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La vedova grigia
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La vedova grigia

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La Vedova Grigia romanza una storia di pura invenzione narrativa che prende spunto dalla vicenda reale di Milena Quaglini, nata a Mezzanino il 25 marzo del 1957 e morta a Vigevano il 16 ottobre del 2001, una delle poche serial killer accertate in Italia dagli anni ’90 a oggi.
Amelia, la protagonista, è la donna che uccide gli uomini violenti, carnefice e lei stessa vittima della vita, a un certo punto presa da un vortice che la spinge a uccidere perché “costretta a farlo”, come afferma lei stessa, “per difendersi dai tentativi di abuso subiti”.
Ma la tragedia di Amelia non è un fenomeno esistenziale isolato, a sé stante, perché si sa, le vite si incrociano e si toccano, al di là del bene e del male, e spesso a determinare gli eventi sono spietate coincidenze dall’epilogo indesiderato.
Così è per il Maresciallo Scarpa, ad esempio, lui stesso vittima indiretta della vita, uomo incompreso, angariato da superiori inetti e superbi che disdegnano il suo operato e che non colgono indizi di capitale importanza, prove che avrebbero potuto cambiare gli eventi e, di riflesso, la vita di Amelia.
Ecco che allora in questo puzzle di sincronismi di causa ed effetto La Vedova Grigia diventa il paradigma della disumanizzazione dell’individuo, logorato da una quotidiana sottomissione che si esercita in ogni ambiente, lavorativo o domestico, e che spesso lo spinge a gesti estremi, finanche al delitto seriale.
LanguageItaliano
Release dateOct 11, 2017
ISBN9788868672638
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    La vedova grigia - Neronte

    narrativa.

    Capitolo primo

    Driiin-Driiin, pausa, Driiin-Driiin, pausa, Driin-Driin…

    Carabinieri, buongiorno.

    Buongiorno, Segreteria del dottor Vinci della Procura della Repubblica del Tribunale di Padova, ho la necessità di parlare urgentemente con il Comandante della Stazione!

    Comandi, Appuntato Rosato, certo, mi permetta glielo passo subito al suo interno.

    L’Appuntato con fare nervoso, pensando tra sé e sé, mentre compone il numero dell’interno del suo capo: Cazzo, sicuro saranno dei casini! E adesso chi lo sente quello?.

    Nel contempo, mentre l’interlocutore è automaticamente messo in attesa, dopo alcuni squilli risponde il Capo con voce ferma e tono scocciato, come di chi fosse stato disturbato durante un lavoro difficile: Sì, mi dica Appuntato, che c’è?.

    L’Appuntato, con voce sottomessa, come di chi sta salendo su un patibolo: Mi scusi, Comandante, non vorrei disturbarla, ma ho in linea la segreteria del dottor Vinci che chiede di lei urgentemente, cosa devo dirgli?.

    Il Capo, allora, assumendo un tono ancor di più scocciato: " E che cosa vorresti dirgli a quelli… dai muoviti… passameli… e sentiamo che vogliono adesso?".

    Nel rispondere all’ignara interlocutrice, rimasta in attesa per un paio di minuti, il Comandante assume un tono sottomesso : Buongiorno, sono il Comandante De Patria, in cosa posso esserle utile?.

    L’interlocutrice, decisa : Buongiorno, Comandante, sono la segretaria del dottor Vinci, mi permetta, glielo passo subito, perché mi ha detto che ha urgenza di parlarle..

    Questa volta in attesa rimane il Comandante che rimasto nervosamente con la cornetta in mano inizia a pensare a cosa dovrà affrontare questa volta: pensa e ripensa, ripercorrendo a mente cosa poteva essere avvenuto durante la settimana, ma più pensa, meno gli vengono in mente dei motivi per giustificare una chiamata dal Procuratore. Poi, rompendo l’attesa, il magistrato esordisce dicendo : Buongiorno, Maresciallo, ho bisogno di avere conferma se il Maresciallo Scarpa lavora ancora da lei?.

    Il Capo, annuendo sia con la voce che con la testa, tra il fare servile e lo stizzito per la richiesta del magistrato, inizia a pensare a quale guaio può avergli combinato il suo sottoposto e ancor prima di conoscere i motivi di tale richiesta, già sta pensando ai provvedimenti disciplinari da adottare nei confronti del suo uomo.

    Il dottore, invece, senza dare altre spiegazioni, in maniera perentoria, con voce autoritaria, continua: " Bene, Maresciallo, ho bisogno che lo mandi immediatamente nel mio ufficio!".

    Il Comandante non ebbe nemmeno il tempo di rispondere alla richiesta del Magistrato, riuscendo appena a compiere un cenno di assenso con la testa, come se il Procuratore avesse potuto vederlo, che già aveva

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