L’alba separa dalla luce l’ombra
()
Info su questo ebook
Paola Keller abruzzese di nascita, si laurea nel 1999 in lettere con lode. Subito dopo svolge incarichi di docenza per vari enti di formazione. Qualche anno dopo consegue la specializzazione nell’insegnamento secondario (SSIS) che svolge per circa quattro anni in scuole pubbliche e private. Dal 2008 al 2010 scrive per alcune riviste culturali e pubblica racconti per bambini. Nel frattempo consegue un Master in Europrogettazione sviluppando un’application form sul teatro in Europa. Nel 2014 vince il premio D’Annunzio e l’anno dopo arriva finalista al premio Salvatore Quasimodo. è di quest’anno la finale al premio Marguerite Yourcenar.
Categorie correlate
Recensioni su L’alba separa dalla luce l’ombra
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
L’alba separa dalla luce l’ombra - Paola Keller
S.p.A.
Ogni riferimento a fatti o nomi è puramente casuale.
Alle mie famiglie.
Ho osservato tutti gli esseri: pietre, piante e animali
e mi sono sembrate come lettere sparse
rispetto alle quali l’uomo è parola viva e piena.
Cap. 1
Una luce sbiadita s’infiltrava tra il sottotenda e le sciarpe di broccato regalando alla stanza una luminosità diffusa. Novembre con il suo carico di fosco tepore avvolgeva la costa fino a sfumarne i contorni, a inghiottirne la litoranea sospesa: il promontorio di Miramare si mutava in ombra spettrale, mentre Duino scompariva per riapparire come un puntino bianco nei giorni di aria asciutta.
Sylvia Shimdt scorse, tra le fessure di quel panneggio, la riva ghiaiosa e brulicante del Mandracchio a due passi da Piazza Grande, mentre sentiva i suoi nervi ricominciare a irrigidirsi. Si adagiò lentamente sul pavimento di marmo e strisciando carponi iniziò a inspirare forte per raggiungere il piano della toeletta. Senza alzarsi in piedi, afferrò il candelabro sbalzato con una sola candela accesa e con un soffio deciso spense la fiamma. Trascinandosi fino al salotto, che si apriva come un ballatoio nell’anticamera, con la stessa avversione allungò la mano destra e schiacciò il palmo sull’interruttore dello sfavillante lampadario di cristallo, ma la luce naturale, particolarmente abbacinante in quelle giornate umide, continuava a penetrare anche tra i telai dei battenti.
Aveva riservato ancora più cura alle superfici, quali lo specchio, il tavolo lucido, persino gli steli delle lampade in ottone erano stati ricoperti con un mantello, un foulard, un panno di feltro.
La benchè minima riflessione della propria sagoma le provocava una nausea al limite della repellenza. Era consapevole dello stato in cui si muoveva con i lunghi capelli scomposti sulle spalle, le borse sotto gli occhi, la vestaglia verde di velluto indossata sopra una camiciola che da alcun giorni non cambiava, in quell’incedere prostrato come un’anima dannata.
Si sollevò sulle ginocchia e aggrappandosi ad un bracciolo del divano di fronte al caminetto vi ci si abbandonò in attesa di Bertha.
Buongiorno dott.ssa, dormito bene?
entrò con passo felpato la donna dagli occhi infossati, la labbra sottili come i capelli. Sempre la stessa domanda… Appena puoi tornatene a Vienna. Mio padre disporrà di te come meglio crede!
rispose ansante. Lasciandovi in queste condizioni?
tuonò la donna. L’angoscia non mi dà tregua e ho la testa talmente affollata di immagini…
a quel punto la voce tremò e ne seguì un gemito. Dott.ssa, suvvia…
le si accostò in mutato tono Bertha …vedrete passerà!
. Le afferrò le sottili mani bianche, piegò le dita nei suoi robusti pugni che accostò al petto florido : C’è il dottor Maller nel vestibolo: vuole visitarvi anche oggi.
Non voglio riceverlo!
la interruppe come rinvigorita Sylvia, riappropriandosi del movimento agli arti superiori. La sua cura non ha funzionato e dubito che lo faccia ora!
È amico di vostro padre… gli scriverà se non lo farete entrare…
A quel punto la giovane si ammutolì e dopo qualche secondo annuì stizzita gettando la testa all’indietro. Quelli, un uomo alto dalla folta barba bianca abbarbicata su per le guance, aveva ascoltato fino all’ultima sillaba di quel confronto. Si presentò alla soglia del salotto senza attendere che la cameriera tornasse da lui e poggiò la borsa di pelle a terra. I miei ossequi, dott.ssa, cercherò di essere il meno molesto possibile…
mormorò lisciandosi la lanugine sotto lo zigomo destro. Accomodatevi pure, dott. Maller! Non ho molto da dirvi, penso che vedermi così sia sufficientemente eloquente!
tagliò corto.
Lo noto, ma lasciatemi dire che il vostro malessere non è inconsueto nelle giovani donne, specialmente se istruite!
ammise guardandola di sottecchi.
A cosa volete alludere?! Al fatto che sia diventata un’isterica?? Li conosco i sintomi ed evitate di propinarmi la solita panacea del matrimonio…
L’uomo aprì piano la borsa ed estrasse adagio lo stetoscopio. Al caffè si dice che abbiate rotto il fidanzamento con il conte Von Trupp
riprese quasi mormorando l’uomo.
La nostra era una semplice frequentazione,
rispose piccata niente di ufficiale…
…E che lui ci sia rimasto
colpito", aggiunse il dott. Maller.
È stato meglio così… il conte merita una donna che sia in salute…
continuò Sylvia spalancando lo sguardo: E che gli garantisca una prole numerosa!
Non vi sentireste all’altezza di questo compito?
lo incalzò il medico voltandosi senza mutare tono.
Ma non intendete?!
sbottò Sylvia "Non sono in grado nemmeno più di immaginarmi…
È come se vedessi un sole nero, alto, su un simulacro di mondo. A volte penso che se stendessi la mia mano, potrei anche accarttocciarlo…"
Hmm…
si schiarì la voce il dottore, avvicinandosi alla finestra Innanzitutto, proviamo a tirare queste tende!
Non le toccate!
urlò la giovane.
Il medico rimase con le braccia a mezz’oria, poi ricomponendosi ed esitando riprese: Sono sempre più convinto che si tratti di esaurimento nervoso, ma quello che mi impensierisce è che due mesi di riposo e di intrugli non abbiano sortito alcun effetto. Propongo, quindi, un soggiorno in Tirolo, che ne dite? Conosco molte famiglie ospitali che rispetteranno le vostre necessità, sapendo anche allietarvi con il loro spirito. In questo periodo le Dolomiti sono incantevoli. Per primavera vi sarete ristabilita e potrete finire gli studi sul Proteo… a proposito, a che punto sono?
Secondo voi?!…
Il prof. Freud ricoprì il vostro stesso ruolo all’istituto: per due anni studiò l’accoppiamento delle anguille…
riprese tranquillo.
Anche l’anfibio che sto osservando ha un modo di riprodursi alquanto complesso e bizzarro. Raggiunge la maturità dopo 10 anni di vita ed è capace di restare a digiuno anche per un quarto di secolo
si fermò e abbozzò un sorriso. Stavo esaminando due esemplari nelle grotte di Postumia: sostano spesso nel laghetto sotto la colonna brillante…
. Il dottore notò che mentre si esprimeva così sul viso di Sylvia si riaccendeva come un barlume di vitalità, che nondimeno svaniva l’attimo dopo in un cupismo fatalista.
Volete andare a Merano, dunque? Predispongo tutto, così che possiate partire questo sabato stesso…
Non mi vedo in grado di affrontare spostamenti, dottore… sono stanca!
L’anziano dottore, allora, sollevò il sopracciglio destro e pronunciò fermo: Allora, permettetemi di suggerirvi la consulenza di un altro collega…
Non di uno psicanalista!!? Lasciatemi stare con questo Freud… ho letto le sue pubblicazioni. Farebbe meglio a tornare alle anguille!!!
ribattè con enfasi mentre il dottore riafferrava la manica della borsa con la