Storytelling?
By Luca Ardia
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Storytelling? - Luca Ardia
voi."
LA VITA DI CHI ESAGERA
Inizia.
Mi sveglio.
Non dormo.
Caffe.
Sigaretta.
Attivo.
Occhiaie.
Mangio.
Non ho fame.
Esagero.
Pensieri.
Paranoie.
Ansie.
Spengo.
Riaccendo.
Metafore.
Amici.
Solo.
Odio.
Mi odio.
Mi esalto.
Fragile.
Esagero.
Ego.
Amare.
Scopare.
La solitudine.
L’alcool.
Le lacrime.
Rabbia.
Violenza.
Sangue.
Morte.
Paura.
Paura di morire.
Voglia di morire.
Voglia di vivere.
Paura di vivere.
Adrenalina.
Frenesia.
Noia.
Nuvole.
Sogno.
Luce accesa.
Luce spenta.
Incubi.
Demoni.
Fantasmi.
Gente.
Esagero.
Socializzo.
Disprezzo.
Mangiarvi la faccia.
Mangiarvi in faccia.
Cervello.
Sovraccarico.
Kamikaze.
Riaggiusto.
Rallenta.
Sedato.
Vomito.
Esagero.
Parlo.
Non parlo.
Seguo.
Mi impongo.
Il passato.
Tremo.
Il futuro.
Peggio.
Andare.
Restare.
L’arte.
La storia.
Il nome.
La memoria.
Il niente.
Fiducia.
Non mi fido.
Tagli.
Serpenti.
Maschere.
Appaiono.
Non vivono.
Morti.
Io vivo.
Morto.
I film.
La testa.
Il cuore.
L’orchestra.
Il fango.
La plastica.
Il mare.
La terra.
L’universo.
Esagero.
Buono.
Cattivo.
Santo.
Demonio.
Dio.
Il peccato.
Il destino.
Il karma.
La domanda.
La risposta.
Domanda alla risposta.
Dubbi.
Certezze.
Li ho ancora.
Cadute.
Forse si.
Forse no.
Forse.
Credo.
Non credo.
Ci credo.
Cedo.
Reagisco
Subisco.
Appassisco.
Rinasco.
Sbalzi.
Paradossi.
Incoerente.
Coerente.
Coerente nell’incoerenza.
Emotivo.
Riempitivo.
Svuoto.
Vuoto.
Cazzate.
Idee.
Le ascoltano.
Non le ascoltano.
Mi ascolto.
Ritornano.
Dubbi.
Amo.
Orgoglio.
Dignità.
Senza pudore.
Godo.
Soffro.
Libertà.
Nel mondo.
Prigione.
Nel corpo.
La chiave.
La cerco.
Ieri.
Domani.
Narratore.
Verità.
Storie mie.
Storie tue.
Storie di tutti.
Alba.
Tramonto.
Notte.
Troppo in me.
Mantengo il controllo.
Perdo me.
Mi ritrovo.
L’insonnia.
Finisce.
Ricomincia.
Inizia.
Mi sveglio.
Non dormo.
Caffe.
Sigaretta.
Attivo.
Occhiaie.
Mangio.
Non ho fame.
Esagero.
IL BAMBINO CON LA BARBA
Lo vedo ancora camminare su strade deserte e sull’asfalto bagnato.
Era un bambino come gli altri. Gli occhi verdi e i capelli biondi, sorrideva di gusto e amava i giocattoli. Crescendo scoprì i valori dell’amicizia, il rispetto altrui e la bellezza dell’amore. Era felice.
La sua testa era perennemente divisa in parti uguali tra una persona e un personaggio.
Non sapeva però che quello fosse solo l’inizio di un percorso.
Iniziò a perdere i suoi legami più preziosi.
Conobbe la tristezza, poi la solitudine, che divenne rabbia e sfociò nell’odio.
Quel viso così infantile si ricoprì di barba.
La pelle del braccio destro si macchiò di tatuaggi.
Iniziò a riempire la testa.
Leggeva.
Ascoltava.
Scriveva.
La sua mente raggiunse picchi altissimi.
La conoscenza saliva però alla stessa velocità del rancore.
Ne parlò con qualcuno. Smise quando si rese conto che fosse sempre e solo un monologo senza comprensione e risposte.
Solo il silenzio seppe ascoltarlo.
Lo invitò a sparire.
Da piccolo aveva paura dei mostri sotto il letto, adesso teme e si nasconde dai ricordi sul cuscino.
Non li sopporta più i giocattoli.
Ha ricoperto quel ruolo per molto tempo e adesso, guai, a chi prova a manovrarlo.
Lo prendevano. Lo usavano. E infine lo buttavano.
Ha sempre dato valore alle emozioni, in un mondo dove le emozioni sono superficiali, dove il superficiale ha valore.
Non riesce a relazionarsi con questa attitudine alla vita.
Non è ancora ben chiaro cosa gli passi ora