Manuale Danze Sacre 1.1: I sei Obbligatori
Descrizione
Il manuale contiene i disegni orientativi delle posizioni delle sei Danze denominate "Obbligatori" e segue il metodo Taitango e Danze Coscienti®
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Manuale Danze Sacre 1.1 - Giuseppe Lotito
Giuseppe Lotito
MANUALE DI DANZE SACRE 1.1
I sei Obbligatori
ISBN: 9788834126165
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
Premessa
Introduzione
Quote
Le sei Danze Obbligatorie
Contenuti
Il Signor Gurdjieff
Lo stato umano ordinario
I tipi umani
I tre Centri principali: M, E, IM
Il Centro Razionale
Il Centro Emozionale
I Centri Istintivo e Motorio
La Legge del Tre
La Legge del Sette
I sette Stati di Coscienza
La pratica di Danze Sacre e Movimenti
Le Ottave di Lavoro
L’Enneagramma In breve
Le menti Manas e Buddhi
L’Intruso e il Guerriero
Hic et nunc: lo spirituale all inclusive
Significato del primo obbligatorio
Significato del secondo obbligatorio
Significato della terzo obbligatorio
Significato del quarto obbligatorio
Significato del quinto obbligatorio
Significato del sesto obbligatorio
Personalmente…
Personalmente…
Conclusioni in diagonale
Esercizi di presenza I
Glossario
Appunti
Osservazioni
Danze Sacre 1.1
Giuseppe Lotito
I SEI ESERCIZI OBBLIGATORI
Manuale per Istruttori di Danze Sacre di primo livello
Illustrazioni e grafica: Francesca Nobile
Premessa
L’idea di fare un manuale e disegnare le posizioni, mi è venuta per passione, per spinta creativa e dopo essermi confrontato sulle modalità di stesura e di esecuzione del testo e dei disegni. Il testo, le spiegazioni, le osservazioni, sono il frutto del lavoro durato circa trent’anni nell’ambito della ricerca interiore e spirituale ma anche personale e relazionale. Partendo dalla pratica dello yoga, passando dallo studio del sufismo, usando il rebirthing, la psicocibernetica, la psicodinamica per capire me stesso. Praticando le arti marziali interne come il Tai Chi ed ed esterne come lo Iaido e il Ju Jitsu fino alla cintura nera del Tai Kwon Do, comprendendo le varie esperienze nella danza sia contemporanea, sia classica, sia il tango argentino stesso, mi sono accorto che ha tutto contribuito a una formazione che ha trovato un risultato finale sì nelle Danze Sacre della tradizione gurgeffiana ma anche e soprattutto nelle rotazioni dervish. Senza l’amore per la ricerca e per il miracoloso, però, nulla sarebbe successo.
In questo primo succinto manuale la scelta è stata quella di dare un’infarinatura per indirizzare il lettore ai primordi ma anche per fornire ulteriori punti di vista a un praticante più navigato. Nel secondo manuale inizieremo a intravvedere una rete più organica di informazioni che daranno un senso di completamento, pur mantenendo uno stile apparentemente frammentato. Questa scelta è dettata da ovvie ragioni che ci vogliono tenere lontani quanto più possibile da un pensiero lineare facilmente sottoponibile a una rapida meccanicizzazione.
I disegni che l’artista Francesca Nobile, con grande devozione e maestria, ha eseguito, sono da intendersi come un promemoria per lo studente e il praticante danzatore senza voler nulla togliere all’indubbia necessità di praticare le danze con un maestro/a o un istruttore/ice capaci, consapevoli e dotati di talento per l’insegnamento di una tale complessa disciplina. Le figure di supporto allegate a ogni danza non possono quindi essere sostituite a veri e propri seminari o lezioni durante i quali lo studente deve poter essere seguito accuratamente per ottenere la massima precisione di ogni postura e di ogni movimento. Le illustrazioni personali non concernenti le danze saranno presenti a colori solo sulle copie dei manuali ordinati personalmente e vergate dall’artista.
Fatta questa premessa necessaria, con la pubblicazione di questo piccolo manuale, spero di fare cosa gradita ai miei studenti e anche ad un pubblico interessato ad avvicinarsi a quella che, sono convinto, sia una disciplina pregna di immense possibilità di crescita personale e di osservazione, oltre che di energia, frizioni e attriti altamente preziosi.
Ringrazio infine i maestri e le maestre incontrate finora sapendo che un elenco non servirebbe a granché se non a disinteressare il lettore su questioni personali legate a quella che Gurdjieff chiamava tecnicamente considerazione esterna.
Buon lavoro e buone Danze.
Introduzione
Una Una certa leggenda Sufi narra di un mago ricchissimo che possedeva numerose greggi. Quel mago era molto avaro perciò non voleva servirsi di pastori e neppure voleva recingere i luoghi dove le sue pecore pascolavano perché questo avrebbe rappresentato una spesa, a suo avviso, inutile. Naturalmente le pecore si smarrivano nella nebbia, cadevano nei burroni, si perdevano nella foresta, ma soprattutto fuggivano perché sapevano che il mago voleva la loro carne e la loro pelle. A loro questo non piaceva ma non sapevano come in altra maniera ribellarsi.
Il mago trovò presto un rimedio: ipnotizzò le sue pecore e cominciò a suggerire loro che erano immortali e che l’essere scuoiate non poteva fare loro alcun male. Le convinse che tale trattamento, al contrario, era per tutte loro buono e persino piacevole. Poi aggiunse alle loro nuove convinzioni che egli era un buon pastore, che amava così tanto il suo gregge da essere disposto a qualsiasi sacrificio nei loro riguardi. Suggerì loro che se doveva capitare qualcosa, non poteva in ogni caso capitare in quel momento e nemmeno in quel giorno, e di conseguenza non avevano di che preoccuparsi. Infine, il mago introdusse nella testa delle pecore l’idea che esse non erano affatto pecore; ad alcune disse che erano leoni, ad altre che erano aquile, ad altre ancora che erano uomini o che erano addirittura dei maghi. Fatto ciò, le pecore smisero di procurargli noie e fastidi. Proprio loro non fuggivano più, ma attendevano serenamente l’istante il cui mago avrebbe preso la loro carne e la loro pelle senza la minima resistenza. Accettando, anzi, passivamente, la loro nuova surreale condizione di schiavitù.
Questo racconto illustra perfettamente la situazione dell’uomo secondo molte delle idee espresse nell’ambito della Quarta Via del signor George Ivanovich Gurdjieff. La prima idea enunciata in questa breve storia è che l’uomo ordinario si trova in uno stato nel quale non può accorgersi di nulla, né del suo reale stato di schiavitù, né del fatto che qualcun altro crei