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L'eterno canto dell'estate
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L'eterno canto dell'estate

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L’eterno canto dell’estate è un romanzo espressionista composto in versi liberi formato in ventuno capitoli chiamati canti in virtù del fatto che il narrare si svolge principalmente in versi. Romanzo con dialoghi surreali ed espressioni metaforiche con accenni alla parlata volgare della diletta città di Napoli. Dialoghi ridicoli , umoristici senza senso come lo scorrere della vita dove emerge la figura di un moderno Pulcinella eroe contemporaneo tormentato dalle sue passioni, dal sesso in generale, dal bisogno d’evadere dalla grigia realtà in cui vive, insieme a sua moglie Milly e l’incapace figlio Tommasino. Un Pulcinella tutto da scoprire con e senza il suo cupolone senza la maschera figlio del popolo e dei sogni di tanti emigrato dapprima in America, poi ritornato nella sua città natale con Milly là conosciuta con la promessa di vivere un amore appagante il suo animo tormentato. Ritornato in Napoli va a vivere in un basso poiché non si può permettere altro ed apre una sua bottega tra intrigati vicoli sempre più luogo di malessere, covo di spacciatori e delinquenti d’ogni genere. L’eterno canto dell’estate è anche un lungo viaggio in una estate selvaggia piena di sole e d’idee in cui l’amore ti conduce lontano nel senso dell’essere soli nel caduco verso , nella lasciva libertà che eguaglia il nostro vivere per mondi sovrumani e canti in riva al mare dove la giovanile memoria si bea del tempo passato . Cosi attraverso tormentate vicende Pulcinella con l’aiuto di un monacello entra nella città dell’eterna estate ove ogni cosa è possibile realizzare. Ma questo entrare in altre dimensione lo conduce ad una sorte di follia dei sensi e ad un amaro risveglio. L’amore salverà lui e la sua famiglia attraverso la rinascita di Milly ed il ripartire verso altre terre in cui si è liberi di sognare un'altra vita, un'altra estate.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 31, 2019
ISBN9788831623339
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    L'eterno canto dell'estate - Domenico De Ferraro

    dell'estate

    L’Eterno Canto Dell’ Estate

    Romanzo In Versi Liberi

    DI

    DOMENICO DE FERRARO

    CURRICULUM

    DOMENICO DE FERRARO: 

    Nativo Di Giugliano In Campania  ivi Residente In Villaricca (Napoli) Via San Francesco D’assisi 84 Scrittore Espressionista . Poeta Futurista .  Rapper  in  Podcast. Autore di audio libri. .Membro dell’accademia degli oziosi e dell’accademia poesia nel Mondo  appassionato fin dalla tenera età  all'arte della narrativa e della poesia. Dopo aver tentato di laurearsi in Lettere e Filosofia è approdato  ad  un corso universitario di medicina  come Tecnico Radiologo  in tale ruolo lavora tutt’oggi in un noto  ospedale  della città di Napoli .  Ha scritto fino ad oggi vari libri di narrativa: Romanzo : Malerba Latina : editori Lulu.com, Boopen.it . Romanzo : Pendragon (Fantascienza), Romanzo :  Piazza Gramsci Generation diverse raccolte di racconti e poesie: Novelle Aliene con editore ilmiolibro.it, sito  in  cui e presente con diversi libri in vendita. Novelle Neopolitane . Racconti Futuristi, editore Boopen.it, Poesie di Periferia . Poesie : Ferro e Fuoco, editore Lulu.com e Poesie, Canti del Sud con La Rosa editrice. Inoltre ha pubblicato diverse Fiabe in e-book, Il libro magico degli Gnomi, Fabule Campane, Brevi commedie umoristiche. Autore presente in tantissimi e diversi siti di  riviste letterarie di scrittura creativa online nazionali ed internazionali.

    Elenco Opere Prodotte :

    CANTI DEL SUD (Poesie)

    POESIE DI PERIFERIA ( Poesie)

    FERRO E FUOCO  POESIE

    CANZONI E POESIE VARIE

    MALERBA LATINA ROMANZO

    IL LIBRO MAGICO DEGLI GNOMI E ALTRI SOGNI 

    FIABE PER BAMBINI  FIABE BASILIANE

    PENDRAGON  Romanzo

    RACCONTI FUTURISTI  Racconti

    NOVELLE NEOPOLITANE  Racconti

    FABULE CAMPANE  Racconti

    NOVELLE ALIENE  Racconti

    NOVELLE ONLINE    Racconti

    SCRITTI PER STRADA Racconti

    RAP POPOLARE  Poesie

    CANTI CUNTI FUTURISTI  Racconti

    PIAZZA GRAMSCI GENERATION  Romanzo

    RACCONTI DI PANICOCOLI  LE FIABE DEL FAUNO

    L’ETERNO CANTO DELL’ESTATE (Romanzo in Versi)

    RACCONTI METAMORFICI

    L’ETERNO CANTO DELLA ESTATE

    DESCRIZIONE

    L’eterno canto dell’estate è un romanzo espressionista composto in versi liberi formato in ventuno capitoli chiamati canti in virtù del fatto che il narrare si svolge principalmente in versi .  Romanzo con dialoghi surreali ed espressioni originali , dove  emerge la figura di un moderno Policinella  eroe contemporaneo  tormentato dalle  sue passioni ,  dal sesso in generale , dal bisogno d’evadere dalla grigia realtà in cui vive, insieme a sua moglie Milly ed il figlio Tommasino. Un Policinella  emigrato  dapprima  in America,  poi ritornato nella sua  città  natale  con Milly là conosciuta con la promessa  di vivere un amore appagante il suo animo tormentato. Ritornato in Napoli  va a vivere  in  un basso ed apre una sua bottega tra intrigati  vicoli  sempre più luogo di malessere,  covo di spacciatori e delinquenti d’ogni genere. L’eterno canto dell’estate è anche un lungo viaggio in una  estate in cui l’amore  ti conduce lontano  nel senso dell’essere soli nel caduco verso , nella lasciva libertà che eguaglia il nostro vivere per mondi sovrumani e  canti in riva al mare dove la giovanile memoria si bea del tempo passato .  Cosi attraverso tormentate vicende Policinella con l’aiuto di un munaciello entra nella città dell’eterna estate ove ogni è possibile realizzare.  Ma questo entrare in altre dimensione lo conduce ad una sorte di follia dei sensi e ad un amaro risveglio.  L’amore salverà  lui e la sua famiglia attraverso la rinascita di Milly ed il ripartire verso altre terre in cui si è liberi di sognare un'altra vita , un'altra estate.

    Proemio

    Caro lettore  stai sfogliando pagine  di vita verace,  or dunque seguimi in questo mio narrare per versi.  Qui  mi lascio andare  al divenire per racconti fantastici nei  vortici dei sensi    descritti  nella  forma  di sapere  poetico  , tra  varie espressioni  congiunte  al  tempo passato . Attraverso l’ avversa sorte che affligge  milioni di persone,  nella mesta ricorrenza di un giorno qualunque, nella gioia , nel peccato che si porta via questo delirio di storie intrise  di sesso. Tra  silenzi infiniti  il  mio pensiero  vola  per valli ed oscuri , luoghi meravigliosi,  destano in noi l’immagine  di un mondo dimenticato . In  giorni sempre uguali ,nella monotonia metropolitana . Tutto  scorre  nella mia storia,  ogni cosa  si trasforma ,  senza  mai fermarsi. Catarsi d’ espressione senile  sale lenta et lesta.  Fugge gemente nel vago ardore,  indora l’aurora , fulgida appare ed immane , cade nel suo delirio .  La pioggia bagna la  caduca  passione,  nascosta  nell’animo afflitto.  E  in questa  sconvolta  favola  chiama a se la vita di quando  le resta da vivere. Tra  amene ombre ,  spiragli di luce ,  lungi  per lidi luminosi, esuli  et  antichi  prendono vita da ellenici racconti  misti di varie avventure . Fiabe e leggende  prendono vita come per incanto dalla mente  di un esule scrittore .

    in questo narrare  io  mi dispero,  lungi dal comprendere  ciò che conosco  e dopo  prego  lesta venga la morte . Vita  ,emerge  nel  mio verseggiare ,  per storte  vie , verso  vette eccelse . Odo solinghi usignoli canticchiare nel bel giardino dell’infanzia la gaia canzoncina dei bimbi perduti.  E nel dolore ,mi trascino  da solo  in  incantevoli paesaggi  nell’eco  di guerre che  non finiscono mai.

    Vedi , credo d’essere  giunto  in questo amore  grondante sangue  , bagnato di sperma,  ingravidante  il mio dolore.  Fingo,  cado ,  mesto,  arrivo  ,  esule  come fossi  beato in  questo  amore  malato  che ti riempie l’animo . Son solo ,volo nel vasto cielo.  Il vento  mi trascina , sopra città leggendarie  ,sopra questo mondo in rovina  , sopra  mille  macerie letterarie ,  dentro  un amore maledetto  ove  mostro il mio coraggio,  il mio destreggiarmi in vane forme , in  vani pentimenti . E  non so dove nasce in me tal rabbia,  tale orrore.  E di tanta parte , di tanto patire , rimango  il signore dai  mille nomi e  dalle mille vite,  assai derise.

    Son io  che soffro ,  canto ,  contro la crudeltà degli uomini  oppure e l’ amor  a  condurmi  in cielo  per vie belle ed eleganti , per quartieri dormenti.  Meste strade conducono ad un  dio che  governa  il mondo. Dormi figlio mio , sugli allori scipi ,nella  gaia novella,  nell’accidia di un verbo.  Prende  corpo  dentro me la consapevolezza  , in questa storia che io narrai dopo aver percorso l’ade  tutto da solo , dopo aver percorso,  il mio tempo ed il mio amore.

    Credevo  di vivere , di ire per oscuri lidi , per giorni lieti in compagnia di un nuovo  amore.  Gaio  mi  desto  all’alba , mi elevo  nel viaggio  che per estreme liriche et  eclettiche egloghe  per casi oscuri fan di me un mostro tra gente dabbene. E provo  tanto orrore ,provo pena per me stesso per ciò che sono , per ciò che rappresento.

    E muovo i miei passi sulla scia di un verso  poetico ,  nella sorte che bigia , ama il grigio ardore.  Nell’ umana metamorfosi di lucrezio . La natura  si evolve  nella muta occasione . Nella gioia di un attimo , ora sono io,  ora sono tanti e non trovo tregua , ne ritegno nelle  deleteria  estasi. Nell’ esimere l’essere dall’essere tale ,  in  come noi condotto l’ abbiamo sognato di vivere.

    E nel bel mattino  di nostra età , quando ogni cosa è conclusa quando per ore liete il nostro corpo ha provato l’estasi di un sesso secolare  , fatto di effusioni  e lubrici lirismi, sulla scia di un sentire  che si desta dall’inverno trascorso  si  desta al caldo sole d’estate.  Io rinasco in sofferti mattini  congiunti all’idea di un mondo che lentamente va alla deriva. Inseguo  un mio credo  , una  personale visione di ciò che si è  di ciò che avremmo  potuto  essere ancora . E nella gioia nel viaggio son giunto  oltre ogni sapere  ed ogni incontro alla rinfusa nell’unire  spiriti e corpi assai simili al mio cambiare  nel  decantare gioie e dolori dell’animo umano.

    Versi  fuggono , gioiosi,  bizzarri  in  vane ragioni ,  raggiungono  il fine estremo  di una esistenza di mezzo , attraverso il fiume di questa poesia , immerso  in  silenzi  estivi , ove la mente evade in  sogni ed avventure , nella  ricerca di  una pace che  vive  in abissi  marini  ed  in altre avventure inverosimili .  Fantasie  all’estremo  di un morire mite  in un  acerbo  dire , un morire per rime chete ,  cretine risorgono  all’alba nel bel mattino di una vita raminga.

    l’amore  carnale

    E come  in un caos senza fine si  trascende il verbo  del divenire per erranti lidi , macchiati di sangue innocente, cheti  nel fluire  che mesto incomincia ad assumere la sua forma fisica.  Versi  erranti , deformi  senza senso  emergono  nel gioco erotico, nella gaia giostra di anime morte di baci e carezze . E tu  ferma ammiri  , forse incapace di riprendere  un suo percorso nominale.  Abbandonata sotto le luci della città , trascinato nelle parole  di bocca in bocca , adunche ,incomprese , scritte con vigore dentro un bar davanti ad una birra . Tutto passa , ed ogni cosa si muove si fa chiù bella  come fosse una gaia  scienza , giovanile esperienza  che s’alza la gonna mostra il sedere , mostra le sue  grazie. Mi fermo nel tempo in cui fui ,incapace di credere ai miei occhi , di ritornare ad essere ciò che un tempo fui. Tutto scorre ,musica e desideri. Tutto si desta  nell’ipocrisia di un essere uno e trino.

    Ora la morte non ha più riguardo  di me , mi sussurra amabile parole mi sussurra del suo tempo di quando si era giovani . M’incammino  per un  lugubre  lungomare , perduto  in  visioni  oscure , per giorni che non riesco a congiungere a quella assioma , assunto in  forme cosi sinistre. Ed il dubbio di chi sono  , cosa sarò di nuovo,  vivendo mi riporta ad una gaia melanconia  ad una incerta visione ad un bruciare nel fuoco dell’inferno della città .

    Ti ho vista vicino al mio corpo, ti ho visto fare i tuoi giochi perversi , nel  dare e l’ avere, hai  toccato il mio  maturo sesso ,volate via  le mie parole  così triste ed il canto confuso nel  ricordo , assume una inquieta visione di cosa saremmo divenuti strada facendo.

    Continuo a vederti  , muoverti  dentro di me con i tuoi pensieri , mi travolgi,  mi baci e mi fortifichi, come  catullo et serbia cornifici tuoi , bella puella di  fabula latina  . Figlia del mare ,  figlia della  amore carnale , figlia della lupa , vicino a  questo sciato  dopo tanti vasi , pigliati questi soldi. Fosse state chiù contento , se me l’avesse detto in faccia  subito quello  che pensavi di me . Ti sei annascunuto dietro a questi uocchie verdi  e ti sei avasciate a mutanda  dietro  a uno  specchio da sola , senza essere vista da nessuno.

    Ed io  volevo  una bambola gonfiabile da possedere ,bella e disponibile  io  volevo  una passione chiattullela , munachella,  lascivo    nel  vento  , sconvolto ,  sotto alle  stelle di capri , fischiando navigando verso  ischia ,  pensando  a maria,  pensando  questa  sciorta chiù scura da mezzanotte , mi ritrovo di nuovo rassegnate dentro ad un  altro errore.

    Son figlio della terra  di lavoro  , son figlio della mia storia  ,son tre  giorni  ti cerco  mezzo a  questi  vicoli  neri e fetenti . E non  trovo  pace    mi spoglio ,  mi vesto,  faccia  l’ ammore e non  trovo giustificazioni ,riconoscenza ,  mezze misure che mi conducono ad una ragione plausibile. Finisco cosi  inginocchiato a pregare  davanti ad un santo  . Non ho più tempo, nè  certezze ,  tutto è  odio, amore ed ogni cosa è  dolce  come fosse una musica nova.

    Ti  avrei volevo raccontare quello  che mi passava  per la  testa  poi portarti  sopra ad una nuvola,  ti  volevo cuntare  , scrivere , smargiasso,  rincorrerti  dentro questa  passione,  fino  alla fine dei miei giorni. Ed una febbre m’assale e ti penso tutti  i giorni , ti  penso  quando scendi le scale e vado a faticare, quando sono innanzi  ad una croce  , quando mi  tocco  la facce e pensa a te  sola dentro questa vita .  E nun tengo chiù a capa , stanco  ascolto  le  ribelle onde del mare ,l’infelice fiaba della  bella e la bestia , la  magica fiaba dell’orco canterino.

    Sciorta nera , simili a  notti passate , scrivere versi sireticci ,scontrosi, sputazzate  , bellezze senza zizze e  senza seguire conclusioni in  versi angelici  , belli  come  te che riposi dentro un letto di spine ,  abbracciata al  sogno di  un altro , ed  io inquieto  rimango . Sono  in trappola , sono caduto dentro un fosso,  dentro

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