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Nao Ma vol. 2 - Il regno del Dragone Nero
Nao Ma vol. 2 - Il regno del Dragone Nero
Nao Ma vol. 2 - Il regno del Dragone Nero
Ebook160 pages2 hours

Nao Ma vol. 2 - Il regno del Dragone Nero

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About this ebook

Quale mistero si cela dietro la terribile e misteriosa spada del Dragone Nero?

Nao Ma dovrà entrare in una rete di intrighi, complotti e lotte all'ultimo sangue contro il misterioso capo del Pugno di Ferro aiutato da Volpe Nera, un'assassina senza pietà al seguito del nuovo governatore e di suo figlio Tai, la cui sensibilità e fascino prenderanno il cuore della giovane guerriera la cui passione si dovrà scontrare con la sete di giustizia in un mondo terribile e spietato: il regno del Dragone Nero.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 24, 2016
ISBN9788892611054
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    Nao Ma vol. 2 - Il regno del Dragone Nero - Manuel Mura

    633/1941.

    Passato e presente

    Man mano che il terreno saliva seguendo un pendio scosceso, la foresta andava rischiarandosi: qua e là sporgevano blocchi di pietre grigie ricoperte di muschio, con gli angoli smussati dalle intemperie e dallo trascorrere del tempo, che alla fanciulla facevano venire in mente mostruose uova di pietra, eredi fossili di un'antica creatura celeste.

    I sassi rotolavano sotto i suoi passi scorticandole la pianta nuda dei piedi già straziati.

    Il sole alto nel cielo brillava, l'aria calda e lo sforzo le facevano bruciare i polmoni.

    Lasciò l'ombra protettrice degli ultimi pini e sbucò all'improvviso su un altopiano roccioso e spoglio, poco più grande della piazza del suo villaggio.

    Di fronte si ergeva una parete di roccia la cui estremità formava l'arco di un cerchio.

    Su Yi alzò gli occhi e credette di distinguere la sommità della rupe a più di dodici metri d'altezza.

    Non c'erano appigli visibili né sentieri che le permettessero di aggirare la barriera di pietra mentre più in basso, sentiva le voci imprecanti e maledicenti degli inseguitori farsi sempre più vicine.

    La ragazza stava per cedere alla disperazione.

    No, non aveva affrontato tutto questo per finire così!

    Recuperò il pugnale dalla cintura e si voltò di scatto.

    Addossata alla parete rocciosa, stendendo l'arma davanti a sé, Su Yi giurò a sé stessa che non l'avrebbero presa viva e che almeno uno dei quattro uomini sarebbe morto con lei.

    Entro pochi istanti i mercenari l'avrebbero raggiunta e sarebbe finito tutto.

    Fu allora che si sentì afferrare alle spalle...

    Nao Ma alzò la testa di scatto risvegliandosi dallo strano sogno che aveva appena fatto.

    A dire il vero, non era tanto strano rivedere la sua vita da piccola.

    Era stata felice e spensierata nel piccolo villaggio in cui viveva insieme ai suoi genitori; poi, tutto era cambiato quando, ancora bambina, erano arrivati gli uomini del Pugno di Ferro.

    Assassini e mercenari, seminavano morte, terrore e odio al loro passaggio per compiacere i Dieci Re dell'inferno e riportarli sulla Terra, perpetrando una scia di sangue che andava avanti da decenni.

    Lei era riuscita a fuggire per poi ritrovarsi nella grotta dove aveva incontrato il Dragone: da quel momento la sua esistenza come Su Yi era finita e si era trasformata nella donna che era, Nao Ma.

    Aveva saputo di avere il Marchio, che la contraddistingueva come una prescelta dei Quattro Dragoni, coloro che si opponevano alla malvagità dei Dieci Re mantenendo l'ordine e l'equilibrio nel mondo.

    Si era addestrata fino all'età adulta nell'utilizzo della spada e del Chi, l'energia interiore che permette di elevarsi verso qualcosa di superiore non concesso ai comuni mortali.

    Non era però una forza che nasceva dal nulla: permetteva sì di compiere cose all'apparenza impossibili, ma questo era possibile solo a chi aveva di suo capacità. Se uno non ne aveva, non poteva migliorarle.

    A Nao Ma interessava solo che le permettesse di compiere la sua vendetta verso coloro che avevano distrutto il suo villaggio, ucciso la sua famiglia e la sua gente, e schiavizzato le altre ragazze come lei.

    Era vissuta sempre con l'odio nel cuore che bruciava come un fuoco dove gettare i suoi nemici.

    Si era messa alla loro ricerca girando in lungo e in largo per tutto il Celeste Impero, per poi giungere in una cittadina in cui era certa di trovare i suoi avversari e dove aveva invece ritrovato sé stessa.

    Grazie alle innumerevoli vicende vissute in quel luogo, aveva compreso quanto fosse limitata la forza del Dragone confrontata alla forza che ognuno ha nel proprio cuore.

    Aveva inoltre compreso quanto inutile fosse la strada di chi cova l'odio che diventa simile ai nemici che sconfigge.

    Al riguardo, aveva scoperto che da piccola era stata fatta fuggire apposta perché crescesse nell'odio finché non fosse diventata come coloro che combatteva.

    L'incontro con la sua amica Tai Chuen, anche lei membro dei Quattro Dragoni, le aveva aperto il cuore e la mente a cose prima sconosciute.

    Aveva ritrovato la gioia di vivere e scoperto la forza della giustizia che sgorga da un cuore puro: più di tutti, aveva trovato sé stessa e un'amica su cui poter contare.

    Si erano poi separate, ognuna seguendo il proprio destino, sicure che si sarebbero incontrate nuovamente.

    Non più pregna dell'odio come un tempo ma desiderosa di giustizia, Nao Ma ora era pronta per fermare le azioni criminali di quelle persone senza morale che portavano altra morte e odio al loro passaggio.

    Non sapeva se si trattasse proprio del suo obiettivo, ma giorni addietro era giunta in un villaggio che aveva fatto la triste fine toccata al suo e molti altri.

    Le poche voci al riguardo parlavano di un gruppo di assassini vestiti di scuro con a capo un tizio robusto dal cui petto s'intravedeva il tatuaggio del Pugno di Ferro.

    Era chiaro che faceva parte del clan e poteva essere il capo ricercato.

    Più volte aveva chiesto informazioni, con le buone o meno, sul suo conto: ma le voci erano poche, confuse e discordanti.

    I suoi uomini si uccidevano piuttosto che rivelare qualcosa e chi lo vedeva non sopravviveva per raccontarlo.

    Si raccontava solo che era un grande combattente, considerato il più forte di tutto l'Impero, ma nessuno conosceva veramente la sua identità.

    L'unica cosa certa era che aveva con sé una grossa spada con il manico di un Dragone Nero che si diceva appartenesse agli stessi dèi.

    Vero o no, Nao Ma era intenzionata a far luce sul suo mistero. Seguendo le tracce del misterioso individuo visto al villaggio e dei suoi uomini, era giunta fino alla città di Songshan, dove si trovava ora.

    Si guardò attorno e di colpo tornò la lucidità in lei: non era, come suo solito, in mezzo alla foresta o in qualche grotta ma in una piccola stanza di locanda.

    Per essere una città di provincia, Songshan era comunque un centro trafficato e ben arroccato, con mura di cinta alte e imponenti e con tutt'intorno un nugolo di guardie a ogni entrata.

    Le ispezioni non erano sempre rigide come ci si poteva aspettare, almeno per chi era generoso con le guardie: bastava far scivolare qualche moneta in più nelle tasche perché chiudessero un occhio o tutti e due.

    Era così che avevano fatto i mercanti con cui era entrata Nao Ma in città quella mattina.

    Li aveva salvati alcuni giorni prima da alcuni banditi intenzionati a sottrarre merci e donne; per ricompensa, l'avevano voluta con loro perché li scortasse fino al villaggio dandole al contempo un passaggio e pasti quotidiani.

    Giunti a Songshan li aveva salutati e aveva usato i soldi per affittare una camera, mangiare qualcosa e prendersi un abito nuovo ma identico al precedente.

    Si alzò del tutto dal letto, indossò il suo chang pao rosso ornato di tanti fiori e stemmi di drago, fermò i suoi lunghi capelli neri con una spilla d'argento e strinse forte la spada Jian che teneva sempre al suo fianco.

    A pensarci bene a svegliarla non era stato solo il sogno sulla sua infanzia, ma qualcosa di più: si trattava di una sensazione sperimentata molte volte in vita sua, la sensazione di pericolo imminente.

    I suoi occhi verde scuro, penetranti e determinati, cercarono di scrutare oltre la finestra alla sua sinistra in cui si rifletteva solo la luce pallida della mezza luna coperta in parte da nubi.

    Sapeva però che non doveva basarsi solo su ciò che i suoi occhi guardavano ma doveva osare di più: era il suo Chi che doveva far scorrere intorno a sé.

    Si lasciò andare espandendo la sua energia in cerca della fonte che aveva causato il suo risveglio.

    In un attimo ebbe una visione panoramica della piccola stanza in cui si trovava, malgrado il buio del luogo e gli occhi chiusi.

    Dietro di lei c'era un piccolo tavolo rotondo, alcuni davanzali posti un po' ovunque e un modesto mobiletto in fondo vicino alla porta d'ingresso.

    Davanti invece c'era il letto e una piccola finestra; ma lei andò oltre spaziando in ogni direzione.

    Le nubi scure se ne sarebbero presto andate e l'aria della sera era fresca e piacevole.

    A un tratto, sentì dei colpi freddi su tutto il corpo: erano piccole lame che la colpivano incessantemente.

    Nao Ma mosse fulminea la spada deviando le mortali lame.

    Si buttò dietro il tavolo spostandolo davanti in cerca di protezione: sullo stesso si impiantarono una dozzina di stelle di metallo che sbucavano velocemente e miravano al volto della giovane donna.

    Si lanciò verso la porta in fondo alla stanza ma si fermò immediatamente sentendo un pericolo provenire anche da lì e buttandosi prontamente all'indietro.

    Questo agile scatto la salvò da due colpi di spada curva che superarono la fragile stuoia che costituiva la porta arrivando a un passo dal suo corpo.

    Si mosse rapida verso la finestra, incurante di altre lame che immancabilmente piombarono su di lei.

    Era stata messa tra due fuochi e doveva uscire subito da quell'accerchiamento se non voleva fare una brutta fine.

    Entrarono una mezza dozzina di uomini vestiti di scuro con un capello di paglia in testa.

    Velocissima, Nao Ma fu sopra il tetto: di qui iniziò la sua corsa per allontanarsi dagli uomini sconosciuti che la volevano morta.

    Saltare da un tetto all'altro era abbastanza facile: le case erano tutte molto vicine in quella città.

    Ancora prima di rendersene conto, tre dei sei uomini che la inseguivano e che le avevano lanciato le lame, si trovarono con la gola o la faccia tagliata.

    Quelli rimasti estrassero rapidi le spade curve e caricarono verso di lei ma Nao Ma ci passò in mezzo, saltando in avanti e ruotando il corpo, trafiggendo le carni prima che potessero solo pensare di colpirla.

    La giovane donna si girò rapida notando altre figure incappucciate che saltavano velocemente dal tetto della taverna verso di lei.

    Anche se gli uomini si confondevano con la notte scura percepiva chiaramente la loro presenza: e il luccicare delle loro armi sguainate indicava inequivocabilmente la loro presenza.

    Ne contava almeno sei ma altrettanti stavano giungendo dal lato opposto, saltando anch'essi da un tetto all'altro.

    Nonostante fossero in tanti era sicura di farcela ma non voleva correre il rischio di farsi accerchiare e puntò su quelli più vicini caricandoli a propria volta.

    Fuggire era inutile e del resto non l'avrebbe mai fatto.

    Doveva però sbrigarsi a eliminare questi malviventi perché gli altri più dietro l'avrebbero colpita alle spalle con le loro armi senza esitazione.

    Erano tutti assassini senza scrupoli e senza morale, pronti a tutto pur di dar sfogo alla violenza di cui erano pregni.

    Contrappose l'urlo dei sei con un placido silenzio: piegò la lama verso il basso e poi, una volta vicina, saltò in alto e la ruotò tranciando le teste di due assassini.

    Gli altri quattro l'attaccarono insieme, rapidi e silenziosi, con gli occhi iniettati di sangue e la voglia di intascare la ricompensa che il loro signore gli aveva promesso dopo l'uccisione della giovane donna.

    Nao Ma, giovane combattente, parò i loro colpi uno dietro l'altro per poi abbassarsi e ruotare veloce sul posto tagliando la gamba ad uno degli assassini che urlando volò di sotto.

    Mentre il suo sangue si spargeva tutt'intorno altri uomini continuarono a menarle fendenti.

    Li evitò con facilità per poi fendere la vita di un altro assassino che stramazzò al suolo

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