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Jam Roll
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Jam Roll

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About this ebook

''New York,1996.

Madilyn,ventuno anni,si perfeziona nel canto e studia Letteratura all'Universita'.

Non conserva altro che un vago ricordo di neonata del fratello maggiore Jacques,cresciuto in Francia probabilmente.

Occorreranno tempo e confronti per arrivare a ricomporre un puzzle disordinato:il gatto soriano Miguel,l'eccentrico campione di tuffo Robert Louis Tyndall,Tante Celeste e un ritorno in Europa la guideranno in modo irrununciabile verso la risoluzione di dubbi mai chiariti.''
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateDec 24, 2018
ISBN9788827862995
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    Jam Roll - Luigi 'Lewis' Busignani

    633/1941

    JAM-ROLL,

    PART I:

    Jigsaws

    (Father?Tell me.)

    I N T R O

    ''I reach my hand out

    to someone I

    have not beside me

    at night

    And I tend to imagine

    who

    it could be like

    ...''

    Madilyn des Douillets

    Ruminando un frollino al granturco intriso di scaglie alla mela,in un piovoso pomeriggio di Aprile

    Caro Roll,

    oggi dedico me stessa al tempo in cui ti incontrai al laghetto vedendoti nuotare,intrecciando le tue nervature coi flussi della corrente.

    Non sapevamo nulla l’uno dell’altra,eppure d’impulso mi chiesi fino a che punto stessi,giunta a quel momento della mia esistenza,abbracciando una passione comparabile a quella,la tua...

    Nuotare.

    MELLON COON

    Le rotelline del motore della mia storia partono nell’istante in cui un luminare di letteratura francese dell’Universita' diviene papa’.

    E da quel suo nuovo ruolo,piu' secolare che cattedratico,la cittadina nordamericana di T.Town-piccolina ma onnicomprensiva,a un’oretta di treno dalla Luna,New York City-fa la prima conoscenza di Madilyn,un'esile ragazzetta ricciuta semplice e inavvicinabile,grazie-o disgrazie-a quelle proiezioni di 'io-ideale' per cui chi si vede sciaguratamente irraggiungibile o speciale concede che lo si ammiri solamente a distanza:a vivere li’,nella sua vitrea campanella protettiva.

    La mamma e' stata una Sonata al piano,laccata ed armonica,in fuga come il piacere arrecato dal madrigale di un rapsodo,densa di infinite sfaccettature di colore.

    Di lei,rimane un' eco nella casupola sulle sponde del fiume Hudson,impegnata a custodire gelosa la sua sagoma sacra perimetrata da attenzioni, dolcezze, canticchiate.

    E in questa magione che si affaccia da una parte sulle rocce schiaffeggiate dalle ondatine del fiume-sulle quali i buffi procioni fan capolino circospetti,come gelosi di essere stati fotografati dalla nostra memoria appassionata prima di rifuggire nei boschi-e dall’altra dai viottoli del villaggio,mi affido da sempre alla compagnia di Celie.

    Il suo nome per esteso,Celeste, e' molto piu’ elegante e caldo a mio avviso e credo rappresenti, da quando Mamma decise di entrare a far parte dell’orchestra del Signore,''l’amica dei nipotini di tutto il mondo'',come l’ho sempre chiamata io.

    Celeste e’ la mia insegnante di canto da quando avevo(..ci dovrei pensare su un attimo!)cinque anni.

    Se penso a lei quando siamo lontane,i riccioli nerissimi che contornano i suoi lineamenti affettati mi inondano lo sguardo.

    Poi,quel che vedo sono ,nell’ordine:una padellina con su una pietanza dolce e pastosa,un pupazzetto col nastro infiocchettato al collo,e i miei occhi di bimba innamorati di tutti gli incantesimi che era capace di regalarmi,tra una melodia al piano e l’altra,nello stanzone dalle grandi finestre che ancora oggi incorniciano tutto il verde del quadro della natura d’intorno.

    Ora,figuratevi la figlia di un professore universitario di francese in America,inneggiare ''Heidenroseleine'' e ''La Serenade'' di Schubert accompagnata al piano.

    Bravissimi..!

    Appunto.

    Torniamo a noi.

    Qualche anno fa conobbi Robert Louis..o dovrei dire Rob Lou,..e dovrei aggiungere qualche altro appellativo importante direi.

    Roll.

    Si',conobbi Roll.

    Evidentemente qualcuno aveva gia’ deciso che ne avevo bisogno,dal momento che ancor prima incontrai una gatta soriana di nome Miguel.

    Presa un po’ troppo,ma come sempre,dalla preparazione ai test di fine trimestre all'Universita',con la mente in disordine completo a causa della molteplicita’ di informazioni indispensabili da ritenere,l’animo disastrato dal conflitto di stare sprecando i migliori giorni del mio esistere a rincorrere i sogni di qualcun altro,che fosse mio padre o fossero le istituzioni.

    Ebbene,costeggiavo a passeggio i binari della stazione arrugginita ma fascinosa,e con lo sguardo poggiavo il sollievo della meritata pausa sulle sponde del fiume Hudson.

    Fino a che ,una pallotta dai lunghi e bianchi baffi,il naso castano e soprattutto una prodigiosa coda a procione ma-ancor piu’ d’effetto-una nuca evidentemente rosso-carota in mezzo a tutto il resto(grigio tigrato e marroncino),quasi fosse una nuca umana di capelli rossi,mi si paro’ davanti.

    Miguel.

    O,devo aggiungerlo,Mellon-Miguel!

    E Miguel in procinto di chiamarsi Mellon non scappava,ma pareva essersi smarrito da un non-so-dove o da un chi imprecisato.

    Non che non udisse i miei richiami accorati-fosse stato per questo,anzi!- rispondeva perlustrando i miei occhi ogni volta.

    E cresceva l'impressione che stesse cercando un altro,o altri che aveva perso.

    -''Niente da fare per la nostra amicizia''-avevo pensato con lo sconforto di una bambina.

    Ebbene,ritornandomene indietro,ritrovai la stessa sagoma di bambolotto-procione incorniciata dai finestroni del nostro salone della musica,con Celeste in secondo piano seduta alla tastiera.

    -''Celie!''-strillai contrariandola quasi-''te ne prego,non fare troppe storie a Papa',teniamoci questo gatto!Prendiamocene cura!...''-.

    Avevamo in testa,entrambe,la stessa idea molto puerile:speravamo con tutte le nostre forze fosse maschio.

    Un orso come Papa' non mi avrebbe mai permesso di accudire una gatta,col 'pericolo' che avrebbe generato altrettanti suoi piccolini.

    Come una bambina che si nomina madre della propria bambola,avevo da sempre provato una idea di terrore in merito alla eventualita' di sterilizzare queste creature.

    Consisteva senza dubbio nel recarsi in ospedale per una operazione e anche restarci per un po', pensavo.

    Uscimmo allora da esploratrici in giardino,e controllammo:

    niente da fare al riguardo!

    Mellon,cosi' la chiamavo,era femmina.

    Ma Celeste fu una complice straordinaria,non scrisse o telefono' a Papa'.E mentre mi faceva esercitare al pianoforte o mi preparavo in camera tra un poeta De Musset e l'altro,Mellon era sempre accanto a noi o a me,affetto famigliare indispensabile.

    Non si stava facendo domande sull'esistenza di un ''grande Papa' ''..per lei a T.Town c'era soltanto Madilyn con Celeste.

    Se all'epoca,per davvero, me lo aveste chiesto,avrei risposto di non essere innamorata di nessun altro se non di lei,Mellon.

    Raramente mi chiedevo da quale ambiente provenisse.

    Sicuro era,che fosse stata amata molto prima di perdersi,le fusa erano la sua offerta continua e generosa,e i giochi per lei non avrebbero dovuto mai aver fine.

    Caso davvero magico,aveva immediatamente risposto al suo nuovo nome,Mellon.

    E aveva mantenuto nel tempo un suo piacevole,artificioso direi,profumo.

    Una essenza domestica passata,nonostante le uscite all'aperto e le piogge,qualcosa di vicino ai boccioli primaverili del lilla'.

    Addirittura,un giorno mi disperai al limite non vedendo tornare Mellon a casa.

    Era uscita come ogni tanto le facevamo fare,ma per quanto invocassi il suo nome dalla parte della strada o del giardino,non la sentivo rispondere ne' la vedevo corrermi incontro come era solita fare.

    Comincio' a piovere e a tuonare.

    Con Celie che alle mie spalle stava creando mille e una versione dei fatti per guarirmi dall'avvilimento,d'improvviso udimmo un miagolio famigliare strillare e chiamarci.

    Mellon era appena fuori dalla porta della rimessa.

    Mi aveva sentito chiamare,si era preoccupata di tornare correndo sotto l'acqua torrenziale:un vero angioletto.

    Celeste mi scrutava col suo immenso affetto di mamma-maestra,mentre asciugavo il manto arruffato di Mellon con un panno spugnoso.

    A quel punto,a Celeste scappo' un -''Mug..che faremo,se ce la porteranno via?''-

    Celeste in certi disperati frangenti riprendeva a chiamarmi come da piccola ,in Francia,'Muguet'-diminuito in Mug,'mughetto'.

    Ci intendemmo con lo sguardo,non aggiungemmo altro.

    Non ne parlammo piu'.

    Fui cosi' scossa da quel pensiero,da trovare il coraggio di scrivere a Papa' queste righe:

    P.S.:Me lo farai tenere per sempre questo gatto,Papa'?

    O farai tutto il chaos che facesti quando ero piccola,e me lo facesti regalare alla mia compagna di banco Paige?Stavolta,saro' irremovibile.

    Garantisco.

    Madilyn

    BIG FISH

    A Primavera,tornammo a T.Town perche' io mi preparassi con calma agli esami dopo l'interruzione Pasquale e perche' Celeste mi preparasse seriamente a un' audizione.

    Mellon era stata per mesi,assieme a noi,a New York City,sulla Fifth Avenue e di fronte al Central Park.

    Viaggiava in una valigetta-trasportino e viveva in un appartamentino al quindicesimo piano assieme a me e..Papa'.

    A quanto pareva,l'amore di Celeste per me e lei,Mellon,aveva persuaso un rigido luminare del segno del Capricorno ad accogliere ''Nuca Rossa'' tra noi.

    Non pote' dire niente altro,quando vide Celie ritagliare e cucire una copertina fucsia ricavata dal suo vecchio maglioncino di lana lunga:questa era stata la ragione che la mia fantasia ,rimasta quella di una liceale, mi suggeriva.

    Ebbene,tutto intorno all'Hudson rinasceva in un rigoglio di alberi,fronde,verde.

    Mellon si stava abituando a passeggiare per le strade e nei boschi con un sottopancia e il collare.

    Se accettava di rimanere legata ad un guinzaglietto,tutto era una volta ancora merito delle doti di mamma di Celeste,ai cui magici solleciti nemmeno Mellon riusci' a negarsi.

    Udimmo un tonfo in acqua.

    Un'ombra possente si snodava nelle acque del fiume.

    Inaudito!

    Un pescione del Nord-America?

    Un pazzo che sfidava la natura o la vita stessa?

    Scorgemmo poi qualcosa di permeabile e ricciuto fare capolino:

    un ragazzo,piu' fascinoso che bello,dagli occhi verdi penetranti,simpatici ma circospetti e

    dalle labbra sottili e rilassate,tendenti al sorriso.

    Guidato dalle dita che sembravano danzare una loro ritmica indipendente melodia,sbuco' fuori dalle acque ,addormentate fino a poco prima.

    Mellon non era ne' spaventata ne' incuriosita e il mio sguardo si risveglio' soltanto incrociando quello del nuovo venuto.

    Il ragazzo-pesce trillo'-''Miguel!Miguel,..e che caspita..!!

    Miguel..!-'' inforcando pesantemente le ginocchia nell'acqua per correrne fuori e venirsene incontro a Mellon.

    Mellon a quel punto reagiva,non reagiva..tontolona!

    Il ragazzo le ripeteva-''Birichino!Disgraziato!Ti ho cercato per quasi un anno!!!-''

    Miguel?E tutti gli improperi declinati al maschile?

    Ma..Mellon era una signorina!

    Stava accadendo tutto questo a me e Mellon,ora in braccio a lui,ma col suo guinzaglietto ancora tra le mie dita.

    Stavamo condividendo la compagnia di un tizio riccio,appena uscito dal fiume,praticamente in mutande.

    -''Questo gatto si chiama Mellon!''-

    -''Macche'!Il suo nome e' Miguel,..e' appartenuto al mio compagno di stanza Jacques,..ed e' un anno intero che lo stiamo cercando!-''

    Un anno..a quel punto cominciai a prendere un poco piu' seriamente le parole di questo omino coi riccioli al posto delle squame.

    Esattamente,era il tempo trascorso da che io e 'Nuca Rossa' ci eravamo incontrati sui bordi dei binari di T.Town.

    Eppure,una cosa ancora non quadrava..

    ''Miguel''.

    Mellon era senza dubbio alcuno una gatta.

    Cosi',Robert Louis,per gli amici 'generici' Rob Lou o semplicemente Roll per quelli piu' intimi,mi spiego' che ne' lui ne' il nominato Jacques per tutta l'infanzia di Mellon realizzarono si trattasse di una 'tigresse' e non di una tigre maschio.

    Il racconto era un poco ai limiti del ridicolo, dato che Rob Lou ,almeno all'apparenza,dimostrava qualche anno di piu' rispetto ai miei,eppure finii per dare fiducia a quegli occhi trasparenti predisposti a interessere con me e il recuperato Miguel un nuovo interessante filo comunicativo.

    HOPE

    Da quella stramba giornata in poi,in modo inatteso e inconsapevole la mia vita cambio' di qualche piccola abitudine.

    Ancora avevo Mellon-Miguel al fianco durante le lezioni di canto con Celeste,ma soltanto perche' Jacques,il fantomatico amico di Rob Lou e il precedente 'proprietario' della mia amica caudata,era in Italia,a Verona,a terminare un progetto di studi musicali.

    Rob Lou nuotava di routine da meta' mattinata al primo pomeriggio.

    Io e Mellon-Miguel eravamo diventate le managers e le supporters di Rob Lou,le sue cronometriste,le caterers,le cheer-leaders.

    Rob Lou era un fantastico tuffatore,praticava la disciplina in acqua ormai da diversi anni e faceva parte di una squadra.

    Da che era quasi Primavera prima della piu' parte degli eventi,ora si stava facendo Estate.

    E crescevano assieme all'arrivo del sole autentico,i miei timori su Mellon per via della storia di Jacques.

    Mi ero cosi' abituata all'idea di una compagnia a lungo termine,di un oggetto di ogni mia affezione.

    Ci crederesti,Mellon?

    Per quanto aspettassi,per quanto consultassi la casella postale elettronica,Papa' non mi aveva scritto che una volta in tutto quel tempo trascorso.

    Per dirmi cosa?

    Per tentare di correggere a distanza le mie eventuali inadempienze,di compensare il mio studio,per farmi un 'in-bocca-al-lupo' per gli esami.

    Ed io ligia e diligente,soprattutto per accontentare me stessa non avevo tradito le aspettative,anzi.

    Eppure,da sempre,quei giochi,il canto,Mellon...si facevano sempre piu' palliativo dell'assente.

    Il professionista distante.

    In realta',qualcuno e' capace di amare solo da lontano.

    ''

    T.Town,5 Maggio 1996

    Caro Papa',

    come vanno le cose li' a' Paris?

    Ti stai dando da fare?

    Io studio canto con profitto.

    Sono la corista nel coro dell'Institute.

    Arriva l'Estate,sai?

    Sono riuscita a conoscere in una pausa un tipo davvero originale,Robert Louis(si chiama come l'autore Stevenson,sentito?)

    Non ti preoccupare,c'e' una Gatta a sorvegliare me e Mamma Celeste,ora!

    Con affetto e tripudio,

    tua Madilyn

    PS.Robert Louis dice che a breve il suo convivente Jacques fara' ritorno negli States.

    Sono preoccupata,sai?

    Temo che questa nuova condizione rimettera' il condizionale sul tenermi la mia affezionata signorina Nuca Rossa.

    Questo ragazzo e' stato il suo precedente proprietario.

    ''

    THE WAY ROB LOU WAS

    Si trattava di un'altra di quelle giornate in cui la calura puo' tramutarsi in pioggia,di quelle piogge che,per lo meno agli inizi,risuonano piacevoli quanto una carezza o un bagno caldo.

    Rob Lou continuava a tuffarsi,risentendo come me e Mellon di una evidente,cedevole arrendevolezza a quei capricci della natura.

    Se ne usci' dall'acqua coi capelli portati all'indietro dalle ondate del prima,appesantito dal lavoro in acqua ma sempre disposto a chiedere quali impressioni mi avesse dato dalle sponde del fiume.

    Questi diventavano i frangenti in cui immaginavo di conoscerlo sin da bambina,complice di quell'esemplare di felino intelligente che si faceva ulteriore trasmissione di questo senso di vicinanza.

    Ricordo che una frattura violacea spezzo' il cielo e ci agito' col suo scoppio:stava tuonando,unitamente a gocce violentissime e pesanti.

    Presi in braccio Mellon e rimediai infilandola precipitosa nel mio borsone,Roll in maglietta e costume da bagno gridava di seguirlo.

    Non corsi molto,ci ritrovammo sotto a una tettoia di legno con una panca,costruita evidentemente da qualche hiker o da antichi residenti di T.Town.

    Chiesi a Roll come aveva iniziato col nuoto,e soprattutto con le gare di tuffo.

    Sorrise a ripensarci,era una cosa che faceva spesso prima di rispondere alle domande.

    La prima cosa che disse,e questo era proprio suo tipico,fu:

    -''Bene,e' molto piu' semplice di quanto non possa sembrare.''-

    Me lo aspettavo.

    Poi,rispose che dall'infanzia era molto legato a suo cugino Len,che rappresentava un esempio di come ci si possa fare un mucchio di amici con un' indole spontanea e leggera.

    Pareva ammirarlo ancora molto.

    Len comincio' a nuotare prima di lui,il cugino un poco piu' riservato e tranquillo.

    A udire quelle qualita' associate al Rob Lou di quei giorni,mi preoccupai di non essere presa in giro e domandai tre,quattro volte se stesse scherzandoci su.

    Eppure no,non lo stava facendo.

    Parve fosse la verita'.

    I genitori di Rob Lou nutrivano tante aspettative su di lui da bambino,scaricatategli sopra ulteriormente dopo che suo fratello, maggiore di diversi anni,impose fermamente la sua mancanza di interesse agli studi universitari per dedicarsi a un suo proprio nucleo famigliare gia' in giovanissima eta'.

    Non feci molte domande in merito:la famiglia des Douillets,la mia,la sapeva lunga in termini di vicissitudini complicate.

    Tornando a noi,Rob comincio' a immergersi in acqua cosi', e mai piu' se ne dimentico'.

    Nulla,quanto l'elemento acqua,poteva soccorrerlo e trascinare leggiadramente lontano i pensieri cattivi,le forzature,le sue inibizioni.

    Essendo piu' piccolo di diversi anni rispetto al maggiore,ammise di non essere stato educato da subito ,in ambito domestico,alla condivisione del gioco,degli abiti,dei libri,degli spazi.

    Col nuoto,poi i tuffi,Rob Lou trovo' come una seconda famiglia nella banda di ragazzi con cui trascorreva la piu' parte delle sue giornate,trasformando conseguentemente di netto la sua personalita'.

    Incredibile.

    Incredibile, quanto tutto possa divenire possibile grazie al miracolo della volonta'.

    Oggi Rob Lou era la rappresentazione reale del mio modello di ragazzo socievole:un compagnone,entusiasta,ironico,pieno di sole.

    La febbre dell'acqua accrebbe quando percepi' che il fisico,che ne porta la memoria,ne sentiva la mancanza.

    Rob Lou,sapevi volare col pensiero come voli dal trampolino.

    Non ti ringraziero' mai abbastanza per avermi regalato la tua storia.

    I WANT MIGUEL

    Col tempo,Rob Lou si iscrisse ufficialmente ad una piscina della zona,ufficializzando i suoi allenamenti e non dovendo piu' temere i geloni o le rapide del fiume,nonche' il controllo di qualche Ufficiale.

    Naturalmente io e Mellon-Miguel lo accompagnammo, tifando per lui e registrando ogni progresso con un cronometro ,stavolta dalle sponde di una enorme vasca.

    Se l'austero Professore di Letteratura francese mi avesse sentita sfogarmi in quel modo gridando-''Roooooooooob Louuuuuuuu tieni duuuroooooo....!!!!''-,probabilmente mi avrebbe ripudiata all'istante,chissa'.

    Ebbene,Rob Lou si preparava alle gare trimestrali fra distretti,avendo bene in mente quali fusti capaci avrebbe dovuto fonteggiare,ma nulla-e in questo soprattutto sentivo una vicinanza a lui infinita-avrebbe ostacolato la sua caparbia spinta non solo a parteciparvi,ma a guadagnarci un posto di tutto spicco.

    I giorni che seguirono agli allenamenti intensivi di Rob Lou mi rintanai in casa,a T.Town,per prepararmi al test di Letteratura,e quel che rammento di Mellon e' ancora il suo piacevole profumino spruzzato da chissa' dove,che persisteva malgrado baci,nanne,piscine,leccatine.

    Chissa'.

    La bambina che da sempre mi abitava dentro penso' a un gatto magico proveniente da un regno parallelo,e ancora non riuscivo a cambiare opinione.

    Intanto passarono forse una decina di giorni di pioggia a fiumi.

    Durante uno di questi,avvertita una presenza sotto a quel diluvio,scorsi fuori dall'ingresso principale due figure sotto a un ombrello.

    La prima,e si trattava sicuramente di Rob Lou,sorreggeva per la coppia l'ombrello,e vestiva pantaloni di panno blu notte,la seconda era quella di un ragazzo di poco piu' alto con pantaloni beige e una maglietta nera,coi capelli lunghi legati sulla nuca,ed il duo discuteva quasi segretamente.

    Sentii il citofono del portone trillare,al che Celeste chiamarmi al piano inferiore.

    -''Qualcuno che cerca Mellon,Mug..!''-

    D'improvviso,ogni mia fragilita' mi vinse,in una minuscola porzione di tempo mi vidi strappata via da quell'amica preziosa che mi ero conquistata per caso,e che come conseguenza mi aveva guidata da Rob Lou.

    Scese poi le scale,incrociai

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