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Non ho intenzione di lasciarti andare
Non ho intenzione di lasciarti andare
Non ho intenzione di lasciarti andare
Ebook184 pages2 hours

Non ho intenzione di lasciarti andare

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About this ebook

Calvin e Bridget sono fidanzati, tuttavia, non dimostrano l'euforia di una coppia che pianifica il proprio matrimonio. E sebbene siano convinti che siano fatti l'una per l'altro e si sentano sicuri dell'amore che giurano, tutto sembra destabilizzarsi quando Bridget deve porre distanza tra di loro per una faccenda del passato. Questa distanza sarà la chiave per capire che, i loro veri amori, si celano in altre persone che si lasciarono alle spalle anni prima. Persone che pensavano di aver dimenticato, ma che, in realtà, erano lì, rinchiuse in un angolo del cuore in attesa di avere l'opportunità di lasciar scappare un ricordo che potesse riaccendere il sentimento anche solo per alcuni secondi.. Nessuno dei due si aspetta un incontro con il passato. Soprattutto Calvin, che ogni incontro con Elena, l'infermiera di suo padre, gli ricorda in ogni momento quella ragazza che una notte gli rubò il cuore e che non riuscì mai a dimenticare. Elena era rientrata da poco negli Stati Uniti dopo aver sparso le ceneri di sua madre nelle turchesi acque del Mar dei Caraibi. Ed era grata che la famiglia Wagner , ancora una volta, l'aiutò ad andare avanti trovandole una buona opportunità di lavoro per occuparsi della salute di Baltashar Eldridge, un uomo di cui aveva poca memoria, ma di buone maniere che conobbe grazie a qualche estate che gli Eldridge furono ospiti dei Wagner durante le vacanze. Le sembrò una brillante idea per rincontrarsi con i suoi amici d'infanzia: Alex, Emerick; e la sua cotta di quando era bambina: Calvin. Cosa ci sarà ad.aspettare Elena e Calvin? Che hanno in comune Elena e la.ragazza che rubò il cuore di Calvin quell'estate a Santa Monica? Calvin diventerà in qualcosa di più di un «amore platonico» per Elena?

LanguageItaliano
PublisherStefania Gil
Release dateApr 6, 2019
ISBN9781547578252
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    Book preview

    Non ho intenzione di lasciarti andare - Stefania Gil

    Ci separiamo solo per incontrarci di nuovo.

    — John Gay —

    Prologo

    Fin da piccolo, Calvin Eldridge dimostrò che la sua vocazione fosse nell'ambito della giustizia, esercitando la professione di avvocato che avrebbe combattuto per dimostrare la verità di ciò che avrebbe difeso. Aveva un dono magico: con le parole catturava l'attenzione di chi gli stava intorno.

    Tutti rimanevano in silenzio dimostrando rispetto per le sue parole, che erano sempre coerenti e con argomentazioni così valide che nemmeno l'uomo più saggio di tutti sarebbe stato in grado di discutere con lui.

    E non perchè che fosse un bambino, no. Nessuno osava discutere con lui perchè Calvin non lasciava spazio per cui qualcuno potesse confutare qualcuna delle sue argomentazioni.

    Suo padre sapeva che sarebbe diventato avvocato, non bisognava essere un genio per rendersene conto e il fatto di aver passato delle estati nella casa dei Wagner giovò alla passione di Calvin di imparare a fare del mondo un posto migliore e giusto per coloro che ne avevano bisogno.

    Ed era così che questo piccolo genio della dialettica, così piccolo, era il preferito di William Wagner, buon amico di Baltashar Eldridge.

    «Promettimi che quando tuo figlio finirà l'università, me lo manderai immediatamente allo studio,» disse con interesse William Wagner a Baltashar.

    «Lo farò, sempre e quando voglia difendere la gente nel tempo libero, William» Sbuffò Eldridge. «Il mio primogenito sarà architetto come me.»

    Uno sbuffo uscì dalla bocca di William.

    «Non riesci a vedere il potenziale di tuo figlio, Baltashar? Quel ragazzo è nato per fare l'avvocato.»

    Erano entrambi appoggiati alla cornice dell'alta ed elegante finestra della lussuosa casa Wagner, la cui vista dava direttamente sul mare dove i bambini stavano ridendo e scherzando come facevano sempre.

    «Abbiamo dei bravi figli» commentò Eldridge sorridendo compiaciuto e sorseggiando un poco del suo Whisky.

    «Li stiamo crescendo bene, amico. Come deve essere fatto. Tua moglie e la mia sono le migliori nel stabilire l'ordine.» Wagner fece una pausa guardando sorridente sua figlia. «Perchè confesso di essere un'idiota nei confronti di Bridget. È la luce dei miei occhi.»

    «E ti capisco» assicurò Baltashar. «La mia piccola Alex ci vede come due pagliacci che non fanno altro che discutere tra loro.»

    Ci fu un momento di silenzio e Baltashar riprese a parlare.

    «Come ha reagito Mary Joe all'ultima perdita che avete avuto?»

    Wagner chinò la testa e andò a sedersi dritto sulla sedia in cuoio dietro la sua imponente scrivania di legno massello.

    Baltashar lo seguì e si sedette sulla sedia di fronte la scrivania.

    «Che succede, Willi?» Baltashar cominciava a preoccuparsi.

    «Mary Joe de io non potremo avere altri bambini perchè potremmo mettere in pericolo la sua salute. L'ultima perdita per poco ci ha fatto perdere Mary e...» William non riuscì a continuare perchè i ricordi gli provocarono un nodo alla gola. Baltashar non voleva interromperlo, sebbene lo avrebbe rimproverato per non avergli raccontato la storia completa, «non c'era stato tempo per decidere. Dovettero esportarle l'utero perchè non smetteva di sanguinare. Ti dico» lo guardò spaventato, «che per poco non ci lasciava.»

    Baltashar si strofinò il viso con le mani.

    «Come mai me lo stai raccontando solo adesso? Si suppone che sia per questo ci sono gli amici, per sostenersi in momenti come questo che hai vissuto.»

    «Lo so, mi dispiace. In quel momento non avevo testa per raccontare niente a nessuno, Baltashar, e poi, non importava. Dire che avevamo subito una perdita era più che sufficiente.»

    Baltashar versò i drink nei bicchieri.

    «Per fortuna, l'arrivo di Maria in questa casa è stata una benedizione. Lei e Mary si divertono molto insieme e credo che sia stata la miglior terapia per mia moglie. Il sangue latino sembra unirle e la verità è che l'allegria che emana Maria è unica. Perfino io mi sento felice quando lei è con noi.»

    Baltashar lo guardò dubbioso.

    «Non ti azzardare a pensare che potrei tradire mia moglie. Non mi conosci ormai?» William sembrava offeso. «É come se io pensassi che tu potresti fare la stessa cosa.»

    «Nemmeno se stessimo attraversando una crisi. Non sarei in grado di tradire la mia amata Abie. E so che neanche tu faresti una cosa del genere a Mary, lo dicevo solo per infastidirti.»

    Entrambi risero.

    «Quindi, Mary Joe emotivamente sta bene ed ha accettato che non potrà avere più figli?»

    «Sì. Come ti ho detto, il peggio è passato e per fortuna è tutto a posto. Inoltre, Elena, la figlia di María, si sta convertendo nella sostituta di quel figlio che entrambi volevamo e non abbiamo avuto dopo Brie.»

    «Sempre che non ti causi problemi con la gobernante» commentò Baltashar riferendosi a Maria.

    William negò con la testa.

    «No, amico, abbiamo un limite. Siamo coscienti di essere molto affezionati alla bambina e faremo il possibile per darle tutto ciò che possiamo perchè sia una donna per bene come la nostra Brie. Maria è una madre single e ha avuto una vita piena di problemi e maltrattamenti. Ci stiamo occupando della sua residenza nel paese, la famiglia con cui stava qui negli Stati Uniti, non la stava trattando come dovuto e ovviamente, vuole garantire la sicurezza di sua figlia. Ci ha dimostrato di essere una brava persona. Vogliamo solo il meglio per loro. Non desideriamo occupare un posto che non ci appartiene e Maria lo sa. Sa anche, e capisce, quanto sia stato difficile per mia moglie» Willi alzò le braccia. «Credo si tratti di solidarietà materna tra lei e mia moglie. La verità è che la bambina si fa voler bene ed è ben educata.»

    «L'ho visto. Continua a rivolgersi a me come il Signor Eldridge e a mia moglie Donna Abie.»

    Entrambi scoppiarono a ridere.

    «Alex dice che Elena a volte la innervosisce» risero di nuovo. «Quello che mi sorprende è che Elena non corra ogni volta che Alex le si avvicina.»

    «Il fatto è che la tua Alex è la più vivace di tutti.»

    Baltashar sorrise orgoglioso.

    «Sí che lo è.»

    «Vedremo se quando sarà adolescente continuerai a sorridere così.»

    «Insomma, amico, non mi rovinare il momento» Baltashar sorseggiò un altro po’ del suo drink. «Non è così, sono certo che continuerò ad essere orgoglioso di lei sebbene il suo carattere mi farà impazzire. Smettiamo di pensare al futuro e godiamoci il presente. Andiamo in spiaggia con mogli e figli che è la giornata ideale per fare una bella grigliata in riva al mare.»

    Si alzarono e camminarono verso la porta.

    «Ancora non mi hai promesso che mi manderai Calvin quando finirà l’università.»

    «Per cosa? Vuoi che ti disegni una casa nuova?» Baltashar diede delle pacche sulle spalle al suo amico.

    Entrambi sorrisero divertiti e uscirono, la promessa c’era, sebbene Eldrigde non la pronunciò mai.

    Anche lui vedeva il potenziale di suo figlio per diventare avvocato e se Calvin avesse deciso di studiare giurisprudenza, Baltashar non avrebbe dubitato neanche per un secondo di farlo lavorare insieme a William affinchè potesse fare esperienza nel miglior studio di avvocati del paese.

    ***

    Calvin era felice nella sua casa e con la famiglia che la vita gli aveva dato.

    Suo padre era il suo eroe e sua madre, la più sublime e delicata. Calvin aveva un debole per sua mamma che era corrisposto.

    Così come Alex, la sua sorellina adorata, aveva un debole per suo padre che era perfettamente corrisposto.

    Ha sempre pensato che suo fratello minore Emerick fosse quello che non era bravo con le manifestazioni di affetto e con le preferenze e che l’unica soluzione che gli era rimasta era quella di rifugiarsi nell’amore che la buona zia Beth conservava per lui.

    La vita è così, ognuno ha bisogno della propria metà di mela.

    E nella casa degli Eldridge tutto sembrava procedere in armonia fino a che non si scoprì del tradimento di Baltashar Eldridge e quando ciò accadde, tutto andò in rotoli.

    Calvin corrugò la fronte ricordando l’ultima scena  alla quale aveva assistito tra i suoi genitori prima che convocassero una riunione familiare per avvisare di quello che stava succedendo e le conseguenze che tutto ciò avrebbe portato.

    Non era scemo. Sapeva bene che il divorzio era imminente e conoscendo sua madre, avrebbero finito con il vivere ben lontano da suo padre.

    Vide la delusione e la rabbia nitide negli occhi di sua mamma, che gli venne voglia di dare un calcio nel di dietro a suo padre per essere così idiota. Ma nonostante li avesse traditi tutti, lo rispettava molto.

    Era suo padre e niente avrebbe cambiato ciò. Il rispetto che si guadagnò negli anni passati insieme a lui gli fece capire che un errore non era abbastanza per odiarlo come sapeva stesse facendo la sua sorellina in questo preciso momento.

    Alex non stava reagendo bene a quell’episodio che, in un modo o nell’altro, avrebbe avuto un impatto sulla vita di tutti.

    Affinché i suoi genitori potessero risolvere le cose nel modo migliore ed evitare che Alex fosse presente ad ogni lite tra di loro, decisero di spedire Alex ed Emerick in un campeggio a Yellowstone per trenta giorni. Nel frattempo a casa risolvevano la questione della separazione.

    A Calvin, questa decisione sembrò essere la più logica e provò a fare da intermediario tra suo padre e sua madre per aggiustare le cose. Sua madre, che non stava controllando molto bene le sue emozioni, gli disse:

    «Non giocare a fare l’avvocato in questa situazione, Calvin Eldridge. È più grande di te e non puoi fare nulla al riguardo. In effetti, nessuno può far niente. Ti voglio il più lontano possibile da questa casa»

    Calvin si oppose ai desideri di sua madre sebbene sapesse che niente era impossibile per Abie Eldridge quando si proponeva di farlo; e così, lo trascinò fino all’aereo dove c’erano tutti i suoi amici del liceo pronti a partire per Los Angeles per il tanto atteso viaggio di fine scuola.

    Fu un volo lungo, fortunatamente non fu noioso perchè sedeva accanto al suo buon amico Micah e dal momento in cui scesero dall’aereo si misero a fare piani per divertirsi. Micah era già stato molte volte a Los Angeles perchè suo padre aveva degli affari di cui occuparsi lì. Conosceva moltissimi posti per divertirsi sebbene sapesse che il suo concetto di «divertimento» non era lo stesso di quello di Calvin.

    Alcuni adulti, genitori e professori dei ragazzi, li accompagnavano; non per rovinare loro il viaggio, ma per assicurarsi che nessuno oltrepassasse i limiti stabiliti prima di uscire da Houston.

    Micah insisteva nel convincere Calvin ad aggirare la supervisione degli adulti e fare una passeggiata per la città. Per un momento, Calvin si lasciò trasportare da ciò che considerava «irresponsabilità» accettando l’offerta del suo amico.

    Se per una volta avesse agito in modo irresponsabile, nessuno gliel’avrebbe rimproverato.

    Fuggirebbe con il suo migliore amico, andrebbero alla ricerca di belle ragazze e passerebbero una bella serata.

    Questo è ciò che farebbe.

    ***

    «Elena, tesoro, non dimenticare di portare a passeggio Scooby» ricordò Maria a sua figlia con un accenno di spossatezza nella voce. Non riusciva a capire come sua figlia non si stancasse di sentirle ripetere sempre le stesse cose.

    Elena guardò sua mamma divertita mentre si soffiava le unghia smaltate da poco.

    «Sì, mamma, ti ho detto che lo farò non appena si asciugheranno le unghia.»

    Maria si chinò e diede un bacio alla sua piccola. Sorrise. L’avrebbe sempre

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