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Il Segreto di CHRISTIAN
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Il Segreto di CHRISTIAN

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About this ebook

Che succede quando una ragazza normale si innamora di un attore famoso, sfidando la fama e le luci del mondo dello spettacolo per essergli vicino?

Serena ha ventitré anni ed il suo sogno più grande è di fare l'attrice. Il destino la porta davanti a Christian, un attore bellissimo, famoso e carismatico, e tra i due dai primi momenti scoppiano provocanti scintille.
Dietro l'apparenza un po' prepotente, Christian nasconde una profonda infelicità, che lo porta ad esprimere le sue riflessioni su un blog anonimo. Serena lo scopre per caso, lo legge ogni giorno, senza avere il minimo sospetto di chi sia l'autore di quei pensieri che tanto la toccano.
 Piano piano, tra il blog e la vita reale, nasce tra loro una passione che sfiderà persino i più nascosti segreti dei protagonisti.
  .
ROMANZO AUTOCONCLUSIVO.


L'autrice.
Gabrielle Queen vive in Liguria, scrive dall'età di sedici anni, e da sempre sogna di diventare una scrittrice nota in tutto il mondo. Ha vinto dei premi e riconoscimenti letterari.
Ama le storie ben scritte e ben raccontate, una grande varietà di musica, il teatro, il cinema, la spiritualità, i gatti, i romanzi d'amore di altri tempi, i meravigliosi paesaggi della Liguria.
Da sempre innamorata della voce di Nat King Cole, apprezza, più di ogni cosa, un'amicizia sincera e chi le rimane accanto.
La potete contattare alla sua pagina facebook: Gabrielle Queen.
LanguageItaliano
Release dateDec 13, 2018
ISBN9788829574346
Il Segreto di CHRISTIAN

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    Il Segreto di CHRISTIAN - Gabrielle Queen

    D.A.

    Il Segreto di CHRISTIAN

    Gabrielle Queen

    Grazie a D.A.

    Seconda edizione: Dicembre 2018

    Tutti i diritti riservati all'autore.

    Questo libro è un’opera di fantasia. Tutti i nomi presenti, i personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali. Le similitudini con fatti, persone, nomi, istituzioni sono da considerarsi tutti casuali.

    È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera, con qualsiasi mezzo.

    Era già sera.

    Ma per Serena la giornata appena iniziava. Aveva ancora voglia di socializzare, di conoscere gente, di chiacchiere tra amici. Quella sera non uscì. Rimase a casa, guardando le ombre che il sole allungava sulle pareti, in forme grottesche e sempre più scure. Quella sera Serena sentì la vita e i ricordi scorrerle dolcemente tra le dita.

    Passano gli anni sulla città coperta dalle foglie d’autunno, mille rubini che sono la sua unica ricchezza.

    In questo posto sconosciuto dal mondo, tutti i cuori hanno amato. Nella città grigia e polverosa l’amore è sempre sbocciato come piccoli timidi fiori, scaldati da un sole buono e allegro che li aiuta a splendere. Perché i fiori sottili dell’amore nascono persino nei posti più nascosti e umili della terra. Di essi si prende cura con tenerezza Qualcuno lassù, un Dio Sognatore che sostiene il mondo nel palmo della Sua mano ed ogni tanto ci soffia sopra una polvere di sogni d’argento.

    In alcuni posti i sogni vivono meno, annientati dai desideri di grandezza, di soldi e di potere. In altri, la polvere d’argento si sparge con dolcezza sulle finestre e sulle antenne delle case, entra negli occhi e nelle bocche delle persone affrettate e distratte dalle preoccupazioni quotidiane. Nella città dove sta per svolgersi la nostra storia i sogni durano un’eternità, trovando cuori più teneri e più predisposti alla dolcezza e all’illusione.

    I. Un corso poco interessante

    La vita da ufficio non era come l’aveva immaginato; lavoro duro e molto statico; le stesse cose da fare, routine, le stesse serate fuori, più o meno le stesse amicizie. Ad un certo punto, monotonia.

    Passeggiate nel parco con i pattini a rotelle, gelati, discoteche, ristoranti, teatro, concerti e vari spettacoli in inverno per colorare un’esistenza superficiale. Vita sentimentale piatta. Serena cominciava a sentire di aver fatto più o meno tutto in questo mondo.

    Non osava nemmeno pensare ad una famiglia. Non osava pensare o sperare nulla, eppure...

    Il suo sogno era sempre stato di recitare nei film e diventare famosa, così che nel momento in cui trovò su internet un corso di teatro e di televisione si decise subito, visto che neanche costava tanto e si vantava di essere realizzato da personalità del mondo dello show-biz . Almeno incontrerò un po’ di gente nuova, si disse la ragazza, e corse ad iscriversi tra i primi. Magari mi nota qualche regista pensò. Allo stesso tempo aveva paura di farsi troppe illusioni, sapeva con l’esperienza che ciò non aiutava molto.

    In ufficio, i colleghi accolsero la sua nuova idea con poco entusiasmo, come la gente che riceve le notizie un po’ fuori dall’ordinario:

    -E che cosa farai tu lì?

    -Non ne ho idea… filmeranno, dovremmo recitare, incontrerò attori, registi, magari sarà interessante. Qualcosa di nuovo. Almeno vedrò cosa significa fare un lavoro del genere, essere dietro le quinte , imparerò tante cose, conoscerò volti nuovi… Non capite? Mi annoio da morire a stare davanti al computer nove ore al giorno. Voglio avere il coraggio di provare qualcosa di nuovo.

    -Forse ti innamorerai di un attore, disse una collega. Uno che assomigli a George Clooney o a Johnny Depp…

    -Non penso proprio, non mi fido degli attori. Sono troppo infedeli, oggi si sposano e domani divorziano, un casino che a me non serve. Sarò piuttosto una distaccata osservatrice e spero proprio di riuscire a divertirmi un po’. E dimenticare la faccia di Andreea.

    Andreea era il loro capo, una donna fredda e precisa che non tollerava mai che nessuno infrangesse le centinaia di regole di ogni tipo che avevano trasformato l’azienda in una specie di regime autoritario. Chi non ci badava era penalizzato e persino licenziato.

    A rrivò la grande sera del primo corso. Le avevano detto che avrebbero filmato molto. Lei si vedeva già recitare in una scena d’amore, seminuda, baciando appassionatamente un bel Raoul Bova… E se qualche regista le avesse chiesto un compromesso? Avrebbe mai ceduto? Mmm… sarebbe dipeso dal regista, sorrise Serena guardandosi nello specchio.

    Il vestito le cadeva sui fianchi sinuosi, niente male quello suo sguardo avvampato, brillante ed espressivo; passò una mano tra i capelli neri tagliati secondo l’ultima moda. Si, certamente le star in televisione non avevano nulla in più rispetto a lei… magari qualche chilo in meno! Però, a parte quello, tutto sta nell’attitudine e nel fascino personale. Forse ci vuole anche un pizzico di fortuna. Chissà dove si potrebbe arrivare… sognava Serena ad occhi aperti. Magari a Hollywood. Perché no? Era convinta che a ventitré anni si può cominciare qualunque cosa e si può cambiare vita. Bisogna solo avere coraggio, dignità, grinta, e sopratutto… fare ciò che si ritiene veramente essenziale per sé e per gli altri.

    Con tali pensieri coraggiosi Serena si presentò al primo corso . Però si sgonfiò abbastanza presto: non fecero gran che. Erano circa venti ragazze e…solo tre (!) ragazzi. Si presentarono tutti, tra cui Emilio, il proprietario della scuola, una persona magra e alta, con un paio di baffi all’insù che seguivano buffe regole gravitazionali, parlò del corso e del programma che avrebbero seguito ecc. Serena scoprì che erano orari difficili per lei e avrebbe potuto farcela solo la sera dopo il lavoro. Si immaginava la faccia di Andreea se le avesse detto: sai, io devo partire alle tre per quattro giorni la settimana… (quando di solito non si liberava mai prima delle sei). L’avrebbe mangiata viva. Cosa avrebbe fornito come spiegazione, un corso di televisione e di recitazione?

    Si chiedeva se Andreea avesse mai avuto un sogno, qualcos’altro invece che stare con gli occhiali sul naso e col naso sul computer, inviando migliaia di e-mail al giorno senza nemmeno andare a pranzo.

    Sarà felice? Sarà questa l’esistenza ideale? Una tale vita spettava anche a lei, dai trent’anni in poi? Il corso di televisione era quindi la sua opportunità di evitare che ciò accadesse.

    Purtroppo, né il secondo né il terzo corso non furono più entusiasmanti. Tutte le aspettative di Serena andarono a farsi benedire. Sì, filmarono, fecero una trasmissione breve, con Emilio che parlava loro della realizzazione di un telegiornale, di interviste e di tante altre cose che avrebbero potuto essere interessanti; invece l’atmosfera, nell’insieme, era semplicemente noiosa. Come al solito parlavano molto e facevano poco.

    Serena avrebbe trovato utili le informazioni se la sua intenzione fosse stata quella di diventare giornalista o conduttrice… Purtroppo, quello non era il suo sogno.

    Avrò frainteso, si diceva. Ma all’inizio mi avevano parlato di registi ed attori… Mi è sembrato di aver capito bene!

    Già pensava di rinunciare o frequentare meno, non le piaceva Emilio, non le piaceva nessuno. Si diceva: che inganno, soldi buttati via. Ancora una speranza morta. Sembra che il mio destino sia proprio quello di annoiarmi tutta la vita, in tentativi privi di successo…

    O forse era lei una che non riusciva adattarsi, a causa della terribile insonnia che la perseguitava da tanto tempo.

    Tutto ciò, però….

    … finché non conobbe Gabriele De Angelis , uno dei conduttori televisivi più famosi del momento. Serena non lo gradiva, in TV: esageratamente infantile e un po’ falso, senza autentico senso dell’umorismo. A lei piacevano le persone serie, mentre Gabriele sembrava un pagliaccio. Era però uno dei migliori conduttori televisivi e la sua trasmissione tra le più seguite.

    Ebbe la possibilità di conoscerlo meglio al corso: la impressionò fin dall’inizio, con la sua personalità avvolgente, e cambiò subito idea su di lui. Era molto più piacevole che sullo schermo. Aveva un senso dell’umorismo particolare, infantile e simpatico: non si poteva non adorarlo subito; era speciale.

    La ragazza si meravigliava: come lo cambiava la televisione! Peccato che non mostrasse al pubblico il suo vero carattere, sarebbe stato meglio.

    Durante la presentazione che lui fece lo ascoltò distratta, piuttosto impegnata ad osservarlo. Non molto alto, moro dagli occhi dolci e vivaci in cui si leggeva a volte un’ondata di malinconia. Sembrava buono, umano, aperto, non se lo aspettava da una celebrità. Si chiese all’improvviso se era sposato, ma cancellò presto quei pensieri. Da quello che sapeva lo era, aveva persino un figlio…. Come al solito, i maschi interessanti erano già presi.

    Alla fine del corso, Serena presentò un progetto di trasmissione televisiva. Lo dovevano fare tutti. L’idea era che, se diversi personaggi del mondo dello spettacolo incontravano gente normale per strada, trascorrendo un po’ di tempo insieme si poteva vedere se scattava il colpo di fulmine.

    Era un’idea infantile e scontata, ma Gabriele la accolse con entusiasmo. Era la sua natura: l’entusiasmo per ogni cosa.

    Serena se ne andò quella sera con le ali ai piedi, il cuore gonfio di sogni e di forti emozioni. Non voleva ammetterlo: Gabriele le piaceva, era così buono, alla mano e simpatico.

    Era veramente diverso dallo schermo, non c’era in lui nulla del pagliaccio che faceva ridere la gente. Davanti a tutti sembrava allegro e sicuro di sé, ma nei momenti in cui credeva di essere inosservato aveva lo sguardo vuoto, come se un dolore gli stringesse il cuore. Gli mancava qualcosa… Serena si chiedeva cosa. Aveva il mondo ai piedi, successo, soldi, una bella famiglia… cosa avrebbe potuto desiderare di più? Se non era felice lui, allora chi poteva esserlo? Avrebbe voluto chiedergli il numero di cellulare ma non le piaceva rubare gli uomini alle altre. Era anche convinta che un personaggio così famoso non l’avrebbe mai notata, altro che vivere con lui una storia d’amore! Nemmeno Serena, soprannominata testa tra le nuvole dai suoi colleghi d’ufficio, osava andare così lontano con la fantasia. Si sarebbe accontentata di guardarlo e di sospirare…

    II. Il sipario si alza

    Arrivava la primavera con un’aria calda e fresca, annunciando incitanti vicende… Al lavoro Serena lasciava sempre aperta la porta del terrazzo, così si poteva inebriare con il profumo dei tigli in fiore. Molto spesso durante una pausa, si lasciava trasportare dal paesaggio

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