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Timoteo e Dafne
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Timoteo e Dafne

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Un romanzo storico, di formazione, d’amore? O forse d’avventura? Un crocevia di storie che si snodano dal porto di Atene, parlandoci di lunghe traversate per mare, di amicizie solide e di amori nascosti, ma soprattutto descrive un incontro impossibile fra due grandi spiriti, quello greco, ancora pagano, e quello cristiano.
Lo scenario è quello dell’Atene e della Roma imperiale nel Primo secolo dopo Cristo. La Pax Romana si estende sul Mediterraneo, e il mare nostrum, ormai, è interamente dominato dall’Impero di Claudio. Roma è ancora pagana, ma dalla sponda orientale del regno arrivano voci di un nuovo culto straniero, e alcuni si sono già convertiti al culto di un dio che era morto in croce. Fu proprio sotto il governo di Claudio che un cives romanus seguace di questa nuova religione fece la sua apparizione nella Città eterna: era Paolo di Tarso, un rispettato funzionario dell’Impero che sulla via di Damasco ebbe una visione che segnò per sempre il suo destino.

Sinossi
Zefiro è cresciuto ad Atene all'interno del Giardino di Epicuro, una delle più prestigiose scuole filosofiche della città e dell'Impero Romano. All'età di 16 anni i suoi genitori lo affidano a Sila per andare a completare la propria istruzione a Roma. Zefiro, appassionato di corsa, è entusiasta perché spera di poter gareggiare al Circo Massimo. Sila è un vecchio amico di Dafne e Neocle, i genitori di Zefiro ed è anche un fedele della nuova religione predicata da Paolo di Tarso che si sta diffondendo in tutto il bacino del Mediterraneo. Prima di partire Dafne affida al figlio una misteriosa lettera per Timoteo, un amico comune che non vede da quasi venti anni.
Durante il viaggio Zefiro incontrerà Gaia, una ragazza cristiana bella come un angelo con la quale raggiungerà Roma dove verrà creduto un cristiano e arrestato. Il timore di essere divorato dai leoni e l'apparizione della splendida Calpurnia con cui condivide la filosofia epicurea sconvolgeranno la vita di Zefiro fino a quando, molti anni dopo, la lettera di sua madre a Timoteo, non verrà finalmente aperta.
LanguageItaliano
Release dateJul 2, 2019
ISBN9788899342951
Timoteo e Dafne

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    Timoteo e Dafne - Michele Pinto

    9788899342951

    Introduzione

    di Sandro Borzoni

    «E cosa chiede il tuo Dio in cambio di quel famoso posto in Paradiso?» Riprese Dafne.

    «In realtà tante cose – disse Timoteo – ma una in particolare: ama chi ti è vicino come ami te stesso».

    «È proprio quello che dice il Maestro Epicuro! Solo che lui sostiene il valore dell’amicizia per essere felici ora, non per il tuo Paradiso. Diceva che di tutto quello che la filosofia procura per la vita felice, il bene più grande è l'amicizia. Magari è possibile essere felici oggi e, dopo la morte, essere felici in Paradiso. Ammesso che dopo la morte si possa provare qualche sensazione».

    Un romanzo storico, un romanzo di formazione, un romanzo d’amore? O forse un romanzo d’avventura? Questo romanzo è un crocevia che racchiude tante storie che si snodano dal porto di Atene, il Pireo, e ci parla di lunghe traversate per mare, di amicizie solide come la pietra che seppero resistere al tempo, rivela gli amori nascosti dietro lo sguardo fugace di una giovanissima ragazza dai capelli biondi che porta dei fiori sull’altare di una divinità dell’Egitto che ha le sembianze di un gatto, ma soprattutto descrive un incontro impossibile fra due grandi spiriti, quello greco, ancora pagano, e quello cristiano. E dietro a questi amori e a questi viaggi, il romanzo rivela la cornice di un mondo passato, lontano nel tempo, ma molto più famigliare di quello che sembri all’uomo di oggi. Lo scenario è quello dell’Atene e della Roma imperiale nel Primo secolo dopo Cristo. La Pax Romana si estende sul Mediterraneo, e il mare nostrum, ormai, è interamente dominato dall’Impero di Claudio. Roma è ancora pagana, ma dalla sponda orientale del regno arrivano voci di un nuovo culto straniero, e alcuni si sono già convertiti al culto di un dio che era morto in croce. Fu proprio sotto il governo di Claudio che un cives romanus seguace di questa nuova religione fece la sua apparizione nella Città eterna: era Paolo di Tarso, un rispettato funzionario dell’Impero che sulla via di Damasco ebbe una visione che segnò per sempre il suo destino e lo indirizzo ad una nuova vita.

    Paolo non è al centro della storia, ma la grandezza dell’uomo e il solco profondo delle sue parole si staglia in controluce, come un’ombra tocca in un modo o nell’altro ogni personaggio del libro, anche coloro che appartenevano al mondo greco e pagano del Giardino di Epicuro. Filodemo, lo scolarca, cioè il maestro e il rettore della scuola epicurea ad Atene; Neocle, che diverrà il suo successore; Dafne, una fanciulla che studiò la filosofia, perché gli epicurei permettevano l’ingresso nella loro scuola anche alle donne; il giovane Zefiro, l’altro protagonista della storia, che non comprendeva come mai questi cristiani accettassero la volontà del loro dio anche quando venivano vessati dalla cattiva sorte. È proprio Zefiro, che lasciò Atene per viaggiare in Italia, che accompagna il lettore in questo mondo antico. Un giovane sballottato dalle onde del mare e da avvenimenti più grandi di lui, che a poco a poco apprese a modellare il suo destino, rivelandoci lo spirito di Epicuro: perché è proprio chi non sa ancora che può imparare di più. Zefiro non comprende il cristianesimo, ma non è scettico, non rifiuta a priori una dottrina diversa da quella ricevuta nella casa paterna. Per questo Timoteo e Dafne è anche un romanzo di formazione, che narra la crescita spirituale di un ragazzo che con gli occhi della sua acerba inesperienza dinnanzi alla vita ci fa riflettere sulle nostre convinzioni, sui nostri preconcetti, su ciò che potrebbe essere il mondo, se non fosse schiavo dell’ignoranza.

    La finzione narrativa e la realtà si intrecciano, Paolo visitò spesso la Grecia, percorse migliaia di chilometri, predicò il messaggio di Cristo in centinaia di città, sia ai greci che ai gentili, e Atene fu la città nella quale Paolo parlò sull’altare del tempio consacrato al Dio ignoto, promettendo di rivelare chi fosse questo dio creatore del mondo che i greci ancora non conoscevano. Al Pireo, infatti, inizia il nostro romanzo. È là che si trova il Giardino di Epicuro, ed è là che arrivarono via mare a bordo di una nave due discepoli di Paolo, Timoteo e Sila (Silvano), che dovevano consegnare al loro maestro una lettera di San Giacomo. Il destino teneva in serbo grandi cose per il giovane Timoteo, quel suo viaggio in Grecia non era casuale, ma avrebbe messo dinanzi allo specchio due diverse anime della cultura antica, che in parte si potevano riconoscere, ma sotto molti aspetti erano distanti come la luce e le tenebre. Narrare al lettore questi eventi che si schiudono al confine fra il pensiero cristiano e quello pagano, o forse dell’evento più improbabile ed inaspettato, l’incontro dei cristiani con la scuola filosofica epicurea della città di Atene, può sembrare sopra le righe, ma tutto quanto forma parte della storia gira attorno a qualcosa di più alto, e ciò che sembrerebbe impossibile, poco per volta diventa più che verisimile, specialmente perché non ci sono forzature nello scorrere degli avvenimenti. Dafne e Neocle, infatti, i due epicurei che ascoltarono Paolo, non si convertiranno al cristianesimo, perché per un epicureo, sarebbe stato forse impossibile abbracciare una religione con tutti i suoi dogmi; gli epicurei di dogmi

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