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Inferno a Mezzanotte
Inferno a Mezzanotte
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Inferno a Mezzanotte

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About this ebook

Sandra è una giovane papirologa italiana specializzata in manoscritti del Mar Morto. La sua tranquilla esistenza di studiosa tra Gerusalemme e New York viene sconvolta dall'incontro con uno sconosciuto che le accenna a un’oscura setta ossessionata da alcuni antichissimi manoscritti su cui sta lavorando.

Il giorno dopo, l'uomo viene trovato morto.

A poco a poco, i pezzi dell’inquietante puzzle cominciano a incastrarsi: un rifugio segreto tra le grotte di Qumran, una sapienza arcana legata a una folle interpretazione della Kabbalah, un ex-seminarista interessato ad angeli e demoni, un rabbino newyorkese che studia un'antica versione ebraica del Vangelo di Matteo per uno strano committente dagli occhi impenetrabili e un saggio gesuita che conosce gli abissi dell'anima.

Sandra è braccata dai misteriosi Custodi, convinti che lei sia in possesso di qualcosa di molto prezioso per loro...

Insieme a Simon, affascinante studioso di storia dell'arte, Sandra si lancia in un'avventura adrenalinica per salvare se stessa - e forse il mondo intero - da un pericolo perverso.

***RECENSIONI

“Un romanzo dal ritmo incalzante che, pagina dopo pagina, accompagna il lettore in un'avventura ricca di colpi di scena, in un intrico di bene e male, luce e ombra, spesso difficile da dipanare, soprattutto nel cuore di ciascun protagonista.

Il coraggio misto alla paura della protagonista Sandra di fronte al gioco mortale dei misteriosi Custodi; la deliberata adesione al male di uomini folli d'orgoglio; l'umiltà di padre Joseph, che ben conosce la fragilità (e la possibilità di riscatto) del cuore umano; la purezza dell'amore di Simon, che non teme di rischiare la vita con e per Sandra, l'integrità morale del rabbino Adam...

Apprezzabile inoltre la ricchissima documentazione storica e archeologica (non a caso l'autrice è paleografa e medievista) che dà spessore e credibilità agli elementi di fantasia.
Sono questi a mio parere i risvolti più profondi di un thriller intrigante dal ritmo incalzante e scorrevole che si legge d'un fiato, o meglio, col fiato sospeso.”
Chiara, editor, Milano

“Un romanzo avvincente la cui trama si svolge in atmosfere molto diverse tra loro. Da New York a Milano e a Gerusalemme l'autrice vi porterà, con sapiente suspense, alla scoperta di segreti nascosti da millenni, in quella lotta tra il bene e il male che ha avuto inizio all'alba dei tempi.”
Massimo, avvocato, Liscate

“Una storia avvincente e appassionante, che ti tiene sulle spine dalla prima all'ultima pagina, da un colpo di scena all'altro. Leggere questo romanzo è come fare un viaggio nel mistero, correre un rischio tremendo e alla fine tornare a casa.”
Margherita, casalinga, Milano
LanguageItaliano
PublisherAda Grossi
Release dateMay 6, 2019
ISBN9788834102596
Inferno a Mezzanotte

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    Inferno a Mezzanotte - Ada Grossi

    Grossi Ada

    INFERNO A MEZZANOTTE

    UUID: 06bc7490-703c-11e9-a823-bb9721ed696d

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    TEL AVIV – GIOVEDÌ MATTINA

    NEWFOUNDLAND – GIOVEDÌ

    ST. GALLEN – GIOVEDÌ SERA

    LOWER MANHATTAN ‒ GIOVEDÌ SERA

    BROOKLYN HEIGHTS ‒ GIOVEDÌ SERA

    NEWFOUNDLAND – VENERDÌ MATTINA

    BROOKLYN HEIGHTS ‒ VENERDÌ MATTINA

    UPPER MANHATTAN – VENERDÌ POMERIGGIO

    LOWER MANHATTAN ‒ NOTTE TRA VENERDÌ E SABATO

    ST. GALLEN – NOTTE TRA VENERDÌ E SABATO

    NEW YORK – SABATO

    BROOKLYN HEIGHTS ‒ SABATO SERA / DOMENICA MATTINA

    LOWER MANHATTAN ‒ DOMENICA POMERIGGIO

    MANHATTAN – DOMENICA, ORE 15:30

    MANHATTAN – DOMENICA, ORE 16:00

    SOHO ‒ LUNEDÌ SERA

    ANCONA ‒ 10 APRILE 1848

    SOHO – LUNEDÌ SERA

    LOWER MANHATTAN – MARTEDÌ, MEZZOGIORNO

    UPPER MANHATTAN – MARTEDÌ

    ST. GALLEN ‒ MERCOLEDÌ SERA

    KENSINGTON ‒ MERCOLEDÌ, ORE 21:00

    KENSINGTON ‒ MERCOLEDÌ, ORE 22:00

    BROOKLYN HEIGHTS ‒ MERCOLEDÌ, ORE 23:30

    BROOKLYN HEIGHTS ‒ MERCOLEDÌ, MEZZANOTTE

    KENSINGTON ‒ GIOVEDÌ

    LOWER MANHATTAN ‒ VENERDÌ SERA

    GERUSALEMME ‒ VENERDÌ SERA

    KENSINGTON ‒ SABATO SERA

    NEW YORK, LA GUARDIA ‒ DOMENICA MATTINA

    GERUSALEMME ‒ DOMENICA POMERIGGIO

    GERUSALEMME ‒ LUNEDÌ MATTINA

    GERUSALEMME ‒ LUNEDÌ, 11:30

    GERUSALEMME – LUNEDÌ, MEZZOGIORNO

    GERUSALEMME ‒ LUNEDÌ POMERIGGIO

    GERUSALEMME ‒ LUNEDÌ, AL TRAMONTO

    NEW YORK ‒ LUNEDÌ SERA

    QUMRAN – MARTEDÌ, ORE 01:00

    QUMRAN ‒ MARTEDÌ, ORE 02:00

    QUMRAN ‒ MARTEDÌ, ORE 02:05

    GERUSALEMME ‒ MARTEDÌ, ALL’ALBA

    GERUSALEMME, SANTO SEPOLCRO ‒ MERCOLEDÌ, ORE 02.00

    GERUSALEMME ‒ MERCOLEDÌ, ORE 02:00

    GERUSALEMME, SANTO SEPOLCRO ‒ MERCOLEDÌ, ORE 02:30

    GERUSALEMME ‒ MERCOLEDÌ, ORE 02:30

    GERUSALEMME – MERCOLEDÌ, ORE 02:35

    GERUSALEMME ‒ MERCOLEDÌ, ORE 02:40

    GERUSALEMME ‒ MERCOLEDÌ, ORE 02:40

    MONACO DI BAVIERA ‒ ESTATE 1989

    GERUSALEMME ‒ MERCOLEDÌ, ORE 02:45

    GERUSALEMME ‒ MERCOLEDÌ, ORE 02:48

    FUORI GERUSALEMME – MERCOLEDÌ, ORE 03:15

    GERUSALEMME ‒ GIOVEDÌ, ORE 12:15

    QUMRAN ‒ GIOVEDÌ, ORE 13:00

    GERUSALEMME ‒ GIOVEDÌ, ORE 13:05

    GERUSALEMME ‒ GIOVEDÌ, ORE 13:30

    QUMRAN ‒ GIOVEDÌ, ORE 14:00

    GERUSALEMME ‒ GIOVEDÌ, ORE 14:30

    QUMRAN ‒ GIOVEDÌ, ORE 18:00

    QUMRAN ‒ GIOVEDÌ, ORE 19:00

    QUMRAN ‒ GIOVEDÌ, ORE 22:00

    QUMRAN ‒ GIOVEDÌ, ORE 23:30

    QUMRAN ‒ VENERDÌ, MEZZANOTTE

    QUMRAN ‒ VENERDÌ, ORE 00:40

    QUMRAN ‒ VENERDÌ, ORE 01:30

    GERUSALEMME ‒ DOMENICA MATTINA

    EPILOGO

    MILANO ‒ UNA SETTIMANA DOPO, LUNEDÌ

    MILANO – MARTEDÌ MATTINA

    MILANO ‒ 29 MARZO 1869

    MILANO ‒ MARTEDÌ POMERIGGIO

    MILANO ‒ MARTEDÌ SERA

    Pubblicato con

    Il Servizio Numero 1 in Italia

    di Assistenza alla Pubblicazione

    per gli Autori Indipendenti

    Self Publishing Vincente

    www.SelfPublishingVincente.it

    Ada Grossi

    INFERNO

    A MEZZANOTTE

    Copyright © 2019 Ada Grossi

    Tutti i diritti riservati.

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta

    senza il preventivo assenso dell’Autore.

    1 a edizione Marzo 2019

    Titolo | Inferno A Mezzanotte

    Autore | Ada Grossi

    Copertina | Stefano Berra

    Foto dell’autrice | Ivano Grammatica

    I personaggi di questo romanzo sono di fantasia.

    Ogni analogia con fatti e persone reali è da considerarsi casuale.

    In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo

    e la terra, non passerà un solo iota o un solo trat tino

    della Legge, senza che tutto sia avvenuto.

    (Matteo 5: 18)

    Alle mie due Sandre

    TEL AVIV – GIOVEDÌ MATTINA

    L’aeroporto Ben Gurion era affollato come sempre.

    La solita interminabile coda alla Sicurezza, le solite mezze crisi di nervi dei turisti che pensano che tutti quei controlli siano inutili.

    Sandra ci era abituata. Volare con la compagnia di bandiera israeliana era una garanzia: mai un incidente, mai un problema. Molto rassicurante, se non altro.

    E di rassicurazione aveva molto bisogno, dopo la strana visita ricevuta la sera prima. Quello sconosciuto le aveva raccontato una storia inquietante.

    Era successo poco prima dell’orario di chiusura della Fondazione. Sandra era nel suo studio a controllare le ultime cose prima di partire per New York. Erano stati mesi faticosi, non vedeva l’ora di potersi rifugiare in una delle sue biblioteche preferite di Manhattan per studiare in santa pace il materiale raccolto in Israele. Da giorni si crogiolava al pensiero di poter lavorare da sola per un po’, senza avere perennemente intorno un direttore ansioso e una dozzina di colleghi che non sapevano pensare ad altro che a papiri e pergamene di venti secoli prima.

    Se ne stava lì, assorta nei suoi pensieri, intenta a riordinare libri e appunti. Mentalmente, cercava di organizzare la densissima agenda delle settimane seguenti per riuscire a infilarci anche un viaggetto a casa, a Milano. Da troppo tempo non tornava. La vita tra Israele e Stati Uniti era il sogno della sua vita, ma ogni tanto la nostalgia si faceva sentire.

    Poi, l’intrusione di quell’uomo. Alzato lo sguardo da una pila di libri, Sandra se l’era ritrovato davanti alla scrivania all’improvviso, come materializzato dal nulla. Senza nemmeno presentarsi, costui aveva iniziato a parlare di rotoli manoscritti sconosciuti, provenienti da una grotta di Qumran fino a quel momento inesplorata.

    Sandra si era sentita mancare. Lei sapeva benissimo di che cosa si trattava: il problema era che non avrebbe dovuto saperlo lui. Tempo prima, insieme ad altri due membri del suo gruppo di ricerca, aveva fatto una scoperta straordinaria: la cosa era stata tenuta strettamente riservata, ne erano a conoscenza solo i papirologi e gli archeologi della Fondazione e l’ordine era di non far trapelare nulla fino a quando i rotoli non fossero stati studiati e pubblicati.

    Costui, invece, sembrava sapere tutto. E molto altro ancora.

    Istintivamente, Sandra si era voltata in direzione della porta. Il misterioso visitatore, agile come un gatto, l’aveva preceduta e aveva chiuso l’uscio senza far rumore.

    In quell’istante si era sentita in trappola. Con un profondo respiro, aveva raccolto tutto il coraggio di cui disponeva e aveva guardato quell’uomo dritto negli occhi. Lui, una sagoma immobile contro gli scaffali pieni di libri, aveva sostenuto il suo sguardo.

    Qualcosa, in quegli occhi, trasmise a Sandra una grande apprensione, ma nessuna ostilità. E poi, quali che fossero le intenzioni dell’intruso, a quel piano c’erano almeno una decina di persone. Se le cose si fossero messe male, avrebbe sempre potuto chiedere aiuto.

    Intanto che la mente di Sandra si perdeva a valutare tutti gli scenari possibili, lui aveva ripreso a raccontare una storia ai limiti dell’impossibile. Eppure, per quanto improbabile suonasse l’intera faccenda, qualcosa di vero doveva esserci per forza: il nascondiglio segreto descritto da quest’uomo corrispondeva esattamente al sito scoperto da Sandra e dal suo team. L’entrata nascosta, le giare con i rotoli celate nelle nicchie, ogni minimo particolare.

    Sempre più nervosa e incapace di decidere cosa fare o dire, lo aveva lasciato parlare a ruota libera per alcuni minuti, interrompendolo solo per tentare una piccola boutade, quando, con studiata aria di sufficienza, gli aveva chiesto chi mai potesse avere interesse a tenere segreto materiale così particolare e importante.

    Qui veniva la parte più terribile.

    Il suo misterioso interlocutore si trovava alla Fondazione proprio per quello. Era un fuggitivo, un rinnegato, un traditore. Aveva aderito a una setta, in passato. Una setta malvagia che aveva il quartier generale proprio in quella grotta segreta a Qumran.

    «E noi che cosa c’entriamo?»

    Sandra sì pentì subito di averlo chiesto.

    I membri della setta si erano accorti che alcuni dei manoscritti che avevano custodito in segreto per secoli erano spariti: e si trattava proprio dei rotoli che lei e i suoi colleghi avevano portato a Gerusalemme, alla Fondazione.

    I membri di quell’oscura confraternita non sapevano ancora chi li avesse sottratti, ma il visitatore di Sandra, che al momento del ritrovamento si trovava nei paraggi, aveva visto gli studiosi entrare nella grotta: senza farsi notare, aveva assistito al recupero dei rotoli e adesso era lì per dirle che lei e gli altri erano in pericolo. Era solo questione di tempo. I suoi ex compari non avrebbero impiegato molto a scoprire chi si era impossessato dei rotoli mancanti.

    A questo punto del racconto, lo sguardo dell’uomo si era fatto più grave, quasi solenne. Aveva accennato a un piano per consegnare il mondo nelle mani di Satana e a un terrificante obiettivo che i membri della setta erano convinti di poter raggiungere. Il che li rendeva estremamente pericolosi, perché erano disposti a fare qualunque cosa pur di portare a termine la missione di cui si credevano investiti.

    Quelle ultime allusioni avevano gettato Sandra nel panico. Era tutto così assurdo. Inoltre, si era resa conto di non avere afferrato del tutto ciò che lo sconosciuto aveva cercato di spiegarle. All’inizio non lo aveva quasi ascoltato, tanto era sorpresa e agitata: e quando aveva finalmente stabilito di non essere in pericolo, non era più riuscita a seguirlo, tra i continui riferimenti ad argomenti che lei ignorava e quella parlata troppo veloce, resa gutturale e poco chiara da un accento israeliano piuttosto marcato.

    Se Sandra era profondamente turbata, il suo interlocutore non era certo a suo agio. Mentre continuava a tempestarla di informazioni, non faceva che controllare l’orologio e guardare furtivamente fuori dalla finestra dello studio. Come se avesse avuto paura di non fare in tempo a dirle tutto quello che doveva.

    Poi il telefono di Sandra aveva preso a squillare.

    «Mi scusi un attimo», aveva detto lei, sollevata da quella interruzione.

    Lui si era appoggiato alla scrivania, le mani tremanti, come uno che vuole aggrapparsi a qualcosa di solido in un turbine folle che sta per risucchiarlo via.

    Dopo qualche «Pronto? Pronto?» a vuoto, Sandra aveva riagganciato. Sembrava che all’altro capo del filo non ci fosse nessuno. «Un contatto, probabilmente. Con tutte queste linee interne... Oppure hanno sbagliato numero, succede», commentò in tono pratico.

    «No, non hanno sbagliato numero.»

    Allarmatissimo, l’uomo era corso fuori dall’ufficio di Sandra, lasciando la porta spalancata. Prima di sparire dalla sua vista, si era voltato indietro un’ultima volta e le aveva mormorato alcune parole in ebraico. Le era parsa una citazione dalla Kabbalah, qualcosa che aveva a che fare con la Bibbia e i numeri. Qualcosa che era certa di avere già letto o sentito da qualche parte, ma non avrebbe saputo dire dove.

    Sandra era rimasta lì in piedi, stordita quasi fisicamente dalla concitazione degli ultimi minuti. Aveva messo il naso fuori dalla porta per vedere se i colleghi che avevano lo studio più vicino al suo si fossero accorti del trambusto, ma le erano parsi concentrati e indaffarati in altre cose. Era accaduto tutto talmente in fretta...

    Ancora scossa, Sandra si era seduta alla sua scrivania, gli occhi chiusi, pieni di immagini confuse. Aveva cercato di controllare il respiro, calmarsi e convincersi che ciò che aveva appena udito non poteva che essere il racconto di un pazzo. Razionalmente, esitava a prendere sul serio l’idea di quella setta. D’altra parte, se anche quelle storie fossero state delle semplici fantasie, per quanto contorte, non c’era comunque molto da stare allegri. Era evidente che la segretezza del progetto a cui il direttore teneva tanto era andata a farsi benedire. Come, era difficile dirlo. In ogni caso, il fatto che quel tipo avesse scelto proprio lei per le sue sconcertanti rivelazioni non la metteva certo in una bella posizione. La faceva sentire in qualche modo responsabile. L’uomo che se n’era appena andato aveva davvero visto lei e i colleghi mentre recuperavano i manoscritti, quel giorno a Qumran.

    Sandra avrebbe dato chissà che cosa per non pensarci, ma non ci riusciva.

    Anche adesso, in un luogo affollato e rumoroso come il Ben Gurion, circondata da centinaia di persone che parlavano in lingue diverse, non riusciva a levarsi dalla testa la visita della sera prima.

    Per definire la setta dalla quale si era allontanato, quel tale aveva usato un aggettivo orrendo: satanica. I membri erano satanisti che volevano porre la Creazione sotto il giogo del Diavolo.

    Be’, si disse Sandra per sdrammatizzare, il mondo è già nelle mani del Demonio. Basta darsi un’occhiata in giro: mezzo mondo è in preda a guerre e persecuzioni di ogni genere, l’altra metà non sa più distinguere il bene dal male e sembra amare più la morte della vita... Il Principe di questo mondo dovrebbe essere abbastanza soddisfatto, laggiù all’Inferno.

    Quell’inutile tentativo di sarcasmo e il mezzo sorriso che si era sforzata di dipingersi sul viso durarono solo un secondo. C’era poco da scherzare. Quel tipo era stato piuttosto convincente. E serissimo.

    Terribilmente serio era anche il nome che si erano dati quei settari, Shomerim. Nella Bibbia è il nome che indica custodi e sentinelle: sono sempre esistiti Shomerim della Legge, dell’Alleanza, dei Precetti... Ci sono molte associazioni che usano quel nome: di solito, chi custodisce ha un compito alto e buono.

    Questi, invece, erano Custodi del Male.

    Sandra scartò una per una le ipotesi sempre più angoscianti partorite in continuazione dalla sua fantasia in subbuglio e provò a domandarsi se quell’uomo non fosse semplicemente in cerca di denaro. Dopotutto, sapeva che i ricercatori della Fondazione avevano trovato i manoscritti e che il progetto era coperto dalla massima riservatezza, quindi poteva essersi presentato là per un banale ricatto.

    Eppure non quadrava. Il tono dei suoi discorsi era quello di un avvertimento, non di una minaccia. Aveva insistito molto per convincerla del pericolo che incombeva su di lei e sui suoi colleghi, ma non era mai stato aggressivo. Era chiaro che avrebbe voluto dire molto di più, finché qualcosa o qualcuno l’aveva indotto a dileguarsi.

    Ancora meno probabile, poi, che fosse un trafficante di antichità intenzionato a vendere alla Fondazione qualcuno degli innumerevoli frammenti perduti contrabbandati dai Beduini subito dopo la scoperta di Qumran. Ogni tanto ne saltava fuori uno, non sarebbe stata certo la prima volta, né l’ultima. Ma nessuno aveva mai agito così. Quella gente prendeva appuntamento per telefono, si presentava in giacca e cravatta, apriva un’elegante ventiquattrore in pelle e iniziava subito a parlare di soldi.

    No. Non quadrava per niente.

    Forse aveva fatto male a non parlarne a nessuno prima di lasciare Israele: ma ormai non aveva più senso recriminare, era troppo tardi. L’indomani, una volta a New York, avrebbe chiamato il direttore per riferirgli ogni cosa: di lì a un paio di giorni sarebbe partito per una lunga vacanza, quindi era bene che avesse almeno il tempo di far condurre delle indagini e magari di prendere qualche precauzione in più.

    Mancava ancora un’ora al decollo. Sandra comprò un quotidiano per ingannare l’attesa. Raggiunta l’area dell’imbarco, si accomodò su una delle poltroncine libere più lontane dal gate, in una posizione defilata e tranquilla, appoggiò a terra il bagaglio a mano e aprì una bottiglietta di acqua fresca.

    Poco dopo, una signora piuttosto anziana si sedette accanto a lei. Alzò lo sguardo e le fece un cenno di saluto. Lo chignon di capelli candidi della sua vicina gliela rese istintivamente simpatica. Notò il suo passaporto: italiano.

    Le venne spontaneo mettersi a discorrere con lei. Non le capitava spesso di scambiare qualche parola nella sua lingua madre, a parte le telefonate a casa.

    La signora era di Como e aveva trascorso qualche giorno a Gerusalemme con un gruppo di pellegrini cattolici: gli altri erano in procinto di proseguire per la Giordania, mentre lei aveva deciso di rinunciare all’ultima parte del viaggio, che prevedeva uno splendido ma troppo impegnativo tour a Petra. Temeva di affaticarsi troppo, quindi aveva anticipato il rientro e si apprestava a volare da sola verso casa.

    «Petra? Peccato perdersela, è meravigliosa. Ma la capisco, con questo caldo sarebbe stato uno strapazzo. Ci sono stata una volta sola, da ragazzina, lo ricordo come se fosse ieri, comprese le arrampicate proibite per fare qualche foto spettacolare...», raccontò Sandra, mentre la signora la ascoltava divertita.

    La conversazione proseguì amabilmente per un po’, finché l’attempata turista si alzò per imbarcarsi.

    Sandra l’aiutò con il bagaglio a mano e la salutò calorosamente, grata per la chiacchierata, che era riuscita finalmente a distrarla.

    Si rimise a sedere e iniziò a sfogliare il giornale. Saltò la prima pagina, dove c’erano solo articoli di politica e di economia; non aveva nessuna voglia di leggere i resoconti delle discussioni della Knesset o i commenti sull’andamento delle Borse, figuriamoci.

    Quello che vide in seconda pagina, invece, la fece sobbalzare.

    Al centro campeggiava una foto dell’uomo che le aveva fatto visita la sera prima. Appena sopra l’immagine, il titolo agghiacciante: Recuperato cadavere di uomo assassinato nella notte.

    Cominciò a leggere freneticamente.

    Moshe Steiner, 49 anni, ex insegnante di Storia, era scomparso da quasi un decennio senza lasciare tracce. I suoi familiari si erano arresi da tempo all’idea che potesse essere morto. Adesso lo era davvero.

    L’automobile sulla quale viaggiava era precipitata in un dirupo non lontano da Gerusalemme e lui era morto sul colpo. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Steiner era diretto a sud, lungo la tortuosa 385, forse verso il piccolo villaggio dove aveva vissuto in gioventù e dove ancora abitavano i suoi genitori, pochi chilometri dopo l’incrocio con la Highway 60, l’antica Strada dei Patriarchi: non era mai giunto a destinazione perché qualcuno aveva sabotato i freni dell’auto. La Polizia aveva dichiarato che si trattava inequivocabilmente di omicidio, ma non aveva ancora alcuna pista da seguire. La vittima era sparita nel nulla da troppo tempo, era impossibile ricostruirne spostamenti, abitudini, attività o contatti recenti. Il giornalista che aveva firmato il pezzo dava per certo che quella brutta storia sarebbe finita tra i casi irrisolti.

    Il cuore di Sandra mancò un paio di battiti.

    Se quell’uomo era stato ucciso, ciò che le aveva raccontato doveva essere vero.

    E lei, con ogni probabilità, era l’ultima persona ad averlo visto vivo.

    NEWFOUNDLAND – GIOVEDÌ

    Simon osservava rapito la figura scolpita nel marmo. Era valsa la pena di fare quel viaggio in Canada.

    La Vergine Velata, immersa nella luce che entrava nella sala del convento, rimandava riflessi tanto delicati da dare l’illusione che i drappeggi del velo scolpito davanti al suo viso, così bianco e liscio, addirittura danzassero.

    Simon ebbe una sensazione di déjà-vû.

    Per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare dove potesse avere già visto quel volto. C’era qualcosa di familiare in quella fronte ben proporzionata, in quel viso delicato, nel profilo del naso.

    Le palpebre erano lievemente socchiuse e si potevano appena intuire gli occhi di marmo, rivolti pudicamente verso il basso, come a fissare un punto nel vuoto. Uno sguardo solo accennato ma incredibilmente espressivo, che pareva quasi parlare.

    Simon sospirò. In fondo era solo una statua. Se anche somigliava a qualcuno, quel qualcuno era morto e sepolto da cent’anni almeno.

    L’artista che aveva scolpito quei lineamenti così belli ed enigmatici era italiano: la scultura, realizzata a Roma, era stata acquistata dall’arcivescovo di Newfoundland, che l’aveva infine donata al convento della Presentazione.

    Era per questo che Simon era volato fin là. Il suo Dipartimento all’università lo aveva incaricato di redigere un censimento completo delle opere d’arte europee conservate negli Stati Uniti e in Canada. Si trattava di individuarle, catalogarle accuratamente e raccogliere tutte le informazioni possibili.

    Nella maggior parte dei casi si trattava di un lavoro noioso, che si poteva fare quasi interamente in biblioteca, ma questa particolare opera si stava rivelando più interessante del previsto. Simon aveva trovato un diario di pugno dell’artista dal quale sembrava che a quella statua fosse legata una storia curiosa e affascinante

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