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Leggende e Misteri: dell' Emilia Romagna
Leggende e Misteri: dell' Emilia Romagna
Leggende e Misteri: dell' Emilia Romagna
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Leggende e Misteri: dell' Emilia Romagna

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Note per una serie di luoghi comuni, soprattutto di stampo culinario                            e godereccio, in effetti l’Emilia     e la Romagna formano una regione tra le più impregnate di mistero, nel nostro Paese.
Vero è che, durante la guerra delle investiture, tra imperatore e papa, a Reggio Emilia, i Guelfi e i Ghibellini si dividevano nelle prosaiche fazioni della “Tovaglia” e della “Cucina…” Bologna appare sonnecchiante, per quanto “dotta” nel patetico leonino della tradizione carducciana, degradata nell'autocommiserazione e nel vittimismo pascoliani, ma per le sue strade ha camminato, e certi “adepti” dicono cammini ancora, il Diavolo. Al quale, secondo la leggenda, si deve la costruzione in una sola notte delle due torri, una delle quali pende per una “imperfezione” diabolica… Modena, i sette fantasmi nella Ghirlandina… Ma anche di Guareschi, il litigioso Don Camillo, il Cristo della sua chiesa di campagna… 

I Misteri di Rimini; La fortezza del conte di Cagliostro, San Leo (Rimini - Pesaro); Gli indemoniati di Sarsina (Forlì Cesena); i segreti di Ravenna; I segreti di Faenza; Riolo Terme; I misteri di Ferrara; San Petronio a Bologna; Farneto Bologna; La bonissima a Modena; Spilamberto; Barigazzo (Modena); Sant’Anna Pelago; Fanano (Modena); IL sepolcro a San Pellegrino in Alpe; Cà de Caroli Reggio Emilia; Guastalla; IL delitto a Leguigno; Castelnuovo Monti; Il violinista del diavolo, Parma; Guardasone di Traversetolo; Soragna; Pellegrino Parmense; Bardi; Noceto;  Torrechiara; I misteri di Pontremoli; I segreti di Piacenza; Bobbio; Barsi di Groppallo; Agazzano (Piacenza); La Madonna e il frate, San Damiano (Piacenza).
LanguageItaliano
Release dateApr 25, 2019
ISBN9788899481315
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    Leggende e Misteri - Pier Carpi

    Pier Carpi

    LEGGENDE e MISTERI

    SVELATI

    DELL’EMILIA ROMAGNA

    Table Of Contents

             Introduzione 4

           Capitolo primo 16

                Capitolo secondo 31

                   Capitolo terzo 52

                         Capitolo quarto 73

                  Capitolo quinto 90

            Biografia autore  103

    BORELLI EDITORE

    IL NOSTRO MISTERO QUOTIDIANO

    Il vero mistero del mondo non è l’invisibile, ma il visibile.

                                                                           Oscar Wilde

             Introduzione

    Tutte le cose, e purtroppo anche le persone e le idee, sono note non per la loro autenticità, ma soltanto per una serie di luoghi comuni, concatenati gli uni agli altri. Mai come in questo tempo si è assistito alla confusione delle lingue, alla morte della parola, all'impossibilità di comunicare, perché il linguaggio è stato imbastardito, impoverito, snaturato, e viviamo il tempo in cui la fine del linguaggio verbale ci costringe alla scoperta di un linguaggio non verbale, qualcosa di vero, legato alla nostra natura, alla nostra cultura, al nostro stesso essere. Qualcosa di nuovo che avrà ragione di esistere soltanto se sarà veramente antico, legato alle tradizioni della cultura popolare.

    Assistiamo alla babele delle lingue, anche nella stessa città, nello stesso paese, nella stessa casa, senza avere nemmeno alle spalle il fascino drammatico e irripetibile della caduta della torre di Babele. Viviamo tempi che, per dirla con Maximilien Robespierre, sono un miscuglio di genio e volgarità, ma quest'ultima ha premio su tutto e il genio, per non essere deriso, perseguitato, assassinato, deve nascondersi.

    È tempo che si inventi la parola, formulando questa scoperta con una indagine attenta e un viaggio all'interno dell'uomo, delle sue radici, della sua cultura popolare, della sua semplicità, In pratica, della sua verità. Perché è tempo che torniamo a intenderci, che affossiamo quel marasma volgare e putrefatto che chiamiamo linguaggio, intendendo già in questo, ciascuno di noi, qualcosa di diverso.

    Se è difficile intendersi nelle cose e nelle parole del quotidiano, del luogo comune, del superficiale che abbiamo posto in tutte le cose, soprattutto le più semplici, ritengo sia impossibile intendersi quando si affrontano argomenti legati al mistero, all'occulto, alla tradizione esoterica e iniziatica. Non solo perché è impossibile trasmettere certe conoscenze, a meno di non farle vivere agli altri, ma anche perché nessun tipo di linguaggio è sufficientemente vivo per questo impegno. Per non parlare poi della grande confusione sul mondo del mistero, messa in atto da illuministi, positivisti, agnostici, con le loro scuole e i cascami del loro luogo comune globale. In più, una editoria imbastardita, una stampa superficiale e i mass media scatenati, hanno prodotto falsa informazione, libri banali e scorretti, divulgazione sensazionalistica al limite del ridicolo. Per cui, volendo oggi parlare di cose legate al mistero, ci sarebbe da arrendersi, da rinunciare, a causa di queste disarmanti premesse, anche per paura di aggiungere confusione al caos che già esiste. Basti pensare che nemmeno il ricorso agli archetipi, al simbolismo e alle varie scuole di pensiero iniziatico, consentono un linguaggio serio tra gli stessi studiosi e persino tra gli stessi Adepti. Siamo, nel segno della parola, in quel regno della quantità e in quella fine dei tempi di cui parlava René Guénon.

    Esistono i negatori del mistero per calcolo, come quanti operano nell'ambito della scienza asservita al potere tramite la tecnologia, quella scienza moderna che, nata con Galileo, era stata per secoli grande nel dubbio, e che ora si è fatta dogmatica. Che ha assoldato per il potere i cantori prima della morte di Dio, poi della morte di Satana, infine della morte dell'Uomo, verso un futuro di uomini programmati, standardizzati, robotizzati, grazie ai grandi crimini della violenza quotidiana sulla natura, che comunque ha dimostrato di sapersi ribellare con ancora maggior violenza, e della manipolazione della vita nei laboratori dei nuovi apprendisti stregoni.

    Siccome, nel nostro tempo, la certezza della divinità è stata lasciata nelle abili mani degli eredi dei grandi iniziati alla magia  e ai detentori dell'autentica cultura popolare, ecco che contro gli Adepti e contro la tradizione della civiltà popolare si scatenano le nuove laiche inquisizioni, tacciando il vero di superstizione, e cercando di imporre la cultura del potere, schiacciando quella popolare con azioni criminali come lo sradicamento dell'uomo dalle sue radici, l'abbandono delle campagne, la schiavizzazione dell'uomo, inserito nei ghetti delle città dormitorio e sfruttato nelle grandi fabbriche che non solo violentano l'uomo, ma anche la natura, e cercano di programmare non solo la nostra vita, ma anche la nostra morte. La quale sarebbe quel sonno eterno, una vera e propria bestemmia contro la libertà, la verità, la miseria, come ebbe a dire nel suo ultimo discorso nientemeno che Maximilien Robespierre. Il quale, nel riproporre con decisione la fede nell'Essere Supremo e la certezza di una vita spirituale dopo la morte, sapeva di firmare la propria condanna del nove Termidoro.

    Ci sono poi anche i negatori del mistero per superficialità e conformismo, non sempre responsabili delle loro idee, che vengono da una scuola imbastardita, da ideologie che non si rassegnano a morire, in un tempo che sta facendo rivivere i valori. Ai negatori del mistero, per ignoranza, conformismo, calcolo, servizio del potere, delle ideologie, dei falsi valori, basterà ricordare alcuni esempi storici, dei quali sono stati protagonisti i loro antenati ideologici e mentali.

    Nel XVI secolo, il docente universitario Scipio Chiaramonti negò che la terra potesse muoversi, perché secondo lui, gli animali, che avevano muscoli e arti, possono muoversi, mentre il pianeta, privo di gambe e di braccia, non poteva farlo. Nello stesso secolo, Gabriele Frascati affermava che la Terra si trova al centro dell'Universo e di conseguenza il centro della Terra è pure il centro dell'Universo. Il Real College di Londra rifiutò di accogliere come vere le scoperte di Hervey sulla circolazione del sangue. Nel 1878, il famoso dottor Boiland, fece una calda perorazione all'Accademia delle Scienze per negare l'evidenza del fonografo. Il professor W. Thompson presidente dell'Accademia delle Scienze di New York, nel suo libro Brain and personality scrive le seguenti fesserie: Allorché un uomo ha varcato la media età, qualunque cambiamento radicale di opinioni avverse a quelle inculcate nel tempo nel suo cervello, risulta quasi un'impossibilità fisiologica; così che per fargli assimilare opinioni nuove, occorrerebbe fornirlo di un altro cervello.

    Il famoso scienziato americano Thomas Edison, nel finire dell'800, negò che la donna potesse avere il pensiero razionale. Nello stesso periodo, il celebre docente di patologia e batteriologia, Edgar Crookshank, negò l'effetto benefico della vaccinazione contro il vaiolo. Il fisico inglese Kelwin, ai primi del '900, dichiarò che i raggi X dovessero considerarsi frutto di una impostura. Decine di celebri scienziati, tra i quali i professori Ernst Mach, J. See, J. Callaban e l'ingegnere G. Gilette, negarono la teoria della relatività di Einstein, che per decenni venne considerato un pazzo e poté accedere all'insegnamento accademico a patto che non trattasse della sua scoperta.

    L'elenco di grandi scienziati e luminari che hanno fatto fesserie ancora più enormi di quelle elencate, sarebbe interminabile. In quanti hanno deriso e dato del pazzo a Isaac Newton e alla sua legge della gravità? Sono tutti eredi di una schiatta ottusa, che si può caratterizzare in un loro antenato, quel professor Cremonesi, docente a Padova, che si oppose a Galileo, negando l'esistenza dei satelliti di Giove, solo perché Aristotele non ne aveva parlato. Galileo Galilei lo invitò a esaminarne l'esistenza tramite il suo cannocchiale. Ma ecco la testuale risposta del luminare del tempo, che era pronto a mandare Galileo al rogo: Di tali satelliti Aristotele non parla, dunque non ci sono, non ci possono essere, né li voglio vedere: deve esservi una macchia nel vostro cannocchiale, e se non è nel cannocchiale, deve essere nei vostri occhi.

    Questi negatori della verità non sono che i padri, carnali e spirituali, degli attuali negatori del mistero. Essi non solo mancano della verità del linguaggio, ma della verità in senso globale, e a negare il mistero, la dimensione spirituale e quella religiosa, sono i chierici di una inquisizione che da santa si è fatta laica, squallida, senza nemmeno i grandi, tragici ideali di un Torquemada.

    Questo libro non si rivolge a quei signori, e delle loro critiche e

    asserzioni non si cura, perché se ci si ferma ogni volta che un cane abbaia, non si finirà mai la propria strada. Questi signori, gli ottusi emuli del professor Cremonesi che si rifiutava di guardare nel cannocchiale di Galileo, ma che era pronto a farlo condannare dall'Inquisizione, negherebbero ora ciò che noi vogliamo non dire in modo astratto e fumoso, ma mostrare con evidenza nella realtà, che sarà inspiegabile, ma è visibile. Negherebbero le fiamme azzurre che escono da una roccia da secoli, il sangue che sgorga da una statua in legno del Cristo, le tradizioni delle donne che vennero chiamate streghe dai loro padri e inviate al rogo.

    Nel viaggio nei misteri

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