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È l'Amore che ci sceglie
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È l'Amore che ci sceglie

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About this ebook

Valery è una ragazza giovane, bella e abituata ad avere sempre tutto quello che desidera, ma il Destino non aspetta altro che metterla davanti alla scelta più difficile della sua vita: se stessa o l'Amore?
LanguageItaliano
Release dateFeb 18, 2018
ISBN9788827572344
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    È l'Amore che ci sceglie - Francesca Malusa

    SCEGLIE

    A ZEUS

    Voglio dedicare questa storia a chi ha cambiato davvero la mia vita, a chi è stato capace di insegnarmi cos’è l’Amore vero, quello al di là dei limiti umani, quello che ci riempie il cuore senza chiedere nulla indietro;

    Al mio cane, che non ha nemmeno idea di che cosa stessi facendo al pc, quando scrivevo: a lui, che mi ha aperto gli occhi e li ha riempiti di cose belle.

    CAPITOLO 1 – GLI ESAMI

    Valery era appena uscita da scuola e camminava verso il cancello dove aveva chiuso la sua bicicletta, così da poter tornare a casa per pranzo.

    Erano gli ultimi giorni della quinta, a breve avrebbe avuto gli esami per confermare la sua maturità e poter passare alla vita universitaria che tante volte aveva immaginato: andarsene da casa, un appartamento tutto per lei e per le sue amiche, tanti nuovi amici, solo materie che amava e una vita tutta nuova.

    Lei e le sue amiche avevano pensato bene di scegliere facoltà diverse ma che fossero tutte nella stessa città così da poter andare a vivere insieme, chi con il proprio fidanzato, chi da sola, come Valery, che sperava in fin dei conti di conoscere l’Amore proprio lì, all’Università.

    Ale aspettami! Valery stava chiamando a gran voce il suo compagno di classe che, abitando vicino a lei, solitamente l’aspettava per far ritorno insieme.

    Tolse il lucchetto alla bicicletta e corse verso di lui che aveva già attraversato la strada.

    Vale non ho voglia! Disse seccamente Alessandro.

    Che c’è?

    Ma niente...

    E’ per italiano? Guarda che quella è una stronza! Non aveva detto che avrebbe interrogato e poi per essere uscito a sorpresa sapevi fin troppo...

    Si beh, il 4 me lo ha messo lo stesso! L’ultimo voto dell’anno! Ma ti rendi conto?

    Probabilmente è stufa anche lei ma soprattutto è una gran troia.

    Già. Dovrebbe farsi una scopata ogni tanto... invece che rompere i coglioni a me. Vabbè. Andiamo a mangiare va, che sennò qua faccio la pazzia. Concluse Alessandro.

    Entrambi si diressero verso casa attraversando le vie principali trafficate dagli studenti che in quella stessa ora uscivano dalle classi per ritornare alle loro case.

    Si riversavano nelle vie della città con tale foga da non dare spazio alle auto che, con il tempo, avevano imparato a non immettersi nel circolo della cittadella dello studio per non rimanerci bloccate.

    Alessandro rimase muto per il resto del tragitto e Valery non poté far altro che far silenzio insieme a lui.

    Capiva benissimo come potesse sentirsi, negli ultimi giorni di un percorso così lungo si hanno i nervi a fior di pelle e si comincia a pensare che i voti poi qualcosa contino e che a breve ci sarà una prova ben più difficile da affrontare, una prova per la quale ci si sarebbe dovuti preparare per tutti i precedenti cinque anni.

    Arrivarono davanti al cancello della villetta bifamiliare che le loro famiglie condividevano ed entrarono per mettere giù le bici.

    Floppy, il cane di Valery, corse subito incontro ai due ragazzi e fece loro un sacco di feste.

    Era un bel cane bianco macchiato di caffellatte e le sue zampine sporche di erba sollevarono un po’ il morale di Ale.

    Sai che ti dico? Cominciò lui, fanculo alla Moris, io all’Università non ci vado! Che mi diano il voto che vogliono, io l’anno prossimo vado in viaggio!

    Si Ale rise Valery grattando la pancia di Floppy che nel frattempo si godeva le coccole nell’erba fresca, e poi chi me la costruisce la casa? Te fregatene e vai a fare Architettura. Poi vedrai che i viaggi ce li facciamo io e te!

    Suonava quasi come una promessa ma Alessandro sapeva che Valery non l’avrebbe mai mantenuta, lei voleva fare Veterinaria e non avrebbe mai trovato il tempo per staccare dal mondo per un anno intero.

    Nemmeno dopo la maturità sarebbe riuscita ad uscire, il test d’ingresso le stava portando via le forze ancora prima di aver concluso il Liceo, ma in fin dei conti lei sapeva bene che non avrebbe potuto fare altro nella vita che salvare delle vite, le vite più deboli.

    Io vado dentro, ci vediamo dopo per finire astronomia così almeno abbiamo finito le materie per la terza prova, ok? Propose Alessandro dimostrando ancora un po’ d’interesse per la scuola.

    Anche se forse un po’ obbligato.

    Valery lo salutò ed entrò in casa seguita dallo scodinzolio cantilenante di Floppy.

    Come ogni giorno accese l’acqua per la pasta e ne preparò un po’ per lei e un po’ per il suo unico compagno di vita che divorò gli spaghetti ancora prima che si fossero raffreddati.

    I suoi genitori lavoravano per la Banca e pranzavano fuori tutti i giorni, per questo spesso, negli anni passati, aveva trascorso i pomeriggi con Alessandro, ma diventata grande aveva preferito arrangiarsi da sé e tenere quell’abitudine per le occasioni più importanti.

    La sera, invece, la famiglia si riuniva completa e sua madre cucinava per lei le delizie che più amava per compensare, in qualche modo, a quella mancanza dovuta al lavoro.

    A Valery, in realtà, non era mai pesato e le era sempre piaciuto starsene a casa da sola; spesso aveva invitato le sue amiche per poi studiare insieme e quando voleva portare qualche ragazzo nella sua stanza non doveva mai chiedere il permesso ai suoi.

    Ale spesso aveva dovuto coprirla alzando il volume della TV per non far sentire ai suoi che cosa combinasse con il suo ragazzo del momento.

    Era molto bella.

    Valery era una di quelle ragazze con la pelle chiara e liscia e i capelli bruni di natura con quelle sfumature bionde che si intensificano al sole.

    Aveva gli occhi verdi e le labbra carnose e, sebbene non avesse un fisico mozzafiato, nessuno si accorgeva ché del suo viso e dei lineamenti armoniosi del suo corpo.

    Lavò i piatti e si mise a guardare la TV nella sala che aveva aperto al giardino così che ne entrasse quell’aria estiva dei primi giorni di Giugno.

    Floppy si addormentò subito sul tappeto vicino ai suoi piedi e lei sentì il gran bisogno di riposare un po’.

    La svegliò Ale qualche ora più tardi che, entrando dal giardino, si era fermato a guardarla per un po’.

    Stava appoggiata al cuscino del divano con le labbra dischiuse e le lunghe ciglia ben appoggiate alle guance. Il trucco le era caduto un po’ a causa delle lunghe ore della mattinata ma questo non disturbava per niente il suo viso addormentato. La canottiera bordeaux scopriva un po’ il seno destro e Alessandro ripassò velocemente con la mente tutte le volte che aveva visto quel seno perfetto e sentì quel familiare brivido che ormai da troppo tempo aveva imparato ad ignorare.

    Ehi Vale... Sveglia... La scosse un po’ e lei aprì gli occhi.

    Ale... Oddio mi sono addormentata. Che ore sono?

    Le quattro, non hai dormito granché. Hai mangiato?

    Si si... Floppy?

    L’ho visto in giardino cercare di acchiappare le margherite. Studiamo?

    Ma si certo. Ti spiace se mi faccio una doccia? Sono appiccicosa e così almeno mi sveglio...

    No vai tranquilla, mi metto a ripassare ad alta voce mentre te la fai così mi correggi?

    Va bene! Andiamo su. Valery socchiuse la porta del giardino così da lasciar entrare soltanto il cane e salì al primo piano insieme ad Ale.

    La camera di lei era in fondo al corridoio ed aveva un bagno tutto per sé.

    Il muro era a contatto con quello della camera di Alessandro e da bambini si erano fatti costruire una porta che le collegasse così che potessero giocare insieme in qualsiasi momento senza dover uscire di casa.

    Quella porta non era mai stata coperta ma negli ultimi anni era sempre rimasta chiusa a chiave se non per quelle poche volte che i due ragazzi vi passavano per guardare un film insieme o per allargare la stanza e farci stare gli amici in comune.

    Erano come fratello e sorella, nessuno avrebbe mai supposto niente di equivoco.

    Ale si sedette nel letto di Valery e aprì il libro Principio di Stelle e cominciò a cercare i capitoli da ripassare.

    Valery si tolse i calzini e cominciò a sfilare i jeans, senza di questi camminò per la stanza cercando un elastico con cui legare i capelli prima della doccia e quando lo trovò le si scoprì il sedere nel tentativo di creare una coda molto alta.

    Tolse la canottiera e si diresse verso il bagno quasi completamente nuda.

    Era come se Alessandro non ci fosse e nemmeno si accorse che aveva smesso di ripetere il ciclo vitale di una Super Nova. In fin dei conti lei quelle cose le sapeva già e ascoltava Ale solo per aiutarlo a prepararsi meglio.

    Solo quando accese l’acqua fresca Ale ricominciò a studiare.

    Ma quindi alla fine rilascia tutti gli elementi? Gridò dalla camera verso il bagno.

    Si certo, quando vengono rilasciati tutti i gas! E poi che succede? Rispose lei.

    Poi il pezzo che resta è nero e vaga per lo Spazio...

    Si, magari detto meglio, ma si. Rise riempiendo la stanza del profumo del suo bagnoschiuma.

    Quando uscì dalla doccia si sentì molto più sveglia e l’aria le parve subito più fresca, si avvolse l’asciugamano dal seno in giù ed andò a sedersi vicino ad Ale.

    Proviamo a ripetere le teorie della creazione, tutte e tre propose bagnando leggermente la pagina con le dita ancora umide.

    Ale cercava di concentrarsi sul discorso da fare e, provando a non guardarla, fissò i vestiti gettati a terra poco prima e non poté fare a meno di pensare a tutti i ragazzi che avevano potuto sfilare quella canottiera e sfiorare quella pelle fresca che stava riempiendo la stanza con il suo profumo.

    I giorni degli esami passarono molto più in fretta di quello che avrebbero pensato.

    Valery sedette insieme alle sue amiche e cominciarono con il tema di italiano, poi matematica, poi la terza prova in cui la sorpresa lasciò il posto alla disperazione per la filosofia che male avevano studiato durante l’anno e infine toccò alla prova orale.

    Vale veniamo a vederti? Chiese Maja la sera prima dell’orale.

    Ma certo che andiamo a vederla! Le rispose Vittoria, ma Valery aveva già detto loro che non le sarebbe cambiato granché per cui disse soltanto: Fate come volete ragazze, tanto andrà di merda lo stesso...

    Beh, poi beviamo!

    Questo era scontato! Non uscirò da lì senza una sbronza stratosferica... Esordì Vale.

    Sua madre sarebbe andata a vederla ed era molto felice di vedere la sua bambina maturare così, l’aveva aiutata con la tesina e l’aveva ascoltata mille volte ripetere lo stesso discorso ed accendere le stesse immagini.

    Quella mattina si svegliò presto, scese le scale e fece colazione. Sua madre l’aspettava già vestita e Valery indossò una camicetta in velo crema con la stampa di uccellini in volo, dei jeans blu e delle sneakers panna; un filo di eyeliner e po’ di blush pesca.

    Stai molto bene vestita così, hai tutto? Le chiese sua madre prima di uscire.

    Avrebbe portato con sé anche Floppy che per l’occasione era stato ripulito della terra con cui amava andare a dormire.

    Sarebbe stato buono, seduto ad ascoltare la sua Valery parlare di come si dovrebbe fare per dare la giusta vita ad ogni essere vivente.

    Cominciò con la frase:

    "L’idea che alcune vite valgano meno di altre è la radice di tutto ciò che c’è di sbagliato al mondo."

    Paul Farmer

    In queste occasioni si dimostra sempre la divisione netta di cui soffre l’umanità: alcuni professori della commissione si innervosirono parecchio alla vista delle immagini sanguinolente rivelatrice di una scomoda verità nascosta dentro agli allevamenti intensivi del mercato della carne; altri ne rimasero scioccati e alla fine annunciarono che meglio si sarebbero informati e che forse nell’ignoranza stava proprio tutto il dolore commesso dagli uomini.

    Ne derivò un’accesa discussione tra colleghi alla quale parteciparono anche Valery e sua madre che, fiera delle idee e dei principi con cui la figlia era cresciuta, sperava che non si litigasse proprio all’orale della maturità.

    Valery fu molto felice di come proseguì poi l’esame che si concluse con la fatidica domanda sulla facoltà che avrebbe scelto l’anno successivo.

    Complimenti signorina. La salutò il capo della commissione con una stretta di mano.

    Prese la chiavetta USB che aveva usato per la presentazione della tesina, raggruppò i libri che aveva sparso per la stanza e voltandosi guardò lo sguardo fiero di sua madre che si alzò e salutò la commissione insieme alla figlia.

    Maja e Vittoria avevano seguito il colloquio da fuori insieme ad altri disperati ragazzi a cui sarebbe toccato nei giorni successivi.

    Sei stata grande Vale! Sussurrò Maja stringendo forte l’amica.

    Valery si lasciò trascinare dal vortice delle domande e presto si ritrovò nel cortile della scuola.

    Ragazze mamma mia! Sono distrutta! Cominciò lei, non vedo l’ora di farmi una dormita... cazzo... HO FINITO! Gridò.

    Era entusiasta e legò subito i capelli in una coda scomposta che la faceva apparire ancora più bella e finalmente rilassata.

    Dai Vale! Te sei fuori finalmente! E anche la Maja... solo io sono sfigata e l’ho tra due giorni! Piagnucolò Vittoria che tra le amiche era rimasta l’ultima a dover affrontare l’orale.

    Dai Vitty, che sabato dimentichiamo anche chi siamo!

    Ragazze... La madre di Valery era rimasta ad ascoltare le ragazze, sono qui... vediamo di non esagerare...

    Dai mamma, scherziamo! La rassicurò Valery.

    Beh, io torno al lavoro tesoro, sono così felice per te... le diede un bacio sulla guancia, và e festeggia. Noi festeggeremo ‘sta sera! E si avviò verso la macchina.

    Vale vuoi una cicca? Disse Sara, un’altra compagna uscita con loro.

    Si, Sara, ti prego! Aspetta che mia madre vada però eh...

    Eccerto! Mica ti metto nei casini.

    Prese il pacchetto di cartine e con un movimento velocissimo fece quattro sigarette, una per ogni ragazza.

    Le accesero e si sedettero sul muretto accanto ai pini silvestri che regalavano loro un po’ di ombra.

    Fa caldo eh! Floppy avrà anche sete... Iniziò Valery, ragazze andiamo da me così lo libero in giardino e noi stiamo al fresco? Musica, ordiniamo cinese e chiamiamo gli altri!? Il cane era rimasto tranquillo fino ad allora, aveva ascoltato silenzioso la sua amica e aveva scodinzolato allegro quando le avevano fatto i complimenti nel cortile, sdraiandosi nella pietra fresca ai piedi di Valery.

    Ma certo! Chiamo Giulio e Claudio che sono a casa. Disse Maja allontanandosi.

    Io passo, vado a ripassare che sennò qua mi viene l’ansia!

    Ok Vitty, ci vediamo dopo il tuo esame!

    Alessandro è in casa? Chiese improvvisamente Sara.

    Si si, si prepara per domani ma se vuoi gli dico di pranzare con noi.

    Ma che... ma no!

    Dai Sara! Lo chiamo? la canzonò, ammiccando.

    Vabbè, se insisti... io non ho mica detto niente! Sara era un po’ imbarazzata ma con il

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