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Scilla e Cariddi
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Scilla e Cariddi

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About this ebook

Tra un paesino che si affaccia sul mare e Caserta, vive una bellissima creatura e vecchi rancori mai dimenticati. Un’imposizione della natura che porterà a una serie di omicidi seriali. Dove non si sa chi è l’assassino, si sanno chi sono le vittime, ma non il perché vengono martoriati. Tutto questo a due passi da un mare calmo e spumeggiante pronto a inghiottire amori, segreti e dolori.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJul 8, 2019
ISBN9788831629973
Scilla e Cariddi

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    Scilla e Cariddi - Raffaele Spera

    633/1941.

    Capitolo I

    Il suo regalo sarebbe stato una sbronza colossale, una perdita di controllo totale. Annullamento del proprio Io. C’erano poche cose in grado di resistere a un buon gin. Il giorno dopo avrebbe conosciuto l’emicrania, ma per quella sarebbe bastato l’antidolorifico magnifico specifico, per dirla alla Jovanotti, e comunque era disposta a tutto per dimenticare, per non pensare, almeno per qualche ora. Si diresse nella stanza da letto e guardò lo scarabocchio dedicato, prese un altro sorso di gin dalla bottiglia, lo appoggiò sul comodino, si svestì e indossò solo la sua pelle. Si sedette sul letto appoggiandosi con la schiena alla testiera imbottita e allungò, di nuovo, la mano verso la bottiglia.

    «A noi due, amica mia portami in un bel posto.»

    Mimò un brindisi e lasciò che l’alcool bruciasse la gola, lo stomaco, la paura, la delusione… la sua amica più cara, le era accanto come sempre.

    I giorni della merla erano vicini e il grande freddo, era probabilmente ancora da venire, ma il gelo tagliente penetrava ovunque, cristallizzando nella trasparenza ingannevole della brina ogni cosa. Quasi bastasse solo aspettare e confidare in una primavera che non avrebbe tardato molto ad arrivare. Il ghiaccio si sarebbe sciolto, in gocce di acqua, che avrebbero provato ad aggrapparsi con tenacia alla memoria di un dolore freddo e antico, ma si sarebbero dovute arrendere a quella terra che le agognava da mesi, certa della promessa del tempo di tornare a donarle nutrimento. C’era il sole quel mattino, a rendere più artico il vento che soffiava da nord est, pregno di salsedine per la mareggiata notturna che ridisegnava i contorni di un inverno spietato nella memoria di chi, quel mattino aveva lasciato il letto, sapendo che la vita era cambiata e aveva preso una direzione inaspettata. Né migliore né peggiore, era ancora troppo presto per sapere con certezza, se la primavera, sarebbe stata la stagione di mezzo o un pigro inverno trascurato. Se l’estate avrebbe portato frutti prima di un nuovo freddo. Né migliore, né peggiore ma diversa, senza dubbio diversa, da quella diversità che senti nelle ossa, nei tendini, nei polmoni, mentre ingoi aria mista a sale. Si trascinò davanti allo specchio e si guardò a lungo. Io non ti odio Dice la mia mente, ma alla mia carne ancora non basta. Dolore chiama vendetta, sangue chiama altro sangue. Il corpo non appartiene alla morale, esso è territorio della natura si nutre così, oltre e sopra quei parametri di giusto e sbagliato, che servono solo a irrobustire la maschera, lasciando il ventre a morire di fame. Si avvicinava, il sole che pigramente si stava alzando e con i suoi raggi carezzava le onde che si avvicinavano alla riva, il mare ondeggiava, come una sinuosa danzatrice, fedele alle sue rive. Aveva riportato sul bagno asciuga un corpo senza vita, lo aveva rigurgitato, lui amava tutto ciò che è vitale e quel corpo inerme, lo rifiutava, ecco perché lo aveva spinto sulla riva per non creare una risacca. Era ignudo ma conservava le cause del suo decesso, la firma dell’autore.

    «Cosa ne pensa Commissario Molini.»

    «Ispettore Solinas. A prima vista posso dire che è morto da alcuni giorni e dobbiamo solo controllare se esiste negli elenchi di persone scomparse. Chi l’ha ucciso l’ha fatto con ferocia maniacale, vi sono varie ferite da taglio, ma sono ben precise, ha volutamente inteso farlo soffrire, e quindi non è morto subito. Qualcosa di più preciso c’è lo dirà l’autopsia della salma.»

    «Ho già chiamato la scientifica sarà qui a momenti per i rilievi, quando avrà finito, aspetto suoi ordini per far spostare la salma.» Replicò l’ispettore.

    «Va bene, per adesso tieni lontani curiosi e giornalisti, è il secondo cadavere nel giro di due settimane e non vorrei che ne nascesse un nuovo serial killer. I giornalisti pur di vendere ne pensano una più degli scrittori.»

    «Farò il possibile Commissario.»

    «Grazie, ti aspetto in centrale, voglio guardare la pratica Ferradini, quella dell’altro omicidio, non vorrei che realmente siamo davanti a qualcosa di seriale, quella che voleva essere una battuta mi ha acceso una lampadina ed io spero di sbagliarmi. Cerchiamo di sapere di chi si tratta e scaviamo sulla sua vita privata a 360 gradi.»

    «Certamente non appena avremo la sua identità, inizierò le indagini con la nostra squadra. Appena avrò qualcosa di concreto, le farò avere un rapporto sulla sua scrivania.»

    Una cittadina apparentemente tranquilla era da un po’ che oltre a topi dì appartamento, per giunta sporadici, non accadeva nulla d’importante. Era un paese di pescatori che con i loro pescherecci trainavano l’economia locale, dando lavoro alla maggior parte delle famiglie, era insolito quello che era accaduto e nessun nuovo volto era transitato in paese, per cui non era facile capire, il perché di questa escalation di morte.

    Con le prime luci dell’alba, con il diradare della sbronza da gin, qualcuno sta rileggendo quella lettera che aveva trovato, su di una spiaggia, alcuni mesi fa, una strana lettera, che gli apriva un mondo ignoto.

    Forse ti amerò per sempre, magari per tutta la vita e quelle dopo, se mi reincarnassi per caso in una ghianda, per te diventerei una quercia, continuando ad amarti ancora e ancora, allungherei tutti i miei rami, solo per farti riposare sotto la mia ombra, dovessi mai ritrovarti nuovamente accanto o in qualsiasi punto della terra emersa, ma sono una piccola sirena e il mare mi è nemico se cerco di tornare a riva.

    Una lettera trovata sulla spiaggia, durante una passeggiata a contatto con la sua natura, sono parole che parlano d’amore, senza tempo fuori da ogni schema, amore tra la realtà e la fantasia di chi non si arrenderà mai.

    Il commissario in ufficio stava rileggendo le relazioni sul caso Ferradini, cercava d’imprimere nella sua mente qualcosa di particolare ma non emergeva nulla d’insolito. La sua concentrazione fu interrotta dallo squillo del suo cellulare, prima di rispondere guardò il nome, era l’ispettore Solinas.

    «Ispettore, cosa c’è di così importante che mi chiama, dopo neanche quaranta minuti che ci siamo lasciati.»

    «Commissario, mi scusi ma è un particolare che devo riferirle. Se ricorda bene, quando abbiamo visto il cadavere sulla spiaggia, era prono, ma quando è venuta la scientifica e lo abbiamo girato, ho potuto notare qualcosa di particolare.»

    «Ispettore, mi dica pure cosa ha di particolare, il cadavere.»

    «Commissario, gli hanno tranciato di netto l’asta. Un particolare che non ha spiegazioni, perché non ci sono, sul corpo, segni di morsi di pesci, e quindi si tratta di un taglio voluto.»

    «Interessante, questa notizia, aspetto di sapere, al più presto le cause della morte e se c’è qualche traccia che ci possa indicare dove è morto, perché in mare è stato buttato. Questa è la mia idea.»

    «Ai suoi ordini Commissario, riferisco tutto. E’ la prima volta che vedo qualcosa del genere.»

    «Ispettore, il genere umano è un libro di cui è stato scritto e scoperto, solo alcune pagine. Io penso che ci sia ancora molto da capire e scoprire. Rassegniamoci a meravigliarci.»

    L’ispettore non rispose che con un saluto cordiale e riattaccò la conversazione. Il commissario invece, andò a rileggere l’autopsia di Ferradini che non parlava di questo macabro, reperto autoptico e iniziò a considerare che i due omicidi non erano collegati. Al momento la sua prima ipotesi era caduta, due omicidi separati, anche se ambedue presentavano lesioni da taglio.

    Molto distante dal luogo del delitto, in una stanza con una luce fioca, un dialogo era in corso. La lettera era la storia segreta di un amore oltre il tempo, la rileggeva ogni giorno quasi a ricordare che l’amore esiste e durerà per sempre.

    «Tu cosa ne pensi di questa lettera.»

    «Una splendida dichiarazione d’amore, qualcosa di meraviglioso, che chiunque vorrebbe ricevere. Cosa c’è di più bello nell’amare ed essere riamati.»

    «Una promessa senza fine, che si rinnova senza affermazioni se non un tacito sguardo e un bacio, simbolo intimo, dell’amore.»

    «Hai perfettamente ragione sull’amore, il motore della vita.»

    Alcuni giorni dopo, l’esame autoptico era terminato e il referto era sulla scrivania del Commissario Molini, il cadavere era morto per dissanguamento, ma le prime ferite, quelle delle armi da taglio erano di una precisione chirurgica strabiliante, non avevano provocato il decesso ma solo dolore, violento, l’assassino si era accanito nel farlo soffrire. Il motivo era oscuro, ma di nuovo era emersa la sua conoscenza del corpo umano. Infatti, il reperto autoptico, parlava chiaro tagli fatti con lama da bisturi.

    «Ispettore, abbiamo notizie anagrafiche sul defunto.»

    «Se intende nome e cognome, le posso dire che non aveva documenti, le impronte digitali non hanno rivelato nulla, non era schedato e che nessuno ha risposto alla foto segnaletica, mostrata in giro per la città, ho inviato la foto in altri commissariati per avere notizie ma al momento nulla è pervenuto.»

    «In parole povere siamo in alto mare. Ispettore siamo ancora a zero con un assassino libero di girare. Unico dato che è vincolato all’ambiente sanitario, anche il taglio del membro è stato fatto con una lama affilatissima come un bisturi. Nessuna traccia sotto le unghie, quindi si presume che non ci sia stata alcuna colluttazione fra le parti. Ispettore, al momento non abbiamo nulla di rilevante da seguire. Un omicidio perfetto non può esistere e quel cadavere, evirato, deve avere una risposta logica, chi l’ha ucciso l’ha fatto volutamente, e la morte per dissanguamento è stata volontaria. Una prima analisi ci direbbe un accanimento sul simbolo di riferimento dell’uomo, c’è da capire il movente, e per questo è necessario sapere chi fosse e cosa facesse per sperare di risalire a chi l’ha ucciso.  Ispettore chieda alla scientifica se hanno sostenuto degli esami tossicologici, voglio sapere se quest’uomo è stato drogato.»

    «Lo faccio immediatamente signor Commissario, sono curioso quanto lei e spero che qualcuno ci comunichi notizie sulla sua identità, così avremo un punto di partenza, altrimenti brancoliamo nel buio. Abbiamo bisogno di una pista da seguire.»

    «Condivido pienamente e vorrei anche un consulto con uno psicologo che mi dica qualcosa sul significato dell’evirazione, cosa rappresenta. Avrà una sua logica nella mente dell’assassino.»

    «Sarà fatto anche questo, mi metto in contatto con la scientifica che mi dirà a chi rivolgermi, così potrà avere un parere in merito.»

    L’ispettore Solinas, era molto attento alle richieste del commissario Molini, era stato trasferito in questo commissariato da qualche anno e aveva avuto modo di apprezzarlo per la sua caparbietà, e la sua intuizione, per cui lo aveva preso come riferimento per la sua crescita lavorativa.

    Le indagini erano ferme, non c’era alcun indizio, su dove iniziare, se non si risaliva all’identità del defunto, non si poteva raggiungere nessuna conclusione e la caparbietà del commissario Molini non accettava questa ipotesi.

    La sera è uno dei momenti più belli per chi ama la notte, e come aprire una porta su un nuovo mondo sconosciuto ai più, perché tutti amano la luce dimenticando che la morte non è sovrapponibile al buio, sono due dimensioni differenti.

    «Quel bastardo ha avuto quello che si meritava, adesso non potrà più nuocere.»

    «L’importante è essere coscienti delle proprie azioni.»

    «Io non l’avrei ammazzato se non rappresentasse il genere di persona che non può che nuocere alla comunità. Un essere inutile, senza dignità.»

    «Tu sei artefice delle tue scelte.»

    «Io pago per le mie scelte, per questo non ho alcun rimorso. Meritava quello che gli ho fatto e lo rifarei senza alcun problema.»

    «Non posso contraddirti. Hai le tue buone ragioni.»

    «Il silenzio non è il sovrano del buio, ricordo sempre questa frase, anche se non ricordo dove l’ho letta, ma ogni volta ha un sapore di verità, ineluttabile.»

    «Io condivido questo tuo pensiero, perché lo vivo e lo confermo a ogni occasione.»

    I giorni scivolavano via, senza che il tempo potesse fermarli e le notizie frammentarie, non davano ancora aperture sulle ricerche sin quando qualcosa non accadde per dare una svolta, iniziale alle indagini.

    «Commissario ha ricevuto una lettera anonima.» Così esordì al telefono, Solinas quando lo telefonò.

    «Finalmente uno spiraglio, dammi il tempo di raggiungerti e mi aggiornerai. Adesso abbiamo una traccia, hai detto anonima?»

    «Sì, una busta chiusa, che non ho ancora aperto che ci è stata consegnata questa mattina, indirizzata a lei.»

    «Un ammiratore oppure un’ammiratrice sconosciuta, il tempo di arrivare e la apriamo ma disponi dei rilievi per verificare eventuali impronte digitali da confrontare nel nostro data base, anche se ti confesso che non credo di trovare nulla di utile.»

    «Certamente se ha inviato una lettera anonima, non è per farsi scoprire.»

    «No di certo, forse per sfidarci oppure … per chiederci aiuto!»

    «Commissario, non la seguo.»

    «Tranquillo ti spiegherò quando sarò in ufficio, dammi il tempo di arrivare.»

    «D’accordo, la attendo e intanto chiedo i rilievi che mi ha riferito.»

    Finalmente qualcosa si era mosso, chissà cosa conteneva quella lettera, se c’era qualche minima traccia e qual era lo scopo, interrogativi che attendono una risposta, e le indagini sino solo al palo di partenza, perché di concreto non c’era assolutamente nulla, oltre il cadavere di un perfetto sconosciuto, al momento.

    Capitolo II

    «Eccomi Solinas, hanno trovato qualcosa sulla busta?»

    «Perfettamente nulla. Immacolata si potrebbe definire.»

    «Guardiamo il contenuto, penso che l’avrà aperta la scientifica.»

    «Certamente, ecco a voi la lettera, scritta con l’uso di un computer.»

    «Finalmente, una svolta, ora leggo e ti dico.»

    Il commissario apre la lettera, conteneva un foglio A4 piegato due volte, ne lesse il contenuto, poi guardò Solinas che aspettava con ansia di sapere e con delusione gli espose il tutto, che non era quello che avrebbe voluto.

    «Questa lettera è una sfida aperta, ci dà delle indicazioni, dove possiamo trovare un secondo cadavere e ci avvisa che non sarà l’ultimo. E’ come avermi lanciato un guanto di sfida, io che credevo ben altro. Sono profondamente rammaricato ma mi rendo conto che abbiamo a che fare con qualcuno di veramente astuto. Ci sarà molto da lavorare e grane da sbrigare, penso che avremo bisogno di qualche aiuto. Hai saputo nulla di quella richiesta che ti chiesi per uno specialista in psicologia criminale?»

    «Commissario, a dire il vero io ho inviato la richiesta per mail ma non ho ancora ricevuto nessuna notizia, per cui immediatamente rifaccio la richiesta motivandola con più implementazione. Se come mi dice, passiamo al secondo cadavere, fra poco avremo anche la stampa contro.»

    «Hai ragione manda la mail e poi andiamo a questo indirizzo, in cui secondo le indicazioni, troveremo un altro cadavere. Io spero che non sia così ma sono molto dubbioso in merito.»

    «Vi seguo, il tempo di spedire il sollecito e intanto faccio preparare una volante per recarci a quell’indirizzo che mi avete detto, che non vorrei sbagliarmi si trova vicino al porto.»

    «Ti aspetto in auto, tranquillo che un cadavere non cammina quindi di là, certamente non si muove.» Replicò abbozzando un sorriso, per sminuire la situazione, il Commissario Molini.

    La volante fece un rapido giro per la cittadina, per raggiungere il porto, situato in posizione marginale, rispetto al commissariato, che era abbastanza centrale. Grazie a qualche informazione, avuto sul luogo non fu difficile, trovare il luogo indicato, era un deposito abbandonato, ancora una volta il corpo del defunto era disposto a pancia sotto, ma era nudo a metà, solo la parte inferiore mentre dei suoi vestiti non c’era traccia. La salma era già in rigor mortis, ciò indicava che erano trascorse già tre ore oltre la morte e considerando che la lettera era stata consegnata questa mattina, possiamo tacitamente dire oltre le ventiquattro ore. Qualcuno si divertiva a giocare in modo disdicevole.

    «Solinas, fate dare un’occhiata accurata, per ogni centimetro di questo deposito abbandonato e cerchiamo di trovare qualche traccia, non è possibile che non ne abbia lasciata nessuna.»

    «Stia tranquillo che se qualcosa c’è la troviamo, altrimenti non saprei cosa dirle, ho già fatto le telefonate di rito e dovremo aspettare che venga la scientifica.»

    «Questa volta aspetto insieme con lei, voglio fare qualche domanda al momento. Voglio sperare che mi siano di aiuto. Lei proceda come il solito, e aspettiamo i colleghi per un supporto alle indagini. Ho visto già troppo curiosi avvicinarsi, per favore dia disposizione di isolare la zona. L’autore di quest’opera non è certamente qui.»

    «Un altro capitolo, si è chiuso, un altro bastardo ha finito di rovinare la vita altrui.» Dal suo rifugio, l’assassino parlava del suo ultimo delitto.

    «Inutile preoccuparci, chi ha reso infelice la vita di un essere va punito, con la sua condanna all’infelicità eterna. Una definizione dura di una legge antica come il tempo, ma giusta per la realtà della vita.»

    «Hai ragione, non meritava di vivere e ho fatto quello che era più giusto, ripagarlo con la stessa moneta, la sofferenza eterna.»

    La scientifica arrivò di lì a poco, e fece tutti rilievi e le foto dell’ambiente, il commissario attendeva lo spostamento del cadavere, certo di trovare di nuovo quella strana firma.

    «Quando avete finito, vorrei chiedervi una cosa, ma dopo che avremo visto il volto di questa persona.»

    «Certamente, siamo a sua completa disposizione. Ora giriamo il cadavere, intanto posso dirvi che non ha documenti e quindi non possiamo dire nulla su chi sia, ma iniziamo a girarlo, chissà potrebbe essere una nostra conoscenza, questo deposito abbandonato è un luogo d’incontro per il consumo della droga, abbiamo trovato parecchie siringhe a terra in più punti, li abbiamo messe tutte da parte per rilevare, eventuali tracce.»

    «Ok procediamo, sono curioso di avere una conferma. Esclamò il Commissario!»

    I ragazzi della scientifica girarono il cadavere e come il commissario prevedeva, anche questa volta si poteva rilevare l’amputazione del pene. Una conferma dei suoi sospetti, la lettera era motivata e giustificata. Aveva dei tagli all’altezza delle due femorali, incisione netta, aveva troncato i vasi del triangolo di scarpa, arteria e vena femorale.

    «Come temevo, l’assassino ha lasciato la sua firma, per favore aspetto gli esami tossicologici del primo caso e vorrei anche quelli di questo caso, oltre al reperto autoptico. Il tutto al più presto possibile, ci troviamo di fronte a qualcuno che sa bene cosa vuole. Il nostro compito è fermarlo, questo è il secondo omicidio in tre settimane e francamente sono troppi, senza una motivazione ancora valida. Ho bisogno del vostro aiuto.»

    «Commissario, i tempi tecnici li

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