Radici e Rami: Il disegno dell’albero e la narrazione di sé
Descrizione
Tra queste vie espressive inconsce c’è il disegno dell’albero, da cui scaturisce un raccontarsi sconosciuto, profondo e intenso; l’albero disegnato non è quindi soltanto un prodotto artistico ma un prezioso simbolo, indicatore di ciò che siamo e soprattutto, di ciò che in noi è rimasto lontano, trascurato, taciuto o dimenticato, desideroso di voce.
Conoscere il codice del suo linguaggio e l’intimo messaggio racchiuso tra le sue tacite parole, può aprire scenari di preziosa consapevolezza.
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Anteprima del libro
Radici e Rami - Anita Rusciadelli
corteccia.
Il simbolo, l’albero e le parti perdute
Precipito dentro di me
come in un bosco incantato.
Alejandro Jodorowsky
Il Simbolo (da symbáll ō , metto insieme) era per i greci antichi un oggetto di riconoscimento, generalmente una moneta che, spezzata in due parti irregolari, garantiva a due persone rimaste a lungo lontane, la certezza di potersi riconoscere e finalmente riunire, riempire vuoti di mancanze, ricomporsi in un abbraccio e respirare un’appagante sensazione di pienezza.
Il coincidere perfetto delle due parti significava dunque recuperare l’unità momentaneamente perduta e la ricongiunzione a lungo anelata.
Non sempre tuttavia, questa sensazione di compiutezza ritrovata passa attraverso l’incontro con una persona; più facilmente – e più intensamente – arriva a noi con un odore, con la sfumatura di un colore o la scia di un suono ed ecco che, per un attimo, avvertiamo chiaramente il sopraggiungere di alcune nostre parti credute perdute e un senso vago di calda ricomposizione.
Personalmente, a me capita quando vedo qualche oggetto della mia infanzia, una trottola di latta, un caleidoscopio, ad esempio, e improvvisamente mi travolge, la me-di-ieri. Non è nostalgia quella che provo, ma pura, gioiosa e struggente sorpresa, nel ritrovare quella dimensione di stupore bambino, con i suoi scenari illimitati di fiduciosa espansione.
La trottola, vista così, potrebbe essere considerata un simbolo che mi consente di ricongiungermi a una parte di me ormai lontana, quella dell’infanzia