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Sherlock Holmes a Monza. Due pistole per un regicidio
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E-book326 pagine4 ore

Sherlock Holmes a Monza. Due pistole per un regicidio

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Giallo - romanzo (256 pagine) - Sherlock Holmes si trova a Monza il giorno del regicidio di Umberto I. Il detective di Baker Street dovrà rivedere le sue convinzioni sulla inutilità della Storia e della Politica e intessere un difficile rapporto con le autorità, tutt'altro che interessate a conoscere la verità sulla morte del re d’Italia.


Sherlock Holmes torna in Italia ed è a Monza il giorno del regicidio di Umberto I. L’anarchico Bresci ha esploso tre colpi in mezzo alla folla che circonda la carrozza del re. Ma nel teatro del regicidio non c'è solo la pistola dell'anarchico, ce ne è anche un'altra (ora conservata nel Museo criminologico di Roma). Le indagini di Holmes e Watson sulla morte del re sono aiutate dalle non occasionali riprese cinematografiche fatte nel momento del crimine. È il primo incontro di Sherlock Holmes con il Cinema, un nuovo mezzo d’indagine o solo narrazione per immagini? Presto il detective di Baker Street dovrà rivedere le sue convinzioni sulla inutilità della Storia e della Politica e costruire un difficile rapporto con le autorità, tutt'altro che interessate a conoscere la verità sulla morte del re d’Italia.


Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, scrittori in proprio, da tempo firmano insieme saggistica e narrativa poliziesca, svolgendo un’ideale detection sui tanti generi che il giallo ha prodotto nel suo secolo e mezzo di vita. I loro ultimi lavori sono: Ladri e guardie (Editori Riuniti, 2007), Un delitto elementare (Sovera 2008), Teoria e pratica del giallo (Edizioni Conoscenza, 2009) e l’ebook Clandestini (ilpepeverde.it, 2014).

Luigi Calcerano scrive anche di fantascienza: con Loredana Marano ha pubblicato Lultima Eneide (Bonaccorso, 2014).

Giuseppe Fiori, nel suo ultimo lavoro La conversazione sparita (Manni, 2013), tesse un sottile elogio della conversazione nel secondo dopoguerra.

LinguaItaliano
Data di uscita2 lug 2019
ISBN9788825409116
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    Anteprima del libro

    Sherlock Holmes a Monza. Due pistole per un regicidio - Luigi Calcerano

    9788825405910

    Nota degli autori

    I personaggi di questa storia sono in parte immaginari e in parte reali, così come alcune vicende sono storicamente accadute ed altre inventate dagli autori. Ma in entrambi i casi è tale la predominanza dell’invenzione, che debba ritenersi casuale e comunque del tutto frutto di artificio narrativo la sua aderenza a personaggi realmente esistiti.

    Premessa

    Il caveau sotterraneo della Banca Cox & Co. è parte integrante dell’edificio, ci sono spessi muri e porte corazzate modernissime, tutti particolari che mi hanno convinto, per la loro indubbia capacità di fronteggiare ogni rischio, a scegliere quel luogo per ospitare le mie tre cassette di sicurezza. Proprio lì è rimasto per anni custodito il resoconto sommario di questo come di altri casi che non potevano essere divulgati perché coinvolgevano importanti segreti di Stato o fatti che intaccavano il buon nome di importanti famiglie.

    In questo caso si trattava di una casa regnante e di molti altri protagonisti blasonati. Adesso che tanti eventi storici hanno fatto il loro corso e che è terminata la carneficina della Grande Guerra mi pare doveroso, se non prudente, rendere di dominio pubblico e aprire agli studiosi una storia che costituisce un omaggio a quelle straordinarie capacità analitiche che hanno reso famoso Sherlock Holmes in tutto il mondo, e che in questo caso hanno avuto modo di rivelarsi ancora una volta in Italia, a moltissime miglia da Londra. Nel rivedere i miei appunti ho rilevato tra l’altro che questo caso ha illustrato in maniera importante, oltre le specialissime doti intellettuali del mio amico, il suo metodo di indagine strettamente scientifico, che ha rivoluzionato, in pochi anni, i sistemi di Scotland Yard e delle polizie di tutta Europa.

    Ma mi sono accorto di un’altra cosa.

    In questo nostro secondo viaggio in Italia abbiamo avuto a che fare con una mescolanza di stili di vita, tradizioni e culture che ci erano sfuggite ai tempi in cui l’attenzione prevalente andava ai quadri e ai musei. Non ci siamo sentiti turisti, stavolta e, quasi, non abbiamo viaggiato con la sicurezza di avere una patria cui fare ritorno. Con fatica siamo riusciti a tenerci a distanza da tutti quei personaggi protagonisti della storia e siamo, più o meno, vissuti in un luogo immaginario di cui Londra, Roma, Torino e Monza erano parte inscindibile.

    Con la cronaca dei casi di Holmes avevo già imparato a dubitare del modo in cui percepivo la realtà e del grado di veridicità di quello che mi raccontavano o mi capitava, a Londra però, almeno, mi era noto il contesto politico e sociale e tutti i casi che vi erano inseriti. Nonostante il previdente tentativo di raccolta di informazioni, operato da Holmes al Diogenes Club, dall’arrivo a Monza in poi mi sono sentito invece molto disorientato. Da una parte questi italiani sono davvero troppo diversi, un popolo simpatico ma indecifrabile e diviso, guidato da governanti e sovversivi, entrambi esclusi dalle normali possibilità di comprensione o di valutazione di un inglese, d’altra parte le situazioni ci apparvero davvero tutte spiazzanti. Ci siamo mossi, comunque, in maniera diversa dal solito, come se indagassimo in un’altra dimensione, toccando con mano che difficilmente una storia rappresenta un solo destino possibile anche se deriva da un evento imprevedibile e di dimensioni e proporzioni grandi e imponenti, come la caduta di un Regno.

    Avevo chiuso nel caveau sotterraneo della Banca Cox & Co. una delle storie holmesiane più indecifrabili e oscure accaduta proprio all’inizio del nuovo secolo; in quella storia italiana l’intreccio c’era stato ma il contesto sarebbe presto diventato più importante e sorprendente, tale da rendere l’insuperabile ma fredda intelligenza di Holmes addirittura insufficiente, almeno in apparenza in quanto dipendente dall’area culturale anglosassone.

    Sembrerà paradossale ma mentre eravamo chiamati ad occuparci di re e di regine, di regicidi e di omicidi di Stato in quella storia italiana non ho potuto valorizzare più di tanto l’intreccio e, a parte la Cliente, non avremmo trovato un personaggio che fungesse da sovrano assoluto della storia; al suo posto ministri e intere squadre di personaggi italiani, napoletani e piemontesi.

    Ho dovuto alla fine prescegliere un solo modo, alquanto atipico, con cui cementare le pietre dell’intreccio narrativo. Non bastava indagare, come avevamo sempre fatto, su un caso delimitato e ristretto; in Italia dovevamo rielaborare tutte le informazioni necessarie alla detection, in questo modo la Storia dell’Italia di quegli anni è diventata anche per Holmes una preziosa palestra di addestramento cognitivo. Come altrettanto stupefacente è stato l’incontro di Sherlock con il cinema, l’arte del XX Secolo, che però intese sfruttare solo come nuovo supporto alla scienza dell’indagine.

    Non è mai stata una mia ambizione quella di creare una prosa che attir