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Atti di camorra
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Atti di camorra

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Atti di Camorra è un testo che raccoglie quattro atti unici che hanno come unica tematica l'ingresso degli adolescenti all'interno della Camorra. il testo più impegnativo è senza dubbio Riccardo III Live from Scampia dove si raccontano le gesta di un adolescente che entra nella faida camorristica del 2003-2004 di Scampia. Oltre a questo testo ci sono Il Santo dove vi è un dialogo acceso tra un figlio di un criminale e un sacerdote, Il Petalo di Rosa che racconta di uno stupro ad una quindicenne e infine Il Figlio dell'imprenditore dove la camorra entra in relazione con le ditte di costruzioni innescando l'ingresso nella camorra di un figlio della Napoli Bene.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateAug 23, 2019
ISBN9788831624213
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    Atti di camorra - Antonio Lepre

    Davide

    Prefazione

    Un Leviatano del crimine

    di Giancarlo Maria Palombi¹

    La talea è un piccolo miracolo della natura. È una tecnica diffusa nel giardinaggio. Si prende un frammento di pianta, si inserisce nel terreno e si attende che l’acqua e i nutrimenti della terra facciano il loro corso. Da quel frammento, materia apparentemente senza un utilizzo – nella visione moderna delle cose – rinasce la vita. Antonio Lepre, con le sue opere, è una talea. Riesce, con una miscela di teatro, letteratura e attualità, a dare nuova vita a storie. A far sbocciare percorsi intellettuali, ragionamenti. A fare cultura. Riesce a raccontare la cronaca, dura e violenta di una Napoli quasi assuefatta al dolore, con i ritmi della prosa.

    Incalzante.

    Ansioso.

    Tensivo.

    È il caso del testo Riccardo III live from Scampia – da un'idea di William Shakespeare. Ispirata all’opera di William Shakespeare, la piéce scritta, diretta e interpretata da Antonio è un catalizzatore sociale dove i temi della camorra e dell’adolescenza non vengono mai contaminati dalla banalità della retorica. Ecco che il Riccardo di Lepre diventa un ragazzino della periferia napoletana, figlio di una tranquilla famiglia operaia, che dopo la perdita del padre, vittima di morte bianca, sceglie il mutismo come ribellione a un sistema di precarietà sociale che non gli appartiene. Nei mesi di sangue e piombo che come una cappa oscurarono il sole di Scampia, Riccardo si avvicina timidamente alle dinamiche dei clan di malavita. Ne osserva le mosse, attratto da un magnetismo oscuro e allo stesso tempo reazionario rispetto all’immobilismo del suo quartiere. Da bravo guaglione di famiglia proletaria, diventa un soldato di camorra. Un muschillo a cui il facile denaro e la vita di strada restituiscono la parola. Il Riccardo III di Antonio Lepre è un Leviatano del crimine. Da piccolo spacciatore a corriere della droga, cresce fino a diventare killer. La scrittura di Lepre e la conoscenza dei fatti di cronaca creano un intreccio in cui il personaggio accentra in sé tutti i misfatti di due anni di faida di camorra.

    Come il Santo, altro personaggio dell’opera, che diventa la personificazione dei capiclan di Napoli. È in questi paradossi che Antonio Lepre compie un balzo in avanti. La sua lettura del mondo napoletano non nasce da asettiche rassegne piuttosto dalla esperienza di chi, figlio dei quartieri popolari e delle periferie, ha scelto di raccontare e interpretare – anche con un uso sapiente dei cliché – l’anima nera del Sud.

    Il percorso accademico e la passione per il teatro mai inficiano, piuttosto alimentano le opere di Antonio Lepre. Come linfa, nutrimento. Così nascono nuove storie. Talee che rifioriscono.

    Atto Unico in undici quadri

    Il petalo di Rosa

    Personaggi:

    Fabio: impiegato comunale

    Ilaria: sua moglie

    Rosa: figlia

    Roberto: camorrista

    SCENA:

    Il palco presenta al centro una panchina in un parco, mentre a sinistra un tavolo con delle sedie e una credenza e a destra un biliardo con stecche e poi delle freccette.

    QUADRO I

    FABIO: (entrando in casa) buonasera, di casa.

    ILARIA: (Voce fuoricampo). Sei tu caro?

    FABIO: (si siede al tavolo) Si, sono io

    ILARIA: (entrando in scena con abiti da stirare) Ma non siete napoletani? Sei tornato più presto stasera? Non sono neanche le diciassette.

    FABIO: Sì abbiamo finito prima ... la noia in quegli uffici è asfissiante

    ILARIA: (stirando) ti capisco.

    FABIO: siamo sei impiegati dove ne basterebbe uno. Solo fotocopie e timbri, non sappiamo che fare tutto il giorno (prende delle lettere) ... cosa sono queste?

    ILARIA: Le ha portate stamattina il postino, penso siano bollette.

    FABIO: Ecco la vera moglie di un lavoratore: la bolletta, (sorride) finché morte non ci separi ...

    ILARIA: che scemo che sei (lo bacia)

    FABIO: e Rosa?

    ILARIA: Faceva tardi in palestra mi ha detto.

    FABIO: solo?

    ILARIA: Si ...

    FABIO: mi sa che mi nascondi qualcosa.

    ILARIA: cosa ti dovrei nascondere?

    FABIO: Ma non so, tipo un fidanzatino ...

    ILARIA: scemo che sei, scommetto che sei geloso di tua figlia. Vero?

    FABIO: non è forse la mia bambina, ha solo quindici anni.

    ILARIA: comunque si, dopo la palestra va a prendere un gelato con il suo istruttore.

    FABIO: E quanti anni avrebbe questo istruttore?

    ILARIA: Qualcuno più di lei.

    FABIO: Qualcuno quanti?

    ILARIA: Qualcuno.

    FABIO: sì. ma qualcuno tipo due?

    ILARIA: no.

    FABIO: è maggiorenne allora?

    ILARIA: Sì, è maggiorenne.

    FABIO: Moglie mia, qui cominciamo a preoccuparci, mica è un trentenne con moglie e figli?

    ILARIA: (ride) ma che dici; ha solo ventuno anni.

    FABIO: (preoccupato) solo ventuno anni? ... se non torna per ora di cena chiamo vigili del fuoco e polizia.

    ILARIA: Sì, sì e poi chiama anche a tutti gli ospedali. Dai, ma che dici scemo. E poi te ed io non abbiamo sei anni di differenza? Che male c'è.

    FABIO: Quella che in questo momento sta guardando con gli occhi pieni di ormoni è mia figlia.

    ILARIA: Scemo, sei geloso di tua figlia. (lo bacia)

    QUADRO II

    ROSA: (sulla panchina a telefono) ... diceva che era amore; io gli ho creduto ... (aspettando una risposta), ma lo so che me l'avevi detto, ma ti sembra? ... e adesso come faccio? Che ne è della mia vita ora ... ( pausa. Arrabbiandosi ) ma che ne sai te? ... è la mia vita che è rovinata ... adesso come faccio? Dove vado? (pausa) scusa non me la devo prendere con te ma sto male... (pausa) a casa non ci voglio tornare, come lo posso dire a papà ...

    QUADRO III

    ROBERTO: (entrando da destra si dirige al bigliardo) ciao fratellino ... (indicando qualcuno dietro al bancone) mi porti un wisky con ghiaccio, mi metti anche un uovo dentro perché mi devo riprendere, ho allagato un altro fiorellino. (ride e tira le palle del biliardo ).

    QUADRO IV

    ILARIA: ( al tavolo che prepara la tovaglia e apparecchia) non andare avanti e dietro che mi sporchi tutta casa. ... ( pausa, continua ad apparecchiare) tra poco la vedrai ritornare ... (pausa) hai finito con quel bagno che mi

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