda si voltò, avvolta dalle fiamme, e sorrise. Ma il Vampiro non si era certo perso d’animo. Batté le mani e uno scudo di luce verde gli apparve davanti. Lei, però, sembrava averlo intuito. Un improvviso falò color cobalto e il Notturno venne inghiottito, senza alcuna pietà.
Immediatamente, il falco si agitò e lasciò cadere la carcassa del piccione appena catturato. Aprì le ali, con l’idea di planare all’attacco. Ma, nel momento in cui lo scudo color smeraldo si dissolse, anche il Notturno finì in cenere. Fu solo un istante. L’animale, quindi, decise di riprendere quota. Ripiegò le ali e si concentrò, completamente, su quella strana donna. Finalmente.
Ma non fece nemmeno in tempo a pensarlo, che si ritrovò sbattuto sopra un tetto. Un’aquila, la più grande che avesse mai visto, lo aveva attaccato. Gli stava a meno di venti centimetri dal becco. Ma non sembrava volesse aggredirlo una seconda volta. Stava semplicemente lì, a mangiare il piccione morto. Il piccione che lui aveva ucciso. Quindi, il suo piccione. Ma come si permette?! Poi, si ricordò della donna e guardò subito in basso. Era scomparsa. Ma che ca- c’ero quasi!
L'aquila ingoiò l’ultimo boccone. Mi sembri deluso,
disse. Parlò in Arcolin, l'antica lingua comune. Dono Della Sentinella, era solo un ricordo. Morto e sepolto nella memoria dei saccheggi.
Il falco lo fissò incredulo. Ma chi caspita è, questo qui?!
L'aquila, d’improvviso, scintillò. E un uomo -circa trent’anni, un metro e ottanta, abbronzato e dai folti riccioli neri- apparve al suo posto. Soppesò il falco con sguardo divertito, mentre incrociava le gambe sulle tegole. Lo guardò in silenzio per un po’. Dopo di che, scrollò le spalle. La noncuranza fatta persona. "È consuetudine, per una Sentinella bene educata, annunciarsi -prima di entrare in territorio occupato- e offrire un tributo ai raggruppamenti locali. Poi, sorrise.
Cancella pure l’ultimo dalla lista. Ma non pensi sia ora di presentarti?"
E anche il falco, a quel punto, scomparve. Per lasciare posto a un ragazzino. Indossava un paio di jeans neri e una maglietta che avevano, palesemente, visto giorni migliori. Subito, si accasciò al suolo. Quel po’ di piccione, a malapena assaggiato, non era certo sufficiente a sostenere la sua forma umana.
Gli occhi del Mutaforma più anziano si allargarono, mentre osservava quei vestiti sporchi e quei capelli unti. Iniziò a parlare, velocissimo, in veneto. Vedendo lo sguardo oltremodo confuso del giovane, scelse la lingua internazionale. Sei mica quel ragazzo americano che stava al telegiornale? Quello che è scomparso il mese scorso? Michael Danvers?
Il diretto interessato era in preda a destabilizzanti conati di vomito, ma riuscì ad annuire. Sì,
gracchiò. Vi stavo cercando.
L'altra Sentinella si accigliò, quando vide il poveretto rabbrividire. Poi, guardò quello che restava del piccione ai suoi piedi. "Quando è stata l'ultima volta che hai mangiato? Da umano, intendo."
Il ragazzo cercò di ricordare. Martedì, forse
L’uomo spalancò la bocca, basito. Tre giorni fa?!
La settimana scorsa.
L'espressione della Sentinella si incupì. Per quale motivo non sei andato in uno dei rifugi, se avevi bisogno di rifornimenti?
Fu il turno di Mickey di spalancare la bocca, basito.
Cristo Sa- lo so che sei giovane, ma non ci voglio credere che non sai proprio niente!
E l’uomo impallidì. "Da quanto tempo è che hai aperto gli occhi?"
Quindici giorni.
L’adolescente si raddrizzò. Finalmente i morsi della fame avevano iniziato a calmarsi.
Cos’è, ti sei svegliato e sei scappato? Hai abbandonato la tua famiglia?
Il volto dell’adulto mostrava sì compassione, ma nemmeno un briciolo di pietà. E ora, ovviamente, speri di essere accolto a braccia aperte.
Il giovane trattenne il respiro. Non aveva pianificato niente, una volta trovata una Sentinella. Se non lo avessero aiutato, non sapeva davvero che altro fare.
L’uomo scosse, lentamente, la testa. Poi saltò in piedi. Io sono Costanzo Allegri. Prendiamo prima qualcosa da mangiare e, poi, ne parliamo.
CAPITOLO 2
Luglio 2039. Oceano Atlantico. Due settimane prima
Michael stava ammirando il tramonto. Il sole illuminava le nuvole, mentre osservava gli altri passeggeri. La maggior parte dormiva, a parte qualcuno che digitava furiosamente sul proprio computer. Come possono non interessarsi di quello che succede là fuori? Non riescono a vedere quanto sia da paura?
Suo padre si sedette, d’improvviso, sul sedile accanto a lui. Facendo attenzione a non svegliare sua moglie, Jason Danvers si allacciò la cintura di sicurezza. Poi, notando l'espressione infastidita del figlio, gli chiese, Qualcosa non va?
Il ragazzo continuò a guardare il cielo. No, macché. Stavo solo pensando a una bambinata.
"Mi dispiace dirtelo, vecchio mio, ma tu sei un bambino. E alzò le mani -in gesto di resa- quando il ragazzo si girò a fissarlo, oltraggiato.
Sì, lo so che stai frequentando l’università. Ma rimane il fatto che hai solo dodici anni. Poi, aggiunse,
Però, se hai qualche domanda -di qualsiasi tipo- non farti problemi a chiedere."
Per tutta risposta, lui si lasciò cadere le mani in grembo. Dopo di che, se le strofinò insieme. Non aveva la minima idea di come trasformare i suoi pensieri in parole. Stavo solo guardando. Gli altri, intendo. Sembrano tutti presi da loro stessi. Cioè, stiamo andando in Europa! Possibile che non si rendano conto che è una roba grossa?!
Jason sospirò. Non sei mai stato su un aereo, prima d'ora. È normale che tutto ti sembri meraviglioso e nuovo. Noi ci siamo abituati, ormai. Non ci facciamo più caso. Abbi pazienza.
Il giovane si girò, di nuovo, a guardare il tramonto. Lo sguardo duro e l’espressione accigliata, mentre gli ultimi raggi di sole sparivano dietro l’orizzonte. "Occhi chiusi," mormorò, all’improvviso.
Come, scusa?
Lui non si voltò, mentre recitava, "La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero. È la sorgente di tutta la vera arte e di tutta la vera scienza. Colui che non ha mai provato quest’emozione, colui che non sa più fermarsi a meditare ed essere rapito -in timorosa ammirazione- è come se fosse già morto. Perché i suoi occhi sono chiusi."
Sentì suo padre che sghignazzava. Mi sembra giusto. È farina del tuo sacco o di qualcun altro?
Di Einstein.
Un tipo sveglio, mi dicono.
Il ragazzo si raddrizzò sul suo sedile e guardò il padre dritto negli occhi. Papà, hai mica dei rimpianti? Su di me, intendo.
Jason piegò, stupito, la testa. Ma certo che no. Perché mai?
So di essere intelligente e piuttosto bravo coi numeri. Ma tutte le scuole che hai dovuto pagare, è mai stato un problema?
L’uomo scosse la testa, sorridendo. "Mickey, io e tua madre siamo estremamente orgogliosi di te. Se c'è qualcosa che possiamo fare per aiutarti a raggiungere il tuo potenziale, quel qualcosa è tuo. Senza se e senza ma. Non preoccuparti, siamo perfettamente in grado di badare a noi stessi. Goditi il viaggio e comincia a pensare a quello che vuoi per il tuo compleanno."
Il giovane fece spallucce, mentre si girava verso il finestrino. Stiamo andando a Venezia. Quindi immagino qualcosa di vetro. Mi sembra appropriato.
"Ho detto che dovresti scegliere quello che vuoi, non quello che è appropriato."
E quale sarebbe la differenza? Tutto quello che faccio è essere all'altezza delle aspettative. Ma si guardò bene dal dirlo ad alta voce.
* * *
Luglio 2039. Venezia, Italia. Tre giorni dopo
Michael seguì la guida turistica attraverso la Cattedrale di Piazza San Marco. Mentre il resto dei turisti rimaneva a bocca aperta, lui faceva finta di ascoltare. È solo un'altra chiesa, pensò, solo che è enorme. Ci deve pur essere qualcosa di più interessante da fare, da queste parti. Guardò i suoi genitori, tutti presi a scattare foto. Che palle.
Improvvisamente, si sentì come soffocare. Oggi compio tredici anni. Forse dovrei fare qualcosa che nessuno si aspetta da me. Qualcosa di pazzo. Quindi, mentre gli altri si inoltravano sempre più all’interno della navata, lui rimase indietro. Quando vide che nessuno gli stava prestando la minima attenzione, si diresse verso le porte. Nonchalance è la parola d’ordine.
Prima di uscire, però, tirò fuori il cellulare e disattivò il segnalatore di posizione. Dopo di che, impostò un messaggio automatico da inviare a suo padre. Si diede, più o meno, dieci minuti di vantaggio.
Papà,
Ho deciso di andare in esplorazione per conto mio. Ci becchiamo in albergo fra un’oretta.
Mickey
Lo inviò proprio mentre usciva. Il sole pomeridiano di Venezia lo colpì in pieno. Me la faranno pagare. E con gli interessi. Si diresse subito dall’altra parte della piazza, con l’intenzione di abbandonare il centro. Però, sono un adolescente. Sarà pure ora che cominci a ribellarmi.
Non riuscì a trattenersi dal sorridere, mentre camminava per le strette vie della città vera e propria.
* * *
Ed esattamente quarantacinque minuti dopo, cercò di ricordarsi quel breve momento di allegria. Vagava, senza meta, tra negozietti e ristoranti. La risposta era arrivata, come previsto, venti minuti prima.
Michael,
I poliziotti dicono che quando si mobiliteranno, probabilmente sarai già rientrato all’ovile. Goditi la tua ora d’aria, vecchio mio. Perché quando tornerai in albergo, povero te.
Papà
Tutto sommato, era stato divertente. C'erano infinite cose da vedere in quell’antica, ma al contempo moderna, città. Il pensiero della punizione che lo attendeva, però, gettava un’inquietante ombra sul suo umore. Forse, sarebbe stato pure peggio. Forse, la vera punizione sarebbe stata porre rimedio all’averli delusi. Ma cosa diavolo mi è venuto in mente?!
Continuò a rimproverarsi, senza accorgersi di non sapere dove stava andando. Poco dopo, si rese conto di essersi perso. Controllò la sua posizione sulla mappa. Analizzando i cartelli stradali di un incrocio,