Professione e sentimento
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L’opera racconta la vita di una ragazza impegnata “quando non c’era internet”, quando si era “in rete” frequentando le università e le piazze, gli oratori e finanche i carceri minorili… la biografia di Lucrezia d’Abruzzo illustra il senso di una socialità non virtuale, l’importanza di rapporti umani profondi che i nostri tempi esigono di rivalutare.
Il piccolo mondo che descrive ha come epicentro Sant’Agata de’Goti, borgo storico del Sannio ma che con spontaneità dilaga verso Napoli, cogliendo così i tratti più schietti e veraci dello spirito partenopeo.
Le prime esperienze familiari, il clima dell’Italia negli anni Settanta e Ottanta, i primi passi nell’esercizio dell’avvocatura, sono tutti momenti che prendono vita pagina dopo pagina, non tralasciando le figure un po’ tragiche e un po’ comiche che hanno popolato quel mondo. Una realtà con tanti protagonisti spesso oltre i confini della legalità – pagandone inesorabilmente le conseguenze – , ma che anela ad un riscatto umano che solo una profonda fede ed un forte impegno sociale possono aiutare a realizzare.
“Professione e sentimento” è lo specchio di una donna felicemente realizzata, dopo aver superato prove dell’esistenza non banali, ma è anche il riflesso del volto migliore del Sud: quello che crede, spera, ama.
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Book preview
Professione e sentimento - Lucrezia D'Abruzzo
Waitley
Prefazione
Questo vivace memoriale si apre con un riferimento alla piacevole sensazione di essere in rete
: espressione che delinea il linguaggio di un’epoca in cui i contatti si allacciano con rapidità attraverso i moderni strumenti di comunicazione informatica, ma che evoca il sapore di rapporti umani forti, sinceri, come di un’altra epoca. Rapporti arcaici
non nel senso che siano perduti in un passato più o meno mitizzato, ma nel senso che essi rappresentano l’Archè , il supporto di tutto, come un archi-trave.
Nell’autobiografia di Lucrezia d’Abruzzo si percepisce il sapore di valori originari ed anche l’immagine di una Sant’Agata più semplice, più tenace. La dedica che Lucrezia fa nella prima pagina alla gente semplice
non è retorica, ma è appunto il riconoscimento di una qualità essenziale che l’autrice ha coltivato nella sua vita e ha saputo apprezzare negli altri.
Attenzione, però, il piccolo mondo moderno
che Lucrezia dipinge come scenario della propria esistenza è semplice
, ma non sempliciotto
. L’allegria nella vita e la spensieratezza portano frutti solo quando si uniscono a una disciplina della volontà e a una concentrazione del pensiero. Con allegria, con semplicità, ma anche con una notevole determinazione, Lucrezia ha percorso le strade della vita giungendo a ciò di cui ella è giustamente orgogliosa: uno studio legale che aiuta tutti coloro che vi si rivolgono, con passione, con grinta, con sentimento
appunto.
Quella pietra grezza che si sporge tetragona sull’uscio dello Studio Legale d’Abruzzo è il simbolo di un atteggiamento vitale: su quella pietra si sedevano i vecchi
che stentarono durante la guerra e ricostruirono l’Italia nel dopoguerra, che attendevano il pullman per andare in città o si riposavano dalla giornata di lavoro. Su quella pietra si sedeva zi’ Mimì d’Abruzzo
, col basco in testa, anche negli anni in cui, salendo i tre scalini e aprendo la porta non si spalancava più il mondo della vecchia macelleria, ma il nuovo studio legale.
Solida come una pietra è quella esistenza che onora il passato e si proietta con ottimismo verso il futuro; e allaccia passato e futuro vivendo con gioia il tempo presente. Penso che questo sia la cifra esistenziale della nostra Lucrezia, che ai primi passi della sua carriera non sembrava
un avvocato, ma ne aveva la grinta e la determinazione.
Lucrezia è una sorta di dimostrazione vivente della forza del pensiero positivo
: della capacità di trasformare il negativo in opportunità, di trovare la soluzione facile al problema difficile. Ricordando il giorno della sua laurea scrive: I numerosi clacson suonati ai semafori dei quattro palazzi erano musica alle mie orecchie. Tutto l’ambiente mi sembrava condividesse con me emozione e gioia. Era il giorno della mia laurea
.
Immaginare una sinfonia napoletana fatta di clacson ed eseguita da automobilisti inferociti è proprio la dimostrazione del fatto che l’inferno e il paradiso sono qui già su questa terra, e che ognuno con la propria predisposizione d’animo trasforma il proprio spicchio di mondo in un elisio o in un abisso.
Senza dubbio la vita è anche purgatorio. Cammino di purificazione attraverso prove, accettate con speranza, con fiducia e – ancora una volta – con grintosa determinazione. La grande famiglia che fa da contorno a Lucrezia ha affrontato varie prove, ne è uscita vincitrice e ancora più splendida. Perché, come scrive l’autrice, dagli errori si impara
.
Questa positività del vivere fa sì che tutte le figure che intrecciano i loro fili nella trama del destino di Lucrezia appaiano in una luce benevola: avvocati campani e carabinieri, persone che cercano giustizia e persone che invocano grazia
vengono colte nel loro tratto umano
e in quanto tale meritevole di redenzione. Chi si affatica in un tendere perenne questi noi lo possiamo salvare
dicono gli Angeli alla fine del capolavoro di Goethe, il Faust
, salvando il protagonista che addirittura aveva stretto il patto col Diavolo. La vita umana è faticosa e in nessuna pagina Lucrezia occulta questa fatica del vivere, ma sempre passibile di miglioramento, di evoluzione. E quando tutto sembra compromesso vale il sagace detto di un cliente della nostra: Il miracolo può succedere perché il mio avvocato è cattolico
.
A proposito di fede. È giusto ricordare che Lucrezia dedica una parte del suo tempo libero ai bambini della parrocchia. Il segreto della immediata simpatia da lei suscitata nei pargoli del catechismo è appunto il fatto che ella stessa