Una storia romana
Di Nicandro
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Ritiratosi dall'esercito e desideroso di una vita pacifica, lontana dai campi di battaglia, decide di andare a vivere in campagna e di dedicarsi, in solitudine, alla coltivazione della terra.
A dispetto dei suoi desideri, tuttavia, il suo passato continuerà ad inseguirlo e la vita lo porrà dinanzi a scelte impreviste ed a situazioni inaspettate.
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Anteprima del libro
Una storia romana - Nicandro
Nicandro
UNA STORIA ROMANA
Sommario: I. Ritorno a Roma. II. Una decisione importante. III. Una nuova casa. IV. Voci dal passato. V.
Alfidio. VI. Il figlio del soldato. VII. Incontro con Decimo. VIII. Un ufficiale romano. IX. Ricordo di Anicia. X.
La vita continua. XI. La madre di Tiberio. XI. La gloria degli uomini. XIII. Il cane pastore. XIV. Un pasto insieme. XV. Dialogo con un cristiano. XVI. Fatti di gioventù. XVII. Episodi di conquista. XVIII. Eventi miracolosi. XIX. Il mercante e lo schiavo. XX. Un uomo giusto. XXI. Il creditore che abusò del suo diritto.
XXII. La società in cui non funzionava niente. XXIII. La volontà dei più. XXIV. L’importanza di una scelta.
XXV. Rabuleio, il ladro. XXVI. Vita di Pio. XXVII. La storia di Aventina. XXVIII. L’ombra del guerriero. XXIX.
Un ragazzotto. XXX. Hic sunt leones. XXXI. Il Generale Ispanico. XXXII. Il lungo viaggio. XXXIII. Verso terre
inesplorate. XXXIV. Un’occasione perduta. XXXV. Una promessa. XXXVI. Anastasia, la mistica. XXXVII. Il
passato non muore mai. XXXVIII. Aurelio. XXXIX. Ossa di giganti. XXXX. Rubare un amore. XLI. Adriana parla
a Tiberio. XLII. Una giornata apparentemente tranquilla. XLIII. I razziatori. XLIV. La sfida di Tiberio. XLV. Il
combattimento. XLVI. Ferite di guerra. XLVII. Un altro giorno.
I.
Ritorno a Roma.
Tiberio era finalmente tornato a Roma.
Anche i più recenti pericoli erano stati sventati e Roma aveva nuovamente affermato la propria supremazia.
La città, al momento delle sue origini, era poca cosa. Ma adesso il suo dominio era grande ed il mondo
parlava della sua gloria.
Tutto questo, però, non lo riguardava più: la guerra era finita ed egli aveva fatto il proprio dovere. Per lui
non ci sarebbero state altre guerre. Abbandonato l’esercito, poteva finalmente aspirare ad una vita diversa
che non lo costringesse nuovamente a partire.
Non poteva credere che fosse finito tutto: le battaglie, la lotta per la sopravvivenza, le guerre con genti e
popoli sempre nuovi.
Era giunto il momento in cui avrebbe potuto riposare. Avrebbe così coronato quel sogno coltivato ormai da
tempo, quello di ritirarsi in campagna a coltivare la terra.
La solitudine che tale situazione gli avrebbe riservato, poi, non lo spaventava. Al contrario, sembrava ancor
più confermare la sua scelta.
Lontano dalla Capitale e da altre città Tiberio possedeva un terreno situato in mezzo alla campagna al quale
ora poteva dedicarsi, coltivando ciò di cui aveva bisogno e vivendo di quello. Si trattava di un terreno di
proprietà di suo padre, giunto a lui per via ereditaria.
Anche suo padre aveva servito l’esercito di Roma e, in un’età ormai avanzata, aveva acquistato questo
terreno, oggi di proprietà di Tiberio.
II.
Una decisione importante.
Quando Tiberio decise di abbandonare Roma, capì che stava compiendo una scelta irreversibile, lasciando
la città in cui era nato e cresciuto: tuttavia, quel posto non gli apparteneva più.
Lì non c’era più la sua famiglia e nulla lo legava più ad essa. Inoltre era ormai stanco, stufo di una
popolazione impegnata in una guerra continua contro il mondo, esclusivamente per affermare la propria
grandezza.
"La gloria di Roma" era una formula mendace,atta solo a dissimulare le morti e la violenza che si celavano
dietro di essa. E’vera gloria quella che viene conquistata con la spada, versando così ferocemente il sangue
dei popoli ? Non ci sono forse altri modi ?
Riflessioni inconsuete, queste, a cui Tiberio si lasciava andare, posto che lui all’Impero romano ed alle sue
guerre aveva dedicato gran parte della vita. Tuttavia la maturità aveva indotto in lui una diversa visione
delle cose.
Sentiva, a quel punto, il bisogno di un’altra vita nella quale non vi fosse spazio per nuove battaglie.
Non poteva immaginare che presto i fatti lo avrebbero smentito.
III.
Una nuova casa.
Tiberio arrivò che era già pomeriggio inoltrato.
Il tramonto - che sovente gli induceva riflessioni amare sul senso della vita - sembrava lì per aspettarlo. Ed
il suo campo, con una grande abitazione in legno posta di lato, era esattamente come lo ricordava, senza
che nulla fosse cambiato.
Il terreno era ampio otto iugeri, quindi abbastanza da produrre coltivazioni abbondanti. Quel che non
poteva dargli l’agricoltura, poi, lo avrebbe ottenuto dalla caccia ed anche dalla pesca, poiché ricordava che
non molto distante da lì vi era un torrente.
La mattina seguente, dunque,Tiberio si destò all’alba e cominciò a coltivare. La giornata era radiosa e
soleggiata e questo induceva in lui sensazioni di ottimismo e di benessere.
La fauna, poi, da quelle parti non mancava e ciò lo esortò anche a cacciare, al fine di procurarsi un pasto
abbondante.
Il posto sembrava perfetto, la natura favorevole e l’intera situazione benigna. Altro non era che un
momento di quiete, preludio della tempesta che si sarebbe abbattuta su di lui.
IV.
Voci dal passato.
A Tiberio non dispiaceva la vita di campagna.
Quando era bambino, aveva vissuto, per un periodo, nella campagna vicino a Roma.Forse per questo
motivo la vita campestre gli dava un senso di rilassamento. Forse perché gli ricordava un periodo della sua
vita in cui era stato sereno. Quel periodo in cui viveva con la sua famiglia e la campagna e la vita stessa –
che egli esplorava con la sua curiosità di fanciullo - sembravano serbargli ogni giorno una nuova scoperta.
Ricordava con nostalgia quel tempo. Un tempo che, come tutte le cose belle, era finito troppo presto, al
momento in cui egli, sulla scia della tradizione familiare, aveva dovuto intraprendere la carriera militare.
Fatto, questo, che aveva cagionato amarezza a sua madre, convinta del fatto che per un uomo non
esistesse, quale unica via percorribile, quella delle armi.
Ancora ricordava le discussioni svoltesi a tale riguardo tra sua madre e suo padre. Gli sembrava ancora di
sentire quelle parole pronunciate al momento in cui lui, nella stanza a fianco, poteva sentire tutto.
" Egli dovrà partire ? Dovrà lasciare la nostra casa ? " chiese la donna.
"Dovrà farlo..".
"Sei sicuro di questa decisione ? Il ragazzo è molto capace.. possiede delle abilità.. l’altro giorno si è rotta la
ruota del carro e lui ha saputo ripararla.. e poi ama la lettura.. il suo linguaggio è più colto della
maggiorparte dei ragazzi della sua età.. ".
"Il lavoro un tempo era prerogativa