L'Evoluzione del Simbolismo Universale: La Dottrina Segreta
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L’Autrice inizia lo sviluppo della sua ricerca partendo da un misterioso e antichissimo testo il Libro di Dzyan scritto su foglie di palma. Il manoscritto suddiviso in sette stanze espone i vari livelli dell’evoluzione cosmica dall’origine della coscienza al processo di formazione dei mondi.
Nel “Simbolismo Universale” vengono analizzati le origini dei simboli e la loro diffusione nelle tradizioni dei popoli Egizi, Ebraici e Indostani. Con continui collegamenti alle filosofie e religioni Caldea, Cinese, Greca e Pitagorica.
Il punto di vista della conoscenza occulta permette di far luce e capire il potere di simboli e ideografie; sul linguaggio dei misteri sulla divinità nascosta con i suoi glifi e simboli.
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L'Evoluzione del Simbolismo Universale - Helena P.Blavatsky
Kwan-Yin
ESTRATTI DA UN COMMENTARIO
ESTRATTI DA UN COMMENTARIO ORIENTALE SEGRETO, NASCOSTI FINO AD OGGI
XVII L’esistenza iniziale alla prima aurora del Mahamanvantara ( dopo il Mahapralaya che segue ogni età di Brahma) è una qualità spirituale cosciente. Essa, nella sua soggettività oggettiva, appare nei mondi manifestati all’occhio del veggente allo stadio di estasi, simile ad una membrana estremamente sottile e trasparente, che è risultante di un soffio divino. Essa nasce dallo stato Laya e si espande per l’infinito, simile ad un fluido incolore e spirituale. Essa è sul settimo piano e nel settimo stato, del nostro mondo planetario.
XVIII Essa è sostanza, per la nostra vista spirituale. Non può essere così definita dagli uomini nel loro stato di veglia; perciò nella loro ignoranza l’hanno denominata Dio-spirito.
XIX Consiste e forma il primo Upadhy (fondazione) su cui è edificato il nostro mondo (sistema solare). Al di fuori di questo è possibile rintracciarla nella sua più primitiva purezza soltanto fra le stelle dell’universo, i mondi già costituiti o in via di costituzione; quelli in Laya riposano nel frattempo insieme ad essa. Dal momento che la sua sostanza è di un tipo differente da quella conosciuta dagli abitanti della terra, scorgendo attraverso di essa, questi ultimi ritengono, nella loro ignoranza, che esista lo spazio vuoto. Nell'intero illimitato universo non c’è neppure un'infinitesima parte di spazio vuoto...
XX La materia o sostanza è settenaria nel nostro mondo e fuori di esso. Inoltre ognuno dei suoi stati è suddiviso in sette gradi di densità. Surya (il sole), nella sua visibile riflessione, mostra il primo stato o il più basso dei sette, che è poi lo stato più elevato della presenza universale, puro dei puri, primo soffio manifestato dell’eternamente non manifestato Sat (essenza dell’essere). Ogni sole centrale fisico od oggettivo è, nella sua sostanza, stato inferiore del primo principio del soffio. Ogni sole altro non è che la riflessione del suo principio primario, nascosto alla vista di tutti eccetto che a quella dei Dhyari Chohan, la cui sostanza corporea appartiene alla quinta divisione del settimo principio della sostanza madre e, perciò, è la più elevata dei quattro gradi della sostanza solare riflessa. Così come esistono sette Dhatù (sostanze principali del corpo degli uomini) allo stesso modo vi sono sette forze, nell’uomo e nella natura.
XXI La sostanza reale del sole nascosto è il nucleo di sostanza-madre. Essa è anche cuore e matrice di ogni forza vivente che esista nel nostro universo solare. E’ il nucleo da cui si espandono, durante i loro viaggi ciclici, tutti i poteri che mettono in azione gli atomi nell'esercizio delle loro particolari funzioni; ed è infine anche il fuoco in cui si incontrano nuovamente nella loro settima essenza ogni ciclo di undici anni. Se esiste qualcuno che dice di aver visto il sole, ridi di lui, come se ti avesse detto che il sole si sposta veramente lungo la sua quotidiana orbita...
XXIII A causa della sua settenaria natura, gli antichi ritenevano il sole trainanto da sette cavalli, identici alla misura dei versi dei Veda; ed ancora, che per quanto esso sia identificato con i sette Gana nella sua Orbe, viene distinto da essi come in realtà è; e inoltre che possiede sette raggi, ed anche questo è vero...
XXV I sette esseri del sole sono i sette santi, nati da se stessi, dal potere inerente nella matrice della sostanza-madre. Essi inviano le sette forze principali, definite raggi, che all’inizio di ogni Pra- laya si concentrano in sette nuovi Soli per il Manvantara successivo. Quello che molti chiamano Vishnu, soffio dell’assolutezza, è l'energia da cui sgorgano l’esistenza cosciente di ciascun sole. Noi chiamiamo questa energia, Vita Una Manifestata, anch’essa riflessione dell’assoluto.
XXVII Quest’ultimo non deve esser mai nominato con parole tradizionali e del linguaggio comune, per timore che esso sottragga qualcosa dalle nostre energie spirituali che aspirano verso il suo stato, gravitando sempre verso di lui, spiritualmente, come l’intero universo fisico gravita verso il suo centro manifestato, dal punto di vista cosmico.
XXVIII La prima, l’Esistenza Iniziale, che mentre si trova in questo stato di esistenza può esser definita Vita Una, è, come già è stato detto, una sottile membrana, che ha scopi creativi o formativi. Essa si presenta in sette stati, che attraverso le loro suddivisioni settenarie, costituiscono i 49 fuochi nominati nei libri sacri...
XXIX La prima è... « Madre » (prima materia). Essa, suddividendosi nei suoi sette stati membri, discende ciclicamente; dopo essersi consolidata nel suo ultimo principio sotto forma di materia grossolana, si rivolge su se stessa ed anima, attraverso la settima emanazione di quest’ultima, il primo e più basso degli elementi (il serpente che si morde la coda). In una gerarchia o classe di esseri, la settima emanazione dell'ultimo principio è:
a) nel minerale, la scintilla che vive latente in esso ed è chiamata alla sua esistenza evanescente dal positivo che risveglia il negativo (e così via)...
b) nella pianta è la forza vitale intelligente che anima il seme e gli permette di svilupparsi nel filo d’erba o nella radice e poi nell’arboscello. E' anche il germe che diviene l’Upadhy dei sette principi della cosa in cui risiede, permettendogli di germogliare mentre quest’ultima cresce e si sviluppa.
c) In ogni animale agisce nello stesso modo. E’ il suo principio di vita, il suo potere vitale; il suo istinto e qualità, sue caratteristiche essenziali e sue idiosincrasie specifiche...
d) Dona all’uomo tutto ciò che dà anche ad ogni altra unità manifestata nella natura, tuttavia sviluppa in lui anche la riflessione dei suoi « 49 fuochi ». Ognuno dei sette principi è erede e partecipe dei sette principi della grande madre. Il soffio del suo principio primo è il suo spirito (Atma). Il secondo principio è Buddhi (anima). Noi lo chiamiamo, sebbene erroneamente, il settimo. Il terzo fornisce a luì la materia cerebrale sul piano fisico e la intelligenza che lo muove, conformemente alle sue capacità organiche.
e) E’ la sua forza dirigente degli elementi cosmici e terrestri. Risiede nel fuoco spinto dal suo stato laterite verso uno stato attivo, dal momento che il complesso delle sette suddivisioni del... principio risiede nel fuoco terrestre. Essa rotea nella brezza, soffia insieme all’uragano e far muover l’aria, elemento che anch’esso partecipa ad uno dei suoi principi. Attraverso un procedimento ciclico, essa regola il movimento dell’acqua, attrae e respinge le onde secondo leggi particolari, di cui animatore è il suo settimo principio.
f) I suoi 4 principi superiori contengono il germe che successivamente si sviluppa negli dei cosmici, i tre principi inferiori generano le vite degli elementi.
g) Nel nostro mondo solare, l’Esistenza Una è il cielo e la terra, radice e fiore, azione e pensiero. E’ presente nel sole così come nella luce. Nessun atomo può sfuggirle. Ne consegue che gli antichi saggi l’hanno giustamente definita Dio manifestato nella natura...
In rapporto a quello che sopra è stato detto può essere interessante ricordare ai lettori quello che notava T. Subbha Row, intorno alle forze misticamente definite.
« Kanya, sesto segno dello zodiaco, vergine, significa una vergine, e rappresenta Shakty o Mahamaya. Il segno in argomento è la sesta Rashi o divisione, e indica che esistono più forze primarie nella natura...
Le Shakti si presentano in questo modo:
1) Parashakti — che significa letteralmente la grande e suprema forza e potere. Significa e include i poteri della luce e del calore.
2) Jnanashakti — cioè il potere dell’intelletto, della saggezza reale o conoscenza. Questa ha due aspetti:
a) ecco qualcuna delle sue manifestazioni quando è posta sotto l’influenza o il controllo di condizioni materiali. Potere della mente d'interpretare le nostre sensazioni. Potere di rievocare le idee passate e di far sorgere future speranze. Potere che si rivela in ciò che gli psicologi moderni definiscono leggi dell’associazione e che rende possibile la formazione di persistenti legami fra gruppi vari di sensazioni e possibilità di sensazioni, permettendo così la nozione o l’idea di un oggetto esterno. Potere di collegare le idee attraverso il misterioso legame della memoria, creando così la nozione di sé e dell’individualità.
b) Quelle che seguono sono alcune delle sue manifestazioni quando è liberata dai legami della materia: chiaroveggenza, psicometria, ecc....
3) Ichchhashakti — cioè potere della volontà. La sua più comune manifestazione è la creazione di alcune correnti nervose che pongono in azione i muscoli fondamentali al compimento dell'obbiettivo voluto. Kriyashakti, misterioso potere del pensiero che permette di produrre risultati fenomenici esterni, percettibili attraverso la propria energia inerente. Gli antichi reputavano che tutte le idee si manifestano esteriormente se si concentra profondamente su di esse la propria attenzione. Nello stesso modo un’intensa volizione potrà esser seguita dal risultato desiderato. In genere un Yogi compie i suoi prodigi mediante Ichchhashakti e Kriya- shakti.
4) Kundalini-Shakti — potere o forza che si muove secondo una traiettoria curva, dalle forme serpentine. Esso è il principio di vita universale che si manifesta in ogni luogo della natura. Tale forza include le due grandi forze di attrazione e repulsione. Sue manifestazoni sono elettricità e magnetismo. Questo è il potere che produce l’adattamento continuo delle relazioni interne alle relazioni esterne che, a parere di Spencer, è l’essenza della vita; nonché quel continuo adattamento delle relazioni esterne alle relazioni interne, che è la base della trasmigrazione delle anime, Punarjanman, nelle dottrine dei filosofi indù dell’antichità. Lui oggi deve completamente domare tale potere prima di poter raggiungere Moksha...
6) Mantrikashakti — cioè, letteralmente, forza e potere delle lettere della parola e della musica. L’antico Mantra-Shastra racchiude tale forza in tutte le sue manifestazioni per la materia che gli concerne... l’influenza della sua musica è una delle sue più comuni manifestazioni. Il potere del nome munifico ed ineffabile è la corona di Shakti. La scienza moderna ha soltanto parzialmente investigato il primo, il secondo e il quinto dei poteri che abbiamo appena nominato, ma è del tutto all’oscuro circa gli altri. I sei poteri e forze sono rappresentati, nella loro unità, dalla luce astrale».
Abbiamo citato tutto ciò, per mostrare quali siano le vere idee indù circa questo argomento. Tutto questo è esoterico, nonostante che non abbracci neppure la decima parte di quello che potrebbe esser detto. Sotto un certo aspetto i sei nomi dei sei poteri menzionati sono quelli delle sei gerarchie di Dhyan-Chohan, sintetizzate dalla primaria di esse, la settima, che personifica il quinto principio della natura cosmica o della madre nel senso mistico. Una semplice numerazione dei poteri del Yoga richiederebbe almeno una decina di volumi.
Ognuna di queste forze è presieduta da un’entità cosciente vivente, di cui è emanazione. Confrontiamo ora col commentario citato le parole di Ermete, il tre volte grandissimo (Trimegisto):
« La creazione della vita da parte del sole è perenne così come è perenne la sua luce; nulla può arrestarla o limitarla. Intorno a lui, come un armata di satelliti esistono numerosi cori di geni che dimorano nelle vicinanze degli immortali, da cui vegliano su tutte le cose umane. Essi sono i portatori della volontà degli dei (karma) attraverso uragani, tempeste, terremoti, carestie, guerre etc. etc., che servono tutte alla punizione delle empietà...
Il sole nutre ogni creatura e, come fa con il mondo ideale che circonda quello sensibile, riempie quest’ultimo con la varietà universale delle forme; inoltre il sole, avvolgendo ogni cosa nella sua luce, determina la nascita e lo sviluppo delle creature...
« Sotto i suoi ordini è il coro dei geni, o meglio i cori, dal momento che ne esistono di diversi, e il loro numero corrisponde a quello delle stelle.
Ogni stella ha i suoi geni, buoni e cattivi per natura o meglio per la loro azione, dal momento che l'azione è l’essenza dei geni... ».
Tutti i geni presiedono alle cose del mondo, scuotono e capovolgono la costituzione degli stati e degli individui, imprimono la loro somiglianza sulle nostre anime, sono presenti nei nervi, nel midollo, nelle vene, nelle arterie e nella stessa sostanza del nostro cervello. Ciascuno di noi, quando riceve la vita, viene preso in cura dai geni (elementali), che presiedono alle nascite e che sono classificati al di sotto dei poteri astrali. Essi cambiano perpetuamente, non in modo identico, ma roteando in circolo. Permeano attraverso il corpo due parti dell'anima, affinché essa possa ricevere l’impronta della sua energia da ciascuna delle due parti. La parte più ragionevole dell’anima però non è soggetta ai geni, poiché è destinata a ricevere Dio, che illumina di un raggio solare. Pochi sono quelli che vengono illuminati in questo modo, e i geni si astengono da essi: infatti né geni né dei hanno alcun potere alla presenza di un singolo raggio di Dio. Tutti gli altri uomini, però, anime e corpi anche, sono diretti dai geni cui si attaccano e da cui vengono influenzati nelle loro azioni. I geni dunque hanno il controllo delle cose della terra e i nostri corpi servono a loro come strumenti.
A parte alcuni marginali argomenti, tutto ciò che abbiamo citato, rappresenta quello che era una credenza universale comune a tutti gli uomini fino a circa un secolo fa.
Nei suoi tratti essenziali è ancora del tutto ortodosso sia tra i pagani che fra i cristiani, eccetto che per una piccola schiera di scienziati e materialisti. Infatti sia che i geni di Ermete e i suoi dei si definiscano potenze delle tenebre o angeli, come nella chiesa greca e latina o spiriti dei defunti, come nello spiritismo o ancora, devha come sono chiamati nell’India e nei paesi mussulmani, ciò nonostante sono tutti una sola cosa, cioè un'illusione. Comunque speriamo che tutto questo non venga compreso in modo erroneo come è avvenuto fin’ora nelle scuole occidentali che hanno pervertito la dottrina filosofica dei vedantini.
Tutto ciò che è, deriva dall’assoluto, che per la stessa ragione di questa sua specifica qualità, è la sola e unica realtà, e quindi tutto ciò che è estraneo ad esso è elemento generativo e causante di illusione. Ma così è, solo da un punto di vista metafisico. Nello stesso modo, un individuo che si considera sano, e tale è considerato dai suoi vicini, chiama illusioni e fantasie le visioni di un fratello demente, allucinazioni che rendono la vittima felice o infelice secondo i casi. Ma dov’è quel pazzo per cui le ombre della sua mente squilibrata non siano momentaneamente altrettante realtà quanto le cose che possono esser viste dal suo medico o dal suo guardiano?
Tutto è relativo nell’universo, tutto è illusione. Ciò nonostante l’esperienza realizzata su ogni piano è una realtà per l'essere che la percepisce, la cui coscienza è collocata su quel piano, nonostante che la suddetta esperienza, vista da una prospettiva metafisica possa esser concepita come non avente alcuna realtà oggettiva. Non è contro i metafisici però che l'insegnamento esoterico deve combattere, bensì contro i fisici e i materialisti e per questi ultimi la forza vitale non ha esistenza oggettiva e non è considerata che come un modo di movimento, come sensazione ed affezione della materia.
Né occultisti né teosofi in genere sono propensi a respingere, come spesso si è portati a credere, le ipotesi e le teorie degli scienziati moderni solo perché esse sono in opposizione alla teosofia. La prima regola della nostra società è quella di dare a Cesare ciò che è di Cesare. Ne consegue che i teosofi sono i primi a riconoscere il valore intrinseco della scienza. Ciò nonostante quando i suoi sommi sacerdoti riducono la coscienza a semplice secrezione di materia grigia e tutto quello che esiste nella natura ad un modo di movimento, noi protestiamo contro questa dottrina, dichiarando che essa è antifilosofica, contraddice se stessa ed è assurda, sia dal punto di vista scientifico quanto dal punto di vista occulto della conoscenza esoterica. Infatti in verità, la luce astrale dei kabalisti racchiude strani e curiosi segreti per chi sa spingervi lo sguardo; e i misteri celati in seno alle sue onde disturbate incessantemente, sono una realtà presente, nonostante tutte le negazioni dei materialisti e le derisioni dei beffardi. Alcuni reputano che la luce astrale dei kabalisti sia l’etere, e confondono quest'ultimo con l’etere ipotetico della scienza; alcuni teosofi sono portati a considerare entrambi come sinonimi dell’AKASHA. Ciò è un grave errore.
L’autore di « Una confutazione razionale » scrive, aiutando l’occultismo in modo inconsapevole:
« Una descrizione di Akasha servirà a dimostrare quanto essa sia inadeguatamente rappresentata dall’etere. In dimensione è... infinita, non è costituita da parti e il colore, il sapore, l’odore e la tangibilità non sono suoi attributi. Fin’ora essa corrisponde al tempo e allo spazio, a Ishvara e all’anima. La sua specialità, consiste nell'essere la causa materiale del suono. Se non fosse per ciò si potrebbe considerarla come costituente una sola cosa con il vuoto ». Soprattutto per i razionalisti è senz’altro il vuoto. In ogni caso Akasha produce certamente il vuoto nel cervello di un materialista. Ciò nonostante per quanto l’Akasha non sia l’etere della scienza, e neppure l’etere degli occultisti che definiscono quest’ultimo solo un principio di Akasha, senz’altro è, insieme al suo primario, la causa del suono, causa psichica e spirituale, e in ogni caso, non una causa materiale.
I rapporti dell’etere con Akasha possono essere definiti applicando sia all’Akasha che all’etere le parole usate nei Veda in rapporto a Dio « Così Egli era in verità il suo proprio figlio »; essendo l’uno la progenie dell'altro ed anche se stesso nello stesso tempo. Questo può essere un problema difficile per i profani, ma è molto facile a capirsi da qualunque Indù, anche se non è un mistico.
I segreti della luce astrale, insieme ad altri, resteranno inesistenti per i materialisti della nostra era, esattamente come l’America era solo un mito, inesistente per gli europei durante la prima parte del medio evo, mentre gli scandinavi e norvegesi l’avevano già scoperta e raggiunta e vi si erano stabiliti parecchi secoli prima. Ma così come giunse Colombo a scoprirla di nuovo e costringere il vecchio mondo a credere all’esistenza di paesi esistenti agli antipodi, così verranno alla luce scienziati che scopriranno le meraviglie che gli occultisti affermano essere nelle regioni dell’etere, con i loro diversi e multiformi abitanti e le loro coscienti entità. Un giorno, la scienza dovrà in ogni caso accettare la vecchia superstizione, così come è già stata costretta ad accettarne altre.
Ed allora, i suoi illustri eruditi, giudicando passate esperienze, come ad esempio mesmerismo e magnetismo, ora ribattezzato col nome di ipnotismo, adotteranno la cosa e respingeranno il nome.
La scienza del nuovo nome dipenderà dai « modi del movimento », ad anche probabilmente, dall’ultimo pasto consumato da colui che quel nome fornirà. Infatti secondo il fondatore del nuovo schema Hylo-Idealistico, «il processo cerebrale è genericamente il medesimo della chilifìcazione ». In questo modo se si dovesse credere a questa assurda proposizione, il nuovo nome della verità arcaica dovrebbe dipendere dall’ispirazione gastrica del padrino, e solo allora tali verità potrebbero avere la possibilità di diventare scientifiche!
La verità però, nonostante che sia spiacevole alla maggioranza, è genericamente cieca, ed ha sempre avuto i suoi difensori pronti a morire per lei, e non saranno certo gli occultisti a protestare contro la sua adozione, sia pure sotto un qualsiasi nome. Tuttavia fino a quando essa non si imporrà alla scienza, molte verità occulte saranno interdette come è accaduto con i fenomeni degli spiritisti. Infine i suoi ex diffamatori se ne approprieranno senza il minimo riconoscimento o ringraziamento. La conoscenza dell’azoto ha accresciuto notevolmente le cognizioni chimiche, ma Paracelso che l’ha scoperto è chiamato ancora ciarlatano. Sono dunque vere le parole scritte da H. T. Buckle nella sua ammirevole « Storia della civiltà»:
« Per merito di circostanze ancora ignote, di tempo in tempo si mostrano grandi pensatori che, consacrandosi ad un unico scopo, sono nella possibilità di anticipare il progresso dell’uomo e di fondare una religione o una filosofia attraverso cui sono prodotti, alla fine, effetti di grande importanza. Ma se noi diamo uno sguardo alla storia ci accorgeremo che per quanto l’origine di una nuova credenza sia dovuta ad un singolo individuo, il risultato generato da essa dipenderà dalle condizioni del popolo in cui troverà la sua diffusione. Se una religione o una filosofia vengono formulate troppo in anticipo per una nazione, è necessario attendere un certo periodo di tempo perché siano opportunamente utilizzate, dovranno cioè aspettare fino a quando le menti degli uomini saranno mature per accoglierle... Ogni scienza, ogni fede ha avuto i suoi martiri.
Secondo il corso normale delle cose trascorrono generazioni, fino a quando non viene il periodo in cui le stesse verità sono considerate come fatti normali, e successivamente viene un altro periodo in cui sono dichiarate necessarie, ed