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Bukowski. Inediti di ordinaria follia - Vol. 6
Bukowski. Inediti di ordinaria follia - Vol. 6
Bukowski. Inediti di ordinaria follia - Vol. 6
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Bukowski. Inediti di ordinaria follia - Vol. 6

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About this ebook

Charles Bukowski è uno degli autori più conosciuti e apprezzati della letteratura statunitense del Novecento. E il più controverso. La sua ingente produzione, che comprende romanzi, racconti e poesie, si avvale dell’imprescindibile confronto con la vita, quella autentica che Bukowski ha realmente vissuto sulla propria pelle.
La miscellanea “Inediti di ordinaria follia – Vol. 6” comprende trenta poesie e altrettanti racconti. In ognuno dei testi l’autore ha raccontato la vita vera, fatta di sofferenza, di sospetti, di compromessi ma anche di gioia, di risate e di amore. E lo ha fatto attingendo alle proprie esperienze e sensazioni, incurante delle mode stilistiche ed editoriali.
La selezione è il risultato della sesta edizione del Premio Letterario Nazionale Bukowski.
LanguageItaliano
Release dateJul 1, 2019
ISBN9788832924879
Bukowski. Inediti di ordinaria follia - Vol. 6

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    Bukowski. Inediti di ordinaria follia - Vol. 6 - AA. VV.

    Racconto

    Introduzione

    Questa volta iniziamo dando un po’ di numeri: anche la sesta edizione del Premio Bukowski – Inediti di ordinaria follia si è chiusa con un totale di partecipanti superiore a 700. Per l’esattezza 718, suddivisi così: 234 per la sezione Poesia inedita, 313 per Racconto inedito e 171 per Romanzo inedito.

    Numeri che, non ve lo nascondiamo, ci rendono orgogliosi perché certificano l’importanza di un premio in costante crescita, in grado di regalare ogni anno nuovi stimoli, soprattutto a chi riveste un ruolo delicato come quello del giurato e si ritrova immerso in un vortice di storie, idee e personaggi da cui è difficile staccarsi. Perché se è vero che il giurato è chiamato per forza di cose a emettere un verdetto (e non pensiate che le scelte vengano fatte a cuor leggero…), il nostro compito è reso più dolce dalle infinite suggestioni che ci arrivano dai vostri lavori, dalla possibilità di interagire con la vostra creatività e dall’emozione che suscita la vostra passione.

    Per dirla con un’espressione rozza e popolare, ce n’è per tutti i gusti. Poesie intimiste, versi romantici, sonetti nostalgici e canzoni incazzate. Racconti surreali, salti nel passato che riaprono ferite mai rimarginate, romanzi d’inquietudine, storie fantastiche e personaggi che escono dalle pagine per diventare parte attiva della tua vita. Anche questo è il Premio Bukowski, nelle sue molteplici sfaccettature.

    Ricapitolando: ci siamo noi, giurati, con il nostro compito ingrato. Ci sono i vostri manoscritti, l’espressione più autentica della vostra originalità. E poi ci siete voi, gli autori, con i vostri sogni, più forti di un concorso letterario, di una classifica. Ve lo diciamo con grande sincerità, senza timore di essere fraintesi: andate oltre i nostri giudizi, non fissatevi troppo sull’esito finale (anche se il piacere di un riconoscimento, lo sappiamo bene, è qualcosa di irresistibile…). Molto probabilmente, con un’altra giuria, i risultati sarebbero stati diversi. Ciò che però non deve cambiare è la vostra volontà di mettervi in discussione, di affondare dentro voi stessi alla ricerca delle parole giuste per far uscire le vostre sensazioni.

    Godetevela e non fatela diventare una cattiva ossessione. Seguite senza paura di smarrirvi le parole di Charles Bukowski (tradotte dalla nostra Simona), l’unica vera bussola nel mare di emozioni che è la scrittura:

    […] non essere come tanti scrittori,

    non essere come tutte quelle migliaia di

    persone che si definiscono scrittori,

    non essere monotono e noioso e

    pretenzioso, non farti consumare dall’auto-

    compiacimento.

    le biblioteche del mondo hanno

    sbadigliato

    fino ad addormentarsi

    per tipi come te.

    non aggiungerti a loro.

    non farlo.

    a meno che non ti esca

    dall’anima come un razzo,

    a meno che lo star fermo

    non ti porti alla follia o

    al suicidio o all’omicidio,

    non farlo.

    a meno che il sole dentro di te stia

    bruciandoti le viscere,

    non farlo.

    quando sarà veramente il momento,

    e se sei predestinato,

    si farà da

    sé e continuerà

    finché tu morirai o morirà in

    te.

    non c’è altro modo.

    e non c’è mai stato.

    La Giuria

    (Simona Viciani, Rosa Galli Pellegrini, Michele Nardini)

    Classifica finale

    VI ed. Premio Letterario Nazionale Bukowski

    Sezione Poesia inedita

    1 o classificato: Simone Sagripanti - Ho nuotato al largo

    2 o classificato: Silvano Nuvolone - Buio

    3 a classificata: Anna Martinenghi - Di sogni-cerniere-spine dorsali e pinne caudali

    Premio Speciale della Giuria:

    Devid Bracaloni - Preghiera di una recluta di pace

    Manuela Toto - Mani

    Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

    Cinzia Agosta - Flussi fluidi di coscienza reconditi da ricordare

    Lina Anoardi - Anime

    Valerio Bergamini - Senza peccato

    Cristiano Berni - Nulla turba il silenzio delle notti

    Giulio Bertoluzza - Femminile

    Loredana Bottaccini - In oruni ouabi

    Paola Carmignani - Il nostro libro, il tempo

    Giudo De Paolis - Mani viola

    Eleonora Deri - Ebbene, ti vidi

    Giuditta Di Cristinzi - Scrivere

    Gabriele Gramigna - Soste di viaggio

    Maria Teresa Infante - Anche le foglie stanno male

    Alessandro Izzi - Il volo dell’autunno

    Domenica Magnano - A casa di Giuda

    Roberto Marsiglia - La cenere

    Giulia Maurizi - Il volo

    Monica Monetti - Colpe

    Rocco Pagliani - Sgomento

    Davide Parma - Serale metropolitano

    Franesco Pettinato - Alla Stazione

    Flavio Provini - Aprendo l’armadio

    Antonella Santo - Cuori di passaggio

    Andrea Spinelli - Il giorno di vacanza

    Alessio Tocci - Ti appartengo

    Cristiano Zuccarelli - Il primo giorno dopo

    Sezione Racconto inedito

    1 o classificato: Paolo Franco Pasi - Il sogno di Fedor

    2 o classificato: Andrea Scaricamazza - E se Dio muore

    3 o classificato: Massimo Batini - Blues 1931

    Premio Speciale della Giuria:

    Luca Bucciantini - Il partigiano

    Barbara Salazer - Eroina

    Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

    Vincenzo Acampora - Peccato originale

    Ughetta Aleandri - La vendetta di Paganini

    Elena Bellavia - Tutti, ma proprio tutti

    Antonio Bini - I tesori dell’Alpe

    M. Bernadetta Bracci - È interessata a questa opportunità?

    Roberto Giovanni Busembai - Maestrale

    Tita Canta - Origini emozionali di un superpotere

    Silvano Costantini - Francois e Angeline

    Christian Del Iuliis - Videoregistratore

    Carmela Denina - Le urla

    Benedetta Franci - Luca è a casa

    Liliana Gatto - Storia di un uomo semplice

    Angela Carla Chiara Mancino - Il baluardo irrinunciabile della bellezza

    Elena Marrassini - Tenuto insieme con lo scotch

    Alessandra Melegatti - Risvegli

    David Mori - Non sei pronto

    Gioia Niccolai - I miei passi

    Gianluca Papadia - Il capello di Diego

    Giancarlo Pertici - Come Libellule

    Willi Piccini - Woody in minore

    Pietro Rainero - L’isola dell’essere

    Antonella Serra - Una vita complicata

    Piero Sesia - Il mondo si sposta

    Davide Torelli - Sabato andiamo al mare

    Alessandra Vega - Tokyo, Mon Amour

    Sezione Romanzo inedito

    1 o classificato: Armando Dinella - SchizzodiVino (Pomanzo Rosso)

    2 a classificata: Valentina Risaliti - Requiem per Ofelia

    3 o classificato: David Landi - Memorie di una statua

    Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

    Giovanni Giuseppe Ardemagni - Un momento fa, forse

    Davide Attinà - Babushka Lady

    Laura Bresciani Stancic - La bicicletta viola

    Pierluigi Caddeo - Andrà tutto bene

    Claudia Cangemi - Non ti lascio alla notte

    Anna Maria Ceppo - I panni sporchi

    Valentina Confuorto - Un anno col dolcista

    Mafalda Daniele - Una donna da sola

    Rossella Forti - La storia di Anna e del commissario con i baffi

    Maddalena Frangioni - Due amiche e una bambina

    Ilaria Fusignani - La porta di casa

    Paola Liberatori - Pagine di bianco vestite

    Valentina Pangallo - Dipendenza affettiva

    Paolo Piccoli - Il tocco del Pianista

    Marco Piredda - Buona vita

    Giovanni Pomante - Il faro di Rosburgo

    Bebo Rebuzzi - Il manifesto di Man Ray

    Federica Sazzini - La migliore scelta

    Barbara Scattini - Il canto del cigno

    Calogero Scevola - Indizi

    Rossella Seu - La Spezia Viola

    Valentina Soranna - La ragione del pettirosso

    Franco Sorba - La banda dei pensionati

    Davide Torelli - Otto

    Mauro Turci - L’incontro inatteso

    Massimiliano Venturini - Ricevuta di ritorno (La prima indagine del Ragionier Baldacci)

    Michele Visconti - Croce e testa

    Sezione Poesia

    Cinzia Agosta

    Finalista Sezione Poesia

    Flussi fluidi di coscienza reconditi da ricordare

    Ricordo

    che c’è un mese in cui è sempre domenica

    e le agende non hanno più giorni

    ma cominciano tutte per -oggi-

    ricordo

    che l’ultima vertebra destra

    sta amando da pazzi quell’altra

    ma servono a reggere un tutto

    soltanto se stanno lontane

    ricorda

    che se non parlo non è che non mangio

    e se poi non mangio è solo che scrivo

    e io quando scrivo ho lo stomaco in braccio

    ricordo

    una serie di cose mai fatte

    delle quale noi abbiamo ricordo

    che vorremmo già vivere ancora

    ricordi

    non mi stanno guardando

    non mi stanno aspettando

    ma mi stanno seguendo

    ricordo

    quando stavo aggrappata ai capelli

    perché avevano sciolto le funi

    e credevo che tanto bastasse

    ricorda

    e mentre ti ignori

    e mentre mi parlo

    e mentre non chiedi

    ricorda

    un rumore di macchine sole

    che ti guidano in fondo a un plurale

    quando in fondo sei tu che sei al sole

    ricordo

    di spiegare un po’ meno di niente

    perché tanto non ne esco pulita

    ma non scordo più scarpe là dentro

    e mi fanno capricci le mani

    non mi stanno venendo a riprendere

    mentre intanto ho prurito alla vita

    mentre vaglio la voglia di arrendermi

    e tu

    che mi sguazzi nell’odio profondo

    di una fitta pozzanghera infetta

    e non pensi a pensare di uscirne

    anche se è meno freddo morire

    parla

    come hanno potuto sfilarti la pelle

    tagliuzzandola in mille coriandoli

    per la festa a cui fosti invitato

    dimmi

    come hanno potuto slacciarti le mani

    in un grande mercato affollato

    in cui nessun folle è mai stato avvistato

    dimmi

    come hanno potuto bussare al tuo petto

    ma senza ascoltare se dentro battevi

    e intanto staccare il cognome sull’uscio

    e da allora non credi agli abbracci

    della gente che studia le rughe

    ma non fa già più caso alle vene

    che si fanno più scrupoli a esistere

    non si muore, vita mia.

    Solo sole, vita mia.

    Non sei sola, vita mia.

    Piuttosto

    sciogli i muscoli

    adesso

    starò sveglia io per te

    che non ti sforzi di non vegliare

    che so che fingi di dormire

    giacché ti hanno detto già -adulto-

    su una terra di bimbi giganti.

    E se non ricordi

    rammenta di avere scordato

    che sai

    di un vento

    che asciuga

    le anime

    ma senza

    per questo

    pretenderle

    Asciutte.

    Lina Anoardi

    Finalista Sezione Poesia

    Anime

    Anime gemelle in amori sentimentali

    lucciole che si accendono istintivamente,

    anime ribelli nelle trappole corporali

    insetti che gironzolano insaziabilmente,

    anime irrequiete in stati fusionali

    moscerini che si spargono insensatamente,

    anime vaganti in abissi emozionali

    farfalle che si muovono isolatamente,

    anime perse in pulsioni adolescenziali

    falene che si consumano amorevolmente,

    anime tranquille in personalità formali

    api che lavorano incessantemente,

    anime…

    alimentano e colorano la personalità,

    con sentimenti, idee, energia psichica,

    si intravvedono negli occhi, negli sguardi,

    specchi per le sfumature del mondo interiore.

    Valerio Bergamini

    Finalista Sezione Poesia

    Senza peccato

    Cosa spingi? Stai calmo!

    Aspettiamo tutti d’andare avanti

    non pressarmi, che sento il tuo fiato sul collo

    ce n’è per tutti, non resti senza

    non è mai rimasto senza nessuno

    nemmeno quelli più indegni

    sì! Perché ci sono dei senza vergogna

    che vengono qui come fosse un self-service

    ecco! Quella là davanti per esempio, con quel popò di petto

    non perde mai l’occasione per ostentarlo senza pudore

    e anche per venire qui si è messa quella camicina stretta

    una cruna unica, da sotto la gola fin quasi all’ombelico

    è un’indecenza!

    E poi si lamentano se qualcuno gli salta addosso

    fanno bene, fanno più che bene

    che poi non gli dispiace neanche tanto

    anzi, ne aspettano una mezza.

    E quell’altro là, appena dietro?

    Tutto tirato a lustro come un damerino?

    L’hanno visto al Bosco dei Cani su una macchina con i vetri appannati

    se ne stava abbracciato con un’altra mezza donna sconcia come lui

    e poi hanno il coraggio di venire qui a fare la fila!

    E sono proprio quelli che spingono di più, che hanno premura.

    Io, quando vedo queste cose qui non riesco a trattenermi

    mi viene un nervoso ma un nervoso che mi va il sangue agli occhi.

    Che si svergognino, depravati!

    E queste due vecchie che mi precedono?

    Andiamo avanti sì o no?

    Buone solo a criticare.

    Ne hanno per tutti

    scommetto che stanno tagliando la giacca anche a me

    che rispetto tutti e non ho mai fatto male a nessuno

    che sono l’unico qui nella fila che può mangiare il Signore a testa alta

    su, andiamo! Cerchiamo di darci una mossa

    muovete quelle due gambette invece di strascinare i piedi

    oh! Forse si muovono.

    Meno male!

    Adesso tocca a me

    il Corpo di Cristo

    amen.

    Cristiano Berni

    Finalista Sezione Poesia

    Nulla turba il silenzio delle notti

    Nulla turba il silenzio delle notti.

    Quando le muse, eteree bellezze,

    son cantate da poeti imploranti carezze.

    Quando Eros esplode nella passione

    ed i corpi s’avvinghiano senza pudore.

    Nulla turba il silenzio delle notti.

    Quando stanco e lontano è l’albeggiar

    ed il buio sovrano sembra regnar.

    Quando il sangue di Cristo è versato

    e sul Golgota nella passione è lavato.

    Nulla turba il silenzio delle notti.

    Quando gracchiano i neri corvi

    e gli sguardi diventan torvi.

    Quando Morfeo ci dona la pace

    e il suo canto è un sonno felice.

    Nulla turba il silenzio delle notti.

    Quando la fantasia vola nei cieli

    sposandosi con languidi pensieri.

    Quando il crepuscolo è morto da tempo

    e lo Spleen è un soffio nel vento.

    Nulla turba il silenzio delle notti.

    Quando la Luna porta sgomento

    e le Stelle regnano nel firmamento.

    Quando i canti son teneri lamenti

    e schiere di sogni invadon le menti.

    Quando Chopin suona un Notturno

    e sembra quasi che nasca il giorno.

    Nulla turba il silenzio delle notti.

    Quando i volti son stanchi e mansueti

    e gli occhi nascondon segreti.

    Quando i colori d’un quadro sbiadiscono

    e nella luce soffusa affogano.

    Nulla turba il silenzio delle notti.

    Quando il sapore del vino è vicino

    e la morte par esser di fumo.

    Quando il riposo o la festa rivivono

    e i poeti sui fogli ora scrivono.

    È così, nulla turba il silenzio delle notti,

    nulla turba il silenzio delle notti…

    Giulio Bertoluzza

    Finalista Sezione Poesia

    Femminile

    Guarda intorno:

    m’appartiene l’albero, l’uccello

    lo steccato e il rivo ombroso

    e più in fondo l’orizzonte

    ed il sole sulle messi.

    Per tutta la vita ho lavorato questa terra che oggi

    mi appartiene di diritto

    di sudore, d’amore di uomo.

    Ma tu che non hai nulla

    la notte

    t’addormenti in ogni luogo

    tu che trapassi me e la mia terra

    col tuo zaino di niente

    e ti scaldi ad ogni fuoco

    ad ogni sogno,

    tu che del grano hai fatto rame

    e poi rugiada

    tu che mi attraversi trasformandomi

    e mostrandomi le labbra

    le tue, le mie labbra di donna

    finalmente dopo

    tutta questa

    fatica

    tutto questo sudore

    tutto questo reame

    finalmente donna

    tana di conigli

    nido di passeri

    ventre estivo

    alcova di sorriso.

    Quel sorriso anche tuo

    che m’ha fatto primavera

    ed ora ho mille nomi

    e non ho terra

    non ho regno

    e spoglio di vento

    prendo il sentiero dei campi,

    sogni tersi sul viso

    e alcune nuvole.

    Loredana Bottaccini

    Finalista Sezione Poesia

    In oruni ouabi

    Tre parole su un foglio stampato

    destano in me lo stupore

    di un viaggio esotico immaginato.

    La mente veleggia su mari turchesi,

    sul volto fiero di donne berbere,

    sulle cascate dello Zambesi.

    Vola, la mente, e attraversa deserti

    spazzati dal simùn,

    spazi aperti, tribù di nomadi,

    tra cui i velati uomini blu,

    sul dorso paziente di cammelli

    dal passo languido e indolente.

    In oruni ouabi

    Dove si comunica con gesti millenari.

    Gazzella, leone, licaone e serpente

    s’abbeverano lesti in ogni uadi.

    Oasi e miraggi, sete cocente,

    sabbia finissima onnipresente,

    gigli del deserto e sterpi sempre più radi.

    Dune infinite, poi sempre più nude e rare.

    Oltre le dune, forse, una savana

    o, forse, il mare.

    Foreste selvagge che strepitano, stridono,

    ululano, cinguettano e gridano.

    L’occhio arcaico e vigile dell’iguana.

    In oruni ouabi

    Una vecchia bicicletta

    appoggiata a una capanna

    dal tetto di paglia da riparare.

    Polpa di manioca e datteri

    distesi al sole a essiccare

    donne che preparano il desinare.

    le lunghe braccia di elastiche liane

    battiti di tamburi, danze arcane

    sorrisi d’avorio e criniere di leone

    figure mascherate che si sciolgono

    in danze frenetiche d’iniziazione,

    di guerra, di vittoria e guarigione.

    In oruni ouabi

    Fin qui mi ha condotto

    l’ala dell’immaginazione.

    Strano che queste parole esotiche

    risveglino in me il mal d’Africa,

    l’anelito dell’eterna primavera…

    In fondo ho soltanto sbagliato

    a scrivere la locuzione

    in primo piano:

    per distrazione,

    per un tasto sfasato,

    le mie dita son migrate

    sulla tastiera.

    Devid Bracaloni

    Premio Speciale della Giuria Sezione Poesia

    Preghiera di una recluta di pace

    Signore, disinnesca

    l’anima, il corpo e il cuore.

    Rendimi immune al male,

    innocuo a tante malsane parole.

    Innestami di razze,

    resettami di scienze,

    fammi anarchico a leggi

    che non difendono l’umana specie.

    Liberami dai muri,

    preservami dall’oro,

    fammi ostile al potere

    che estorce ai poveri anche il loro poco.

    Signore, non lasciarmi

    indurito nel cuore,

    ma, come il vento, fa

    che lasci al mondo un alito d’amore.

    Paola Carmignani

    Finalista Sezione Poesia

    Il nostro libro, il tempo

    Non siamo più fogli bianchi immacolati

    ma paragrafi di vita vissuta,

    ogni parola un sorriso, una goccia dagli occhi

    qualche piega qua e là per sgualcire la noia.

    Siamo capitoli condivisi nell’andare

    paragrafi che si susseguono di corsa.

    Ci sarà mai un Premio Strega per noi stessi?

    Qualcuno che ci osanni per la vita?

    Siamo libri vissuti di esperienze,

    sfogliati da persone sconosciute,

    parole che si rinnovano e si incrociano

    negli scaffali pieni di ricordi.

    Non siamo più fogli bianchi immacolati

    ma tomi pesanti che il tempo produce

    regalandoci in silenzio, la sua storia.

    Guido De Paolis

    Finalista Sezione Poesia

    Mani viola

    Mi chiedevo spesso come facesse

    per quella via mulattiera

    a tenere in equilibrio sulla testa

    quell’enorme bagnarola,

    quando si andava al vecchio lavatoio

    circondato dalle acacie,

    sotto la chiesetta sullo scapicollo.

    Lei non amava andar laggiù

    e ricordo che quel giorno il freddo

    le impediva i movimenti come una tagliola,

    ma continuando a sbattere e lavare panni

    sopportava le sue mani sempre più viola.

    Era giovane allora la mia mamma

    e non temeva certo la fatica,

    ma al ritorno il peso era bagnato,

    così carica come un mulo,

    riusciva a malapena a respirare,

    e avvolti nell’assoluto silenzio bianco,

    si udiva solo l’eco fumante del suo affanno

    e della neve il crepitare.

    Eleonora Deri

    Finalista Sezione Poesia

    Ebbene, ti vidi: scolpito nell’eterno quell’istante di sgomento

    tu, immortale creatura, immota e disperata,

    dinnanzi alla bellezza del tuo sublime tormento

    e alla tua afflitta perfezione e al lucente nitore,

    gli occhi sciolsi in commozione appassionata.

    Tanta meraviglia cagiona turbamento

    ed io perdo le parole; la mia voce è raggelata,

    sconvolta, ti contemplo con incanto e con pudore

    il bagliore e la tua fulgida bianchezza

    poi che l’infinita poesia non abbisogna di colore,

    ei pose la mano su uno sguardo inconoscibile.

    I tuoi occhi mi figuro, infoscati di tristezza:

    gli angeli non piangono, neppure di dolore

    ma si arrendono alla morte, irreparabile.

    Giuditta Di Cristinzi

    Finalista Sezione Poesia

    Scrivere

    Scrivere

    gridare io ci sono

    consegnare le viscere al mondo

    scrivere

    urlo al cielo

    bisogno d’aiuto

    richiesta di attenzione

    scrivere

    violare il tempo

    restare all’infinito

    scrivere

    spingere il limite all’eterno.

    Gabriele Gramigna

    Finalista Sezione Poesia

    Soste di viaggio

    Come anime perse

    in qualche area di sosta

    zingari di professione senza una meta

    mangiavamo alla luce soffusa degli autogrill

    fuggendo da nessuno, se non

    da noi stessi.

    Con la mano a sorreggere il mento e

    lo sguardo perso dietro i fari delle auto.

    Sospirando nel vedere i farabutti viaggiare

    in corsie di emergenza prese poco sul serio.

    Ingurgitavamo cibi che avremmo digerito

    chissà quando

    e osservavamo quei pochi viaggiatori

    notturni

    persi

    straniti,

    guardarsi intorno.

    Maria Teresa Infante

    Finalista Sezione Poesia

    Anche le foglie stanno male

    Le foglie cadute stanno male

    perché tu non lo sai

    che anche le foglie hanno le ossa rotte

    e le gengive liquide di latte

    e non lo sai

    mentre stai lì

    a gingillarti il cuore per la pena

    a rigirati i pollici tra i denti

    a trastullarti l’anima di schiena

    a fuoco lento bruci la condanna

    di una stagione con le spalle al sole

    e tu sta lì

    come le foglie

    e non ti curi delle ossa rotte

    e non hai sangue o latte

    per l’inverno

    e resti fermo

    mentre tutto passa

    e le tue ossa cadono dai rami.

    Alessandro Izzi

    Finalista Sezione Poesia

    Il volo dell’autunno

    Come le foglie

    sorrido al mistero

    cadendo.

    Domenica Magnano

    Finalista Sezione Poesia

    A casa di Giuda

    Fra muri rigonfi

    colonne deformate

    bestie incinte

    il cuore ribelle

    tradisce

    chi lo vuole strozzare

    fra livelli persi

    missive affrancate

    labbra aride

    la ragione ribelle

    tradisce

    chi la vuol raggirare

    il vento soffia

    dentro la casa

    ma senza un soldo

    Giuda lo respira

    come un affiato

    contento di tradire.

    Roberto Marsiglia

    Finalista Sezione Poesia

    La cenere

    I piedi di un poeta

    vagolano fra nubi

    d’indicibile beltà.

    Un poeta è cieco

    difronte alle sue occhiaie

    riflesse allo specchio,

    è inconsapevole

    della sua identità,

    ha la fronte corrugata

    le labbra serrate

    e si chiede se la poesia esiste

    o se è stata mummificata.

    Un poeta è afono alla passione,

    comprende l’importanza intellettuale dell’amore,

    è insensibile all’incendio del cuore

    alla tenerezza che scorre nelle vene

    alle lacrime che affollano le guance

    alle parole che corrono libere

    ai pensieri coraggiosi che sognano.

    I giorni in cui la poesia

    chiamava la vita sono morti,

    sono morti i suoi occhi,

    è morta l’ispirazione.

    Permane il dolore

    del nulla e la cenere

    di quel che è stato

    macchia le mani

    e lascia un’impronta.

    Il poeta ricomincia dalla cenere

    a riscrivere la sua poesia,

    anche quando il mondo

    gli dichiara guerra,

    e non importa

    se le sillabe ardono,

    ne sorgeranno altre;

    la cenere non può bruciare un’altra volta.

    Anna Martinenghi

    3a classificata Sezione Poesia

    Di sogni-cerniere-spine dorsali e pinne caudali

    Ho sognato di sognare

    che sognavo

    eravamo denti

    di una cerniera aperta

    mezzi sorrisi

    distanti e mancanti

    incapaci di stringersi

    in una chiusura

    lampo

    c’erano rose

    dalle spine dorsali

    spine dorsali

    fiorite

    e pinne caudali disadorne

    saliscendi

    e scendi e sali

    e tatuaggi cancellati

    e tutte le chiamate perse

    che nessuno lo sa

    ma finiscono nei sogni

    dove qualcuno

    risponde sempre

    te lo giuro

    ho le fotografie

    ma son venute mosse.

    Giulia Maurizi

    Finalista Sezione Poesia

    Il volo

    Come in un romanzo russo saremo grandi

    e voleremo d’alta quota

    fino a quando i polmoni cederanno

    alla forza violenta del vento

    e non riusciremo più a gridare

    e i nostri occhi spalancati

    non vedranno più l’altro;

    ci perderemo di vista

    e cadremo ciechi sul terreno

    nero

    e dimenando le ali tenteremo di risalire

    mentre ci puntano

    avanzano

    sparano:

    rosso sangue di rosa

    grida tu ancora che puoi

    colpo di stato poetico

    colpo di stato poetico.

    Monica Monetti

    Finalista Sezione Poesia

    Colpe

    Bussi alla porta delle mie colpe,

    come un animale graffi per introdurti.

    In vita hai causato abbondanti danni,

    non sei soddisfatto?

    Ne vuoi ancora?

    Diventi cenere,

    vesti i miei incubi,

    punti il dito.

    Tu?

    Oppure io, contro me stessa?

    Abbandonata, ti ho abbandonato,

    ho abbreviato la strada della tua discesa,

    il castigo alla fine della tua sterile corsa.

    Ti trovo nei ricordi,

    ti straccio e lacero la calma.

    Mi rimani nella testa,

    cerchi un

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