Bukowski. Inediti di ordinaria follia - Vol. 6
By AA. VV.
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La miscellanea “Inediti di ordinaria follia – Vol. 6” comprende trenta poesie e altrettanti racconti. In ognuno dei testi l’autore ha raccontato la vita vera, fatta di sofferenza, di sospetti, di compromessi ma anche di gioia, di risate e di amore. E lo ha fatto attingendo alle proprie esperienze e sensazioni, incurante delle mode stilistiche ed editoriali.
La selezione è il risultato della sesta edizione del Premio Letterario Nazionale Bukowski.
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Bukowski. Inediti di ordinaria follia - Vol. 6 - AA. VV.
Racconto
Introduzione
Questa volta iniziamo dando un po’ di numeri: anche la sesta edizione del Premio Bukowski – Inediti di ordinaria follia si è chiusa con un totale di partecipanti superiore a 700. Per l’esattezza 718, suddivisi così: 234 per la sezione Poesia inedita
, 313 per Racconto inedito
e 171 per Romanzo inedito
.
Numeri che, non ve lo nascondiamo, ci rendono orgogliosi perché certificano l’importanza di un premio in costante crescita, in grado di regalare ogni anno nuovi stimoli, soprattutto a chi riveste un ruolo delicato come quello del giurato e si ritrova immerso in un vortice di storie, idee e personaggi da cui è difficile staccarsi. Perché se è vero che il giurato è chiamato per forza di cose a emettere un verdetto (e non pensiate che le scelte vengano fatte a cuor leggero…), il nostro compito è reso più dolce
dalle infinite suggestioni che ci arrivano dai vostri lavori, dalla possibilità di interagire con la vostra creatività e dall’emozione che suscita la vostra passione.
Per dirla con un’espressione rozza e popolare, ce n’è per tutti i gusti. Poesie intimiste, versi romantici, sonetti nostalgici e canzoni incazzate. Racconti surreali, salti nel passato che riaprono ferite mai rimarginate, romanzi d’inquietudine, storie fantastiche e personaggi che escono dalle pagine per diventare parte attiva della tua vita. Anche questo è il Premio Bukowski, nelle sue molteplici sfaccettature.
Ricapitolando: ci siamo noi, giurati, con il nostro compito ingrato
. Ci sono i vostri manoscritti, l’espressione più autentica della vostra originalità. E poi ci siete voi, gli autori, con i vostri sogni, più forti di un concorso letterario, di una classifica. Ve lo diciamo con grande sincerità, senza timore di essere fraintesi: andate oltre i nostri giudizi, non fissatevi troppo sull’esito finale (anche se il piacere di un riconoscimento, lo sappiamo bene, è qualcosa di irresistibile…). Molto probabilmente, con un’altra giuria, i risultati sarebbero stati diversi. Ciò che però non deve cambiare è la vostra volontà di mettervi in discussione, di affondare dentro voi stessi alla ricerca delle parole giuste per far uscire le vostre sensazioni.
Godetevela e non fatela diventare una cattiva ossessione. Seguite senza paura di smarrirvi le parole di Charles Bukowski (tradotte dalla nostra Simona), l’unica vera bussola nel mare di emozioni che è la scrittura:
[…] non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono e noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall’auto-
compiacimento.
le biblioteche del mondo hanno
sbadigliato
fino ad addormentarsi
per tipi come te.
non aggiungerti a loro.
non farlo.
a meno che non ti esca
dall’anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all’omicidio,
non farlo.
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da
sé e continuerà
finché tu morirai o morirà in
te.
non c’è altro modo.
e non c’è mai stato.
La Giuria
(Simona Viciani, Rosa Galli Pellegrini, Michele Nardini)
Classifica finale
VI ed. Premio Letterario Nazionale Bukowski
Sezione Poesia inedita
1 o classificato: Simone Sagripanti - Ho nuotato al largo
2 o classificato: Silvano Nuvolone - Buio
3 a classificata: Anna Martinenghi - Di sogni-cerniere-spine dorsali e pinne caudali
Premio Speciale della Giuria:
Devid Bracaloni - Preghiera di una recluta di pace
Manuela Toto - Mani
Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):
Cinzia Agosta - Flussi fluidi di coscienza reconditi da ricordare
Lina Anoardi - Anime
Valerio Bergamini - Senza peccato
Cristiano Berni - Nulla turba il silenzio delle notti
Giulio Bertoluzza - Femminile
Loredana Bottaccini - In oruni ouabi
Paola Carmignani - Il nostro libro, il tempo
Giudo De Paolis - Mani viola
Eleonora Deri - Ebbene, ti vidi
Giuditta Di Cristinzi - Scrivere
Gabriele Gramigna - Soste di viaggio
Maria Teresa Infante - Anche le foglie stanno male
Alessandro Izzi - Il volo dell’autunno
Domenica Magnano - A casa di Giuda
Roberto Marsiglia - La cenere
Giulia Maurizi - Il volo
Monica Monetti - Colpe
Rocco Pagliani - Sgomento
Davide Parma - Serale metropolitano
Franesco Pettinato - Alla Stazione
Flavio Provini - Aprendo l’armadio
Antonella Santo - Cuori di passaggio
Andrea Spinelli - Il giorno di vacanza
Alessio Tocci - Ti appartengo
Cristiano Zuccarelli - Il primo giorno dopo
Sezione Racconto inedito
1 o classificato: Paolo Franco Pasi - Il sogno di Fedor
2 o classificato: Andrea Scaricamazza - E se Dio muore
3 o classificato: Massimo Batini - Blues 1931
Premio Speciale della Giuria:
Luca Bucciantini - Il partigiano
Barbara Salazer - Eroina
Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):
Vincenzo Acampora - Peccato originale
Ughetta Aleandri - La vendetta di Paganini
Elena Bellavia - Tutti, ma proprio tutti
Antonio Bini - I tesori dell’Alpe
M. Bernadetta Bracci - È interessata a questa opportunità?
Roberto Giovanni Busembai - Maestrale
Tita Canta - Origini emozionali di un superpotere
Silvano Costantini - Francois e Angeline
Christian Del Iuliis - Videoregistratore
Carmela Denina - Le urla
Benedetta Franci - Luca è a casa
Liliana Gatto - Storia di un uomo semplice
Angela Carla Chiara Mancino - Il baluardo irrinunciabile della bellezza
Elena Marrassini - Tenuto insieme con lo scotch
Alessandra Melegatti - Risvegli
David Mori - Non sei pronto
Gioia Niccolai - I miei passi
Gianluca Papadia - Il capello di Diego
Giancarlo Pertici - Come Libellule
Willi Piccini - Woody in minore
Pietro Rainero - L’isola dell’essere
Antonella Serra - Una vita complicata
Piero Sesia - Il mondo si sposta
Davide Torelli - Sabato andiamo al mare
Alessandra Vega - Tokyo, Mon Amour
Sezione Romanzo inedito
1 o classificato: Armando Dinella - SchizzodiVino (Pomanzo Rosso)
2 a classificata: Valentina Risaliti - Requiem per Ofelia
3 o classificato: David Landi - Memorie di una statua
Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):
Giovanni Giuseppe Ardemagni - Un momento fa, forse
Davide Attinà - Babushka Lady
Laura Bresciani Stancic - La bicicletta viola
Pierluigi Caddeo - Andrà tutto bene
Claudia Cangemi - Non ti lascio alla notte
Anna Maria Ceppo - I panni sporchi
Valentina Confuorto - Un anno col dolcista
Mafalda Daniele - Una donna da sola
Rossella Forti - La storia di Anna e del commissario con i baffi
Maddalena Frangioni - Due amiche e una bambina
Ilaria Fusignani - La porta di casa
Paola Liberatori - Pagine di bianco vestite
Valentina Pangallo - Dipendenza affettiva
Paolo Piccoli - Il tocco del Pianista
Marco Piredda - Buona vita
Giovanni Pomante - Il faro di Rosburgo
Bebo Rebuzzi - Il manifesto di Man Ray
Federica Sazzini - La migliore scelta
Barbara Scattini - Il canto del cigno
Calogero Scevola - Indizi
Rossella Seu - La Spezia Viola
Valentina Soranna - La ragione del pettirosso
Franco Sorba - La banda dei pensionati
Davide Torelli - Otto
Mauro Turci - L’incontro inatteso
Massimiliano Venturini - Ricevuta di ritorno (La prima indagine del Ragionier Baldacci)
Michele Visconti - Croce e testa
Sezione Poesia
Cinzia Agosta
Finalista Sezione Poesia
Flussi fluidi di coscienza reconditi da ricordare
Ricordo
che c’è un mese in cui è sempre domenica
e le agende non hanno più giorni
ma cominciano tutte per -oggi-
ricordo
che l’ultima vertebra destra
sta amando da pazzi quell’altra
ma servono a reggere un tutto
soltanto se stanno lontane
ricorda
che se non parlo non è che non mangio
e se poi non mangio è solo che scrivo
e io quando scrivo ho lo stomaco in braccio
ricordo
una serie di cose mai fatte
delle quale noi abbiamo ricordo
che vorremmo già vivere ancora
ricordi
non mi stanno guardando
non mi stanno aspettando
ma mi stanno seguendo
ricordo
quando stavo aggrappata ai capelli
perché avevano sciolto le funi
e credevo che tanto bastasse
ricorda
e mentre ti ignori
e mentre mi parlo
e mentre non chiedi
ricorda
un rumore di macchine sole
che ti guidano in fondo a un plurale
quando in fondo sei tu che sei al sole
ricordo
di spiegare un po’ meno di niente
perché tanto non ne esco pulita
ma non scordo più scarpe là dentro
e mi fanno capricci le mani
non mi stanno venendo a riprendere
mentre intanto ho prurito alla vita
mentre vaglio la voglia di arrendermi
e tu
che mi sguazzi nell’odio profondo
di una fitta pozzanghera infetta
e non pensi a pensare di uscirne
anche se è meno freddo morire
parla
come hanno potuto sfilarti la pelle
tagliuzzandola in mille coriandoli
per la festa a cui fosti invitato
dimmi
come hanno potuto slacciarti le mani
in un grande mercato affollato
in cui nessun folle è mai stato avvistato
dimmi
come hanno potuto bussare al tuo petto
ma senza ascoltare se dentro battevi
e intanto staccare il cognome sull’uscio
e da allora non credi agli abbracci
della gente che studia le rughe
ma non fa già più caso alle vene
che si fanno più scrupoli a esistere
non si muore, vita mia.
Solo sole, vita mia.
Non sei sola, vita mia.
Piuttosto
sciogli i muscoli
adesso
starò sveglia io per te
che non ti sforzi di non vegliare
che so che fingi di dormire
giacché ti hanno detto già -adulto-
su una terra di bimbi giganti.
E se non ricordi
rammenta di avere scordato
che sai
di un vento
che asciuga
le anime
ma senza
per questo
pretenderle
Asciutte.
Lina Anoardi
Finalista Sezione Poesia
Anime
Anime gemelle in amori sentimentali
lucciole che si accendono istintivamente,
anime ribelli nelle trappole corporali
insetti che gironzolano insaziabilmente,
anime irrequiete in stati fusionali
moscerini che si spargono insensatamente,
anime vaganti in abissi emozionali
farfalle che si muovono isolatamente,
anime perse in pulsioni adolescenziali
falene che si consumano amorevolmente,
anime tranquille in personalità formali
api che lavorano incessantemente,
anime…
alimentano e colorano la personalità,
con sentimenti, idee, energia psichica,
si intravvedono negli occhi, negli sguardi,
specchi per le sfumature del mondo interiore.
Valerio Bergamini
Finalista Sezione Poesia
Senza peccato
Cosa spingi? Stai calmo!
Aspettiamo tutti d’andare avanti
non pressarmi, che sento il tuo fiato sul collo
ce n’è per tutti, non resti senza
non è mai rimasto senza nessuno
nemmeno quelli più indegni
sì! Perché ci sono dei senza vergogna
che vengono qui come fosse un self-service
ecco! Quella là davanti per esempio, con quel popò di petto
non perde mai l’occasione per ostentarlo senza pudore
e anche per venire qui si è messa quella camicina stretta
una cruna unica, da sotto la gola fin quasi all’ombelico
è un’indecenza!
E poi si lamentano se qualcuno gli salta addosso
fanno bene, fanno più che bene
che poi non gli dispiace neanche tanto
anzi, ne aspettano una mezza.
E quell’altro là, appena dietro?
Tutto tirato a lustro come un damerino?
L’hanno visto al Bosco dei Cani su una macchina con i vetri appannati
se ne stava abbracciato con un’altra mezza donna sconcia come lui
e poi hanno il coraggio di venire qui a fare la fila!
E sono proprio quelli che spingono di più, che hanno premura.
Io, quando vedo queste cose qui non riesco a trattenermi
mi viene un nervoso ma un nervoso che mi va il sangue agli occhi.
Che si svergognino, depravati!
E queste due vecchie che mi precedono?
Andiamo avanti sì o no?
Buone solo a criticare.
Ne hanno per tutti
scommetto che stanno tagliando la giacca anche a me
che rispetto tutti e non ho mai fatto male a nessuno
che sono l’unico qui nella fila che può mangiare il Signore a testa alta
su, andiamo! Cerchiamo di darci una mossa
muovete quelle due gambette invece di strascinare i piedi
oh! Forse si muovono.
Meno male!
Adesso tocca a me
il Corpo di Cristo
amen.
Cristiano Berni
Finalista Sezione Poesia
Nulla turba il silenzio delle notti
Nulla turba il silenzio delle notti.
Quando le muse, eteree bellezze,
son cantate da poeti imploranti carezze.
Quando Eros esplode nella passione
ed i corpi s’avvinghiano senza pudore.
Nulla turba il silenzio delle notti.
Quando stanco e lontano è l’albeggiar
ed il buio sovrano sembra regnar.
Quando il sangue di Cristo è versato
e sul Golgota nella passione è lavato.
Nulla turba il silenzio delle notti.
Quando gracchiano i neri corvi
e gli sguardi diventan torvi.
Quando Morfeo ci dona la pace
e il suo canto è un sonno felice.
Nulla turba il silenzio delle notti.
Quando la fantasia vola nei cieli
sposandosi con languidi pensieri.
Quando il crepuscolo è morto da tempo
e lo Spleen è un soffio nel vento.
Nulla turba il silenzio delle notti.
Quando la Luna porta sgomento
e le Stelle regnano nel firmamento.
Quando i canti son teneri lamenti
e schiere di sogni invadon le menti.
Quando Chopin suona un Notturno
e sembra quasi che nasca il giorno.
Nulla turba il silenzio delle notti.
Quando i volti son stanchi e mansueti
e gli occhi nascondon segreti.
Quando i colori d’un quadro sbiadiscono
e nella luce soffusa affogano.
Nulla turba il silenzio delle notti.
Quando il sapore del vino è vicino
e la morte par esser di fumo.
Quando il riposo o la festa rivivono
e i poeti sui fogli ora scrivono.
È così, nulla turba il silenzio delle notti,
nulla turba il silenzio delle notti…
Giulio Bertoluzza
Finalista Sezione Poesia
Femminile
Guarda intorno:
m’appartiene l’albero, l’uccello
lo steccato e il rivo ombroso
e più in fondo l’orizzonte
ed il sole sulle messi.
Per tutta la vita ho lavorato questa terra che oggi
mi appartiene di diritto
di sudore, d’amore di uomo.
Ma tu che non hai nulla
la notte
t’addormenti in ogni luogo
tu che trapassi me e la mia terra
col tuo zaino di niente
e ti scaldi ad ogni fuoco
ad ogni sogno,
tu che del grano hai fatto rame
e poi rugiada
tu che mi attraversi trasformandomi
e mostrandomi le labbra
le tue, le mie labbra di donna
finalmente dopo
tutta questa
fatica
tutto questo sudore
tutto questo reame
finalmente donna
tana di conigli
nido di passeri
ventre estivo
alcova di sorriso.
Quel sorriso anche tuo
che m’ha fatto primavera
ed ora ho mille nomi
e non ho terra
non ho regno
e spoglio di vento
prendo il sentiero dei campi,
sogni tersi sul viso
e alcune nuvole.
Loredana Bottaccini
Finalista Sezione Poesia
In oruni ouabi
Tre parole su un foglio stampato
destano in me lo stupore
di un viaggio esotico immaginato.
La mente veleggia su mari turchesi,
sul volto fiero di donne berbere,
sulle cascate dello Zambesi.
Vola, la mente, e attraversa deserti
spazzati dal simùn,
spazi aperti, tribù di nomadi,
tra cui i velati uomini blu,
sul dorso paziente di cammelli
dal passo languido e indolente.
In oruni ouabi
Dove si comunica con gesti millenari.
Gazzella, leone, licaone e serpente
s’abbeverano lesti in ogni uadi.
Oasi e miraggi, sete cocente,
sabbia finissima onnipresente,
gigli del deserto e sterpi sempre più radi.
Dune infinite, poi sempre più nude e rare.
Oltre le dune, forse, una savana
o, forse, il mare.
Foreste selvagge che strepitano, stridono,
ululano, cinguettano e gridano.
L’occhio arcaico e vigile dell’iguana.
In oruni ouabi
Una vecchia bicicletta
appoggiata a una capanna
dal tetto di paglia da riparare.
Polpa di manioca e datteri
distesi al sole a essiccare
donne che preparano il desinare.
le lunghe braccia di elastiche liane
battiti di tamburi, danze arcane
sorrisi d’avorio e criniere di leone
figure mascherate che si sciolgono
in danze frenetiche d’iniziazione,
di guerra, di vittoria e guarigione.
In oruni ouabi
Fin qui mi ha condotto
l’ala dell’immaginazione.
Strano che queste parole esotiche
risveglino in me il mal d’Africa,
l’anelito dell’eterna primavera…
In fondo ho soltanto sbagliato
a scrivere la locuzione
in primo piano:
per distrazione,
per un tasto sfasato,
le mie dita son migrate
sulla tastiera.
Devid Bracaloni
Premio Speciale della Giuria Sezione Poesia
Preghiera di una recluta di pace
Signore, disinnesca
l’anima, il corpo e il cuore.
Rendimi immune al male,
innocuo a tante malsane parole.
Innestami di razze,
resettami di scienze,
fammi anarchico a leggi
che non difendono l’umana specie.
Liberami dai muri,
preservami dall’oro,
fammi ostile al potere
che estorce ai poveri anche il loro poco.
Signore, non lasciarmi
indurito nel cuore,
ma, come il vento, fa
che lasci al mondo un alito d’amore.
Paola Carmignani
Finalista Sezione Poesia
Il nostro libro, il tempo
Non siamo più fogli bianchi immacolati
ma paragrafi di vita vissuta,
ogni parola un sorriso, una goccia dagli occhi
qualche piega qua e là per sgualcire la noia.
Siamo capitoli condivisi nell’andare
paragrafi che si susseguono di corsa.
Ci sarà mai un Premio Strega per noi stessi?
Qualcuno che ci osanni per la vita?
Siamo libri vissuti di esperienze,
sfogliati da persone sconosciute,
parole che si rinnovano e si incrociano
negli scaffali pieni di ricordi.
Non siamo più fogli bianchi immacolati
ma tomi pesanti che il tempo produce
regalandoci in silenzio, la sua storia.
Guido De Paolis
Finalista Sezione Poesia
Mani viola
Mi chiedevo spesso come facesse
per quella via mulattiera
a tenere in equilibrio sulla testa
quell’enorme bagnarola,
quando si andava al vecchio lavatoio
circondato dalle acacie,
sotto la chiesetta sullo scapicollo.
Lei non amava andar laggiù
e ricordo che quel giorno il freddo
le impediva i movimenti come una tagliola,
ma continuando a sbattere e lavare panni
sopportava le sue mani sempre più viola.
Era giovane allora la mia mamma
e non temeva certo la fatica,
ma al ritorno il peso era bagnato,
così carica come un mulo,
riusciva a malapena a respirare,
e avvolti nell’assoluto silenzio bianco,
si udiva solo l’eco fumante del suo affanno
e della neve il crepitare.
Eleonora Deri
Finalista Sezione Poesia
Ebbene, ti vidi: scolpito nell’eterno quell’istante di sgomento
tu, immortale creatura, immota e disperata,
dinnanzi alla bellezza del tuo sublime tormento
e alla tua afflitta perfezione e al lucente nitore,
gli occhi sciolsi in commozione appassionata.
Tanta meraviglia cagiona turbamento
ed io perdo le parole; la mia voce è raggelata,
sconvolta, ti contemplo con incanto e con pudore
il bagliore e la tua fulgida bianchezza
poi che l’infinita poesia non abbisogna di colore,
ei pose la mano su uno sguardo inconoscibile.
I tuoi occhi mi figuro, infoscati di tristezza:
gli angeli non piangono, neppure di dolore
ma si arrendono alla morte, irreparabile.
Giuditta Di Cristinzi
Finalista Sezione Poesia
Scrivere
Scrivere
gridare io ci sono
consegnare le viscere al mondo
scrivere
urlo al cielo
bisogno d’aiuto
richiesta di attenzione
scrivere
violare il tempo
restare all’infinito
scrivere
spingere il limite all’eterno.
Gabriele Gramigna
Finalista Sezione Poesia
Soste di viaggio
Come anime perse
in qualche area di sosta
zingari di professione senza una meta
mangiavamo alla luce soffusa degli autogrill
fuggendo da nessuno, se non
da noi stessi.
Con la mano a sorreggere il mento e
lo sguardo perso dietro i fari delle auto.
Sospirando nel vedere i farabutti viaggiare
in corsie di emergenza prese poco sul serio.
Ingurgitavamo cibi che avremmo digerito
chissà quando
e osservavamo quei pochi viaggiatori
notturni
persi
straniti,
guardarsi intorno.
Maria Teresa Infante
Finalista Sezione Poesia
Anche le foglie stanno male
Le foglie cadute stanno male
perché tu non lo sai
che anche le foglie hanno le ossa rotte
e le gengive liquide di latte
e non lo sai
mentre stai lì
a gingillarti il cuore per la pena
a rigirati i pollici tra i denti
a trastullarti l’anima di schiena
a fuoco lento bruci la condanna
di una stagione con le spalle al sole
e tu sta lì
come le foglie
e non ti curi delle ossa rotte
e non hai sangue o latte
per l’inverno
e resti fermo
mentre tutto passa
e le tue ossa cadono dai rami.
Alessandro Izzi
Finalista Sezione Poesia
Il volo dell’autunno
Come le foglie
sorrido al mistero
cadendo.
Domenica Magnano
Finalista Sezione Poesia
A casa di Giuda
Fra muri rigonfi
colonne deformate
bestie incinte
il cuore ribelle
tradisce
chi lo vuole strozzare
fra livelli persi
missive affrancate
labbra aride
la ragione ribelle
tradisce
chi la vuol raggirare
il vento soffia
dentro la casa
ma senza un soldo
Giuda lo respira
come un affiato
contento di tradire.
Roberto Marsiglia
Finalista Sezione Poesia
La cenere
I piedi di un poeta
vagolano fra nubi
d’indicibile beltà.
Un poeta è cieco
difronte alle sue occhiaie
riflesse allo specchio,
è inconsapevole
della sua identità,
ha la fronte corrugata
le labbra serrate
e si chiede se la poesia esiste
o se è stata mummificata.
Un poeta è afono alla passione,
comprende l’importanza intellettuale dell’amore,
è insensibile all’incendio del cuore
alla tenerezza che scorre nelle vene
alle lacrime che affollano le guance
alle parole che corrono libere
ai pensieri coraggiosi che sognano.
I giorni in cui la poesia
chiamava la vita sono morti,
sono morti i suoi occhi,
è morta l’ispirazione.
Permane il dolore
del nulla e la cenere
di quel che è stato
macchia le mani
e lascia un’impronta.
Il poeta ricomincia dalla cenere
a riscrivere la sua poesia,
anche quando il mondo
gli dichiara guerra,
e non importa
se le sillabe ardono,
ne sorgeranno altre;
la cenere non può bruciare un’altra volta.
Anna Martinenghi
3a classificata Sezione Poesia
Di sogni-cerniere-spine dorsali e pinne caudali
Ho sognato di sognare
che sognavo
eravamo denti
di una cerniera aperta
mezzi sorrisi
distanti e mancanti
incapaci di stringersi
in una chiusura
lampo
c’erano rose
dalle spine dorsali
spine dorsali
fiorite
e pinne caudali disadorne
saliscendi
e scendi e sali
e tatuaggi cancellati
e tutte le chiamate perse
che nessuno lo sa
ma finiscono nei sogni
dove qualcuno
risponde sempre
te lo giuro
ho le fotografie
ma son venute mosse.
Giulia Maurizi
Finalista Sezione Poesia
Il volo
Come in un romanzo russo saremo grandi
e voleremo d’alta quota
fino a quando i polmoni cederanno
alla forza violenta del vento
e non riusciremo più a gridare
e i nostri occhi spalancati
non vedranno più l’altro;
ci perderemo di vista
e cadremo ciechi sul terreno
nero
e dimenando le ali tenteremo di risalire
mentre ci puntano
avanzano
sparano:
rosso sangue di rosa
grida tu ancora che puoi
colpo di stato poetico
colpo di stato poetico.
Monica Monetti
Finalista Sezione Poesia
Colpe
Bussi alla porta delle mie colpe,
come un animale graffi per introdurti.
In vita hai causato abbondanti danni,
non sei soddisfatto?
Ne vuoi ancora?
Diventi cenere,
vesti i miei incubi,
punti il dito.
Tu?
Oppure io, contro me stessa?
Abbandonata, ti ho abbandonato,
ho abbreviato la strada della tua discesa,
il castigo alla fine della tua sterile corsa.
Ti trovo nei ricordi,
ti straccio e lacero la calma.
Mi rimani nella testa,
cerchi un