In viaggio con me
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Book preview
In viaggio con me - Paquerette Vignoli
ME
PREFAZIONE
Conoscete quella sensazione di quando vi prudono le mani e volete dipingere qualcosa, gettare la vostra anima sulla tela?
Quando nella vostra mente tutto é confuso e sapete solo che volete creare?
Quando vi alzate in piena notte e indossate le vestaglia e le pantofole calde e vi aggirate per casa in cerca di un’idea?
E’ sorprendente quanta poesia ci sia nelle prime ore del giorno, quanta luce nel buio della notte.
Tutto vive di una voce propria. I rumori sono movimenti lenti, morbidi, ovattati. Le luci tenui, soffuse.
La notte é un concerto di idee e sogni, dove ognuno di noi inconsapevolmente firma il registro delle presenze.
Quando giunta l’ora di cena mettete la musica a tutto volume e ballate senza respiro, mentre cucinate qualcosa di nuovo perché avete ospiti? L’ebrezza di un calice di vino e nello stomaco, come un pugno, l’ennesimo colloquio andato male?
Quando vi coricate la sera e non sapete fare altro che raccontare una fiaba a vostra figlia, accendendo per lei il firmamento sul soffitto …
fermarvi a contemplarlo come se le stelle vi fossero entrate dentro da anni e senza non potreste vivere?
Quando correte a perdifiato per prendere il bus o guardate con sconforto il treno perso?
Quando vi accendete una sigaretta davanti a un bistrot e guardate affascinati le coppiette assaggiare ,mano nella mano, una fetta di vita?
Quando cercate affannosamente le chiavi nella borsa e accidentalmente tirate fuori il ciuccio di vostra figlia o una foto sepolta da anni?
E quando passeggiate la domenica in piazza e la gente vi sorride e vi saluta
...e il lunedì vi suona ferocemente il clacson perché sono in ritardo?
Ecco.
LA VITA.
Io amo la vita. In ogni sua increspatura e ferita, in ogni sua sfaccettatura ed emozione.
LA sua conturbante e misteriosa essenza , il suo non-essere come la vorremmo ,ma il suo poter diventare quello che non ci aspettiamo. Meglio.
Amo le persone, a volte grottesche nei loro modi di fare ,a volte così leggere da farti domandare se abbiano mai conosciuto la durezza e il sapore freddo della sconfitta.
Così diverse, così emotive,così imprevedibili e affascinanti.
Così entusiasmanti, più di un film o un buon caffè.
Oh, il caffè, lungo e amaro, caldo che si scioglie dolcemente sul palato e entra nelle narici di prima mattina. Muovere delicatamente la tazzina facendola oscillare e vedere il nero liquido danzare come una scialuppa in mezzo al mare.
E poi un sorso , rovente, che incendia la gola, mettere la testa in stand by per un momento e poi rituffarsi a pieni polmoni nella giornata.
Sentire il rumore delle auto che scaldano i motori e vedere i primi avviarsi al lavoro. Immaginare la loro vita, i loro pensieri, le loro paure.
La nebbia…
Le lancette si muovono stanche sull’orologio e tu ti infili una felpa per coprire il cuore; un altro lunedì senza attese molto lontano da quelli frenetici dell’università, in cui mi scapicollavo tra le stradine e i semafori di una città pulsante e rumorosa.
Quando correvo scalinate e corridoi per un esame o un 30 strappato al sorriso di un professore.
Quando mi addormentavo coi primi caldi della primavera sui banchi ,ascoltando la voce soave che raccontava di una Austen rivoluzionaria ma sola o una Wolf e il suo fluire di pensieri.
Quando d’inverno mi infiammavo per le lotte degli immigrati in Francia e cantavo Aznavour, quando il Che era materia di esame.
Quanta vita ho visto scorrere in quelle aule, quanti amori nascere e morire al cambio dell’ora, quanti sogni racchiusi in carpette da 10 cents e fotocopie di libri più usati.
Le stesse materie, materia di sogni per un futuro ,allora si credeva, da vincenti.
Ma poi l’epoca dei selfie, degli hashtag e dei twitt , l’epoca del piatto pieno di voti alla Borghese,l’acqua d’oro della Ferragni e lo stomaco ancora pieno di farfalle. Insaziabile, come un vuoto incredibile e le mani piene di spiccioli di cui non sai più che fartene e ripensi a quando erano tutto il tuo mondo tra figurine Panini e ciucci colorati.
Sentire frizzare una caramella sulla lingua con l’ illusione di tornare per un attimo bambina, mentre sei in coda al centro per l’impiego e ti ricordi di aver macchiato il maglione col fondotinta, per simulare l’estate passata.
Avere una figlia e ritrovarsi a leggere notizie come Desiré…
Scartare un cioccolatino e nel frattempo guardarsi allo specchio e ritrovare una ruga che non c’era, una canzone che avevi scordato, un libro che non hai mai avuto il tempo di leggere
Guidare col terrore che crolli il ponte o che al semaforo qualcuno ti tagli la strada solo perché le regole non vanno seguite, solo perché nessuno in realtà le ha mai sapute.
Vivere in uno stato dove l’unico stato che ancora ci importa é quello di whatsapp e le commesse hanno capi firmati e spendi 25 euro in macelleria per poi postare una foto totally vegan e fare impazzire i followers.
Una vita dove follower non é solo fan ma amico virtuale che ti fa sentire meno solo, che apprezza la tua anonimità e ti illude di essere qualcuno. Un mondo dove hai la carta Vip anche per comprare il detersivo ma sei Out se non hai i jeans strappati e maglioni oversize street style.
Un mondo dove sono vuoti i barattoli per le fondazioni benefiche e pieni i bicchieri di spritz sul bancone, dove vai in banca per un prestito e il giorno dopo sei lì a chiederne un altro per pagare il primo.
Un mondo dove i bambini si perdono tra touch screen, i-phone e baby tools , bevono un milk shake, indossano uno sport-head phone in year e giocano con peluche bluetooth.
Una società che fagocita scarpe e borse come un impero,ma a metà mese ha il frigo vuoto.
Un pugno di persone impegnate nel sociale, con bandiere arcobaleno e striscioni striminziti come la loro pazienza; gente che nemmeno sa dove si trova la cartella elettorale e altri che ogni mattina si sistemano la cravatta per andare a vomitare qualche altra sentenza sui diritti dei minori per poi prendere un jet e passare una notte in spiaggia con una ragazzina.
Una società di comunisti col Rolex
che se ne frega se non può, l’importante é averlo. E prima degli altri. Dove i siti online fanno sold out, e i soldi veri sono tutti all’estero.
Direte tutto questo cosa c’entra con me?
E allora vi dico che ho paura del mondo perché é rotondo, perché implica uno stato di pienezza, soddisfazione e