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Faust
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Ebook111 pages1 hour

Faust

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IMMAGINATE UN'ESISTENZA SENZA PARADISO O INFERNO.

Niente dei o demoni. Solo i nostri pensieri e il libero arbitrio. In questa esistenza, tutta la vita è interconnessa ed interagisce con una coscienza superiore.

A differenza di Marlowe e Goethe, Deschauer presenta una cosmologia ed un'esistenza che sono sia individuali che generali, carne ed anima. Il libero arbitrio si scontra con il destino, il mortale con l'immortale.

Punta a spiegare al genere umano le vie del Signore in un'esistenza priva di Dio. Eppure l'inevitabile costrutto di Dio, anti-Dio e mito è accettato dall'umanità nella sua ricerca di un senso all'interno della nostra realtà. 

E' LAMORE IL SIGNIFICATO DELLA VITA? IL LIBERO ARBITRIO? O L'IMMORTALITA'?

LanguageItaliano
Release dateSep 14, 2019
ISBN9781071502525
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    Faust - Baron Alexander Deschauer

    INVOCAZIONE

    To the gods that historians say are dead, heed my cry.

    To the gods that live, pray inspire my pen and convey

    the purpose so others may learn and need not waste

    what little thread the fates provide.

    PREFAZIONE

    For the punishment of fire’s gift

    A liver pecked perpetually

    Man with woman now embrace

    Warmed, enriched and well fed.

    Faust è una storia senza tempo di mortali alla ricerca della conoscenza degli immortali. Perversamente, Faust scambia consapevolmente l'immortalità per la mortalità; l'incertezza e l'imprevedibilità per la certezza. Ma se la morte è già una certezza, perché giocarsi l'ultima carta? Eppure è questo che facciamo, e che fa Faust.

    Anticamente di origini germaniche, la storia si concentra su uno studioso insoddisfatto della sua vita e del livello di apprendimento a sua disposizione. Per assistere la sua ricerca di tutto ciò che è possibile sapere, vende la sua anima al diavolo. È un mito con il servitore demoniaco che viene da un inferno gestito da Satana.

    Se guardiamo ancora più indietro nel tempo, incontriamo le antiche divinità chiamate Titani, uno dei quali era chiamato Prometeo. Prometeo rubò il fuoco agli dei per l'umanità (che lui stesso creò) solo per essere poi punito venendo incatenato ad una roccia ed avendo il suo fegato eternamente beccato da un'aquila (essendo lui immortale, il fegato gli ricresceva così che patisse ogni giorno la punizione). Veniva punito per aver causato dispiacere agli dei (specialmente al dio più potente, Zeus). Ma era anche un avvertimento per gli altri immortali, perché non elevassero i mortali al livello degli dei.

    Gli antichi poeti come Esiodo, Omero, Ovidio e Virgilio definirono le relazioni formatesi fra dei e mortali (i primi due per i Greci, gli ultimi per i Romani). Le origini degli dei e le loro imprese erano descritte con cura. Queste opere vengono studiate ancora oggi e forniscono una visione approfondita delle verità senza tempo sull'umanità e la natura umana. Gli dei immortali incarnavano molte caratteristiche umane ed inoltre non erano esseri perfetti a causa della loro conoscenza imperfetta e spiacevole vanità o gelosia. I mortali, una mera distrazione per gli immortali, erano giocattoli con cui divertirsi e da tormentare come ogni dio riteneva opportuno.

    Questa visione politeista dell’esistenza venne sostituita (o assorbita, a seconda del vostro punto di vista) dal Cristianesimo circa 1700 anni fa (ci vollero alcuni secoli dopo l’apparizione di Cristo più un impero che adottasse questa nuova religione prima che le sue radici affondassero—intorno al 313 i Romani promulgarono l’Editto di Milano, il quale diede al Cristianesimo valore legale e tutti quelli nell’Impero Romano dovevano rispettare i cristiani). L’Islam, un’altra religione monoteista, divenne una forza a livello mondiale in maniera relativamente veloce dopo che la parola di Allah venne rivelata a Maometto. In queste realtà monoteiste, i supplicanti potevano pregare un unico Dio Onnipotente, invece che avere a che fare con una schiera di litigiosi fratelli e sorelle divini. Anche la nostra indicazione del tempo in anni usando DC (‘dopo Cristo’) o anno Domini (che significa l’anno del Signore—non ‘nell’anno del nostro Signore’ come credono molte persone) fa riferimento ad un dio; AC significa ‘avanti Cristo’. Viviamo nell’età del Cristianesimo nonostante studiosi e non cristiani parlino di Era Volgare (e.v.) e Avanti Era Volgare (a.e.v.). Eppure, gli ebrei e i mussulmani contano i loro anni rispettivamente dalla data della creazione e della nascita di Maometto. Altre culture usano altri punti di riferimento nel loro sistema per contare gli anni. Sembrerebbe che viviamo in un mondo di multipli Dei Onnipotenti; forse c’è un filo comune, un nesso che li lega tutti insieme.

    L’inglese Marlowe, nella sua opera teatrale La tragica storia del dottor Faust (1604), racconta di un Faust che, con entusiasmo, fa un patto con il diavolo per la conoscenza e il piacere terreni. Il prezzo: dannazione eterna senza possibilità di redenzione.

    Il tedesco Goethe scrive un poema epico, duecento anni dopo, sullo stesso soggetto e, di fatto, con lo stesso nome. Il suo lavoro è un classico della letteratura, a tal punto che è impossibile nominare Faust senza menzionare Goethe. La sua influenza sulla lingua e il pensiero tedeschi è stata enorme. I miei interessi principali, influenzati da Goethe, sono l’abilità degli uomini e delle donne di operare al difuori del controllo di Dio, e la redenzione in un’esistenza senza Dio. Goethe è stato per me un trampolino per esplorare Faust all’interno di realtà in cui è presente una maggiore consapevolezza.

    Ci sono numerosi autori che hanno affrontato questo soggetto, sia direttamente che di sfuggita. Molti film hanno fatto rapidi riferimenti a questa storia, e perfino la nostra lingua include l’espressione vendersi l’anima, riferendosi al patto che uno fa con il diavolo per ottenere ciò che più desidera. Le origini di questa espressione risalgono a Goethe e Marlowe e all’antico mito tedesco al quale si sono ispirati.

    Il mio Faust si fonda su di una diversa percezione dell’esistenza. Ho cercato di realizzare una storia del Faust compatibile con la realtà illustrata nella mia opera precedente Revelation. Credo sia un Faust coerente con tutte le credenze. Per me, il libero arbitrio e la nostra abilità di pensare senza paura o censura (da parte di noi stessi od altri) sono ciò che ci definiscono e ribadiscono la nostra esistenza.

    Pur richiamando Milton, Marlowe e Goethe, volevo scrivere una storia che potesse essere letta, goduta e ricordata per i propri meriti. Se il lettore vorrà vederlo, potrà notare l’intrecciarcisi della mia filosofia esistenziale. È pensato per intrattenere e magari incoraggiare una riflessione; non è in alcun modo pensato per offendere.

    Spero vi godrete la storia.

    Baron A. Deschauer

    St. Helier, Jersey, C.I. 2016

    CAPITOLO 1

    Brian Muldrox sentì che gli si irrigidivano le spalle, mentre i muscoli del petto si contraevano. Tutta la struttura corporea si rigonfiò, il sangue che scorreva più forte nelle sue vene. Non riusciva più a sopportarlo. Tom lo aveva appena insultato di nuovo.

    Non devo più stare a sentire queste stronzate, disse Brian ai suoi amici. Spinto da una vampata di adrenalina, iniziò a camminare verso Tom. Quando tutto il suo campo visivo si concentrò su di lui, era come se non riuscisse più a vedere gli altri bambini che giocavano a football proprio alle spalle di Tom; anche gli insegnanti che sorvegliavano tutti cessarono di esistere. Tutto ciò che riusciva a vedere era Tom, e presto gli fu a pochi centimetri di distanza.

    Ciao Tom, disse Brian minacciosamente.

    Tom non si mosse. Semplicemente fissò Brian, senza dire niente. Non era particolarmente grosso per la sua età—di media-piccola statura, effettivamente. Il mignolo della sua mano sinistra era leggermente dritto, ma era perché era stato rotto solo tre mesi prima.

    Brian era almeno una decina di centimetri più alto di Tom e parecchio più pesante. L’ultima volta che si erano incontrati, Tom aveva fatto una battuta sulla bicicletta di Brian. Il risultato di quella impertinenza era stato Tom a terra, circondato da Brian e i suoi amici. Brian aveva colpito Tom prima al volto e poi allo stomaco. Quando Tom era caduto a terra, raggomitolandosi su sé stesso, ognuno degli altri ragazzi gli aveva assestato almeno un calcio. Alcuni lo calciarono molte altre volte. Era stato uno di quei calci a spezzare il mignolo di Tom.

    Dopo quell’episodio, Tom si assicurava di non trovarsi mai vicino a Brian o ai suoi amici. Questo a Brian piaceva; gli piaceva il rispetto. Fece sapere a Tom, attraverso ‘le regole del parco giochi’, che le avrebbe ‘prese’ la prossima volta che lo avesse incontrato.

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