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L'ultimo passero solitario. Seconda edizione
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Ebook237 pages1 hour

L'ultimo passero solitario. Seconda edizione

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About this ebook

Edmondo Canepi ha nel suo dna la poesia, per tradizione familiare, ma in un senso moderno e trova nell'ermetismo una chiave interpretativa più consona della realtà poetica e spirituale del nostro tempo, soprattutto in senso cristiano. Da un punto di vista sentimentale, è profondamente legato al romanticismo italiano dell'inizio '900.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJun 3, 2019
ISBN9788831621168
L'ultimo passero solitario. Seconda edizione

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    L'ultimo passero solitario. Seconda edizione - Edmondo Canepi

    Indice

    INTRODUZIONE

    DEI TEMPI PASSATI

    Solitamente

    Dalia

    Brigata

    Ballata

    Baròre

    Arzachna

    Armir

    Berchidda

    Proserpina

    Computer

    Effimero

    San Lorenzo

    Lavoro

    Spaventapasseri

    Turbine

    Sentieri

    Alluvione

    Mucillagine

    Rondinella

    Giungla

    Spartaco

    Nonsolonero

    Stradivari

    Epitaffio

    Golfo

    Santippe

    Vagabondo

    Arcangelo

    Epigono

    Apoleide

    Meritatamente

    Meteore

    Oltremodo

    Simpatia

    Senzalimiti

    Supercalifragilisticamente

    Ripristino

    Nassiriya

    Maitadue

    Ligabue

    Pianto

    DEI TEMPI RECENTI

    Passero

    Folies

    Retorica

    Rete

    Label

    Sera

    Ruggito

    Remore

    Rimembranze

    Caraibi

    Pazzia

    Surfinie

    Calliope

    Rose

    Zanzibar

    Serenità

    Amore

    Solitudine

    Porcherie

    Mobile

    Amnesie

    Palingenesi

    L’Aquila

    POIEMA

    Assembler

    Reticolato

    Rudere

    Immensità

    Tenebre

    Intimitá

    Ormai

    Perché

    Evolution

    Quando

    Ramadan

    Rebelot

    Pervaso

    Impermeabile

    Nepal

    A modo mio

    Un altro Ferragosto

    Finestre

    Titolo | L'ultimo passero solitario

    Autore | Edmondo Canepi

    ISBN | 9788831621168

    Prima edizione digitale: 2019

    © Tutti i diritti riservati all'Autore.

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'autore.

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti  dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    INTRODUZIONE

    1. ACCENNI BIOGRAFICI DELL’AUTORE

        Edmondo Canepi  uno pseudonimo, un nome d’arte. Il vero nome dell’autore  Carlo Casu. Ha voluto soltanto seguire l’esempio di molti poeti e artisti, che fino ai primi dell’ottocento/novecento, solevano darsi un nome d’arte, un epiteto, per seguire la moda del tempo e per sottolineare la loro natura specifica. E con ciò l’autore forse si illude di far parte di un minuscolo cenacolo di poeti, quelli che sono tuttora viventi e quelli già morti da un pezzo..

    Nato a Sestino, Provincia di Arezzo, il 1 Settembre 1937. I suoi genitori erano gente molto semplice, di origine sarda contadina. Il padre, Salvatore, era Maresciallo Maggiore dell’Arma dei Carabinieri. Di carattere molto schietto, costui, si era tuttavia formato un discreto bagaglio di cultura generale, quasi da solo, essendo un valido autodidatta, ottimo poeta in vernacolo, aveva fondato, con molta discrezione e privacy, stante anche il suo stato militare, che vietava queste forme privatistiche, alla fine degli anni ’40, a Cagliari, una rivista di letteratura sarda: "S’Ischiglia", che ebbe una certa notorietà e diffusione, in quegli anni del dopoguerra.

    In questo ambiente, che comprendeva anche la figura e l’influenza del prozio dell’autore Pietro Casu, scrittore di sicuro spessore nell’ambito della letteratura sarda, ma anche italiana, si  realizzato lo sviluppo della personalità peculiare dell’autore, fin dai tempi della fanciullezza. Si trattava di una personalità certo molto attenta e curiosa per natura, complessa soprattutto in relazione alla sensibilità istintiva dell’immaginazione ed alla creatività poetica, perché fin dai primi anni giovanili (prima di quindici anni), l’autore muoveva i primi passi e tentava spontaneamente di trovare una sua forma di espressione poetica autonoma, non in vernacolo però, bensì in lingua italiana, avendo peraltro seguito gli studi classici, presso l’Istituto Dettori di Cagliari ed in seguito presso l’Istituto Berchet di Milano.

        Di quegli anni giovanili, resta purtroppo quasi niente, solo qualche frammento dei vari tentativi di composizione, per lo più di carattere amoroso, ispirati ad amicizie personali o di qualche compagno di scuola.

    Notate, per esempio:

    "Tanto cara mi sei

    ed al cuor sì stretta,

    che anche la vita perderei

    per te Antonietta".

        Si tratta di versi, facenti parte di una canzonetta scritta su commissione, a Cagliari, verso la fine degli anni quaranta, per un compagno di scuola, certo Italo Pinna, innamorato di Antonietta Bianchi, una studentessa bionda, molto carina, ed ispirati agli amori semplici e sdolcinati della prima adolescenza.

    Molte di queste composizioni, facenti parte della raccolta Le Mie Mani, ovvero dell’Arte Poetica, come "Frammenti e Limbàra", rimaste quasi intatte e fedeli, riescono ancora a testimoniare di quegli anni di giovanile fervore e di fantasie sincere, seppure immaturamente espresse.

    E la fantasia, appunto, questa meravigliosa e misteriosa facoltà, egli continuamente sviluppava ed accresceva, attraverso la lettura di libri giovanili, soprattutto di narrativa, di avventure e di fantascienza.

        Si dimostrava, però, poco adatto alla disciplina scolastica, sia perché era molto timido, sia perché non aveva consolidate tradizioni di famiglia (il prozio Pietro, era un’eccezione!), in seno alla quale non fu certo incoraggiato. Inoltre, non era minimamente ambizioso. E così abbandonò dopo un po’ gli studi normali, ma scoprì, forse casualmente, di avere facoltà e vocazioni non del tutto trascurabili, come la passione genuina e smisurata per la filosofia e per l’arte poetica e si sentì così, in seguito, interiormente più realizzato, seguendo queste inclinazioni spontanee.

        Frequentò, per qualche tempo, l’Università Cattolica di Milano, iscrivendosi alla Facoltà di Economia e Commercio. Ciò, pur essendo contrario alle sue inclinazioni morali più profonde, che in quel tempo lo spingevano di più verso la Medicina, gli consentì però di entrare a lavorare in banca. Diventò così un "colletto

    bianco" della Banca Commerciale Italiana di Milano, dove lavorò molti anni, fino all’età del pensionamento.

        Mise su famiglia abbastanza presto (1961), sposando Maria Melilli, di origine siciliana e n’ebbe due figli: Marcello e Luisa.

    Svolse il servizio militare a Como (Camerlata), dove conobbe Aldo Caravati, l’amico architetto che morì giovanissimo, a causa di un incidente automobilistico, mentre ritornava in caserma, una sera di ottobre dell’anno 1964, dopo un breve congedo. Ne soffrì interiormente

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