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2001 tra Kubrick e Clarke: Genesi, realizzazione e paternità di un capolavoro
2001 tra Kubrick e Clarke: Genesi, realizzazione e paternità di un capolavoro
2001 tra Kubrick e Clarke: Genesi, realizzazione e paternità di un capolavoro
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2001 tra Kubrick e Clarke: Genesi, realizzazione e paternità di un capolavoro

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La storia della realizzazione di "2001: Odissea nello Spazio" è tanto epica quanto gli eventi narrati dal film – e finora altrettanto misteriosa.
Nel 1964, concluso "Il Dottor Stranamore," Stanley Kubrick era incerto su come bissare il successo appena ottenuto e stava considerando i temi più caldi del momento; solo quando incontrò Arthur C. Clarke si decise per un film di fantascienza. Occorsero tuttavia più di quattro anni perché "2001: Odissea nello Spazio" arrivasse sugli schermi: un titanico sforzo produttivo e creativo, costellato di ripensamenti, esperimenti, colpi di genio, debiti, litigi, minacce, esaurimenti nervosi e prove di forza.
Attingendo a fonti inedite, tra cui i documenti di produzione del film e il carteggio tra lo scrittore e il regista, "2001 tra Kubrick e Clarke" racconta per la prima volta in modo completo l'odissea tecnica e artistica dei due autori, getta luce sulla loro relazione altalenante e rivela particolari finora sconosciuti sulla nascita e la realizzazione del "proverbiale buon film di fantascienza" il primo e il più grande film sullo spazio, l'origine della specie umana e il suo destino tra le stelle.

"Un saggio documentatissimo che si legge come un romanzo: fondamentale, innovativo e appassionante." – Ruggero Eugeni, autore di Invito al Cinema di Kubrick.
LanguageItaliano
Release dateMar 6, 2019
ISBN9788832533873
2001 tra Kubrick e Clarke: Genesi, realizzazione e paternità di un capolavoro

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    2001 tra Kubrick e Clarke - Filippo Ulivieri

    Filippo Ulivieri, Simone Odino

    2001 tra Kubrick e Clarke

    Genesi, realizzazione e paternità di un capolavoro

    Copyright ©2019 Filippo Ulivieri, Simone Odino

    Prima edizione digitale marzo 2019

    Copertina:

    Illustrazioni di Roberto Baldassari

    Progetto grafico di Gianni Denaro

    Nonostante sia stato fatto il possibile, gli autori non sono riusciti a mettersi in contatto con gli eredi di Scott Meredith per l’autorizzazione all’uso delle sue lettere. Restano quindi a disposizione degli aventi diritto.

    www.archiviokubrick.it

    www.2001italia.it

    UUID: ffe24b5a-c7ec-11e9-8f57-1166c27e52f1

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    Introduzione

    1. «Mio Dio, sarà dura superare l’atomica»

    2. La corsa allo spazio di Stanley Kubrick

    3. Una meravigliosa esperienza striata di agonia

    Bibliografia

    Ringraziamenti

    Gli autori

    Introduzione

    La storia della realizzazione di 2001: Odissea nello Spazio è tanto epica quanto gli eventi narrati dal film – e finora altrettanto misteriosa.

    Nel 1964, concluso Il Dottor Stranamore, Kubrick era incerto su come bissare il successo appena ottenuto e stava considerando i temi più caldi del momento, dal sovrappopolamento alle relazioni sessuali sempre più disinvolte. Solo quando incontrò Clarke si convinse che era arrivata l’occasione giusta per realizzare il primo serio film di fantascienza. Occorsero tuttavia più di quattro anni perché 2001: Odissea nello Spazio vedesse la luce del proiettore: un titanico sforzo produttivo e creativo, costellato di ripensamenti, esperimenti, colpi di genio, debiti, litigi, minacce, esaurimenti nervosi e prove di forza.

    Facendo ampio uso di fonti inedite, 2001 tra Kubrick e Clarke racconta per la prima volta in modo completo l’odissea tecnica e artistica dei due autori e dà conto dell’apporto decisivo dell’esercito di brillanti collaboratori che lavorarono giorno e notte alla colossale impresa di Kubrick.

    I documenti di produzione conservati presso lo Stanley Kubrick Archive dell’Università delle Arti di Londra e le pagine dattiloscritte custodite alla Arthur C. Clarke Collection of Sri Lanka dello Smithsonian Institution di Washington offrono una visione irripetibile dall’interno della lavorazione del film e fanno emergere chiaramente le premesse da cui si era mosso Kubrick e le sue aspirazioni artistiche. In particolare le carte rivelano il laborioso sviluppo delle idee necessarie a costruire una storia originale, un obiettivo a lungo agognato dal regista e che, grazie a Clarke, appariva finalmente a portata di mano.

    Il carteggio della Clarke Collection, con le sue lettere autografe, i fax e gli sbiaditi cablogrammi transoceanici, documenta anche l’estenuante tira e molla tra Kubrick e Clarke per la pubblicazione del romanzo collegato al film, una saga parallela dalla quale Kubrick emerge come un condottiero dai nervi d’acciaio in grado di piegare tutti al proprio volere.

    I tre saggi di cui si compone 2001 tra Kubrick e Clarke, qui presentati in un’inedita traduzione in italiano e in versioni largamente estese rispetto alla prima pubblicazione, formano il racconto definitivo di come e perché è stato realizzato 2001: Odissea nello Spazio e gettano luce sulla relazione altalenante dei suoi due famosi padri.

    1. «Mio Dio, sarà dura superare l’atomica»

    Kubrick alla ricerca di una nuova ossessione tra Il Dottor Stranamore e 2001.

    Simone Odino¹

    In che modo Stanley Kubrick giunse alla decisione di realizzare un film di fantascienza, scartando altre opzioni? Per quale ragione l’idea di utilizzare il racconto La Sentinella di Arthur C. Clarke come punto di partenza prevalse su altre – invero stravaganti – idee? Il periodo intercorso tra Il Dottor Stranamore e l’inizio della produzione di 2001: Odissea nello Spazio fornisce indicazioni preziose sugli interessi e le preoccupazioni di Kubrick oltre che sul suo atteggiamento verso il genere fantascientifico, offrendo una chiave di lettura socio-politica delle motivazioni dietro alla realizzazione del film.

    Quando Il Dottor Stranamore, Ovvero: Come Ho Imparato a Non Preoccuparmi e ad Amare la Bomba uscì negli Stati Uniti il 29 gennaio 1964, Stanley Kubrick era già considerato uno degli autori più interessanti del cinema americano. L’approccio originale con cui Il Dottor Stranamore affrontava l’argomento della guerra nucleare – una satira corrosiva e intelligente – gli garantì una rinnovata attenzione da parte della stampa, che in occasione dell’uscita del film lo celebrò in una lunga serie di articoli e interviste. Una delle domande più gettonate riguardava, come da prassi, quale sarebbe stato il suo prossimo progetto; Kubrick spiegava di non aver ancora preso una decisione: «Non ho ancora trovato qualcosa che mi abbia fatto nascere un’ossessione. Di solito ci impiego due anni – e si tratta di un impegno troppo grande per un progetto che potrebbe crollare da un momento all’altro. […] Non c’è motivo a lavorare come faccio io, a meno che non si abbia, come ho detto, un’ossessione. Devi proprio essere ossessionato.»²

    Kubrick si riferiva al suo modo di fare cinema che, come aveva spiegato in passato, «inizia col germe di un’idea e prosegue attraversando la sceneggiatura, le prove con gli attori, le riprese, il montaggio, la musica, le proiezioni in sala, fino a pagarci le tasse sopra.»³ Il problema era quindi quello di trovare una storia per cui provare sufficiente interesse da giustificare un impegno a lungo termine, cosa che per Kubrick, uomo dall’intelletto straordinariamente vorace, non era per niente facile. Per meglio illustrare questo punto cruciale il regista usava spesso una metafora romantica: «Trovare una storia su cui fare un film è un po’ come trovare la ragazza giusta. È difficile dire come farlo, o quando. Ci sono delle storie che arrivano un po’ per caso.»⁴

    Kubrick aveva in effetti indicato un potenziale interesse in un’altra intervista di inizio 1964, in cui aveva dichiarato che in quel periodo era affascinato dallo spazio, che pensava fosse abitato, e stava «leggendo e leggendo e leggendo al riguardo.»⁵ Affrontare un argomento di petto era un’abitudine per il regista, che per Il Dottor Stranamore si era immerso in un anno di ricerca sulla guerra nucleare, leggendo «più o meno ogni libro disponibile sull’argomento.»⁶ Quell’intervista stimolò immediatamente una serie di speculazioni da parte della stampa⁷ ma il regista avrebbe confermato che stava lavorando a un film di genere fantascientifico solo mesi dopo, nel dicembre 1964, al quotidiano londinese Evening Standard: «Il suo prossimo film avrà – ha confessato a fatica temendo di dir troppo – una trama avveniristica. […] Poi, con un luccichio negli occhi neri come il carbone e una serietà quasi presidenziale, ha ammesso: Mio Dio, sarà dura superare la bomba atomica.»⁸

    La cautela usata dal regista e il tono solenne dell’ultima frase sembrano suggerire una sorta di ansia da prestazione che non si è soliti associare al cliché kubrickiano del genio inarrivabile, sicuro di sé al limite della presunzione. Tuttavia è utile ricordare che alla data dell’intervista il regista aveva già passato otto mesi insieme allo scrittore Arthur C. Clarke, in una serie di quotidiane sessioni di brainstorming tese a produrre una storia originale sul tema del primo contatto dell’umanità con gli alieni. Quello di realizzare un film che non fosse basato su di un soggetto pre-esistente era un obiettivo che il regista non era mai riuscito a raggiungere, se non nelle sue opere giovanili; inoltre la carriera di Kubrick fino a quel punto era stata tutt’altro che semplice, contraddistinta da difficoltà continue ad avere il via libera per i suoi progetti, come egli stesso ricorderà anni dopo: «Fino ad Arancia Meccanica non c’è stato un singolo produttore che fosse pronto a produrre i miei film; per esempio, la MGM accettò 2001 solo all’ultimo minuto; nessuno prima di loro l’aveva voluto.»⁹ Un po’ di agitazione, insomma, era giustificata.

    È in questo contesto complicato che dobbiamo collocare l’inizio del cammino verso 2001: Odissea nello Spazio, il cui punto di partenza è tradizionalmente fissato al 17 febbraio 1964: un pranzo di Kubrick con l’amico Roger Caras, durante il quale il regista, confessata la sua intenzione di realizzare «qualcosa sugli extraterrestri,»¹⁰ ricevette il consiglio di puntare su Clarke, che Caras conosceva e stimava. Facendo però un salto all’indietro, è nei mesi precedenti – ovvero il lasso di tempo intercorso tra la post-produzione del Dottor Stranamore nel tardo 1963 e l’impegno ufficiale del regista con lo scrittore inglese (i due firmarono un contratto preliminare il 20 maggio 1964)¹¹ – che si trovano una serie di indicazioni significative per comprendere l’ansia di Kubrick e il complesso di decisioni che condussero al film con cui, alla fine, il regista riuscì effettivamente a superare la bomba atomica. Nel giro di poche settimane infatti, prima di cominciare a lavorare con Clarke, Kubrick aveva considerato l’idea di realizzare un film sulla tematica della sovrappopolazione, valutato e poi abbandonato una collaborazione con le Nazioni Unite e si era mosso per opzionare i diritti di uno sceneggiato radiofonico che trattava l’invasione della terra da parte di lucertole giganti.

    Questa serie di misconosciuti progetti è una conferma della difficoltà di Kubrick nel trovare una ossessione nel periodo post-Stranamore ed è anche esempio della sua abitudine di giocare su più tavoli gestendo più progetti contemporaneamente per aumentare le chance di ottenere il via libera. I progetti scartati forniscono soprattutto uno spaccato significativo dei suoi interessi e preoccupazioni dell’epoca, oltre che indicazioni preziose sul suo atteggiamento riguardo il genere fantascientifico verso cui si stava orientando per il successivo film. Presi nel complesso, questi tentativi suggeriscono un grado di responsabilità sociale del regista che viene solitamente trascurata nel dibattito culturale attorno alla sua filmografia e che sembra aver influenzato in modo decisivo il processo creativo che portò a 2001: Odissea nello Spazio.

    «Vorrei fare un film che dia il senso dello spirito dei tempi»: Sesso, bombe e sovrappopolazione

    Quando gli fu chiesto quale criterio usava per scegliere i soggetti dei suoi film, Kubrick rispose come il metodo fosse per lui uno solo: «Non so come si possa valutare il potenziale di una storia se non attraverso i propri interessi. Quello deve essere il parametro.»¹² Il regista era un lettore vorace, dotato di una considerevole curiosità intellettuale¹³ e particolarmente interessato alla società contemporanea e ai suoi problemi. Erano caratteristiche indispensabili per un autore che si era già dimostrato abile nel realizzare film in grado di catturare lo zeitgeist,¹⁴ obiettivo che il regista aveva esplicitato nel 1960: «So che vorrei fare un film che dia il senso dello spirito dei tempi, psicologicamente, sessualmente, politicamente, personalmente. Vorrei fare un film del genere più di qualunque altra cosa. E so che probabilmente sarà il film più difficile da realizzare.»¹⁵

    Kubrick si era messo attivamente alla ricerca di un soggetto e di un argomento che potessero consentirgli di soddisfare questa ambizione già durante la post-produzione di Stranamore, come risulta da una lettera a Terry Southern dell’agosto 1963: «Non ho ancora trovato niente di brillante per il mio prossimo film. Se vedi qualcosa che ti sembra interessante, fammelo sapere. Guerre atomiche, fantascienza, relazioni sessuali impazzite… qualcosa del genere – o magari tutte e tre assieme!»¹⁶

    Sia il pericolo della guerra atomica che le relazioni tra i sessi – abilmente satireggiate nello stesso Stranamore – sarebbero rimasti al centro delle preoccupazioni del regista per lungo tempo.¹⁷ Oltre a Lolita, uscito nel 1962 e peraltro definito dallo stesso Kubrick come un film che ambiva a essere un «commento sulla vita in società,»¹⁸ diversi progetti che il regista e il suo socio James B. Harris avevano preso in considerazione tra gli anni ’50 e gli anni ’60 riguardavano tematiche simili; risale inoltre a quegli anni il primo tentativo di Kubrick di adattare Doppio Sogno di Arthur Schnitzler, una storia di gelosia e ossessione sessuale che il regista avrebbe portato a termine solo nel 1999 con Eyes Wide Shut.¹⁹

    In un’intervista del febbraio 1964 Kubrick avrebbe di nuovo indicato la bomba atomica e le relazioni tra i sessi come tra gli argomenti di suo interesse, insieme ad altre questioni di attualità: «Per Kubrick il gap tra i sessi si qualifica, insieme alla bomba atomica, il problema della sovrappopolazione e quello razziale, tra i problemi di primaria importanza a livello mondiale.»²⁰ Quella dell’aumento incontrollato della popolazione era una questione che stava emergendo con forza negli anni ’60 in coincidenza con l’affermarsi del movimento ambientalista e che sembrava rappresentare l’emergenza prossima ventura che il mondo era destinato a fronteggiare. Un articolo apparso nel 1965 sul settimanale Newsweek ad esempio aveva significativamente paragonato la gravità del problema dell’espansione demografica a quello della bomba all’idrogeno.²¹ Alcuni dei maggiori autori di fantascienza – tra cui Isaac Asimov, Frederik Pohl e Robert Silverberg – avevano già pubblicato

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