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L’ultimo guardiano del valico: La via del Tao in una storia senza tempo
L’ultimo guardiano del valico: La via del Tao in una storia senza tempo
L’ultimo guardiano del valico: La via del Tao in una storia senza tempo
Ebook82 pages1 hour

L’ultimo guardiano del valico: La via del Tao in una storia senza tempo

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About this ebook

Lao-tze è considerato il leggendario fondatore del Taoismo cinese, una delle filosofie più profonde e affascinanti; in questo romanzo l'autore, con immaginazione e conoscenza, cosa accadde a Lao dopo aver composto il Tao-te-ching... avventure taoiste, comiche e spirituali nello stesso tempo.
E' una parabola per avvicinare l'uomo di oggi ad una saggezza senza tempo che può aiutare ognuno di noi.
LanguageItaliano
PublisherDIGITALSOUL
Release dateMay 25, 2018
ISBN9788894965209
L’ultimo guardiano del valico: La via del Tao in una storia senza tempo

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    L’ultimo guardiano del valico - Valentino Bellucci

    396.

    I

    Si era fatto ormai buio ed iniziavano ad apparire le prime stelle. Le costellazioni erano come una danza celeste che ancora non era entrata nel vivo del ritmo. Il profumo della terra era più forte del solito e il temporale del giorno prima continuava la propria esistenza nei cespugli ancora umidi. Il villaggio di Ch’u-jên era lontano come una distesa di mille montagne e Lao-tzu [1] sentiva d’aver fatto la cosa giusta. Non gli era costato nessuno sforzo abbandonare il suo vecchio villaggio, e ancor meno gli era costato cedere il piccolo libro sul Tao per poter attraversare l’ultimo confine del regno di Chu. Ora che mi sono liberato di quelle parole potrò immergermi in me stesso e trovare il centro della ruota del cosmo, subito però sorrise di questo suo pensiero e prese un legno secco, col quale tracciò qualche segno sul terreno. Nulla di sensato, solo dei graffi, delle linee curve e spezzate. Poi riprese a cavalcare il suo bue, accarezzandolo dolcemente. Non aveva accumulato nessuna stanchezza, né sul corpo né sulla mente. Da mesi ormai viaggiava verso l’occidente, senza alcuna meta. A volte ripensava al brutto muso di Yin Hsi, il guardiano del valico che gli chiese il libro sul Tao. Ripensava a come lo avesse ingannato. Nulla di vero era scritto in quelle parole sul Tao, cosa che, del resto, aveva anche specificato ironicamente all’inizio del libricino. Ma anche quelle parole imprecise e false appartenevano al Tao ed avevano iniziato il loro viaggio verso la verità. Ma il viaggio di Lao-tzu che senso aveva? Yin Hsi provò a seguirlo per alcuni giorni, ma poi decise di tornarsene indietro. Vecchio saggio, gli disse dove credi di andare? Vuoi davvero scomparire nel nulla, come se non ti importasse della tua gente e del tuo mondo? Speri di trovare nuova saggezza alla fine del tuo viaggio? Io ho ottenuto un granello della tua saggezza e così, grazie a me, l’avrà anche il mondo intero, per sempre. Ora però torno indietro. Lao-tzu si mise a ridere, e la sua risata aveva qualcosa di osceno. Povero Yin Hsi, rispose tu sei un uomo in cerca di granelli di sabbia. Ma non è con un granello di sale che si può scoprire tutta la maestosità del sale. Neppure con una montagna di sale sarebbe possibile. E lo stesso vale per tutte le cose. Se tu riuscissi a sentire il sapore del sale senza il sale, allora potresti essere davvero saggio. Ma ciò, per tua fortuna e per fortuna del mondo, non succederà. Questo però non lo scrivere, tienitelo per te. I due si separarono senza salutarsi, voltandosi semplicemente le spalle. Lao-tzu indossava un vecchio abito di cotone verde scuro, pieno di buchi non rattoppati, e Yin Hsi procedeva, tutto fiero, nella sua uniforme blu e rossa. Pensò, A casa racconterò tutto a mia moglie, sarà fiera di me e del piccolo libro. Peccato però che il guardiano del valico non avesse informato la moglie del suo breve viaggio in compagnia del saggio. Quando entrò nella sua casa la moglie gettò un urlo, lo aveva creduto morto, ucciso da qualche brigante (la zona era tristemente nota per essere infestata da briganti e vecchi saggi in fuga). Maledetto! È così che si fa?! Sparire nel nulla, senza dirmi una parola! e intanto gli lanciava un vaso di terracotta. Fermati, stupida! L’ho fatto per noi! Ho incontrato un uomo che mi ha dato una cosa inestimabile e che ci renderà ricchi e immortali! La moglie di Yin si fermò, piena di stupore. Hai forse incontrato un gran signore, un nobile generoso che ti ha nominato suo erede?, No, di meglio, di meglio! disse lui mostrando il piccolo oggetto. Si trattava di alcune decine di listerelle di bambù, legate le une alle altre con cordoncini fissati alle estremità. Su di esse era scritto, con splendidi caratteri, il Tao tê ching. Oggi pensiamo al libro come ad un oggetto eterno, come se la scrittura si fosse incarnata subito nella forma che ci è stata consegnata; ma in realtà il libro ha vissuto le sue vite precedenti, ed è passato sotto diverse forme, sempre raccogliendo e fissando su carta, su cera, su pergamena, su bambù – la parola. E la parola scritta ha formato il libro che oggi conosciamo. La sua forza ha creato quella abilità che ha portato ai testi miniati e alla stampa. Così l’oggetto che aveva in mano il guardiano del valico altro non era se non il seme di tutti i libri che oggi trasmettono le parole di Lao-tzu. Certo, si obietterà che quelle non erano delle parole come lo erano per i greci, maestri e creatori dell’alfabeto, ma ideogrammi, più immagini che concetti; ma si tratta sempre di una forma che trattiene un pensiero, anche se di un’altra dimensione; e la traduzione è ardua, forse impossibile, ma ciò che conta è che si possa tentare. Chi ci prova può comunque incontrare

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