Nati per viaggiare
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Book preview
Nati per viaggiare - Associazione Testi&testi
viaggiatore
Presentazione
Angelo Annè ed Enrico Martina - Presidenza Testi&testi
Settima edizione di Fuori dal cassetto
, settimo volume con i racconti, le poesie e le fotografie inviatici dai nostri autori. Nelle presentazioni dei volumi degli anni scorsi è stato detto un po' tutto circa il concorso, il modo in cui è nato e cresciuto nel tempo, l'impegno, le discussioni e le scelte fatte per arrivare fino a qui. Anche quest'anno ci sarebbe tanto da dire ma abbiamo deciso di lasciare spazio ai nostri autori, perché siano i protagonisti assoluti del nostro amato concorso. Non ci dilungheremo oltre, dunque, descrivendo il nostro lavoro di organizzatori, ma tracceremo un sintetico profilo dei nostri nati per viaggiare
, narratori, poeti e fotografi di viaggio selezionati per voi dalla nostra giuria.
Nicolina Ros, dalla provincia di Pordenone, si aggiudica la sezione narrativa con Il viaggio della vita, racconto-testimonianza dell'unico superstite del naufragio della nave Galilea durante la Seconda guerra mondiale. Appassionata di pittura, filosofia e letteratura, ha ottenuto numerosi riconoscimenti in Italia e all'estero, la laurea honoris causa in letteratura nel 2014 e il riconoscimento al merito culturale nel 2008 da parte dell'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano grazie all'opera OPZIONE ITALIANI! Può bastare?
Vive a Taranto invece Federica Gentile, studentessa di Filosofia all'Università del Salento e collaboratrice di diversi periodici culturali, seconda classificata con Che fine ha fatto il Colosseo? una riflessione sul cambiamento introdotto dalla tecnologia nelle nostre vite.
Non abbiamo mai incontrato di persona l'alessandrina Silvia Vigliotti (ma conosciamo perfettamente il suo talento di autrice), quest'anno terza classificata con La nona onda, ma già vincitrice in ben due occasioni della sezione narrativa del nostro concorso.
Michelle De Pasquale, tarantina, studentessa di Scienze della Comunicazione, si aggiudica il premio TalentItalia
con L'aeroporto, affrontando un tema purtroppo di grande attualità, quello del terrorismo, con una prospettiva del tutto particolare.
La sezione poesia può contare su un gruppo altrettanto assortito di autori. Partiamo da Nunzio Industria, poeta napoletano, già pubblicato in diverse antologie collettive e con all'attivo moltissimi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Con Piccole boe ci invita alla riflessione ispirandosi al dramma dei piccoli migranti che si scontrano contro un muro di coscienze indifferenti.
Salvatore Antonio Leone, catanese di origine, ottiene il secondo posto con Viaggi non attesi, i cui versi sono ispirati al suo viaggiare nell'Italia centrale e settentrionale e ai suoi incontri con tante persone rimaste nel suo cuore.
Terza classificata con Strade Ambra Proto, poetessa di Chieti, selezionata nel 2015 da Mogol in persona come vincitrice di una borsa di studio per la frequenza della sua scuola per autori.
Infine la sezione fotografia che ha visto vincitrice Valentina Serra, da Galatina (Lecce), con Il viaggio del futuro, un'immagine in cui la protagonista si incammina verso una nuova vita con la speranza in un futuro migliore. Seconda classificata l'immagine dal titolo Il ritratto del ricordo scattata da Marina Guida e Alessia Caputo, un viaggio nel ricordo di una vita vissuta. Terza classificata, infine, la foto di Carlo Cattaneo, fotografo di Bregnano (Como), dal titolo Il viaggio, in cui il passaggio di un treno gli permette di cogliere l'occasione per mostrare una grande padronanza della tecnica fotografica.
Nel volume, come potrete vedere, trovano spazio molti altri autori, ognuno con il proprio stile narrativo e con una propria interpretazione del tema del viaggio. Ma giunti a questo punto a noi non resta che darvi appuntamento alla prossima edizione e augurarvi buona lettura.
Introduzione
Marcello Aprile
Qualche mese fa, su impulso di e in collaborazione con uno studente di Lettere molto attivo, Annibale Gagliani, abbiamo organizzato un seminario in cui sono stati chiamati a raccolta narratori dal Salento. Tarato il fatto che probabilmente il numero degli assenti era almeno grande quanto quello dei presenti (era idealmente con noi, per esempio, un narratore straordinario come Daniele Rielli, che però materialmente non c'era), abbiamo riempito di energie un lunghissimo tavolo in cui, per un'intera mattinata, con turni molto serrati, hanno parlato della loro esperienza un bel gruppo di scrittori con almeno un romanzo pubblicato a testa, e spesso di più. Qualcuno veniva peraltro dal nostro concorso, quello di cui oggi avete per le mani questo libro. Dal giallo al romanzo di formazione, dal realismo magico all'autobiografia ciascun autore aveva un mondo da aprire a chi lo volesse leggere. E ci sono casi editoriali interessanti, di autori che cominciano, se non a vivere di scrittura, a registrare dati di vendita interessanti anche sul piano nazionale.
C'è quindi molta gente che scrive (le tantissime domande di partecipazione al nostro concorso lo testimoniano), e quindi occorre che in proporzione aumentino anche quelli che leggono: altrimenti si rischia l'autoreferenzialità. I dati Istat relativi al 2015 (impossibile che in così poco tempo la situazione sia cambiata) parlano finalmente di un dato stabile di lettori rispetto agli anni precedenti, in cui il calo era leggero ma costante. La concorrenza degli audiovisivi e di Internet, di per sé non un dato negativo, pesa eccome. Abbiamo sempre pensato che un libro e un film, un libro e una serie tv, un libro e una sessione in rete non siano alternativi ma complementari. E sarebbe bene che lo fossero sempre di più nella coscienza collettiva. Tra l'altro, l'Istat dimostra che questa è una verità sacrosanta: chi legge fa anche in media più sport, più attività culturali, e naviga anche di più in rete di quanto facciano gli altri.
Ci preoccupa che una famiglia su dieci non abbia neanche un libro in casa: la maltrattatissima scuola può fare molto in proposito. Però un terzo delle famiglie ha più di cento libri, e può fare da traino per molte cose. Le ragazze leggono di più, e va bene così. I giovani tra i quindici e i diciassette anni leggono di più delle altre fasce, e va benissimo così, sperando che continuino. Al sud si legge pochino, e non va bene. I libri online o gli ebook non sono molto popolari, e non sapremmo se è una cosa buona o cattiva, affezionati come siamo alla carta da sfogliare e da riporre in una libreria quando si è finito di leggere (e poi, se capiti su un'isola deserta, a che ti serve un tablet? Un libro, invece…); ma se l'ebook è il prezzo da pagare perché si legga di più siamo prontissimi a pagarlo.
Insomma, i dati sono in chiaroscuro, ci raccontano una cosa positiva e una negativa, una realtà a macchia di leopardo in cui, tra l'altro, si inserisce un dato a cui nessuno di noi avrebbe pensato: un terzo dei cittadini stranieri sul suolo italiano legge libri, spesso nella lingua che fu di Dante; che tra qualche anno questa percentuale superasse quella dei pigri cittadini della penisola sarebbe sorprendente, ma solo fino a un certo punto.
Veniamo a noi. In quest'edizione di Fuori dal cassetto
la quantità e la qualità media dei racconti e delle poesie cresce ancora una volta rispetto al passato, qualificando il concorso come un punto di riferimento nel panorama nazionale. Avanziamo piano ma stabilmente. Gli italiani di altre regioni cominciano ad accorgersi che i nostri autori ci portano in un viaggio virtuale nella terra del presente, ma anche in qualche caso in quella del passato (abbiamo, per così dire, dei racconti storici di viaggio) o in lande inesistenti o surreali (in cui magari il Colosseo sparisce…). È venuto così il momento di lasciarvi in compagnia dei nostri autori: preparate la borsa, e non dimenticate di metterci un libro.
Il viaggio della vita
Nicolina Ros
Salpammo da Patrasso il 28 marzo 1942, alle ore 13:00.
Ci scortavano cinque torpediniere e alcuni aerei da caccia che ci seguirono fino al sopraggiungere del crepuscolo. Il cielo a quel punto, greve di nubi minacciose, non presagiva nulla di buono.
La navigazione proseguiva regolarmente nonostante le frequenti esplosioni di bombe di profondità sganciate dal convoglio per prevenire attacchi da parte di sommergibili inglesi. Alle ore 18:30, appena superato Capo Ducati, cominciò a piovere. Ben presto la precipitazione aumentò e comparvero banchi di foschia marina portati da vento a raffiche.
Alle 19:00 il convoglio, lasciato la formazione in linea, si divise in due file con la Viminale di testa a destra e la Galilea, su cui ero imbarcato, a sinistra, distanziate l'una dall'altra di circa seicento metri. Pur procedendo nella più completa oscurità, non passò inosservato al sommergibile inglese HMS Proteus. Il piroscafo Piemonte evitò per un soffio un siluro lanciato dal sommergibile, riuscendo a salvarsi.
Il caporal maggiore Luigi allora aveva ordinato, a quelli che come me stavano sul ponte, di seguirlo sottocoperta. Saremmo stati al riparo dalla violenza della pioggia che aumentava e dal vento che, come a volerci rapire, ci scuoteva come fossimo fuscelli. Il mare pareva un drago con le fauci spalancate, pronto a ghermirci.
Mi ero accucciato invece, stringendomi allo zaino, accanto alla postazione della mitraglia. Qualcosa d'imprescindibile mi suggeriva di non scendere con lui e alla fine aveva rinunciato, ma preteso che ci togliessimo scarpe e pantaloni: questo perché, se fossimo caduti in acqua, le scarpe e i pantaloni si sarebbero riempiti d'acqua trascinandoci subito a fondo. Ci ordinò altresì di indossare il giubbotto di salvataggio.
Io eseguii l'ordine e infilandolo legai la cinghia del giubbotto con la cintura dei