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Quell'agenda del 96: In quanti modi può amare il nostro cuore?
Quell'agenda del 96: In quanti modi può amare il nostro cuore?
Quell'agenda del 96: In quanti modi può amare il nostro cuore?
Ebook83 pages1 hour

Quell'agenda del 96: In quanti modi può amare il nostro cuore?

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About this ebook

In quanti modi possiamo amare?
Più di quelli che possiamo vivere in un’intera vita.
Quanti errori dobbiamo fare prima di imparare a essere felici?
Tutti quelli che servono a comprendere i segreti del nostro cuore.

Elisabetta è stata lasciata da Enrico, l’amore della sua vita.
Ha ripreso a bere per alleviare il dolore e ogni serata termina nel pianto e nell’incoscienza.
Finché non decide di riversare in una vecchia agenda le emozioni che le traboccano dal cuore.
E all’improvviso arriva la svolta.

Benedetta, la sua amica d’infanzia, la invita a casa sua in toscana.
Nonostante il cuore sanguinante, Elisabetta viene trascinata in una giostra d’incontri ed eventi che la getteranno nelle vite di Carlo, Massimo, Patrizia e Debora. Da ognuno imparerà qualcosa di nuovo sull’amore finché il destino non sconvolgerà la loro vita.

Questo racconto è un omaggio all’amore, un sentimento in grado di cambiare il mondo e le persone.


Puoi trovare altri miei racconti cliccando sul mio nome qui in alto, oppure inserendolo nella barra della ricerca.
Per esempio ti consiglio la lettura di “Rosso: come nascono le favole” o "Il tempo è un'illusione" che hanno ricevuto numerosi apprezzamenti.
Inoltre sul sito emozioniefantasia.it hai la possibilità di leggere altri racconti inediti.

Se il racconto ti piace ti invito a lasciare il tuo commento in questa pagina.

Infine se ti piace la fantascienza ti consiglio il mio romanzo: "Verso il cielo"
Un viaggio indimenticabile attraverso il mondo in declino del 22° secolo, quando le previsioni di oggi su estinzioni e inquinamento, cambiamenti climatici e collasso ambientale diventeranno fatti.
LanguageItaliano
Release dateFeb 9, 2018
ISBN9788827556511
Quell'agenda del 96: In quanti modi può amare il nostro cuore?

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    Quell'agenda del 96 - Pierluigi Selvatici

    PIerluigi Selvatici

    Quell'agenda del 96

    UUID: 2aab6354-ff89-11e7-8933-17532927e555

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Storie di vita

    L'amore

    27 Aprile

    3 Maggio

    7 Maggio

    9 Maggio

    13 Maggio

    14 Maggio

    15 Maggio

    16 Maggio

    17 Maggio

    18 Maggio

    19 Maggio

    20 Maggio

    Quel pizzico di magia

    Ringraziamenti

    Due parole sull’autore

    Un favore

    Informazioni e Diritti

    Storie di vita

    Quando sono andato a scuola, mi hanno chiesto cosa volessi diventare da grande.

    Ho risposto felice.

    Mi dissero che non avevo capito l’esercizio.

    Io risposi che loro non avevano capito la vita.

    (John Lennon)

    La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.

    (Danny Kaye)

    Dai a ogni giornata la possibilità di essere la più bella della tua vita.

    (Mark Twain)

    " Cosa cerchi? "

    " Cerco un attimo che valga una vita ".

    (Casanova)

    Stupisco sempre me stesso.

    È l’unica cosa che renda la vita degna di essere vissuta.

    (Oscar Wilde)

    La vita è una grande avventura verso la luce.

    (Paul Claudel)

    La vita è breve.

    Perdona in fretta,

    bacia lentamente,

    ama davvero,

    ridi sempre di gusto

    e non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere,

    oppure piangere.

    (Sergio Bambarén)

    L'amore

    " L'amore non finisce, riverbera ancora e ancora sulla trama dell'eternità"

    27 Aprile

    Mi ha lasciata.

    Dopo due anni se n'è andato con una bionda.

    Mi ha lasciata per una modella.

    Una con il seno rifatto, che magari pensa che lui l'ama, povera stupida.

    Gli uomini ragionano col cazzo! Sono animali alla ricerca costante di un buco in cui infilarlo. Stupidi stronzi, incapaci di amare altro che se stessi!

    Bastardo!

    Stronzo!

    Ho pugnalato l'agenda con la penna.

    É per questo che scrivo? Per sfogare la rabbia facendo buchi nella carta?

    Sono fuori di testa.

    Ho bevuto, troppo, ma penso ancora a lui.

    Domani non ricorderò un accidente, ma adesso penso a lui.

    Penso ai sogni fatti tra le sue braccia, penso al suo profumo, penso alle promesse. Tutte menzogne!

    Sono passate tre settimane da quando lui è scomparso dal mio presente.

    E dal mio futuro.

    Pensare a lui è come spargere sale su una ferita aperta. Fa male, ma non posso farne a meno. L'unica cosa che mi dà sollievo e riesce a farmi dormire è l'alcol. Dopo dodici anni di astinenza ho deciso di riprendere a bere. E di farlo alla grande. Chi lo dice che solo gli uomini possono fottersi il cervello un bicchiere alla volta?

    Sono ubriaca. Se non lo fossi, non avrei cercato quest'agenda ingiallita per sfogarci dentro le emozioni che mi urlano in testa.

    Non so quando mi è saltata in mente questa stupida idea. Forse intorno al quarto bicchiere. Chissà da quanto ci rimuginavo.

    Una sera della scorsa settimana sono uscita con Daniela, la psicologa del gruppo, per una seduta-confessionale. Un pub di periferia, imboscato in un seminterrato, coi muri a vista e i tavoli in finto legno. Daniela è una donna rassicurante, mora, piccola, poco appariscente, sulle labbra sempre un sorriso gentile e negli occhi troppe ombre. Bevevo vodka alla pesca allungata con succo di frutta e mi lasciavo andare a commenti acidi sugli uomini. Non c'è voluto molto perché l'alcol e l'autolesionismo mi facessero vomitare l'anima.

    Invece di mandarmi al diavolo, lei mi ha offerto alcuni sani suggerimenti. Tipo quello di prendermi due settimane di vacanza, fare un bel viaggio, una crociera. Un modo per pensare meno e per conoscere gente nuova.

    Facile dirlo, il farlo è tutt'altra cosa.

    Mentre mi riportava a casa in lacrime e ubriaca, naturalmente, Daniela mi ha suggerito di tenere un diario su cui scrivere i miei problemi e le mie emozioni. Per rileggermi, per capirmi meglio. É stupido, ho pensato. Anzi glielo ho detto in faccia. Lei ha sorriso e non ha insistito. Me n'ero dimenticata prima che arrivasse mattina, o almeno credevo fosse così.

    Più scrivo e più mi sembra inutile.

    Mi sento ridicola.

    Mi sembra di essere alle elementari. Non sono una scrittrice e soprattutto non sono una donna che immagina la vita. Un tempo leggevo romanzi rosa in cui gli orgasmi erano eruzioni vulcaniche e tutto, prima o poi, finiva nel modo giusto. Erano gli anni in cui portavo l'apparecchio per i denti e mi struggevo per uno di quarta.

    I tempi dell'adolescenza sono passati da un pezzo. Ora sono la donna che vive questa vita e ne porta i segni sul volto. E non è un bel vedere, non in certi momenti.

    Dio, la nausea.

    Odio pensare che fra un paio d'anni dovrò rivolgermi agli alcolisti.

    Devo vomitare.

    3 Maggio

    Sono passati sei giorni.

    Il sole di maggio accende i colori dei colli toscani. Respiro un'aria frizzante, insaporita da profumi che avevo dimenticato. Siedo all'ombra di un vecchio albero e a tratti lascio correre lo sguardo laddove il cielo tocca le colline, ma la mia attenzione è rivolta alla carta ingiallita e alle parole senza voce che prendono forma tra gli alti e i bassi del mio respiro.

    Ho ripreso la penna. Scrivo.

    Non ricordo di aver messo in valigia l'agenda quando sono partita, ma è accaduto tutto così in fretta. Il mattino successivo a quella notte, l'ennesima notte di pianto, era esploso vociante

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