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Il tabù della carne
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Il tabù della carne

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About this ebook

Il giovane indiano Krisna va a servizio presso una donna italiana ricca e viziata, che si innamora di lui , lo usa come modello per dipingere, lo possiede anima e corpo e lo spinge persino a violare le regole della religione indù, ma non esita a relegarlo di nuovo nel ruolo di servitore quando trova un altro amante che può aiutarla nella carriera di pittrice. Nella villa c'è anche una cameriera tunisina che, innamorata dell'indiano, non tollera il modo in cui il poveretto viene trattato. Ma agli occhi di lui la tunisina, ex prostituta, è una "intoccabile", e troppo tardi Krisna capirà che la ragazza gli ha dedicato un sacrificio supremo. In un susseguirsi di immagini e dialoghi dal ritmo cinematografico, il romanzo è il ritratto di un'Italia ormai multietnica, disumana e desolante, nello scontro di mentalità e religioni diverse.
LanguageItaliano
PublisherLUPIEDITORE
Release dateOct 18, 2018
ISBN9788829532223
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    Il tabù della carne - DANIELA DI BENEDETTO

    DANIELA DI BENEDETTO

    IL TABÙ DELLA CARNE

    Titolo

    IL TABÙ DELLA CARNE

    Autore

    Daniela Di Benedetto

    Editore

    LUPIEDITORE

    Sito internet

    http://www.yndy.it

    Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Autore e dell’Editore. È espressamente vietato trasmettere ad altri il presente libro, né in formato cartaceo né elettronico, né per denaro né a titolo gratuito. Le strategie riportate in questo libro sono frutto di anni di studi e specializzazioni, quindi non è garantito il raggiungimento dei medesimi risultati di crescita personale o professionale. Il lettore si assume piena responsabilità delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi forma di esercizio. Il libro ha esclusivamente scopo formativo.

    PROLOGO

    Palermo, dicembre 2011

    Isabella Almirani si stava mettendo gli orecchini di brillanti davanti allo specchio quando suo marito le accarezzò le spalle facendola trasalire.

    -Sei pronta?

    -Certo che sono pronta. - La donna respirò, inalando l’odore del dopobarba. Quell’uomo dai lineamenti affilati e dalle spalle larghe non aveva mai suscitato in lei una profonda attrazione fisica, ma  il  suo  profumo  le  era  sempre  piaciuto  molto. Forse un profumo  poteva  bastare  a  rendere  accettabile  un’intimità,  ma lei  preferiva  non  pensare  a quel  che  poteva  accadere in  vecchiaia.

    -Andiamo, allora.-

    Isabella non vedeva  l’ora  di  recarsi  al  ricevimento. Ovviamente  aveva  addosso  un  vestito  che sarebbe  stato  molto  ammirato e  avrebbe  anche  gustato  un  ottimo  menu,  ma non  era  quello  a  renderla contenta.La  attirava  solo  l’idea  di  incontrare  al  ricevimento Alcide Martini:  lui  era  un  noto  critico  d’arte  e  lei  dipingeva.

    In  auto  non  mancò  di ribadire  il  suo  proposito  al  marito:- Devi  presentarmi  a  Martini,  non  te  lo  scordare.

    -Okay.-  borbottò  l’onorevole  Almirani,  e  Isabella  non  notò  che lui  mentre  guidava  aveva  distorto  il  viso  in  una  piccola  smorfia. Era  un  uomo  di  prestigio  e  non  gli  andava  giù che  sua  moglie  fosse  una  pittrice  dilettante,  né che  cercasse  di  farsi  notare  da  un  critico  d’arte col  quale  lui  era  in  rapporti d’affari. Perché quella  benedetta  ragazza non  si  limitava  a  sostenere  il  suo  ruolo  di  moglie  bella  ricca  e  invidiata ?? Lui  le  aveva  offerto  già  tanto, considerando  che  Isabella  non  era  nata  benestante e  prima  del  matrimonio  era  stata  semplicemente  la  segretaria  del  suo  medico  di  famiglia.  Certe  donne  non  sanno  riconoscere  la  fortuna  che  hanno.

    *************

    Isabella  non  avrebbe  saputo  dire  se  l’aperitivo  era buono  o  se  la  tovaglia  avesse  un  bel  ricamo:  lei  aveva  occhi  solo  per  Alcide  Martini.  Lo  seguì  a  lungo  con  lo  sguardo,  rispondendo  a  monosillabi  quando  le  altre  signore  le  rivolgevano  la  parola,  svincolandosi  dai  loro  gruppi,  finchè  ritrovò  suo  marito  fra  gli  astanti  e lo  afferrò  per  un  braccio, sussurrando  sul  sottofondo  del  chiacchierio  generale:-  Allora,  mi  presenti  a  Martini  o  no?

    -Sì,  seguimi.-

    Martini,  pelle  chiara  e  capelli  sbiaditi, aveva  una  vaga  somiglianza  con  l’anziano  attore  Kirk  Douglas  ma  senza  la  fossetta  nel  mento.  Stava  sorseggiando  l’aperitivo  quando  l’onorevole  Almirani  lo  disturbò:

    -Dottor  Martini!

    -Oh, caro  dottor  Almirani!

    -Ho  il  piacere  di  presentarle  mia  moglie  Isabella.

    -Incantato.-  disse  il  critico,  facendole  il  baciamano- E’  difficile  trovare  una  bellezza  simile. Neanche  la Venere  di  Botticelli  le  si  può  paragonare.-

    La  donna  sorrise.- Visto  che  parliamo  di  quadri,    c’è  una  cosa  che  devo  dirle. Io  dipingo.

    -Oh,  davvero?

    -Frequentavo  l’Accademia  d’arte  da ragazza,  poi  trovai  un  lavoro  e fui  costretta  a  trascurare  la  pittura,  ma  adesso  che non  mi  manca  il  tempo  libero,  ho  ripreso…-

    L’entusiasmo  si  stava  spegnendo  nello  sguardo  acceso di  Martini:  non  gli  piaceva    essere  abbordato  dai  pittori  dilettanti  durante  le  feste. E  la  smorfia  dell’onorevole  Almirani  si  era  fatta  più  aspra, poiché  lui  non  amava  ricordare  che  sua  moglie  aveva  avuto  un  modesto  lavoro  prima  del  matrimonio.

    -Io  dipingo  paesaggi-  continuò  intrepida  Isabella- ma  anche  ritratti,  e sarei  felice  se  una  sera  lei  volesse  venire  a  vedere….

    -Dottor  Martini-  la  interruppe  suo  marito-  si  ricorda  di  quell’investimento  di  cui  le  ho  parlato  quindici  giorni  fa?

    -Sì??

    -E’  sempre  deciso  a  non  investire? Io  ho  appena  saputo  che  ci  ho  guadagnato  il  cinque  per  cento  nel  primo  anno.

    -Ma  può  perdere  il  sette  per  cento  nel  secondo  anno,  con  le  brutte  sorprese  che  ci  riservano  le  azioni  per  ora,  in  qualunque  campo.-  replicò  Martini.

    -E  lei  pensa  che    io ci  investirei  i  MIEI  soldi  se  non  fossi  sicuro  della  solidità?  Eh? Ho  le  mie  fonti  di  informazione.  Si  parla  della  fusione  fra  l’azienda  Cristofori…….-

    Isabella  non  li  ascoltava  più. Era  stata  messa  fuori  gioco.  Volutamente.

    *********

    Era  l’una  di  notte  quando  i  coniugi  Almirani  si  ritirarono  nella  loro  villa, e  lui  non  smetteva  di  commentare  la  festa mentre  sua  moglie  in  silenzio  conservava  la  borsa,  toglieva  le  scarpe  col  tacco  e  infine  i  gioielli.

    -Hai  visto  la  moglie  di  Teresini? Con  quel  vestito  iridescente  sembrava  un  lucertolone,  mi  meraviglio  che  nessuna  signora  le abbia  fatto  una  frecciata. Fa  bene  suo  marito  a  metterle  le  corna. Lo  sai  che  le  mette  le  corna,  vero?-

    Senza  rispondere, Isabella  appese  nell’armadio  la  propria  pelliccia.

    -Non  lo  sai?  Allora  te  lo  dico  io.-  proseguì  l’onorevole-  Teresini  ha  perso  la  testa  per  una  cubista  piena  di  piercing,  e noi  amici  lo  abbiamo  preso  in  giro,  tutti  quanti,  allora  lui  per farci  schiattare  d’invidia si  è  messo  a  raccontare  i  particolari,  cosa  gli  fa  la  cubista  e  cosa  non  gli  fa, ma  non  sono  dettagli  che  racconterei  a  mia  moglie.-

    Su,  racconta,  avrebbe  dovuto dire  Isabella  a  questo  punto,  ma  taceva perché  era  furiosa. Poteva  anche  essere  una  mediocre  artista  che  presumeva  di  valere  troppo,  però  non  era  stupida.  No,  non  era  affatto  stupida, perciò  ribolliva  di  collera  e  suo  marito  attese  invano  di  essere  incoraggiato  nella narrazione  scabrosa.

    -Hai  perso  la  lingua?-  disse  lui.

    -Vado  a  dormire  nel  soggiorno.-  rispose  la  moglie prendendo  da  sotto  il  cuscino la  camicia  da  notte.

    -Perché?.....Beh,  forse  hai  ragione.  Abbiamo  fatto  tardi  e uno  di  noi  due  potrebbe  avere  il  sonno  disturbato. Prenditi  una  coperta.

    -Hai  ragione,  è  tardi. Ma  per  fortuna  domani  è  domenica e  tu  sei  libero,  e ti  parlerò  di  una  cosa  importante- disse  Isabella.

    -Che  cosa?

    -Il  divorzio.-

    Poiché  lui  taceva  esterrefatto,  la  donna  ripetè:  - Voglio  il  divorzio.-

    PARTE  I

    Palermo  agosto 2013

    Il giovane indiano stava seduto lì in questura e le persone che passavano non potevano fare a meno di notare la sua singolare bellezza. I suoi occhi verdi, il naso piccolo e il viso vagamente triangolare ricordavano un felino, una meravigliosa pantera scura. Probabilmente una sua antenata si era fatta mettere incinta da un ufficiale inglese ai tempi della colonizzazione, ma nessun parente se ne era mai reso conto.

    Il poliziotto  che stava esaminando i documenti completò il lavoro e sospirò dicendo:

    -Okay, ragazzo. Tutto a posto.

    -Ve l’avevo detto. - rispose Krisna- Non sono arrivato in Italia adesso. Sono stato a Roma cinque anni.

    -E perché ora sei venuto a Palermo? Pensi che sia meglio di Roma?

    -Non lo so, so che a Roma non vendevo più niente. Prima passavano tanti turisti e compravano i miei oggetti indiani. Ora, niente.

    -E’ la crisi economica, e ti assicuro che quaggiù è peggio di lassù. - rispose il  poliziotto.- Che cosa vendi?

    -Artigianato  indiano. Vuoi  vedere?- Il viso di Krisna assunse un’espressione di orgoglio  mentre  apriva  il  proprio zaino e tirava fuori un  elefante scolpito  in legno, grande quanto un gattino. Per lui quegli  oggetti erano quasi il simbolo del suo paese, e ci restò malissimo nel vedere che i  poliziotti presenti cominciavano a ridere come tanti ragazzini. Ridevano di  lui?..........Krisna arrossì.

    -Senti, non  ti offendere,- disse il  primo  poliziotto- ma se tenti di vendere questa roba a Palermo, te la strappano di mano e te la  infilano…………….sai dove?

    -Perché?- domandò  l’indiano  disorientato.

    -Aspetta di vedere com’è ridotta la  popolazione. Quando finisce  il mercatino rionale,

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