Il tabù della carne
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Book preview
Il tabù della carne - DANIELA DI BENEDETTO
DANIELA DI BENEDETTO
IL TABÙ DELLA CARNE
Titolo
IL TABÙ DELLA CARNE
Autore
Daniela Di Benedetto
Editore
LUPIEDITORE
Sito internet
http://www.yndy.it
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Autore e dell’Editore. È espressamente vietato trasmettere ad altri il presente libro, né in formato cartaceo né elettronico, né per denaro né a titolo gratuito. Le strategie riportate in questo libro sono frutto di anni di studi e specializzazioni, quindi non è garantito il raggiungimento dei medesimi risultati di crescita personale o professionale. Il lettore si assume piena responsabilità delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi forma di esercizio. Il libro ha esclusivamente scopo formativo.
PROLOGO
Palermo, dicembre 2011
Isabella Almirani si stava mettendo gli orecchini di brillanti davanti allo specchio quando suo marito le accarezzò le spalle facendola trasalire.
-Sei pronta?
-Certo che sono pronta. - La donna respirò, inalando l’odore del dopobarba. Quell’uomo dai lineamenti affilati e dalle spalle larghe non aveva mai suscitato in lei una profonda attrazione fisica, ma il suo profumo le era sempre piaciuto molto. Forse un profumo poteva bastare a rendere accettabile un’intimità, ma lei preferiva non pensare a quel che poteva accadere in vecchiaia.
-Andiamo, allora.-
Isabella non vedeva l’ora di recarsi al ricevimento. Ovviamente aveva addosso un vestito che sarebbe stato molto ammirato e avrebbe anche gustato un ottimo menu, ma non era quello a renderla contenta.La attirava solo l’idea di incontrare al ricevimento Alcide Martini: lui era un noto critico d’arte e lei dipingeva.
In auto non mancò di ribadire il suo proposito al marito:- Devi presentarmi a Martini, non te lo scordare.
-Okay.- borbottò l’onorevole Almirani, e Isabella non notò che lui mentre guidava aveva distorto il viso in una piccola smorfia. Era un uomo di prestigio e non gli andava giù che sua moglie fosse una pittrice dilettante, né che cercasse di farsi notare da un critico d’arte col quale lui era in rapporti d’affari. Perché quella benedetta ragazza non si limitava a sostenere il suo ruolo di moglie bella ricca e invidiata
?? Lui le aveva offerto già tanto, considerando che Isabella non era nata benestante e prima del matrimonio era stata semplicemente la segretaria del suo medico di famiglia. Certe donne non sanno riconoscere la fortuna che hanno.
*************
Isabella non avrebbe saputo dire se l’aperitivo era buono o se la tovaglia avesse un bel ricamo: lei aveva occhi solo per Alcide Martini. Lo seguì a lungo con lo sguardo, rispondendo a monosillabi quando le altre signore le rivolgevano la parola, svincolandosi dai loro gruppi, finchè ritrovò suo marito fra gli astanti e lo afferrò per un braccio, sussurrando sul sottofondo del chiacchierio generale:- Allora, mi presenti a Martini o no?
-Sì, seguimi.-
Martini, pelle chiara e capelli sbiaditi, aveva una vaga somiglianza con l’anziano attore Kirk Douglas ma senza la fossetta nel mento. Stava sorseggiando l’aperitivo quando l’onorevole Almirani lo disturbò:
-Dottor Martini!
-Oh, caro dottor Almirani!
-Ho il piacere di presentarle mia moglie Isabella.
-Incantato.- disse il critico, facendole il baciamano- E’ difficile trovare una bellezza simile. Neanche la Venere di Botticelli le si può paragonare.-
La donna sorrise.- Visto che parliamo di quadri, c’è una cosa che devo dirle. Io dipingo.
-Oh, davvero?
-Frequentavo l’Accademia d’arte da ragazza, poi trovai un lavoro e fui costretta a trascurare la pittura, ma adesso che non mi manca il tempo libero, ho ripreso…-
L’entusiasmo si stava spegnendo nello sguardo acceso di Martini: non gli piaceva essere abbordato dai pittori dilettanti durante le feste. E la smorfia dell’onorevole Almirani si era fatta più aspra, poiché lui non amava ricordare che sua moglie aveva avuto un modesto lavoro prima del matrimonio.
-Io dipingo paesaggi- continuò intrepida Isabella- ma anche ritratti, e sarei felice se una sera lei volesse venire a vedere….
-Dottor Martini- la interruppe suo marito- si ricorda di quell’investimento di cui le ho parlato quindici giorni fa?
-Sì??
-E’ sempre deciso a non investire? Io ho appena saputo che ci ho guadagnato il cinque per cento nel primo anno.
-Ma può perdere il sette per cento nel secondo anno, con le brutte sorprese che ci riservano le azioni per ora, in qualunque campo.- replicò Martini.
-E lei pensa che io ci investirei i MIEI soldi se non fossi sicuro della solidità? Eh? Ho le mie fonti di informazione. Si parla della fusione fra l’azienda Cristofori…….-
Isabella non li ascoltava più. Era stata messa fuori gioco. Volutamente.
*********
Era l’una di notte quando i coniugi Almirani si ritirarono nella loro villa, e lui non smetteva di commentare la festa mentre sua moglie in silenzio conservava la borsa, toglieva le scarpe col tacco e infine i gioielli.
-Hai visto la moglie di Teresini? Con quel vestito iridescente sembrava un lucertolone, mi meraviglio che nessuna signora le abbia fatto una frecciata. Fa bene suo marito a metterle le corna. Lo sai che le mette le corna, vero?-
Senza rispondere, Isabella appese nell’armadio la propria pelliccia.
-Non lo sai? Allora te lo dico io.- proseguì l’onorevole- Teresini ha perso la testa per una cubista piena di piercing, e noi amici lo abbiamo preso in giro, tutti quanti, allora lui per farci schiattare d’invidia si è messo a raccontare i particolari, cosa gli fa la cubista e cosa non gli fa, ma non sono dettagli che racconterei a mia moglie.-
Su, racconta
, avrebbe dovuto dire Isabella a questo punto, ma taceva perché era furiosa. Poteva anche essere una mediocre artista che presumeva di valere troppo, però non era stupida. No, non era affatto stupida, perciò ribolliva di collera e suo marito attese invano di essere incoraggiato nella narrazione scabrosa.
-Hai perso la lingua?- disse lui.
-Vado a dormire nel soggiorno.- rispose la moglie prendendo da sotto il cuscino la camicia da notte.
-Perché?.....Beh, forse hai ragione. Abbiamo fatto tardi e uno di noi due potrebbe avere il sonno disturbato. Prenditi una coperta.
-Hai ragione, è tardi. Ma per fortuna domani è domenica e tu sei libero, e ti parlerò di una cosa importante- disse Isabella.
-Che cosa?
-Il divorzio.-
Poiché lui taceva esterrefatto, la donna ripetè: - Voglio il divorzio.-
PARTE I
Palermo agosto 2013
Il giovane indiano stava seduto lì in questura e le persone che passavano non potevano fare a meno di notare la sua singolare bellezza. I suoi occhi verdi, il naso piccolo e il viso vagamente triangolare ricordavano un felino, una meravigliosa pantera scura. Probabilmente una sua antenata si era fatta mettere incinta da un ufficiale inglese ai tempi della colonizzazione, ma nessun parente se ne era mai reso conto.
Il poliziotto che stava esaminando i documenti completò il lavoro e sospirò dicendo:
-Okay, ragazzo. Tutto a posto.
-Ve l’avevo detto. - rispose Krisna- Non sono arrivato in Italia adesso. Sono stato a Roma cinque anni.
-E perché ora sei venuto a Palermo? Pensi che sia meglio di Roma?
-Non lo so, so che a Roma non vendevo più niente. Prima passavano tanti turisti e compravano i miei oggetti indiani. Ora, niente.
-E’ la crisi economica, e ti assicuro che quaggiù è peggio di lassù. - rispose il poliziotto.- Che cosa vendi?
-Artigianato indiano. Vuoi vedere?- Il viso di Krisna assunse un’espressione di orgoglio mentre apriva il proprio zaino e tirava fuori un elefante scolpito in legno, grande quanto un gattino. Per lui quegli oggetti erano quasi il simbolo del suo paese, e ci restò malissimo nel vedere che i poliziotti presenti cominciavano a ridere come tanti ragazzini. Ridevano di lui?..........Krisna arrossì.
-Senti, non ti offendere,- disse il primo poliziotto- ma se tenti di vendere questa roba a Palermo, te la strappano di mano e te la infilano…………….sai dove?
-Perché?- domandò l’indiano disorientato.
-Aspetta di vedere com’è ridotta la popolazione. Quando finisce il mercatino rionale,