Patria
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Il lavorio della mente umana si rivela inoltre nell’associare significati concreti e significati astratti, in un gioco indefinito di associazione e variazione di significati/idee. Patria non ha femminile, e però alla serie appartiene la coppia patrimonio/matrimonio.
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Book preview
Patria - Francesco Bruni
Francesco Bruni
Patria
Volumi pubblicati:
Francesco Bruni, Patria. Dinamiche di una parola
Alessio Cotugno, Dal Risorgimento al Rinascimento. Una traiettoria
Di prossima pubblicazione:
Federico Faloppa, Crisi
© 2017, Marcianum Press, Venezia
Marcianum Press
Edizioni Studium S.r.l.
Dorsoduro, 1 - 30123 Venezia
t 041 27.43.914 / f 041 27.43.971
marcianumpress@marcianum.it
www.marcianumpress.it
Progetto grafico e impaginazione Tomomot, Venezia
ISBN 978-88-6512-547-2
ISBN: 9788865125472
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
PROFILI
DI PAROLE
1
Profili di parole
a cura di Alessio Cotugno
Questa serie si rivolge a un lettore colto ma non necessariamente specialista, al quale offre agili monografie che illustrano vita e avventure
di parole appartenenti al vocabolario intellettuale italiano di base e che interessano la vita personale e associata del nostro tempo. I profili tracciati consentiranno di cogliere relazioni, apparentemente poco prevedibili, tra parole assai diverse nella forma o nel significato ma che fanno parte di una comune serie linguistica (è il caso, per es., di politica e polizia) o sono semanticamente affini (come Risorgimento e Rinascimento). Alla costante attenzione per i testi e i contesti si associa lo sforzo di comunicare i significati veicolati dalle parole in un linguaggio piano ma non piatto, denso ma cordiale e coinvolgente, senza sfoggio di specialismi e combinando il rigore dell’indagine con l’affabilità dell’esposizione. Come intende suggerire il titolo della serie (che richiama a sua volta quello di una raccolta di saggi di Bruno Migliorini, padre nobile degli studi di Storia della lingua italiana), delle nostre parole non si azzarderà un ritratto a tutto tondo, ma se ne tracceranno i contorni essenziali, con l’attenzione rivolta alle tappe più significative della loro biografia. Può valere per queste microstorie
di parole il richiamo al progetto sognato da Louis Lambert, eroe dell’omonimo romanzo di Honoré de Balzac (1832): «Spesso […] ho compiuto viaggi meravigliosi negli abissi del passato a bordo di una parola, come un insetto che galleggi sopra a un filo d’erba in balia del fiume. Partito dalla Grecia, arrivavo a Roma e attraversavo la distesa delle epoche moderne. Che libro meraviglioso si potrebbe comporre narrando la vita e le avventure di una singola parola! È probabile che ogni vocabolo sia stato modellato dalle diverse occasioni in cui se n’è fatto uso e, secondo i luoghi, abbia significato concetti differenti […]. Ma non è forse così per ogni parola? Tutte sono impregnate di un potere vitale che ricevono dall’anima, a cui lo restituiscono in virtù dei misteri di un’azione e reazione meravigliose tra parola e pensiero».
La serie Profili di parole si affida a un procedimento di valutazione secondo i criteri della peer review . Ogni manoscritto è pubblicato dopo il parere favorevole di un revisore scelto all’interno del Comitato scientifico e di un revisore esterno. La valutazione si svolge nel rispetto del reciproco anonimato fra autore e revisori.
Direzione scientifica
Alessio Cotugno (Università Ca’ Foscari Venezia)
Comitato scientifico
Marcello Barbato (Università di Napoli L’Orientale
)
Francesco Bruni (Università Ca’ Foscari Venezia)
Rita Librandi (Università di Napoli L’Orientale
)
Diego Poli (Università di Macerata)
Francesco Senatore (Università degli studi di Napoli Federico II
)
Luca Serianni (Università di Roma Sapienza)
Francesco Bruni
Patria
Dinamiche di una parola
Avvertenza
Questo lavoro reimpiega gran parte del mio articolo Patria
, in «LID’O», VII, 2010, pp. 35-57, riorganizzato completamente e ampliato. Segnalo alcuni termini tecnici: significante ‘la successione di suoni’ di cui si compone la parola; significato ‘il senso della parola’ che il significante trasmette al destinatario; semantica ‘il significato, e lo studio del significato di una parola’; campo semantico (‘raccolta di parole che esprimono significati uguali o prossimi’); occorrenza (‘l’impiego di una parola in un discorso, orale o scritto’) e cooccorrenza (l’impiego di due parole diverse nello stesso discorso, orale o scritto’); famiglia lessicale (‘l’insieme delle parole che si riconducono a un’unica parola o radice’). Il corsivo segnala che una parola è citata come tale (spesso in questa esposizione si scrive in corsivo patria ); l’uso degli ‘apici’ segnala la definizione di una parola.
Per l’italiano ho usato alcuni dizionari in volume unico e Manlio Cortelazzo-Paolo Zolli, DELI - Dizionario etimologico della lingua italiana, nuova edizione a cura di Manlio Cortelazzo-Michele A. Cortelazzo, Bologna, Zanichelli, 1999; Nicolò Tommaseo-Bernardo Bellini, Dizionario della lingua italiana,Torino, Unione Tipografico-Editrice, 1865-1879, 4 voll. in 8 tomi (uso la riproduzione in 20 voll., Milano, Rizzoli, 1977 e l’edizione in formato elettronico edita a Bologna, Zanichelli, 2004); Grande dizionario della lingua italiana, a cura di Salvatore Battaglia, poi di Giorgio Bàrberi Squarotti , Torino, Utet , 1961-2002, Torino, Utet, 21 voll.; Grande dizionario italiano dell’uso, a cura di Tullio De Mauro, Torino, Utet, 1999-2003, 7 voll.
Nelle citazioni l’uso del corsivo è mio, tranne avviso in contrario.
Quasi sempre indico le fonti a stampa da cui sono tratte le citazioni; è forse superfluo avvertire che la maggior parte dei testi citati è accessibile liberamente in Rete (cito almeno i siti Liber Liber e Biblita). Ho usato inoltre il CD-Rom curato da Pasquale Stoppelli-Eugenio Picchi, LIZ. 4.0. Letteratura italiana Zanichelli, Bologna, Zanichelli, 2001.
Ringrazio i colleghi da cui ho ricevuto indicazioni e consigli. Mia è naturalmente la responsabilità di imprecisioni e di errori.
Patria
Ognuno di noi è stato generato
non solo per sé stesso:
infatti una parte del nostro essere generati va alla patria,
un’altra ai nostri genitori,
un’altra ancora ai nostri amici;
molto alle circostanze che capitano alla nostra vita.
Platone (?), Lettera IX, ad Archita di Taranto
I must confess, I have been apt sometimes to be very angry with our language for having denied us the use of the word Patria, and afforded us no other name to express our native community than that of Country, which already bore two different significations abstracted from mankind or society.
Anthony Ashley Cooper, III Conte di Shaftesbury, Characteristics of Men,
Manners, Opinions, Times, etc.
… Con un segno
della mano additavi all’altra sponda
invisibile la tua patria vera.
Eugenio Montale, Dora Markus
1. Alle origini
1. Prima dell’italiano
La storia di una parola intellettuale è anche una storia dell’idea e della sua vita e delle sue dinamiche nel tempo e in diversi ambienti umani. La parola che è protagonista di questo libretto è molto ricca, e spero di restituirne almeno i tratti essenziali.
Nel primo secolo e mezzo di vita della lingua volgare (la lingua del popolo: volgo) in Italia (fino al 1375), chiamata più tardi lingua italiana, la parola patria registra 1120 occorrenze scritte [1] . Le attestazioni provengono da scritture della Liguria e del Veneto, di Milano e di Roma, della Sicilia e di Bologna, di Napoli e di Firenze (che fa la parte del leone, perché la maggior parte delle scritture antiche è di provenienza fiorentina e toscana). Alcune delle attestazioni non si possono assegnare a patria, ma appartengono comunque alla famiglia lessicale cui patria fa capo (§§ 2-3). Negli Statuti perugini del 1342, per esempio, si fa parola della «patria podestà», cioè del ‘potere del padre’ e del suo ruolo giuridico nella famiglia, codificato dall’antico diritto romano; e però padre e patria sono parole appartenenti alla stessa famiglia lessicale.
Il racconto che qui propongo comincia propriamente nel Medioevo, con Dante, dopo una breve premessa su Agostino e sull’Italia medievale. Scorrendo le 1120 attestazioni si nota tuttavia che la parola è presente in misura preponderante nei volgarizzamenti, cioè nelle traduzioni dal latino alla lingua volgare. Patria non ha chiesto grandi sforzi ai benemeriti volgarizzatori, perché in latino la parola è identica: ciò significa che la parola nasce sì nel volgare italiano del XIII secolo, ma con un lungo passato alle spalle, che rimane in buona misura attivo in italiano (e in altre lingue derivate dal latino); perciò sarà utile definire i significati della parola in latino (e in greco) per misurare se e in quale misura essi sono conservati o abbandonati o rinnovati in italiano. I significanti possono restare immutabili nei secoli e anche trasmettersi uguali da una lingua all’altra, ma i significati sono assai meno stabili, particolarmente nelle parole che veicolano significati intellettuali o emotivi (spesso sviluppatisi da significati concreti): nella loro elasticità e plasmabilità si riflette il lavorio incessante della mente umana.
Di questo tipo sono patria e anche nazione, parola che ha un significato in parte coincidente con patria, e che le si accompagna o la sostituisce più volte nel corso della storia qui raccontata. Un’interessante distinzione fra i due termini è proposta in un libro su patria dedicato alla storia, prevalentemente francese, di questa parola-concetto, con varie osservazioni interessanti anche per l’italiano. Nella premessa l’autore, lo storico Silvio Lanaro, scrive:
Fino a qui ho parlato di nazione, e tuttavia il libro si intitola Patria. Vuol forse dire che i due concetti sono perfettamente equipollenti, e che se ne è scelto uno per la sua maggiore attrattiva? Evidentemente no. «Nazione» è la comunità politica che tramite apposite istituzioni organizza una popolazione insediata su un determinato territorio, tutelandola all’esterno e rappresentandone la proiezione identitaria
in senso forte. «Patria» invece è qualcosa che le sta dietro, che la precede logicamente e anche cronologicamente: è il luogo fisico dove l’ambiente e il paesaggio – costruiti o modificati dalla vita activa
delle generazioni – svolgono una funzione primaria di protezione e rassicurazione esistenziale, e dove una cultura non semplicemente verbale produce affinità, consonanze, parentele ideali e morali; non solo, è anche un luogo principe dell’immaginario, dove simboli e miti garantiscono quell’autorappresentazione senza la quale nessun gruppo sociale è in grado di vivere e di sopravvivere. Mi rendo conto che la distinzione non è intangibile, e che sono possibili accavallamenti o sovrapposizioni: eppure una differenza esiste […] [2].
Parafrasando e integrando questa definizione onestamente problematica, che mette in rilievo il margine di equivalenza tra due termini comunque distinti, si può dire che patria esprime un concetto astratto o anche astratto, con una forte componente originaria concreta, il che le consente di precedere nella logica e nel tempo la nazione. Patria, inoltre, rinvia a un ambiente umano dotato di coesione, avvertito e sentito in forme non sempre razionalizzabili e traducibili in parole; se la patria è, per così dire, attivata, la persona si sente a suo agio e s’intende senza difficoltà anche con degli sconosciuti. Agiscono dunque l’istinto, la sensibilità, un sottofondo emotivo; razionalità e concreti interessi comuni fanno anche parte di questo concetto complesso. L’elenco dei diversi tratti semantici qui elencati non pretende di essere completo, né tutte le componenti del fascio di elementi devono essere compresenti (lo stesso vale per nazione) [3].
Patria fa parte del lessico fondamentale, e proprio per questo motivo suscita risonanze personali e sfumature di significato che non trovano facile traduzione in altre lingue. Da questo punto di vista mi è sembrato utile il passo del filosofo inglese Anthony Ashley Cooper (1671-1713), il secondo dei testi riportati in epigrafe, che si riferisce a patria del latino (non dell’italiano). Eccone una possibile traduzione:
Qualche volta tendo a provare, devo confessarlo, una forte irritazione verso la nostra lingua [inglese], che ci ha negato l’uso della parola Patria e non ci ha dato altro nome per esprimere la nostra comunità di origine che il termine Country, il quale già portava due significati diversi, entrambi lontani dall’umanità o dalla società [4];
e in nota aggiunge gli equivalenti latini di country, quelli che lo disturbano: « rus [campagna] e regio [regione], in francese campagne e pays» [5].
Nella narrazione che segue si menzioneranno alcuni dei molti sinonimi di patria.
[1] Il dato si ricava dall’ Opera del Vocabolario Italiano (OVI), la base di dati che raccoglie integralmente il lessico del volgare delle origini: http://gattoweb.ovi.cnr.it/(S(4n44ue55kkhsfu2nbwnvao45))/CatForm21.aspx
[2] Patria. Circumnavigazione di un’idea controversa, Venezia, Marsilio, 1996, pp. 14-5. Fra le opere che interessano l’argomento, si legge utilmente Nicoletta Bazzano, Donna Italia: storia di un’allegoria dall’antichità ai giorni nostri, Costabissara (Vicenza), Colla, 2011. Sull’idea e l’immagine geografica dell’Italia è da vedere il denso contributo di Manlio Pastore Stocchi, Patria e nazione nella letteratura italiana, in Cum fide amicitia. Per Rosanna Alhaique Pettinelli, a cura di Stefano Benedetti-Francesco Lucioli-Pietro Petteruti Pellegrino, Roma, Bulzoni, 2015 («Studi e testi italiani», 27), pp. 373-382 e, dello stesso, La cultura geografica dell’Umanesimo (1992), nel volume Pagine di storia dell’Umanesimo italiano, Milano, FrancoAngeli, 2014, pp. 108-147. Di altro taglio è Patria. Lo scrittore e il suo Paese, Roma-Napoli, Theoria, 1992, che raccoglie le testimonianze di nove autori.
[3] Un’utile introduzione è Steven Grosby, Nationalism, Oxford, Oxford University Press, 2005; fondamentale è, di Adrian Hastings, The Construction of Nationhood. Ethnicity, Religion and Nationalism, Cambridge, Cambridge University Press, 1997. In italiano, Alessandro Campi, Nazione, Bologna, Il Mulino, 2004. Il libro di Federico Chabod, L’idea di nazione, Bari, Laterza, 1967, prende le mosse dal XVIII secolo.
[4] Cito da Characteristics of Men, Manners, Opinions, Times, etc., a cura di John M. Robertson, 2 voll., Londra, Grant Richards, 1900, II, p. 248 (anche nell’edizione più recente, ma ammodernata linguisticamente, a cura di Lawrence E. Klein, Cambridge University Press, 1999, p. 402).
[5] La sinonimia indicata nel Roget’s International Thesaurus, revised by Robert L. Chapman, New York, Harper and Row, 1977, alla voce Country (181.2) riporta l’inglese fatherland (‘la terra dei padri’), il gemello tedesco Vaterland, il latino patria, il francese patrie, e, tra le parole inglesi, motherland e ovviamente home (di significato ben distinto da house), che ha la stessa origine del tedesco Heim (con l’avverbio heim e il sostantivo Heimat) e significato prossimo. Alla voce country, Roget 182.3 riporta rusticity e ruralism, i significati che mal si conciliano, secondo Shaftesbury, con ‘patria’; più circoscritto è evidentemente il senso di regio, e non per nulla tra le parole affini Roget 180.1 registra country. Cfr. inoltre patrie e Heimat nel Vocabulaire Européenne des Philosophies, a cura di Barbara Cassin, Paris, Le Robert-Seuil, 2004, pp. 907 e 546-549, e i