Scherzi del Soprannaturale
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L'elenco dei racconti inclusi è il seguente:
BIANCHI E NERI IMMOBILI
DIAVOLI E AUTOMOBILI
GELINDO E FLORINDO
I NUMERI GIUSTI
IL DOTTOR CLOCK
IL PORTAFOGLIO ... DI FORTUNA
IL SANTO DEI MIRACOLI
IL SANTONE
L’INCONTRO A DIGNANO
LA GITA AL SANTUARIO
LA ROSCIA
LA SCIAMANA
LA SCARCERAZIONE
LA SIGNORA LUISI E PEPPINO, L'AUTISTA DELLO SCUOLABUS
LA VISITA ALLA NONNA
Si avverte che, dato il carattere tematico della raccolta, alcuni di questi racconti potrebbero essere presenti anche in altre raccolte dello stesso autore,
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Scherzi del Soprannaturale - Marco Fogliani
MARCO FOGLIANI
Scherzi del Soprannaturale
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Indice dei contenuti
LA SIGNORA LUISI E PEPPINO, AUTISTA DELLO SCUOLABUS
DIAVOLI E AUTOMOBILI
LA VISITA ALLA NONNA
IL SANTO DEI MIRACOLI
GELINDO E FLORINDO
L'INCONTRO A DIGNANO
IL PICCOLO SUPEREROE
LA GITA AL SANTUARIO
I NUMERI GIUSTI
LA ROSCIA
IL PORTAFOGLIO ... DI FORTUNA
LA SCIAMANA
IL SANTONE
BIANCHI E NERI IMMOBILI
LA SCARCERAZIONE
LA SIGNORA LUISI E PEPPINO, AUTISTA DELLO SCUOLABUS
IL RIVENDITORE
Ha detto signora Luisi? No, non mi ricordo questo nome, anche se non escludo di averlo già sentito.
È una signora bassina, moretta … Guardi che probabilmente è passata di qui qualche giorno fa …
Ah, sì, la signora Luisi. Quella della telecamera. È passata di qui l'altro giorno a farmi vedere la sua telecamera. Non aveva nessunissima intenzione di funzionare. Un pezzo di ferro senza vita: quando è così non puoi fare niente se non provare con un'altra batteria. L'aveva acquistata da noi, e sperava che si potesse far aggiustare o sostituire visto che era ancora in garanzia. In effetti in garanzia lo era: bisogna vedere che cosa ci ha fatto. Sa, in genere le case costruttrici si rifiutano di applicare la garanzia se i prodotti sono stati manomessi o usati in modo improprio. Spero per lei: più che rimandarla al produttore non ho potuto fare.
Che tipo le è sembrato la signora?
Mi ha fatto uno strano discorso, sui fatti inspiegabili che a volte capitano, la magia e gli incantesimi. L'ho assecondata, ma parola mia credo che avesse bisogno anche lei di una guardatina da parte di uno specialista - voglio dire uno strizzacervelli.
E Peppino, l'autista dello scuolabus? Per caso lo conosce?
No, non credo di conoscerlo. L'avrò anche visto: la scuola elementare è qui a due passi. Però il pulmino lo vedo passare tutte le mattine quando vengo ad aprire il negozio, puntuale come un orologio alle otto e mezza. È di un colore giallo che non passa inosservato. E poi è un modello di quelli vecchi vecchi, sa, con le forme un po' bombate; ma sembra in buono stato, come un'auto d'epoca, diciamo. A pensarci bene anche la signora Luisi mi ha parlato dello scuolabus, ma non ricordo a che proposito.
LA MAESTRA
"La signora Luisi è la mamma di Albertino, uno dei miei bambini di prima elementare. Ho avuto modo di vederla abbastanza di recente. Suo figlio è uno di quelli che riesce a sporcarsi sempre ed ovunque: è un suo talento naturale. Ma in fondo sono in molti in classe ad avere questa dote. Se li lasci in cortile anche solo un minuto poi devi fargli lavare le mani prima di rientrare in classe - non so come facciano le loro madri.
Un giorno ho notato che Albertino è arrivato a scuola con le mani luride, nere di quella specie di grasso o olio che usano i meccanici. Siccome lui è uno di quelli che viene con lo scuolabus, appena ho visto Peppino, che sarebbe l’autista, l’ho pregato di controllare bene che non ci fosse qualche perdita o qualche macchia di qualche genere nell’abitacolo. Il pulmino è vecchio, potrebbe anche capitare. Sa come sono i bambini: ci vuole poco perché si portino le mani in bocca, sugli occhi … occorre fare molta attenzione: se fosse qualcosa di tossico, potremmo anche passare qualche guaio.
Ma Peppino mi ha assicurato che l'aveva appena fatto lavare all'autolavaggio, quindi non doveva essere tanto sporco neanche di fuori. Dentro, lui dice, lo pulisce ogni sera con il panno e l'aspirapolvere: e conoscendo il tipo gli posso tranquillamente credere: penso che lui adesso viva per i bambini che porta a scuola, da quando è andato in pensione."
Ha detto in pensione?
Sì, sì. Adesso lo fa un po' così per passatempo. E questo, diciamolo francamente, fa molto comodo all'istituto.
"Ed è molto che è andato in pensione, che lei sappia?"
"Penso di sì. Quando io ho iniziato a insegnare era già qui con lo scuolabus. Prima credo che facesse il bidello. Sempre in questa scuola; credo il bidello, piuttosto che il maestro.
Comunque, tornando ad Albertino, ho cominciato a controllargli le mani tutte le mattine, e dopo una seconda ed una terza volta mi sono preoccupata. Anche se chiaramente Peppino gli dava una pulitina alla buona, quello sporco non era un fatto occasionale. Temevo che fosse proprio la madre a mandarlo a scuola in questo modo; che fosse quel tipo di genitore che si disinteressa completamente dei figli, di come si vestono e di come vanno in giro. Non l'avevo presente, poteva anche darsi. Per questo le ho telefonato e l'ho fatta venire. E in effetti è venuta il giorno dopo, a prendere il bambino."
Come le è sembrata?
Una brava persona: non quello che avevo pensato. Lo si vede subito. Per capire certe cose a noi insegnanti basta un'occhiata, scambiare due parole. No, non era il tipo di mamma che temevo, per fortuna. Le ho detto subito delle mani sporche di suo figlio, che non capivo dove e come se le conciasse così: e lei si è molto preoccupata, forse anche troppo. Io le ho suggerito di accompagnarlo un giorno a scuola, prendendo lo scuolabus anche lei. Non sarebbe previsto, ma alle volte succede, e non c'è niente di male. Lei è stata subito d'accordo … e credo che si sia presa una mattina di permesso apposta - perché mi pare che lavori, credo, al Municipio.
LA SIGNORA LUISI
Scusi, ci sarebbe un posto anche per me fino alla scuola? Mi risolverebbe molti problemi: ho la macchina dal meccanico ed è pronta solo nel pomeriggio.
Con Peppino ho improvvisato un po', e per fortuna non ho avuto bisogno di inventare altri dettagli. Albertino era l'ultimo bambino del giro e vedevo chiaramente che era rimasto più di un posto a disposizione.
Si figuri! Se le fa piacere! Ma non pensi che starà molto comoda su questi sedili: sono fatti per i bambini. Salga, salga: e benvenuta a bordo.
Mi raccontò che ogni tanto gli faceva piacere accompagnare qualche adulto: temeva che stando troppo a contatto coi bambini il suo cervello ritornasse irreversibilmente all'infanzia. Rimbambirsi voleva proprio dire tornare bambino, mi spiegava. Io lo ascoltavo, circondata da una decina di bimbi alcuni semi-addormentati, altri in turbinoso movimento sui sedili; ma intanto ispezionavo l'ambiente. Senza dare a vederlo passavo un dito sopra e sotto i sedili, lungo le portiere e sul pavimento, verificando in ogni posto la quantità di polvere e di sporco raccolta. Veramente poca, devo dire, nonostante la presenza indisciplinata di piccole impronte di scarpe un po' ovunque.
Impegnata in questa attività e nel tenere d'occhio i movimenti di Albertino non feci caso al tragitto compiuto. A un tratto Peppino si fermò, annunciando una breve pausa.
Se vuole un dolce insuperabile, oppure un buon caffè, le consiglio di non perdere questa occasione.
Era entrato in una piazzola che sembrava quella di un vecchio distributore di benzina. Non c'era nessun altro tranne un ragazzo, che dopo il nostro arrivo aveva richiuso la catena all'ingresso (Forse non hanno ancora aperto al pubblico, pensai).
Un quarto d'ora. Quando suono il clacson vi voglio tutti di nuovo qui.
Dopo questo annuncio, Peppino aveva spento il motore ed era sceso, seguito da tutti i bimbi che si erano subito dispersi sul piazzale vociando festosamente.
Il ragazzo si avvicinò a salutare Peppino che ricambiò.
Oggi due fette di torta di mele, Carlo. Facciamo assaggiare a questa signora di cosa siete capaci!
Intanto Albertino si era precipitato a giocare con altri ragazzi verso una montagnola di sabbia grigia a ridosso dell'edificio. Era la classica costruzione bassa tipica delle stazioni di servizio: una specie di bar, una toilette per il pubblico e qualcosa di simile a una officina. Però dallo stato in cui era l'avrei detta abbandonata ed in rovina: per via soprattutto di alcune macchie scure sui muri, muffa o chissà cosa, e di quel mucchio di assi accatastati su un lato. Ma il bar doveva essere in funzione: il ragazzo tornò poco dopo, portando sopra un vassoio due caffè e due pezzi di torta di mele. Una torta davvero speciale, buona come non ne ho mai assaggiate né prima né poi.
La mamma si scusa di non essere venuta, ma dice che si sente mal di testa.
Salutala e ringraziala. Per il rifornimento qui ce la caviamo da soli, non è vero?
Mi ero un attimo distratta seguendo con lo sguardo Albertino, che adesso trafficava con un amichetto attorno a un grosso barile vuoto e semiarrugginito. Ecco trovata l'origine dello sporco, la soluzione del mistero! Questo Peppino sarà stato pure un brav'uomo, ma mi sembrava un po' da irresponsabile lasciare tanti bimbi in un posto simile quasi senza sorveglianza. Stavo pensando questo, quando un bambino vicino a me cominciò a piagnucolare. Eravamo a ridosso della pompa, ed era in corso un litigio tra due piccoli che si contendevano la pistola dell'erogatore.
Io, io, voglio fare io benzina oggi.
Ma oggi non è il tuo turno. A te tocca domani, non ricordi? L'abbiamo deciso insieme.
Peppino era intervenuto a fare da arbitro e paciere. Ma consentiva a un bambino così piccolo di armeggiare con la benzina? Per me era una cosa pericolosissima. E se fosse successo qualcosa? Io appena arrivo vado a denunciarlo, pensai: è un pazzo pericoloso.
La mia apprensione e il mio sdegno dovevano essere chiaramente visibili, perché Peppino, sottovoce, cercò di tranquillizzarmi.
Non si preoccupi: è tutto un gioco.
Poi, rivolgendosi al bambino che si dava da fare per infilare il tubo di gomma nel serbatoio:
Mille litri, per favore; ma se non ci stanno non fa niente. Ne metta quanti ce ne entrano.
Il bambino cominciò con molto impegno, e dopo un piccolo aiuto di Peppino i contatori, a due sole cifre, giravano a velocità folle. Ma poi quel benzinaio da ridere cominciò a distrarsi, e dopo un po', incuriosito dal gioco di due bambini che fingevano