Il regno delle fate
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Anteprima del libro
Il regno delle fate - Delia Bellone
Premessa
Sotto il titolo Il regno delle fate si è voluta rilegare una serie di fiabe frutto della mia fantasia.
Alcune delle fiabe narrate in questo libro sono state ambientate in paesi o luoghi veramente esistiti o ancora esistenti, altre in paesi immaginari.
Ogni qual volta cercherete un momento di relax e vorrete evadere dallo stress e dal logorio della vita quotidiana, questo libro vi offrirà l’occasione irripetibile di compiere un fantastico e suggestivo viaggio oltre i confini della realtà, coinvolgendovi in storie avvincenti ed entusiasmanti, a volte anche commoventi, ma sempre molto poetiche, intrise di magia e mistero.
P.S. Ogni racconto è accompagnato da una breve presentazione.
Delia Bellone
L’asfodelo
Sullo sfondo di una Firenze rinascimentale si svolge la fantastica storia della bellissima duchessina Adalgisa di Poggio Imperiale, stregata da un terribile maleficio ordito dalla sua invidiosa e perfida matrigna con l’aiuto di un abominevole mago.
Un racconto entusiasmante, ricco di magia e mistero, da leggere fino in fondo. "Lontano, nella valle, giaceva Firenze, rosa, grigia e bruna, con l’antica, enorme cupola della cattedrale dominante nel mezzo, come un pallone frenato.
Tutto in giro all’orizzonte, una frangia di marosi, le alte colline azzurrine cosparse di innumerevoli ville bianche.
Dopo nove mesi di familiarità con questo panorama, io penso ancora, come al principio, che questa è l’immagine più bella del pianeta, la più incantevole a guardarsi."
Così scrisse Mark Twain in un suo testo autobiografico pubblicato nel 1924 a proposito di Firenze. E proprio sullo sfondo di questa città, è ambientata la magica fiaba che vi racconterò.
Siamo in una Firenze rinascimentale, ma siccome la storia qui descritta è irreale, dei personaggi e dei fatti storici vissuti e avvenuti in quel periodo non se ne darà il minimo accenno.
La notte era scesa lieve e silenziosa, quasi in punta di piedi, ad avvolgere nella sua ombra vellutata la città che dormiva immersa in un silenzio quasi arcano che sembrava fatto di secoli, interrotto di tanto in tanto dall’echeggiare della voce di trovatori che cantavano appassionati e galanti madrigali sotto i balconi delle belle dame fiorentine.
Firenze quella notte sembrava irreale come un sogno. Dal cielo la luna si compiaceva di illuminarla, anzi pareva addirittura litigare con qualche nuvola, se, nascondendola, le toglieva il piacere di ammirare la città.
Poco distante, adagiata su una collina a nord est di Firenze, sorgeva la cittadina di Fiesole, dove il duca Ildebrando di Poggio Imperiale aveva la sua residenza estiva.
Era una superba villa rinascimentale, circondata da un incantevole e suggestivo giardino.
I grilli avevano iniziato il loro concerto notturno e un raggio di luna, entrando per una bifora aperta, era andato a illuminare il volto dormiente della duchessina Adalgisa, che nella sua meravigliosa bellezza avrebbe fatto invidia perfino alla stessa Afrodite.
Lei era la figlia del duca e a soli dieci anni aveva perso la madre, sostituita ora da una matrigna, una donna bellissima e giovanissima di circa ventotto o trent’anni. Quest’ultima era invidiosa della bellezza della figliastra poiché si trovava ancora in una fiorente adolescenza, mentre ella aveva già passato da anni quel lieto periodo, e ora si stava avviando verso l’età matura, che l’avrebbe portata lentamente alla vecchiaia.
Il suo nome era Marisca, aveva sposato il duca Ildebrando, padre di Adalgisa, di moltissimi anni più anziano di lei, solo per il suo potere e per il suo denaro.
Un giorno Adalgisa posò per un famoso pittore che le fece un mirabile ritratto.
Il caso volle che tale ritratto venisse acquistato dal giovane conte Ettore di Rocca Sinibalda.
Fu durante una magnifica festa, che il duca Ildebrando diede nella sua villa fiesolana in onore del compleanno della figlia, che il conte Ettore, invitato, conobbe la bellissima fanciulla del ritratto da lui acquistato e se ne invaghì perdutamente.
Il destino volle che fra i due giovani sbocciasse un tenero legame d’amore.
Ma questo amore fu contrastato dall’invidia della matrigna che a sua volta aveva messo gli occhi addosso al giovane conte, non curandosi di essere moglie del duca.
Intanto, la bellezza di Adalgisa fioriva ogni giorno di più e questo accresceva la collera della matrigna tanto più che un giorno una brutta malattia alla pelle le sfigurò il viso.
Marisca, vedendo sfiorire ogni giorno la propria bellezza e aumentare quella della figliastra, cominciò a nutrire verso di lei un odio mortale.
Pensò così di rovinarla, voleva liberarsene per sempre.
Per attuare il diabolico piano che aveva in mente, pensò di rivolgersi a un potente e tremendo mago, suo amico segreto, che si faceva chiamare Zaratustra e che viveva in un tetro castello nella lontana Lunigiana.
Così una notte, di nascosto a tutti, uscì dal castello, prese un cavallo dalle scuderie e partì