Fuoco e Disobbedienza
()
Info su questo ebook
Leggi altro di Caterina Armentano
Angelus Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'Incanto di Fantasia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Correlato a Fuoco e Disobbedienza
Ebook correlati
Il paradiso perduto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni666 - La caduta degli angeli ribelli e il marchio della Bestia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPer un bios di Ponzio Pilato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGenesi: Il primo visionario libro della Bibbia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCantico dei Cantici e Qoèlet (Ecclesiaste): Due libri profani nella Bibbia Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La Madre del Mondo: Kore Kosmou Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Lo Scriba Valutazione: 5 su 5 stelle5/5L'Apocalisse siriaca di Baruc Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniExodus. Il testamento perduto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniParadiso Perduto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuello che rimane. Il libro del Deuteronomio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBibbia e Corano, libri con lo stesso Dio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'altra Iliade, l'altra Odissea Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Genesi. Tiamat e il Signore del Sogno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTao Te Ching Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Iliade Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuo vadis? Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRadici antiche Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVi racconto l'Australia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Categorie correlate
Recensioni su Fuoco e Disobbedienza
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Fuoco e Disobbedienza - Caterina Armentano
Sofocle
Lilith, La Prima Donna
«Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.»
(Genesi 2,21-22)
«Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò.»
(Genesi, 1:27)
«I suoi cancelli sono cancelli di morte
e dall'entrata della casa
se ne va verso Sheol.
Nessun che entri tornerà mai,
e coloro che la possiedono scenderanno l'Abisso.»
(4Q184)
«Ella disse 'Non starò sotto di te, ' ed egli disse 'E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra.»
(L'alfabeto di Ben-Sira)
Me ne sarei ricordata se qualcuno mi avesse chiamata.
Mi convinsi che fosse stato il silenzio a svegliarmi.
L’assoluta prepotenza del nulla si insinuò in me facendomi capire che qualcosa era cambiato: percepii un movimento.
Aprii gli occhi per la prima volta, e ciò che vidi mi piacque. Capii che avrei posseduto ogni singola foglia di quel luogo, l’avrei amata senza fermarmi a farmi troppe domande.
Io fui, e ciò mi bastò.
Poi, alzandomi, ruotai su me stessa. Fu allora che lo vidi.
I miei occhi nei suoi, il mio sguardo che indagò la sua figura.
Capii cosa fosse la passione nel momento in cui le sue dita sfiorarono le mie.
Sento freddo e dopo il freddo arriva il calore. Lo percepisco mischiarsi alla polvere, insieme a gemiti e sensazioni, un alito di vita mi riempie i polmoni. Penso sia la fine. Credo di sparire, prima ancora che possa distinguere la luce dal buio.
Invece apro gli occhi: tutto è appannato, indistinto, confuso.
Chiudo e riapro gli occhi, e la luce nel Giardino mi appare spettrale, per un attimo mi sento smarrita.
Mi alzo e faccio un giro su me stessa.
Lui è lì. Mi fissa con circospezione.
Io abbasso lo sguardo.
Non aspettai che fosse lui a fare la prima mossa. Perché avrei dovuto?
Passeggiai da sola e mi addentrai in luoghi mai esplorati.
In verità il Giardino era nostro.
Fu creato per entrambi, cosa avrei dovuto temere?
Ammaestrai le creature e detti un nome alle piante.
Inventai la danza e, quando la luna fu piena, mi inabissai nelle acque del Tigri e dell’Eufrate.
Con la pelle morbida e gocciolante, prima che l’aria riuscisse ad asciugarmi del tutto, andai da lui e gli proposi di giacere con me.
All’inizio la mia audacia lo intrigò, poi cominciò a scacciarmi dal giaciglio.
Lo avevo fatto sentire inferiore, mi disse, e lui era nato per dominare.
Aspetto che sia lui a chiamarmi.
Aspetto che la sua mano si allunghi verso la mia.
Non raccolgo un fiore senza il suo permesso, il Giardino è stato creato per lui.
È detentore di verità assolute. Il suo sì e il suo no sono sacri.
Mi guida verso luoghi sconosciuti. Mi sussurra il nome che ha dato a ogni creatura e mi elenca le cose da non fare.
«Non dovrai mai ballare al chiaro di luna» mi ordina.
Perentorio e arrogante.
Io annuisco in silenzio.
La sua parola è legge.
La prima volta che vidi la pioggia uscii dal mio rifugio, e iniziai a ballare.
Il mio corpo si impiastricciò di fango e foglie, mentre l’acqua mi scrosciò addosso, ripulendomi.
Alzai le mani al cielo e benedii il Padre per quel dono che profumava l’aria di