La voce della speranza
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Anteprima del libro
La voce della speranza - Jacob Aimé Gildas Ouakatoulou
sostegno".
PREFAZIONE
A prima lettura, La voce della speranza di Gildas è una storia d’amore con il tanto desiderato lieto fine. La storia è in realtà solo un’occasione. Si dice che leggere un libro sia un’occasione per incontrare persone, personaggi e luoghi che altrimenti sarebbe difficile conoscere in una sola vita, e dalla riflessione che nasce attraverso il confronto evolvere la propria storia personale. In questa prefazione desidero condividere i motivi per i quali La voce della speranza rappresenta precisamente una di queste occasioni, in modo naturalmente straordinario.
Generazioni e valori. La storia narra infatti due generazioni di storie d’amore ambientate in Congo, apparentemente solo sequenziali temporalmente e in realtà consequenziali. L’evoluzione della seconda storia, quella dei due più giovani protagonisti, è generata dall’esito della prima mediante la condivisione di un sistema di valori che attraversa e lega le due generazioni. Un tema universale e trasversale a tutte le culture, che in questo racconto vive attraverso poche e semplici parole dei protagonisti, una semplicità che forse – questa sì – culture altre hanno perso o stanno perdendo. La scelta dei genitori – esplicitata in particolare della madre del protagonista – accompagna il figlio nell’evoluzione positiva della sua storia d’amore: i compagni di vita si scelgono in base a quanto sono bravi
(nel senso anche etimologico del termine), non per quanto sono appariscenti nel riscuotere un effimero successo sociale.
Genere e valori. La storia narra infatti di due generazioni di donne e di uomini consapevoli, che decidono di comporre insieme un progetto di vita a partire dalle proprie originarie, e di condividere il cammino lungo la nuova strada tracciata insieme, affrontando ogni singolo inciampo con la semplice forza del valore della propria scelta e custodendo insieme il prezioso dono e tesoro che rappresenta l’essere una famiglia. In questa storia, gli uomini veri sono con dolcezza e forza accanto alle loro donne, e le donne vere sono con intelligenza e forza accanto ai loro uomini. Un altro tema universale, che attraversa tutti i sistemi di norme culturali, per nulla scontato.
Per srotolare questi sottili fili universali che legano culture diverse, Gildas ha composto una storia semplice, fresca, che nasce e si evolve in un particolare sistema di norme e consuetudini che affonda le radici nella relazione tra la persona e la natura, gemma frutti di inestimabile valore, nel quale le inevitabili contraddizioni riescono ad avere la funzione di far apprezzare ancora di più il frutto. Ecco allora che la storia diventa anche occasione per condividere una cultura d’origine fatta di valori alti e profondi e che si manifesta attraverso la quotidianità di usanze e abitudini. Peraltro, Gildas ha deciso di condurre questa operazioni di condivisione utilizzando tutte le opportunità a sua disposizione, e in particolare la scelta molto interessante di mantenere in lingua originale i nomi di alcune usanze o oggetti, che hanno un significato speciale e accrescono curiosità e interesse di chi legge.
Ci sono in effetti due cause diverse che spesso funzionano da potenti ostacoli al confronto, all’incontro e alla condivisione tra culture altre: gli stereotipi e la lingua. L’universalità dei valori in cui il racconto fa riferimento, aiuta a depotenziare il primo ostacolo (per chi abbia comunque la curiosità e interesse per chi e cosa è altro da sé), e ad accendere un meccanismo virtuoso mediante il quale il raffronto tra norme culturali diverse favorisce il processo di apprendimento e consapevolezza di limiti e opportunità delle proprie di origine. Quanto alla lingua, anche in questo caso Gildas trasforma questa criticità in opportunità attraverso l’idea messa in atto di disseminare il racconto di termini che rimangono nella lingua originale.
Desidero concludere questa prefazione condividendo come mi sia capitata l’occasione di scriverla, perché penso che possa aggiungere una riflessione utile alla lettura. Gildas è un cittadino pisano, responsabile della Comunità Congolese a Pisa. Quando ho avuto il privilegio di incontrarlo per la prima volta ho ammirato il livello di competenza che emerge dai suoi studi, la sua ampia cultura e l’importanza capitale che alla cultura lui assegna in ogni ambito delle sue azioni quotidiane, suddivise tra il tempo cronologico e opportuno della sua occupazione nel settore alberghiero, e il tempo opportuno dedicato all’ulteriore sviluppo delle sue competenze di studio, al lavoro di responsabilità rispetto alla Comunità Congolese, a quello di scrittura di libri e di volontariato nell’offrire le sue competenze linguistiche di lingua francese per le scuole di Pisa. Un cittadino consapevole, competente, di cultura, e attivo nella comunità – che sia quella propria di origine, che continua ad amare tanto da impegnarsi con delicatezza nella diffusione dei suoi valori universali, o che sia quella della Città dove ha scelto di comporre il proprio ricco progetto di vita. In effetti, un esempio per la comunità tutta. È dunque con curiosità e interesse che ho accolto