Corsicana. Fiabe corse
Di Antoni Arca
Descrizione
Né c’era una volta né una volta ci sarà, ma direttamente nella storia, subito nel presente. Così erano le fiabe raccontate in Corsica alla fine dell’Ottocento. Immediate e schiette come la gente che le narrava.
Queste raccolte nel libro, sono solo alcune delle centinaia di fiabe che i corsi regalano ancora oggi a piccini e a grandi di tutte le età. Un sincero omaggio che gli orgogliosi isolani fanno a tutto il mondo, consapevoli e convinti del fatto che vivere nelle isole non ha mai significato vivere isolati dal flusso delle storie.
Età: dai 3 anni in su.
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Corsicana. Fiabe corse - Antoni Arca
Antoni Arca
Corsicana
Fiabe dell’Ottocento corso
Illustrazioni di Patricia Satta
ISBN 978-88-7356-871-1
Condaghes
Indice
Premessa
Fiabe corse
Pedilestu e Mostaccina
Le scarpe di Catarinella e l’anello incantato del re
Le mele di Maria e i fili d’oro
L’acqua della rosa e le tre arance
Il bastone del poveruomo
L’asino di denari e l’uccellino blu
Arpalionu
Antonarello
L'Autore e l'Illustratrice
La collana Il Trenino verde
Colophon
Premessa
Le otto fiabe sono ispirate a 16 novelle del repertorio di Ortoli, raccolto tra il 1881 e il 1882 (Frédéric Ortoli, Les Contes populaires de l’Île de Corse. Tome XVI de la collection Les littératures populaires de toutes les nations. Paris: Maisonneuxe et Larose, 1883) e raccontate da Rosalinda Mattei di Zoza di Tallano (Pedilestu e Mustaccina), dalla signora Marini, dalla signorina Adelaide d’Alma e dalla signora Margherite Colonna di Porto Vecchio (Le scarpe di Catarinella e l’anello incantato del re), ancora dalla signorina Adelaide di Porto Vecchio e dalla signorina Marie Ortoli di Olmiccia di Tallano (Le mele di Maria e i fili d’oro), ancora dalla signora Marini di Porto Vecchio e da Rosalinda Mattei di Zoza di Tallano (L’acqua della rosa e le tre arance), ancora dalla signorina Adelaide (Il bastone del poveruomo), dal signor Antoine Joseph Ortoli di Olmiccia di Tallano (L’asino di denari e l’uccellino blu e Arpalionu), e ancora dalle signorine Adelaide, Rosalinda Mattei, signora Marini e signora Margherita Colonna (Antonarello).
Ma non avrei mai potuto leggere queste fiabe se Patricia Satta non le avesse tradotte e me ne avesse fatto dono al rientro da uno dei suoi viaggi di studio in Corsica. Grazie Patricia.
Antoni Arca
FIABE CORSE
Pedilestu e Mustaccina
Il gattino Pedilestu e la gattina Mustaccina trovarono in soffitta due sacchi: uno colmo di noci e un altro colmo di mandorle. Felici e affamati, Pedilestu e Mustaccina saltarono sui sacchi; ma, mentre il gatto stava per dire: – Attenta, Mustaccina, le mandorle non si possono mangiare senza averle prima rotte con un sasso! – la gattina ne aveva già ingoiata una e boccheggiava mezzo soffocata.
Preoccupatissimo, Pedilestu capì che se non avesse fatto qualcosa subito, la sua amica sarebbe morta.
Ci pensò su e si rese conto che se fosse riuscito a renderle la gola più scivolosa, il duro guscio della mandorla sarebbe finito direttamente nello stomaco. E che cosa c’era di più untuoso e scivoloso di quel bel pezzo di lardo conservato in cucina?
Quindi corse velocemente verso la credenza delle provviste; ma lo sportello era chiuso.
– Sportello apriti, che devo prendere il lardo per ungere la gola di Mustaccina, che altrimenti morirà strangolata per colpa di una mandorla.
– Vai dal fabbro e chiedigli che ti faccia una nuova chiave – disse lo sportello.
Pedilestu corse all’officina del fabbro.
– Fabbro fammi una chiave nuova, che devo aprire lo sportello e prendere il lardo per ungere la gola di Mustaccina, che altrimenti morirà strangolata per colpa di una mandorla.
– Vai dal pastore e fatti dare il denaro per comprare il ferro – disse il fabbro.
Pedilestu corse alla fattoria del pastore.
– Pastore, dammi il denaro per il fabbro, che mi darà una chiave nuova per aprire lo sportello e prendere il lardo per ungere la gola di Mustaccina, che altrimenti morirà strangolata per colpa di una mandorla.
– Vai dalle mucche e fatti dare il latte per il formaggio – disse il pastore.
Pedilestu corse dalle mucche al pascolo.
– Mucche datemi il latte per il pastore, che ne farà formaggio per avere denaro per il fabbro, che mi darà una chiave nuova per aprire lo sportello e prendere il lardo per ungere la gola di Mustaccina, che altrimenti morirà strangolata per colpa di una mandorla.
– Vai dal prato e fatti dare l’erba – dissero le mucche.
Pedilestu corse verso il punto più verde del prato.
– Prato dammi l’erba per le mucche, che devono dare il latte al pastore, che ne farà formaggio per avere denaro per il fabbro, che mi darà una chiave nuova per aprire lo