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Nello specchio
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Ebook169 pages49 minutes

Nello specchio

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La cifra essenziale del lavoro è in una lezione di riconciliazione con la vita che dura e in cui la dimensione interiore è specchio abissale di una memoria confinata in un riflesso ibridato, frattalico, della proiezione immanente del vissuto. La parola poetica lega l'esperienza della perdita al dolore e alla disperazione, anteponendo al concetto laico del silenzio di Dio, quello religioso della Fede come rinascita mediatrice fra amore e conoscenza.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateSep 12, 2019
ISBN9788831634823
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    Nello specchio - Arturo Romita

    633/1941.

    PREFAZIONE

    La raccolta poetica titolata NELLO SPECCHIO di Romita Arturo è una testimonianza sull’amore; su come questo sentimento profondamente umano allunghi la vita e ne dilati gli orizzonti.

    La straordinaria forza evocativa del suo ricordo produce una sofferenza carsica e magmatica che affiora dal profondo e poi, lentamente, si stempera nella rassegnazione:

    "Or che non sei più stringono nulla,

    e il cuore è ruga di prugna secca.

    Eri primavera dei sogni miei.

    Or vivo il rigore del gelido inverno".

    La memoria è ornamento e tesoro prezioso, è simulacro del reale e agisce da catalizzatore facendo confluire in un unicum la potenza del desiderio e i numerosi inganni dell’immaginario.

    L’indole alla meraviglia dà voce al perenne incanto del ricordo che sfolgora e abbaglia serbando in sé una disposizione dello spirito che dona duttilità, dinamismo e libertà, perché il ricordo è fisso mentre l’immagine si espande. I versi esprimono l'attesa, chiusa dentro parole schiacciate tra passato e presente, con tutto il loro potenziale problematico di evento, di enigma e di domanda ma anche di illusione vitale; rappresentano un’ancora di salvezza, una mediazione poetica attraverso un sapere dell’anima che è guida preziosa in una realtà priva di direzioni.

    Il percorso lirico tradisce lucida sofferenza e sullo sfondo, il fremito di chi è tormentosamente vivo e scruta nello specchio l’immagine riflessa di un’ombra emotiva con il suo casellario di ricordi:

    Ho uno scrigno colmo di ricordi.

    L’apro di tanto in tanto per averti

    come al tempo che volemmo di magia.

    La poesia in Romita è racconto del vissuto, della realtà illuminata da un riverbero metafisico, è il centro onfalico di un mandala nel quale tutto si rischiara arginando la morsa dell’ansia:

    "Ho maturato i tramonti d’autunno

    che vivo in penosa solitudine,

    mancando a me lei che fu mia compagna

    nel rimpianto di che e chi perduti."

    Il ricordo dell’amore è ricordo della persona amata:

    "La memoria raddoppia il tempo

    e, in solitudine, fa compagnia."

    ed è proprio nell’esperienza dell’intimità individuale che presenza e assenza si fondono e scardinano nel verso i fondamenti della percezione del reale:

    "L’anima oggi è cencio

    fradicio di pioggia sul pennone

    nell’autunno della vita che va.

    E non sa dove."

    L’amore, che è stato la sua ragione di vita è indagato, sezionato e alla fine del processo affiora ciò che gli ha lasciato in eredità: un solco profondo, un limes al quale opporsi per non cedere al vuoto dell’assenza e scavando ancora più a fondo nel ricordo dà materia all’impalpabile:

    "Non ci sei più, quel tempo ormai finito.

    Ma io nel segreto lo rinnovo

    nel silenzio che nessuno sonderà."

    L’amore sopravvive a ciò che si ama, irradia luce, rimanda oltre, è una forma di invito all’eterno, risveglia un’energia formidabile.

    L’autore timido e scrupoloso si rivela amico delle parole: condensa pensieri e cesella immagini che creano il fascino e il richiamo di suggestioni lontane che si riflettono nel suo specchio privato in cui le trame ondeggiano tra la lucidità della veglia e un’aura quasi misterica e si affievoliscono in un’atmosfera di impalpabile evanescenza.

    È prodiga la parola evocativa che induce a far durare l'amore attraverso il lento e faticoso scavo interiore con sofferenza infinita, mantenendo fede e rinnovando quella promessa di eternità che accompagna ogni amore vero.

    La poetica del quotidiano, cantata nelle rime di Romita, si snoda attraverso un filo di elevata densità nella continua percezione di una distanza che si tesse e si spezza ma che sempre si riannoda nella remora di una religiosità profonda.

    Attraverso il linguaggio che prolifera di immagini, l’autore cessa di essere individuo per diventare creatura di resistenza, di speranza e di fede e i suoi versi sono figli del sogno e della veglia ed esprimono l’ardito tentativo di vincere i limiti imposti dello spazio e del tempo:

    "Ho bisogno di cucire ricordi

    che altrimenti perdo nel tempo,

    volo di tarassaco nell’alito del vento,

    rondini in via per altre gronde."

    Nel lavoro resistono i valori mai perduti, sopravvivono gli astrolabi dell’anima necessari alla navigazione interiore e i tripodi di un fuoco prometeico che fa doppiare il dolore e lo sublima.

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