Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Portella della Ginestra: alla radice del segreto italiano
Portella della Ginestra: alla radice del segreto italiano
Portella della Ginestra: alla radice del segreto italiano
Ebook163 pages2 hours

Portella della Ginestra: alla radice del segreto italiano

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Portella della Ginestra è una strage che ci racconta di un tempo in cui lo Stato e chi lo governava decidono di abdicare all'uso legittimo della forza in funzione d'ordine e di affidare, invece, la medesima funzione d'ordine a chi, in quel tempo (purtroppo come oggi), deteneva – e detiene – il monopolio della violenza e dell'illegalità: la mafia. Un patto, quindi, un patto scellerato che determina un vulnus, lo ripeto, nel processo di formazione della democrazia del nostro Paese, non solo nella storia delle istituzioni siciliane. Ma un simile patto era già stato siglato al momento della caduta del Fascismo, al tempo dello sbarco degli alleati, quando esattamente chi aveva – e avrebbe avuto – funzione di governo in questo Paese decide di stipulare un patto, questa volta con gli americani, e gli americani, a loro volta, di assicurare l'ordine costituito affidando a capi mafia la prima reggenza dei risorti comuni.

E qui la storia della Sicilia diventa veramente drammatica, perché i comuni, che avrebbero dovuto essere la prima cellula dell'organizzazione istituzionale e democratica del Paese liberato, vengono invece messi nelle mani della mafia. Quanto questo inciderà sulla storia della politica, delle istituzioni di questo nostro Paese e della Sicilia, è ormai noto a tutti. Pio La Torre aveva acquisito, nel corso della sua vita, una profonda consapevolezza di questo dato che atteneva esattamente alla qualità dei processi democratici del nostro Paese. E attraverso i lavori della prima Commissione Antimafia, insieme a Cesare Terranova, aveva ricostruito minutamente questa che possiamo davvero chiamare – ancor prima che un mistero o un segreto – una tragedia per il nostro Paese. Con passione, lui decise di dedicare una parte grande dell'impegno della sua vita per attuare un disvelamento e, in qualche modo, per risanare e curare quel vulnus inferto alla democrazia.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 7, 2019
ISBN9788831618823
Portella della Ginestra: alla radice del segreto italiano

Related to Portella della Ginestra

Related ebooks

History For You

View More

Related articles

Reviews for Portella della Ginestra

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Portella della Ginestra - Memoria e Futuro

    Costituzione.

    "Un Paese di verità di comodo

    è un Paese che non ha un futuro’’

    di Sandro Immordino - socio fondatore di Memoria e Futuro

    Senza verità non si ha futuro, ce lo insegna la civiltà da cui nacque la democrazia: la Grecia. Già Aristofane denuncia nei I Cavalieri la decadenza della Democrazia, con il popolo plagiato, osannato e adulato da demagoghi, Plafagone e il salsicciaio, che si contendono le sorti dello stato. Così oggi, l'allarme lanciato all' epoca dai padri della democrazia non è stato d' insegnamento e risulta non ancora percepito e accolto, si assiste a continuate e reiterate verità di comodo somministrate dagli odierni Plafagoni. Così è una verità falsata e di comodo la versione ufficiale resa, all' indomani della strage di Portella delle Ginestre, dall' allora ministro degli interni Scelba, che avallava la tesi del C.F.R.B. (Comando Forze Repressione Banditismo) e della magistratura - nonostante rapporti di polizia, indizi, documenti e testimonianze indirizzassero a ben altro scenario: una regia di alto livello affiancata dalla coesistenza di sistemi minori (mafiosi, banditi etc.) che iniziava a somministrare le prime pillole di involuzione democratica e di menzogne di stato. È una verità falsata e di comodo la strage di Peteano dove l'esplosione della Fiat 500 provocò tre carabinieri morti e due feriti. Appartenenti all' Arma depistarono le indagini, venendo meno allo spirito di corpo e al giuramento di fedeltà verso le istituzioni, facendo ricadere i sospetti verso gruppi di sinistra e coprendo elementi di destra assoldati dal SID per fini utili alla Gladio. È una verità falsata e di comodo la strage di piazza Fontana. La bomba esplosa presso la banca dell'agricoltura causò 17 vittime e 87 feriti. Immediatamente le autorità inquirenti indirizzarono le indagini su gruppi di sinistra individuando il colpevole nel povero Valpreda e coprendo i veri responsabili, cellule eversive destrorse venete collegate con uomini dell'allora servizio segreto militare.  È una verità falsata e di comodo il Golpe Borghese dove la corte d' assise nonostante le confessioni di alcuni imputati assolse i 46 denunciati per cospirazione politica affermando che tutto ciò che successe fu il parto di un conciliabolo di 4 o 5 sessantenni. È una verità falsata e di comodo affermare che il sequestro, l'eliminazione della scorta, che avrebbe comportato freddezza e dimestichezza nell' uso delle armi -degna dei migliori reparti militari! - e il successivo omicidio del presidente Moro sia il frutto delle sole Brigate Rosse, negando così spudoratamente intromissioni della politica internazionale e degli apparati di sicurezza d' oltre oceano, paesi europei e dell'est. È una verità falsata e di comodo ascrivere gli omicidi Mattarella, La Torre come mafiosi e non politici. È una verità falsata e di comodo indicare come unico colpevole per le stragi di Capaci e di via D' Amelio, la criminalità organizzata omettendo che la preparazione di questi attentati oltre a richiedere tecniche e dimestichezze nell' uso di esplosivi che vanno ben oltre le conoscenze comuni, non sarebbe stato utile a cosa nostra per le inevitabili ritorsioni che avrebbe subito. È una verità falsata e di comodo accettare che quattro persone rozze e volgari con la licenza elementare abbiano ordito le stragi del 93' colpendo i punti nevralgici dell'arte e della cultura italiana. Sono state verità falsate emerse anche giudiziariamente gli innumerevoli depistaggi su stragi effettuate e tentate su avvenimenti destabilizzanti avvenute troppo spesso nel nostro Paese. Ora, tutte queste verità falsate e di comodo, non solo hanno prodotto continui e reciproci ricatti incrociati ed ibridi connubi, ma hanno creato un’impasse democratico con l'evidente obiettivo, di comprimere i diritti sociali, civili e di libertà. Siamo di fronte al rischio di una mafiosizzazione culturale di ampi strati della società, ed una narrazione falsata e di comodo degli eventi storici. È ora di assumere pillole di evoluzione democratica e per questo motivo l'associazione Memoria e Futuro intende, con tutti i suoi limiti, far chiarezze sulla storia del nostro paese, su fatti oscuri dei rischi golpisti, sulle stragi italiane e d'oltre alpe e sui terrorismi internazionali. Tale situazione ci pone domande dolorose e legittime che ancora attendono risposte, non solo giudiziarie ma anche storiche, con analisi serena di carte, compiuta con rigore scientifico e senza tentazioni complottiste. E le pretendono quanti, donne e uomini liberi e di tenace concetto, ricchi di sensibilità e intelligenza, vogliono lottare per il diritto alla verità. Per questa ragione abbiamo pensato di dedicare il convegno del maggio 2017 alla memoria dello storico Giuseppe Casarrubea, che per decenni si è speso nella ricerca della verità sui fatti di Portella e su tutti gli episodi di sangue che hanno segnato la nascita della Prima Repubblica, raccogliendo, grazie anche al contributo del ricercatore Mario J. Cereghino,  una mole imponente di documenti dagli archivi americani e inglesi che sull’origine della Repubblica raccontano una storia diversa da quella ufficiale.

    Ordine pubblico, storia di una delega

    agli Usa e a Cosa Nostra

    di Adriana Laudani – Presidente associazione Memoria e Futuro

    Avrei voluto essere con voi, per riflettere e discutere di un fatto drammatico che ha segnato, in modo irreversibile, il processo di formazione e di sviluppo della democrazia italiana: l’eccidio di Portella.

    Una strage che ci racconta di un tempo in cui lo Stato e chi lo governava decidono di abdicare all’uso legittimo della forza in funzione d’ordine e di affidare, invece, la medesima funzione d’ordine a chi, in quel tempo (purtroppo come oggi), deteneva – e detiene – il monopolio della violenza e dell’illegalità: la mafia. Un patto scellerato che determina un vulnus gravissimo nel processo di formazione della democrazia del nostro Paese e che, quindi, segna non solo la storia delle istituzioni siciliane. Ma un simile patto era già stato siglato al momento della caduta del Fascismo, nella fase che accompagnò lo sbarco degli alleati in Sicilia, quando esattamente chi aveva – e avrebbe avuto – funzione di governo in questo Paese decide di delegare agli americani la partita della sicurezza nei territori siciliani liberati; e gli americani, a loro volta, decidono di assicurare l’ordine costituito affidando ai capi mafia locali la prima reggenza dei risorti comuni.

    E qui la storia della Sicilia diventa veramente drammatica, perché i comuni, che avrebbero dovuto essere la prima cellula dell’organizzazione democratica del Paese liberato, vengono invece messi nelle mani della mafia. Quanto questo inciderà sulla storia della politica delle istituzioni di questo nostro Paese e della Sicilia, è ormai noto a tutti.

    Pio La Torre¹ aveva acquisito, nel corso della sua vita, una profonda consapevolezza di questo dato che atteneva esattamente alla qualità dei processi di formazione e di sviluppo della democrazia a partire dalla Sicilia e in tutta la nazione. Attraverso i lavori della prima Commissione Antimafia, insieme a Cesare Terranova², aveva ricostruito minutamente questa che possiamo davvero chiamare – ancor prima che un mistero o un segreto – una tragedia per il nostro Paese.

    Con passione ed intelligenza politica non comune decise di dedicare una parte grande dell’impegno della sua vita per attuare una sorta di disvelamento di una realtà storica artatamente taciuta, ritenendo così di volere e potere contribuire a risanare e curare quel vulnus inferto alla democrazia italiana, rispetto al quale non si rassegnò mai.

    Anche per onorare e proseguire questo impegno è nata la nostra associazione, Memoria e Futuro, che oggi si presenta a Palermo con un convegno dedicato a rivisitare e meglio conoscere i fatti connessi alla strage di Portella. Continuare ad interrogarsi, a raccogliere documenti e testimonianze per non disperdere quel patrimonio di conoscenze, di sentimenti, di impegno per la libertà e la democrazia del popolo italiano e delle siciliane e dei siciliani espresso in tante occasioni.

    Siamo ancora una volta qui, tutti insieme per questo.

    Buon lavoro e grazie.

    Quella pista di Castelvetrano

    dove nel ’43 atterrarono

    Roosevelt e Eisenhower

    di Armando Sorrentino, avvocato, vicepresidente Memoria e Futuro

    Quando nel 2004, per conto di Giuseppe Casarrubea e dell’Associazione Non solo Portella" presentammo la richiesta di riapertura delle indagini sulla strage indicammo, fra gli altri, il capitano Usa Mike Stern individuandolo proprio come uno dei capi in testa della strage. E in quegli anni ‘50 era Mommo Li Causi a dire che Stern aveva avuto un ruolo di primo piano nella direzione militare dell’operazione di Portella"

    Inizio da un anno, il 1947, che ho spesso citato nella recente battaglia referendaria in cui mi sono molto impegnato per l’A.N.P.I., per dire quale importante significato ha rivestito nella storia d’Italia: in quell’anno decisivo si fa la Costituzione della Repubblica italiana. 

    Tuttavia, per inquadrare ancor meglio il 1947, dobbiamo partire da un evento che è dato per scontato, considerato, quasi, come un normale evento bellico: lo sbarco degli alleati in Sicilia. In realtà, questa è la più grande operazione militare della storia dell’umanità, fatte le dovute proporzioni, superiore alle grandi intraprese di Alessandro Magno, sulle quali non abbiamo elementi tanto certi, invece sugli sbarchi a Gela e Licata la documentazione è notevole e le ricostruzioni e gli antefatti, seppur volutamente non concordanti, sono ben delineati.

    Lo sbarco del luglio 1943 ha cambiato tutto, cioè non soltanto l’esito della guerra, ma ha posto le concrete basi dei futuri assetti della politica mondiale. Si pensi, anzitutto, che la Sicilia, che faceva parte dell’Italia, dopo il luglio 1943 non è più Italia, ne è staccata anche come giurisdizione amministrativa. Dall’1 luglio 1943 al febbraio del 1944 è terra di nessuno, anzi è terra dell’AMGOT ³è terra di Poletti⁴

    L’aeroporto militare

    di Castelvetrano

    Solo qualche mese fa ho appreso una notizia per me nuova, e non l’ho appresa perché ho delle fonti privilegiate o particolari, ho semplicemente letto un quotidiano ove si scriveva che, nel settembre 1943, un piccolo aereo militare era atterrato all’aeroporto di Castelvetrano, operativo durante la guerra. Dall’ aereo scendono Roosevelt e Eisenhower e li attendono sotto la scaletta tutti gli Alti Comandi americani, Patton⁵ in testa. Ora, abbiamo un’idea di quale dimensione ha tale evento? Questa notizia, gli storici non l’hanno mai appresa o, in ogni caso, se l’hanno conosciuta. l’hanno tenuta ben nascosta.

    A Castelvetrano si raccontava sempre di Giuliano, delle sue gesta, come fosse un Robin Hood, com’era bello e bravo, della sparatoria nel cortile dove fu ucciso si ascoltavano queste favole, mai, però, si sentì parlare di questo evento. O sono stati veramente bravi gli americani a non far trapelare nulla, o qualche organizzazione ha predisposto un cordone sanitario di omertà e di silenzio, durato nel tempo, creato

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1