Il vocabolario delle parole che non esistevano (finora)
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Saggi - saggio (49 pagine) - Un pregiato vocabolario contenente parole che non esistevano... e di cui nessuno sentiva la mancanza...
Che l’umanità sia pronta o meno, ecco arrivare il cav. Alfio Rotunno con la sua opera più discussa e invidiata negli ambienti accademico-linguistici di mezzo mondo: Il vocabolario delle parole che non esistevano (finora), una delirante raccolta di lemmi paradossali, assurdi, insensati e inesorabilmente inutili, per ridere di noi e del mondo di concetti e parole in cui – spesso nostro malgrado – ci troviamo invischiati. Parole che non esistevano, certo, e di cui nessuno sentiva la mancanza… Finora!
Della vita privata del Cav. Alfio Rotunno si sa ben poco. Da sempre schivo e geloso della propria privacy, il Rotunno ha saputo imporsi sulla scena culturale europea grazie all’acutezza di pensiero e all’indefinibile natura delle sue opere. Difficile offrirne una definizione esaustiva: chi lo considera un genio, chi un ciarlatano, chi uno spirito troppo elevato per essere compreso dai pensatori del nostro tempo. Nelle cronache lo si incontra nelle vesti di scienziato, di novelliere, di inventore, di prestigiatore, addirittura di impagliatore di sedie, immaginifico e forbito oltre il lecito, fine conoscitore dell’esperanto arcaico e del patrimonio folkloristico orale in braille, all’insegna di una multimedialità antropologica senza precedenti. Tra i suoi lavori più ambizioni e misconosciuti ricordiamo Mondo Rotunno, ovvero: Il Manuale dei Manuali e la raccolta Racconti che avrebbe voluto scrivere De Amicis (ma poi ha pensato che era meglio di no).
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Il vocabolario delle parole che non esistevano (finora) - Alfio Rotunno
Alfio Rotunno
Il vocabolario delle parole che non esistevano (finora)
SAGGIO
ISBN 9788825406283
© 2018 Alfio Rotunno
Edizione ebook © 2018 Delos Digital srl
Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano
Versione: 1.0
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Indice
Il libro
L'autore
Il vocabolario delle parole che non esistevano (finora)
Mirabil praefatio
Citazione
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Gheta
J
K
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
X
Y
Z
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Il libro
Un pregiato vocabolario contenente parole che non esistevano... e di cui nessuno sentiva la mancanza...
Che l’umanità sia pronta o meno, ecco arrivare il cav. Alfio Rotunno con la sua opera più discussa e invidiata negli ambienti accademico-linguistici di mezzo mondo: Il vocabolario delle parole che non esistevano (finora), una delirante raccolta di lemmi paradossali, assurdi, insensati e inesorabilmente inutili, per ridere di noi e del mondo di concetti e parole in cui – spesso nostro malgrado – ci troviamo invischiati. Parole che non esistevano, certo, e di cui nessuno sentiva la mancanza… Finora!
L'autore
Della vita privata del Cav. Alfio Rotunno si sa ben poco. Da sempre schivo e geloso della propria privacy, il Rotunno ha saputo imporsi sulla scena culturale europea grazie all’acutezza di pensiero e all’indefinibile natura delle sue opere. Difficile offrirne una definizione esaustiva: chi lo considera un genio, chi un ciarlatano, chi uno spirito troppo elevato per essere compreso dai pensatori del nostro tempo. Nelle cronache lo si incontra nelle vesti di scienziato, di novelliere, di inventore, di prestigiatore, addirittura di impagliatore di sedie, immaginifico e forbito oltre il lecito, fine conoscitore dell’esperanto arcaico e del patrimonio folkloristico orale in braille, all’insegna di una multimedialità antropologica senza precedenti. Tra i suoi lavori più ambizioni e misconosciuti ricordiamo Mondo Rotunno, ovvero: Il Manuale dei Manuali e la raccolta Racconti che avrebbe voluto scrivere De Amicis (ma poi ha pensato che era meglio di no).
Mirabil praefatio
Redatto nell’arco di trent’anni, questo pregevolissimo libello si propone di arricchire il lessico del lettore e di porlo di fronte ad alcuni interrogativi capitali: sono più numerose le cose esistenti ma prive di nome, o le cose inesistenti che ne possiedono uno? E ancora: è sufficiente dare un nome a qualcosa perché questo esista, oppure l’esistenza delle cose è del tutto indipendente dal nostro impulso a imporre loro un nome?
Prescindendo da queste considerazioni, comunque, il sottoscritto non ha permesso che dubbi circa la liceità del suo lavoro potessero interferire sul suo ardente desiderio di accrescere il nostro peraltro già consistente vocabolario, introducendo l’uso di nuovi sostantivi, verbi e aggettivi dei quali fino a ora nessuno aveva avvertito il bisogno. Ecco dunque il senso ultimo di questo vocabolario, da intendersi come una collezione di parole che prima non esistevano, ma che ora – che ci piaccia o no – sono fra noi.
Cav. Alfio Rotunno
Vedi caro amico cosa si deve inventare
per poter riderci sopra,
per continuare a sperare?"
Lucio Dalla, L’anno che verrà
Ma fortuna anco più bisogna assai; che senza, val virtù raro o non mai.¹
Ludovico Ariosto, Orlando Furioso
¹. Tipico esempio di sazzapéce (vedi).
A
Abatería
Distesa di monaci in gran numero, a perdita d’occhio. Da non confondersi con il funzionamento di certi apparecchi, per i quali è più indicata la locuzione a batteria
.
Abéce
Pianta talmente simile al calicantus che sovente viene scambiata per un calicantus. La si distingue abbattendola e annusando il lezzo asprigno sprigionato dal fusto reciso.
Es. Mi spiace per il tuo abece, ma volevo accertarmi che non fosse un calicantus…
Abbaffo
Parte dell’ago compresa fra la cruna e la punta.
Es. Non pungerti: prendilo per l’abbaffo!
Abbròtto
Disegno spaventoso o sconveniente che viene accidentalmente a formarsi accostando sul pavimento le screziature di due